[B]Ormai è chiaro , le regionali sono alle porte ... meno di tre mesi ed il Pd non sa ancora dove pescare i suoi candidati, almeno nelle regioni che contano . Diciamo che le loro lotte intestine non hanno mai termine ...la solita sarabanda dell'Armata Brancaleone .... non si smentiscono mai :sofico:
Dal Messaggero di Oggi :
Martedì 29 Dicembre 2009
Il fatto che fossero preventivate non riduce lo sconcerto per le difficoltà sta incontrando il Pd nel confezionare alleanze in vista delle regionali con annesse candidature: il clamore dei contrasti ne accentua piuttosto la spinosità. Certo c’entrano i risvolti della lunghissima partita congressuale che se ha sanato il deficit di leadership al vertice con l’elezione di Bersani, ha però lasciate intatte le scie polemiche e di differenziazione in periferia. Ma è la criticità della definizione nel Pd di un profilo politico e programmatico - in altri termini: l’identità profonda - che sta provocando scossoni e lacerazioni non indifferenti.
Nè può essere considerata panacea il tema, pur rilevantissimo, delle alleanze, in particolare con l’Udc, affidando cioè al raggiungimento o meno di una intesa con i centristi l’obiettivo primario e vincente. Casini fa la sua politica e sceglie di conseguenza: può piacere o meno ma è la forza attrattiva dei Democratici che latita. Il punto sta qui.
In quest’ottica, le vicende di Puglia e Lazio sono a loro modo emblematiche. In Puglia, dove il centro-sinistra è al governo, la guerra intestina tra il presidente uscente Niki Vendola e Michele Emiliano sta squassando le file del partito, al punto che viene messa in dubbio addirittura «l’agibilità democratica» delle possibili scelte: più che una partita politica sembra uno scontro tra tifoserie. Nel Lazio, regione anche questa guidata dal centro-sinistra, i cascami della triste e inquietante vicenda Marrazzo hanno provocato un terremoto e neanche si può invocare la differenziazione tra candidati: caso mai prevale lo sconforto. I tempi stringono e le regionali sono un test fondamentale. Lo capiscono tutti. Bersani per primo.
Il Messaggero articolo