LA POLITICA COME DOVERE MORALE
di Gordon Brown


Discorso del cancelliere dello scacchiere Gordon Brown alla conferenza annuale del Partito laburista a Brighton (26 settembre 2005).



Innanzitutto voglio ringraziare ognuno di voi e tramite voi le centinaia, migliaia, di iscritti al Partito laburista per il lavoro svolto, settimana dopo settimana, anno dopo anno, per assicurarci una terza storica vittoria consecutiva; una vittoria non solo di voti e di seggi ma anche di valori.
Abbiamo un debito di riconoscenza con Tony Blair per questo successo.

Grazie a questa vittoria siamo stati ieri in grado di proporre, a nome della Gran Bretagna, al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale nella riunione di Washington, di cancellare per sempre i debiti delle nazioni più povere per un totale di 55 miliardi di sterline.

Sia io che Hilary Benn vogliamo ringraziare voi e le chiese, le associazioni religiose, e tutte le persone di buona volontà, il cui obiettivo è quello di eliminare la povertà.
E’ grazie a voi che il mondo si è messo d’accordo per raddoppiare gli aiuti all’Africa. E’ grazie al vostro impegno che nei prossimi cinque anni milioni di poveri saranno aiutati. E’ grazie alla vostra insistenza che 11 governi europei – sono orgoglioso del ruolo dell’Europa – si sono impegnati a raggiungere l’obiettivo stabilito dalle Nazioni Unite di stanziare lo 0.7 per cento del reddito nazionale a favore dei Paesi poveri.

Ed è grazie ai vostri sforzi che negli ultimi giorni abbiamo altresì annunciato un finanziamento di 4 miliardi di dollari per la creazione di strutture per le immunizzazioni che in Africa ed in Asia salveranno la vita a 10 milioni di bambini. Quindi non lasciate che i cinici dicano che gli aiuti non funzionano, che i Governi non possono fare la differenza e che tutti i politici sono uguali: ciò che veramente non funziona è non fare nulla.

E quest’ anno cerchiamo di fare di più. Perché se vogliamo eradicare la povertà, dobbiamo rimuovere lo scandalo e gli sprechi del protezionismo agricolo, dobbiamo eliminare la pratica dei sussidi alle esportazioni agricole, dobbiamo eliminare gli eccessi del CAP.

E siccome siamo in debito con tutte le persone che soffrono e muoiono inutilmente, con tutti i bambini ai quali viene negata la possibilità di andare a scuola, con tutti gli esseri umani che soffrono la fame ogni giorno, attiviamoci tutti affinché la povertà sia definitivamente debellata, e affinché la Gran Bretagna sia il capofila di un impegno globale per fare in modo che ai Paesi più poveri siano garantiti servizi pubblici universali e gratuiti; una scuola pubblica per tutti i bambini e l’assistenza sanitaria gratuita per coloro i quali ne hanno bisogno.
Nell’anno in corso il mondo è stato colpito da gravi calamità naturali come lo tsunami e gli uragani che hanno causato morte e dolore anche tra i poveri i quali vivono nelle nazioni ricche. Abbiamo visto Londra passare in appena un giorno dalla gioia che tutti condividiamo di essere stata prescelta per le Olimpiadi, all’orrore dei kamikaze inglesi che uccidevano i loro fratelli.

Insieme a noi ieri ci sono stati alcuni delle migliaia di dipendenti pubblici che il 7 luglio non si sono fatti prendere dal panico e che non hanno ceduto all’egoismo – anche se alcuni erano feriti – aiutando chi aveva bisogno, medicando i feriti, confortando le vittime, senza mai chiedersi quale fosse il colore od il credo di coloro che stavano aiutando; la collettività servita nel migliore dei modi, una missione, l’etica del dovere, la compassione, il servizio, essi sono gli eroi tranquilli della nostra nazione e oggi vogliamo rendere loro omaggio.
Che sia chiaro a tutti che noi faremo tutto il possibile, con sacrificio ed abnegazione, e come Jack Straw, Charles Clarke e John Reid hanno sostenuto in Afghanistan, in Iraq e nel nostro Paese che non ci mancherà la forza e la risolutezza per scovare i terroristi ovunque si nascondano – anche coloro che li finanziano – per proteggere e difendere la sicurezza del popolo di questa nazione.

Avremo anche la forza e la risolutezza per prendere le decisioni economiche più giuste per il futuro.

Non dimentichiamo che la Gran Bretagna dal 1997 ad oggi ha continuato a crescere, nonostante la crisi asiatica, il collasso dell’IT, il crollo delle borse, la recessione americana, le bolle speculative del mercato immobiliare, l’aumento del prezzo del petrolio.

In altri tempi le bolle speculative del mercato immobiliare avrebbero mandato in crisi l’economia britannica.
In altri tempi il raddoppio del prezzo del petrolio avrebbe piegato le ginocchia all’economia britannica.
Tutto ciò non è successo perché attraverso l’indipendenza della Banca d’Inghilterra, la riduzione del debito, la disciplina fiscale e la politica economica, questo governo laburista ha mostrato la capacità di prendere le decisioni coraggiose per il lungo termine. L’inflazione è sotto controllo, i tassi di interesse sono bassi, la crescita è stata sostenuta ogni anno, e siamo più vicini che mai all’obiettivo che il Labour Party persegue: la piena occupazione per la nostra generazione, la crescita economica per il nostro Paese.

Ricordate che per 18 anni i Tories hanno detto che il solo modo per invertire il declino economico britannico era condannare 3 milioni di nostri connazionali alla disoccupazione; hanno detto che per avere una economia forte bisognava rinunciare alla giustizia sociale.
Abbiamo dimostrato che sull’economia non solo erano ingiusti ma sbagliavano.
Dobbiamo essere orgogliosi che il nostro Partito ha dimostrato che la Gran Bretagna può crescere rapidamente, creare mezzo milione di imprese, creare due milioni di posti di lavoro e contemporaneamente raddoppiare la spesa pubblica per la sanità, l’istruzione, i trasporti e la sicurezza; dobbiamo inoltre essere orgogliosi di aver fatto uscire dalla povertà un milione di bambini e un milione di pensionati ed abbiamo mostrato al mondo che la prosperità economica e la giustizia sociale possono marciare insieme.

Stiamo attenti però a non mettere in pericolo l’obiettivo della piena occupazione commettendo gli errori del passato con aumenti salariali inflazionistici e con i conflitti sociali, mettendo gli interessi particolari davanti agli interessi nazionali. Dobbiamo inoltre continuare a perseguire quello che abbiamo promesso nel nostro “manifesto”: la stabilità della gestione economica, la stabilità della politica industriale, la stabilità delle relazioni industriali e la stabilità della finanza pubblica e della politica monetaria, e inoltre migliori servizi attraverso scelte coraggiose e maggiori responsabilizzazioni.
Nella fase odierna caratterizzata dall’aumento dei prezzi del petrolio, vi voglio assicurare che non ci faremo trovare impreparati, continueremo a prendere decisioni di lungo termine per mantenere la prosperità e la stabilità della Gran Bretagna.
E per mantenere il percorso della stabilità faccio un appello ai produttori mondiali di petrolio e alle compagnie petrolifere di appoggiare il programma che l’intera comunità internazionale ha approvato questo weekend, per un aumento della produzione, maggiore trasparenza decisionale, il mantenimento della stabilità dei prezzi per non colpire i Paesi più esposti, e – che sia chiaro – di fare ciò che avremmo dovuto fare anni or sono e cioè promuovere un programma ambientale per una maggiore efficienza energetica e l’utilizzo di fonti alternative.
Con la stessa forza e la stessa determinazione dobbiamo gestire una globalizzazione e una ristrutturazione dell’economia senza precedenti nella nostra storia economica e dobbiamo diventare il partito della prosperità economica per la Gran Bretagna per questo e per il prossimo decennio.

Guardiamo con attenzione allo sviluppo della Cina: un Paese che ora produce la metà dei prodotti elettronici e presto la metà dei prodotti di abbigliamento del mondo.
Ovunque cresce la velocità dell’innovazione e ogni giorno aumenta minacciosamente la competitività.
A fronte di queste sfide globali cerchiamo di non commettere gli errori degli anni trenta e – come John Prescott ha affermato ieri – non ci ritireremo nel protezionismo e non ci rifugeremo nell’anti-europeismo perché, al contrario dei Tories, crediamo che un nostro coinvolgimento nello sviluppo di una moderna Europa, è essenziale per il futuro della Gran Bretagna.
Non rifaremo nemmeno gli errori degli anni venti seguendo il dogma dei Tories impostato sull’attendismo e sul liberismo. Le nostre scelte non sono il protezionismo, l’isolazionismo, il laissez faire; al contrario vogliamo mobilitare le capacità, l’ingegno e il talento del popolo britannico.
Perché noi del Labour Party capiamo che nel mondo contemporaneo un Paese non può essere primo nella prosperità se è secondo nell’istruzione.
Quindi il nostro obiettivo economico per il presente e per il futuro deve essere quello di diventare la nazione con la migliore politica per l’istruzione. Ciò significa raggiungere le vette mondiali dell’insegnamento, della scienza, della creatività e dell’industriosità della nostra gente.

Come possiamo riuscirci? In un momento in cui la Cina e l’India producono 4 milioni di laureati ogni anno, la Gran Bretagna – una nazione piccola – non può permettersi di sottovalutare la potenzialità di ogni singolo bambino, o di non sfruttare il talento di ogni singolo giovane. Indubbiamente siccome nel mondo d’oggi il solo modo di sfruttare le nostre potenzialità è quello di saperle valorizzare, impegnamoci affinchè una Gran Bretagna guidata dal Labour realizzi, per la prima volta, un sistema scolastico aperto a tutte le persone di età dai 3 ai 18 anni (e non come fecero i Tories dai 5 ai 16 anni).
E dobbiamo essere anche orgogliosi che per la prima volta il nostro Paese ha introdotto il diritto (tramite appositi finanziamenti) all’istruzione continua per ogni adulto, con la partecipazione dei sindacati.

E siccome nessun bambino, anche il più problematico, può essere abbandonato, noi dobbiamo, come ha detto Ruth Kelly, intervenire per tempo. Ma invece di avere decine di agenzie che spendono 100.000 sterline ogni anno per bambino, spesso neanche risolvendo il problema, ce ne sarà una sola che gestirà i programmi di intervento con la libertà e la capacità di fare ciò che è giusto.
Cerchiamo di predisporre un programma politico mirato a creare università di livello mondiale, a investire nella scienza, ad incoraggiare l’imprenditoria ed ad offrire, come Alan Johnson e Alistair Darling hanno annunciato, un concreto sostegno economico per l’innovazione, l’ingegneria, lo sviluppo regionale, le infrastrutture e i trasporti – in modo da rafforzare e modernizzare il settore industriale in tutto il Paese.

E’ inaccettabile che nel mercato unico europeo la Gran Bretagna non riesce a competere con i Paesi che non rispettano le regole. Useremo quindi la nostra Presidenza europea per incoraggiare le riforme economiche, aprire alla concorrenza e fare in modo che le innovazioni britanniche si trasformino in posti di lavoro nelle imprese britanniche per i lavoratori britannici.

Con il Labour, la Gran Bretagna non dovrà competere abbassando i salari ma aumenterà le qualifiche – faremo ciò che i Tories non hanno mai fatto in tutti i loro duecento anni di storia: dalla prossima settimana aumenteremo di nuovo il salario minimo nazionale e così raggiungeremo un aumento del 40% da quando è stato istituito; e io voglio ringraziare tutti coloro i quali si sono adoperati con successo per estendere il salario minimo garantito per la prima volta anche ai sedicenni e ai diciassettenni.
E siccome è sbagliato penalizzare i lavoratori del settore pubblico nel momento in cui c’è bisogno di affrontare cambiamenti necessari, diciamo loro che rispetteremo le nostre promesse di porre fine ovunque alle disparità contrattuali, onorando così gli impegni presi a Warwick.

E siccome a nessun datore di lavoro deve essere permesso di introdurre tagli indiscriminati che mettono a rischio l’incolumità e la vita dei lavoratori, faremo ciò che i Tories non farebbero mai: introdurremo leggi severe contro i crimini di ogni genere commessi sul posto di lavoro e dai datori di lavoro.
Voglio inoltre ribadire il nostro impegno per una giusta pensione per tutti.
E’ stato scandaloso che uomini e donne che hanno perso il loro lavoro quando sono fallite le imprese presso le quali lavoravano, hanno perso anche la loro pensione; dobbiamo comunque essere orgogliosi che nell’ultimo anno il Labour ha creato il primo fondo per la tutela delle pensioni, con uno stanziamento straordinario di 400 milioni di sterline a favore di coloro i quali hanno perso il posto di lavoro negli ultimi anni, con l’obiettivo di aumentare tale stanziamento. Il Labour ha inoltre, come ha detto David Blunkett, istituito una commissione per le pensioni che sta esaminando la possibilità di riformare la normativa sui versamenti volontari.

Siamo il Partito che per primo ha introdotto l’indennità per l’inverno, la gratuità delle licenze televisive, il primo sistema nazionale per il trasporto locale gratuito e un Credito Pensioni per aiutare due milioni di pensionati: tutte misure che vogliono affermare il principio che tutti i pensionati, e non solo alcuni, siano trattati con equità e dignità al momento del pensionamento.
Nessuna di queste sfide avrebbe potuto essere realizzata dalla filosofia dogmatica dei Tories del libero mercato, o dalla incoerenza dei Liberali.
Proprio la scorsa settimana i Liberali ci hanno detto quanto rigorosa e decisa sarebbe la loro politica. Ma quando vedi come amministrano i governi locali ti accorgi che non hanno mai affrontato con risolutezza alcuna decisione difficile.
Hanno rinunciato a toccare le tasse, ma hanno aumentato le spese. Dobbiamo quindi denunciare a livello locale e nazionale l’incoerenza e l’incapacità dei Liberali di affrontare le grandi sfide economiche.

E cosa dobbiamo dire dei conservatori?
Essi sanno che per far dimenticare all’opinione pubblica le miserie degli anni precedenti il 1977, hanno bisogno di nuovi volti, idee moderne, un nuovo approccio, una rottura con il passato.
E quali volti sono emersi? Kenneth Clarke,l’ex cancelliere Tory - Malcolm Rifkin, l’ex Segretario per gli Esteri Tory – David Davies, l’ex Ministro per l’Europa – Liam Fox, l’ex Ministro degli esteri e infine David Cameron – l’unica faccia nuova – ma un vecchio “Etonian”.
La loro risposta ai loro problemi: non una classe politica moderna, ma vecchi uomini politici riciclati.
Dal 1997 i Tories hanno avuto: quattro leaders, quattro sistemi diversi per eleggerli. Sette cancellieri “ombra”, me li ricordo bene – quasi tutti… - e non vedo l’ora di conoscere l’’ottavo. Con il leader attuale hanno avuto la virtù di saltare una generazione: sulla base dei risultati farebbero bene a saltarne un’altra. Quattro leaders, sei segretari-capo, sette ministri “ombra” per l’industria ed il commercio. Tutti alle prese con un problema fondamentale: sono prigionieri di una dogma obsoleto del libero mercato incapace di affrontare le grandi sfide del futuro per la Gran Bretagna.
Quale è la loro grande idea? Una unica aliquota fiscale. Una trovata – essi affermano – che sta affermandosi dappertutto, a partire dall’Estonia e dai suoi politici conservatori… Promettono inoltre di applicare a livello nazionale il sistema fiscale che introdussero a livello locale: con la “poll tax” (tassa elettorale?).

Con l’aliquota unica i milionari pagheranno esattamente la stessa percentuale fiscale della giovane infermiera, della domestica o del lavoratore con il salario minimo. Il costo di questa operazione? 50 miliardi di sterline di tagli ai servizi pubblici. E’ chiaro che i conservatori credono di aver perso le ultime tre elezioni non perché di destra ma perché non sufficientemente di destra. Allora dobbiamo dire agli elettori alle elezioni amministrative e a tutte le elezioni che il partito che vi ha regalato la “poll tax” e ora minaccia di affibbiarvi l’aliquota fiscale unica, non ha né imparato né dimenticato alcunché, perché totalmente incapace di dotare la Gran Bretagna degli strumenti per un buon Governo.
Quindi quando i Tories vi diranno che alle prossime elezioni si scontreranno il vecchio Labour contro i nuovi Tories, dite loro la verità. Le prossime elezioni vedranno il nuovo Labour battersi contro un partito conservatore ancora incapace di rinnovarsi.
Quando vi diranno che alle prossime elezioni noi abbandoneremo il piano di riforme, dite loro che il partito laburista è stato costituito affinchè i nostri valori si affermino, che i grandi governi laburisti dell’ultimo secolo sono stati grandi perché con le loro riforme hanno trasformato la Gran Bretagna, e che solo il partito laburista potrà riformare questo Paese anche per il futuro.
La storia del nostro movimento ci dice come riuscire a realizzare la trasformazione del nostro Paese: mettendo i valori della nostra cultura – equità per tutti, responsabilità da tutti – al centro del nostro fare, e così facendo costruire un consenso nazionale intorno a noi.

Il Labour deve essere la voce della maggioranza. Un popolo le cui aspirazioni, ambizioni e opportunità siano alla portata di tutti.
La missione: costruire un consenso per una società progressista, dominando così il percorso che intraprenderemo.
Dobbiamo essere orgogliosi di ciò che abbiamo costruito ma ancor di più dobbiamo guardare ai futuri successi.
Dopo otto anni – mentre ci stiamo adoperando più di ogni altro governo per creare maggiori opportunità e per investire nella collettività – dobbiamo essere consapevoli che siamo ancora un Paese con poche opportunità, con poche responsabilità, con poco senso della collettività.

Genitori che combattono le fatiche quotidiane ad un ritmo sempre più elevato per conciliare il lavoro con la famiglia, giovani con grandi ambizioni che vogliono partecipare allo sviluppo economico del Paese e vogliono maggiori possibilità e opportunità nei campi dell’ istruzione, dello sport e delle arti; donne che desiderano, come ci hanno detto Tessa Jowell e Patricia Hewitt, che questa generazione raggiunga finalmente la promessa dell’uguaglianza e della parità; cittadini di tutte le razze e le religioni che ambiscono a un senso più democratico della comunità, liberi dalle paura del crimine e con il potere di migliorare la qualità della vita, capaci di farsi ascoltare e avere fiducia e speranza nel futuro e in una società che costruisca le basi per una vita comunitaria più felice.
Sono tutte persone queste alle quali il Partito laburista deve dare delle risposte moderne, soddisfacendo le aspirazioni individuali – l’individualismo del 21mo secolo – e allo stesso tempo – ed è questo il diritto di cittadinanza del nuovo secolo – deve mostrare come una comunità solidale può agire in modo che gli individui realizzino il loro potenziale e diano un contributo alla vita della comunità.

Noi risponderemo nel piano di programmazione economica al sogno delle giovani coppie che vogliono acquistare una casa con un progetto per la costruzione di un milione di case economiche; andremo incontro alle aspirazioni dei lavoratori i quali desiderano partecipare alla gestione delle imprese dove lavorano tramite incentivi per l’acquisto di azioni; e con il fondo per l’infanzia faremo in modo che 5 milioni di bambini che non posseggono oggi disponibilità finanziarie, potranno, entro il 2010, avere un loro patrimonio, nell’obiettivo che i cittadini britannici possano essere proprietari della loro abitazione e partecipare alla gestione delle imprese dove lavorano. Insomma una democrazia benestante non per pochi ma per tutti., così come è scritto nello statuto del nostro Partito; potere e opportunità nelle mani dei molti e non dei pochi.

Permettetemi di dire a questa assise: io credo che bisogna essere riconoscenti a Tony Blair non solo per aver vinto tre elezioni consecutive ma anche per aver guidato il partito laburista per più di un decennio. Dobbiamo inoltre essergli grati per averci guidato in tempi difficili e burrascosi e per spronarci continuamente a costruire il partito del futuro.
E siccome rinnovare il partito laburista richiederà un profondo impegno da parte di tutti noi, ho deciso di visitare l’anno prossimo ogni angolo della nostra nazione per ascoltare e imparare, per discutere di economia, e dei cambiamenti sociali e costituzionali di cui abbiamo bisogno per costruire il futuro.
Sebbene a partire dal 1997 abbiamo fatto importanti progressi verso la piena occupazione, la riforma del mercato e dello Stato, abbiamo ottenuto la collaborazione del settore privato in importanti iniziative per l’interesse pubblico, abbiamo portato avanti politiche di giustizia sociale, NON abbiamo però parlato abbastanza dei fondamenti etici e di cosa, alla radice, dia significato alle nostre politiche e dia fiducia ai nostri interventi pubblici. Vogliamo creare una società che abbia nelle sue basi morali la forza di essere responsabile e portatrice di opportunità per tutti.

Sono questi i motivi per i quali facciamo politica. Non dimenticherò mai i motivi per cui sono sceso in politica. Ho imparato dai miei genitori che non è sufficiente fare del mio meglio e lavorare sodo, ma è indispensabile trattare tutti in maniera equa, rispettare gli altri, dire la verità, assumersi le proprie responsabilità. Ho imparato da mia madre e mio padre che realizzare le aspirazioni, soddisfare le proprie esigenze, cogliere le opportunità, richiede sacrificio e senso del dovere. Quando essi con semplicità mi dicevano che ogni diritto richiede una presa di responsabilità, mi indicavano la strada da seguire: equità per tutti, impegno morale e responsabilità da tutti.

Cosa significa tutto ciò per la nostra generazione? Uno stato sociale che si impegni per la piena occupazione; un sistema scolastico accessibile a tutti per tutta la vita; un sistema sanitario che offra un’assistenza eccellente e gratuita, impenetrabile agli abusi; relazioni sociali che rispettino la diversità e il diritto degli individui all’integrazione e alla piena cittadinanza; moderne politiche familiari per aiutare i genitori più responsabili; un mondo imprenditoriale che contribuisca allo sviluppo e al progresso sociale; politiche per i giovani che reprimano la criminalità attraverso una giustizia più veloce e servizi più efficienti.

Vogliamo una Gran Bretagna che riscopra il senso della comunità ed eviti le divisioni ideologiche, che non sia indebolita dall’individualismo e dall’egoismo di coloro i quali pensano solo ai loro affari.

Mai più una Gran Bretagna divisa tra “noi e loro”, mai più il leader al “Whitehall” che pretende di sapere tutto, ma piuttosto una Gran Bretagna del popolo britannico, insieme: una grande società dove una nuova generazione di cittadini miri più in alto, abbia gli strumenti per realizzare i propri sogni, dove si celebri lo spirito dell’intraprendenza britannica, una società che ci riconosca come cittadini e come consumatori allo stesso tempo, dove i luoghi pubblici siano qualcosa di più di un mercato, dove l’unità nazionale non si basi solo sul commercio e sul mercato ma invece sull’impegno etico e sulla solidarietà. Una società dove tutti noi in qualità di genitori, di vicini di casa, di cittadini, di giovani, possiamo tradurre in realtà le nostre potenzialità.

La nostra missione morale e la nostra visione comunitaria è quella di essere i primi nell’ istruzione in modo che ogni bimbo possa avere la possibilità di realizzarsi.

Non dimentichiamo che al tempo dei governi conservatori un bambino su tre nasceva in povertà: una vergogna ed un affronto per il nostro Paese furono gli alti tassi di povertà e di mortalità infantile.
Non dimentichiamo che gli adolescenti delle famiglie povere non avevano alcuna possibilità di ottenere una buona istruzione.

Amici, tutta la storia dell’umanità fino ad oggi può essere vista come il trionfo dello spirito ma anche come il tragico spreco delle vaste riserve della potenzialità umana. Talenti mai sfruttati, grande musica mai composta, grande arte mai creata, grande scienza mai inventata, grandi libri mai scritti. Riflettiamo su tutto questo.

E se in questa generazione ancora trascuriamo le potenzialità dei nostri figli, se non impariamo dagli errori del passato, saremo responsabili della dissipazione del talento di tanti giovani, della soppressione dei sogni, delle speranze, delle ambizioni, di tante persone.

Questo significherebbe per la Gran Bretagna l’indebolimento della società, lo svuotamento della nostra cultura, la diminuzione della nostra prosperità, la negazione del progresso, la perdita della nostra anima.
Quindi cerchiamo di essere la prima generazione che si impegna per lo sviluppo totale della potenzialità di tutta la nostra gente.
Quindi ogni volta che una agevolazione fiscale aiuta un bimbo ad uscire dalla povertà, che un bimbo - che con i Tories non avrebbe potuto studiare - inizia presto il suo percorso di apprendimento, che un giovane - che con i Tories avrebbe lasciato la scuola senza alcuna qualifica – viene aiutato a continuare grazie ad un aiuto finanziario, celebriamo la vittoria dei valori del partito laburista.

Entro cinque anni dobbiamo raggiungere obiettivi anche più ambiziosi: aiutare 3 milioni di bambini ad iniziare gli studi, concedere sussidi economici a tutti i giovani studenti i quali ne hanno bisogno, aumentare i diritti e le responsabilità delle famiglie, dimezzare la povertà infantile per poi abolirla definitivamente.

E quando i conservatori affermano che i nostri obiettivi sono solo delle promesse irrealizzabili, ricordiamo loro la grande storia della Gran Bretagna: i reazionari ci dissero che abolire la schiavitù sarebbe stato impossibile; i conservatori ci dissero che abolire il lavoro giovanile avrebbe provocato un disastro sociale ed economico; i cinici ci dissero che l’istruzione oltre la scuola elementare sarebbe stato uno spreco e comunque incompatibile con l’economia; la destra ci disse che la sanità era un problema di mercato o di semplice carità.
Quindi quando oggi i conservatori ci dicono che debellare la povertà infantile è una speranza ingenua, un ideale irrealizzabile, noi rispondiamo che una generazione di gente visionaria, impegnata, ambiziosa 200 anni fa abolì la schiavitù, 150 anni fa lo sfruttamento del lavoro giovanile, 100 anni fa introdusse l’insegnamento universale per ogni bambino, e dopo aver realizzato tutti questi obiettivi ritornò a guidare il mondo, ed infine 50 anni fa una nuova generazione di uomini e donne britanniche creò il servizio sanitario nazionale gratuito per tutti.

Non furono certo i reazionari e i pessimisti a fare la Gran Bretagna, bensì i visionari, gli ottimisti e gli idealisti. Guidati dal Partito laburista, dai governi laburisti, da una generazione di donne e uomini volenterosi.
Oggi penso a quelli che ci hanno lasciato per sempre: Robin Cook, Mo Mowlam e Jim Callagham. Avrebbero voluto essere ricordati non per i loro titoli, il loro status, il potere o la ricchezza, ma per la grande differenza che hanno fatto.
E noi per cosa vogliamo essere ricordati? Come persone le quali sono riuscite a rendere meno sole altre persone, che hanno sollevato il morale degli altri, che hanno aiutato le persone bisognose, che lavorando per la comunità hanno aiutato milioni di persone. Che con il nostro lavoro abbiamo dimostrato di capire i problemi e le speranze degli altri, costruendo una società dove i più forti aiutano i più deboli e così facendo creano una Gran Bretagna più grande.