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Discussione: Il Voodoo

  1. #1
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    Predefinito Il Voodoo

    IL VOODOO


    Il termine Vodu (Vodou, Voodoo, Vodoun, Vaudou, Vaudon) ha origine dalla lingua dei Fon e degli Ewe del Benin, l'antico regno del Dahomey, e significa divinità, spirito, feticcio.

    Il Voodoo è una religione che affonda le radici nelle credenze del popolo Yoruba e che oggi è presente in diverse zone del mondo: Africa Occidentale, Nordamerica, Caraibi, Brasile e recentemente, in seguito al grande processo migratorio, anche in Europa.

    Magia nera, ouanga, zombi, cannibalismo: sono probabilmente le prime cose che vengono in mente pensando al Voodoo. Screditato come un insieme di superstizioni e pratiche stregonesche (che comunque effettivamente esistono, soprattutto a causa dell'apporto bantu), il Voodoo ha assunto col tempo forti connotazioni negative che ancora permangono, complici anche il cinema hollywoodiano e certa letteratura popolare che hanno notevolmente contribuito a trasmetterne una visione torbida e distorta. Si tratta invece di una religione a tutti gli effetti, dai caratteri sincretici e fortemente esoterici, dotata di un articolato corpus di dottrine morali e sociali, oltre che di una complessa teologia.

    Ad Haiti, le tradizioni popolari Yoruba si mescolarono alle credenze cattoliche dei coloni bianchi, dando vita a una religione fortemente sincretica, che fonde elementi ancestrali estrapolati dall'animismo africano con concetti derivati dal Cattolicesimo.

    La storia del Voodoo haitiano ha infatti inizio verso la metà del XVII secolo, con l'arrivo nella zona dei Caraibi di numerosi gruppi di schiavi africani destinati al lavoro nelle piantagioni di canna da zucchero. Nonostante venissero battezzati come cattolici con la proibizione assoluta di praticare la loro religione (Code noir del 1685), gli schiavi continuarono a celebrare i loro riti, che fecero scivolare sotto una coltre di elementi cristiani, affiancando all'iconografia tradizionale immagini di Santi e Madonne. Questi riti non solo rappresentavano uno spiraglio di luce nella miseria della schiavitù , ma costituivano soprattutto un momento di resistenza e ribellione nei confronti dei padroni bianchi. Fu infatti questa la spinta che portò gli schiavi a rischiare feroci punizioni fuggendo di notte per prendere parte alle loro cerimonie. Le riunioni notturne, che avvolsero il Voodoo di quell'aura sinistra che ancora oggi perdura, erano necessarie, poiché il culto non solo doveva aver luogo al di fuori dell'orario di lavoro, ma – in quanto proibito - doveva essere celebrato di nascosto.




    Il Voodoo si basa sulla fede nell'esistenza di divinità (loa) e di spiriti ancestrali che fanno da tramite fra l'Essere Supremo originario (Gran Maître) e gli uomini. E compito dei loa occuparsi del genere umano in modo concreto, non solo proteggendolo negli eventi quotidiani, ma intervenendo direttamente nella loro vita in caso di bisogno: allora il loa sale dalle acque abissali che confinano con l'Africa (Guinée), dalla Ville au Camps o dalle Islets, località che si ritiene siano la loro dimora, per manifestarsi all'individuo che necessita di protezione, entrando nella sua testa e possedendolo.

    I praticanti del Voodoo si riuniscono in comunità, sociétés, che si ritrovano in un Hounfort (santuario), dove vengono celebrati i rituali da un sacerdote o una sacerdotessa, chiamati rispettivamente Houngan e Mambo. Le Sociétés Voodoo sono molto compatte e garantiscono una struttura organizzativa centrale alle piccole comunità ad Haiti.

    Roger Bastide ha definito il Voodoo una "religione viva", perché non esiste uniformità: ogni Hounfort ha il proprio pantheon con i suoi Loa e il culto viene continuamente rinnovato. Gli stessi rituali, sebbene simili, presentano notevoli differenze tra città e campagna, tra santuario a santuario.

  2. #2
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    Predefinito

    L'ANIMA VOODOO


    Secondo le credenze Voodoo, un essere umano è composto da cinque componenti basilari:

    * corps cadavre , la carne mortale;
    * n'âme, lo spirito della carne;
    * z'étoile, la stella del destino;
    * gros-bon-ange e ti-bon-ange, le due parti dell'anima.

    Il corps cadavre è l'involucro di carne, ossa e sangue in cui vive l'individuo. Funziona per la presenza della nanm, una sorta di motore che, alla morte dell'individuo, scivola a poco a poco dal corpo alla terra, con un processo lungo diciotto mesi che si manifesta concretamente con la progressiva decomposizione del cadavere. Il n'âme è invece lo spirito che consente al corpo di funzionare quando è in vita e passa sotto forma di energia al suolo dopo la morte. Il z'étoile è la stella che decide il destino di una persona e risiede fuori dal corpo, in cielo.

    Infine, dentro l'individuo, e più precisamente nella testa, hanno sede le due anime: il gros-bon-ange e il ti-bon-ange. Il primo è una particella di forza vitale che entra nel corpo di ogni persona al momento del concepimento. Alla morte lo abbandona per far ritorno nella massa di energia da cui si era staccato. Senza il gros-bon-ange, una persona perde la forza vitale. E' tuttavia possibile, secondo le credenze Voodoo, separare il gros-bon-ange di una persona dalla stessa e conservarlo in una bottiglia o in una brocca, da dove l'energia può essere incanalata per altri scopi.

    Il ti-bon-ange è la sorgente della personalità, del carattere e della volontà. Controlla il corpo nei sentimenti, nelle espressioni e anche nei movimenti, per cui qualsiasi momento di sonnolenza dell'individuo suggerisce che l'anima ha bisogno di riposo oppure indica, nel caso di malattie, che la persona è vittima di un maleficio. Può lasciare il corpo durante i sogni oppure quando è posseduto da un Loa ed è la parte dell'essere umano più vulnerabile alla stregoneria.

    Anche dopo la morte, il ti-bon-ange può essere utilizzato per compiere atti malvagi. Un modo per evocare unti-bon-ange (in questo caso un duppy) è gettare del rum e tre pennies su una tomba e battere su di essa con un bastone di zucca. Dopo di che, si può ordinare al duppy di perseguitare qualcuno. Il ti-bon-ange può anche essere usato per possedere un nemico in un rituale malvagio, chiamato "l'invio della morte".

    Mentre il ti-bon-ange sta nelle vicinanze del corpo dopo la morte, un bokor (stregone) può catturarlo e trasformarlo in uno zombi astral. In contrapposizione allo zombi, che è un'anima morta senza un corpo, va in giro ed esegue azioni sotto il controllo del bokor ed è destinato a non raggiungere mai il riposo finale.

    Esistono due modi per evitare che un defunto cada sotto il controllo di unbokor: uccidere ancora una volta il corpo perforandogli il cuore oppure decapitarlo. Anche l'uso di hoholi, particolari semi di sesamo che vanno posti all'interno della bara, prevengono la manipolazione da parte di un bokor. Ciocche di capelli o unghie tagliate sono segni inconfondibili del trattamento di un corpo morto da parte di un bokor.

    Fonti consultate: Luisa Faldini Pizzorno, Il Vodu (Xenia edizioni) e il sito http://www.nkweb.net/



  3. #3
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    Predefinito Riferimento: Il Voodoo

    I giorni del Voodoo
    Bagni nel fiume, trance e invocazioni di santi e spiriti. Così ad Haiti si cerca protezione dalle forze del male: un rituale religioso dalle tinte horror che culmina nelle cerimonie d'estate.

    di Massimo Morello

    Max Beauvoir, houngan, sacerdote voodoo, ha chiuso il suo houmfort, il tempio, in un cortile contornato da colonne e alberi di mango, alla periferia di Port-au-Prince, capitale di Haiti. Non ci sono turisti per lo spettacolo delle danzatrici creole possedute dal Dio Serpente. Sono migliaia, invece, gli haitiani che vanno in pellegrinaggio a Ville Bonheur, villaggio sperduto tra le montagne 200 chilometri a nord di Port-au-Prince. Qui, a luglio, si celebrano i riti in onore di Damballah Ouèdo, dio delle sorgenti e dei fiumi che dimora in un enorme ficus sulle cui radici si sciolgono candele. I fedeli arrivano a piedi e in pullman portando sul capo cesti d'offerte e procedono nel fango e tra la foresta lungo il sentiero che conduce al Saut d'Eau, una splendida cascata popolata da anime, ninfe e loa, gli spiriti voodoo. Sotto foglie di banani si spogliano e s'immergono nella doccia purificatrice delle acque sacre, per poi ballare tutta la notte al ritmo dei tamburi invocando gli spiriti. In migliaia proseguiranno il cammino per la basilica della Vergine del Carmelo, a pochi chilometri dalla cascata, dove la Madonna apparve in cima a una palma. I fedeli pregano insieme spiriti e santi, che qui, dopo secoli di stragi, non lottano più per accaparrarsi le anime, ma sembrano aver stipulato un matrimonio di convenienza. "La disperazione è assoluta" spiega il sociologo Laennec Hurbon. "La gente crede che solo un miracolo possa salvarla". "Se uno non muore, può solo credere nei miracoli" conferma un vecchio dal sorriso sdentato che incontro nella missione salesiana di Cité Soleil, agghiacciante bidonville di Port-au-Prince. Ammesso di non morire di fame, di Aids, o di una delle malattie endemiche che stanno decimando la popolazione di Haiti, ci vuole davvero un miracolo per sopravvivere nel Paese più povero dell'emisfero occidentale, dove due terzi dei sette milioni d'abitanti hanno un reddito inferiore ai 25 dollari al mese (contro i 67 della confinante Repubblica Dominicana). Un Paese dominato da bande armate battezzate "Chimere" come il mostro mitologico, che hanno annunciato la volontà di tagliare le teste e bruciare le case dei bianchi. Un Paese dove migliaia di bambini sono venduti come "restavek" (parola creola che deriva dal francese rester avec, restare con), piccoli schiavi che restano con chi li ha comprati, specie nella vicina Repubblica Dominicana. Le maledizioni di Haiti sono queste. E superano in orrore ogni possibile fantasia evocata dal voodoo, col suo immaginario di stregoni, zombi, possessioni e feticci trafitti da spilloni.


    Port-au-Prince, Haiti. Bagno sacro durante cerimonia voodoo
    Immagine dal sito http://images.theglobeandmail.com/

    Il voodoo, invece, "è una religione strutturata, coi suoi riti e i suoi ministri deI culto". Così precisa padre Bruno Gilli, missionario comboniano, etnologo, uno dei massimi esperti in materia, che ha studiato a fondo durante i suoi 19 anni di apostolato in Togo. In effetti il voodoo è una religione nata nell'Africa nordoccidentale, attorno al Golfo di Guinea (in particolare in Togo e nel Benin). È da una lingua locale, quella dei fon che viene la parola voodoo: significa genio, spirito protettore e ben definisce il senso di questo culto. Il voodoo si basa sul concetto di uno spirito presente in tutti gli esseri viventi. A differenza del cattolicesimo, l'Essere Supremo, Mawu, non è in contatto col mondo materiale, e si serve dei voodoo come intermediari: "Senza di loro ci sarebbe il caos: il voodoo è principio di equilibrio e protezione dalle forze malefiche" spiega padre Gilli. Su questo animismo gli africani condotti schiavi nelle Americhe innestarono elementi del cattolicesimo, nei simboli, nei riti e nel culto dei santi. Ciò avvenne per timore del nuovo Dio dei missionari e dell'evangelizzazione a colpi di frusta e per mantenere, mascherati, i riti tradizionali. Nacque così quel sincretismo, diffuso in Brasile, Centroamerica e Haiti, noto come voodoo e che in ogni Paese presenta caratteristiche diverse. Ad Haiti, in particolare, gli spiriti si chiamano loa e voodoo sono le cerimonie con cui l'uomo entra in contatto con loro. Il che avviene per intermediazione degli houngan e delle mambo (sacerdoti e sacerdotesse) e si verifica con la possessione: i loa controllano gli affari umani entrando nel corpo dei fedeli durante la danza rituale. Questa forma di trance, contrariamente a ciò che si pensa, non ha nulla di diabolico: si chiama koku e serve a dare protezione. Conferma padre Gilli: "La danza e la possessione dei loa di Haiti, come il candomblé o la macumba brasiliana, servono a realizzare un'esperienza spirituale e a riaffermare le proprie radici". In un Paese dove la maggior parte delle persone è analfabeta, il voodoo è un detonatore culturale. Influenza ogni espressione artistica: la musica e la pittura, priva di regole di prospettiva ma carica di simbolismi e di colori. Anche l'immagine da film horror, tuttavia, ha una giustificazione. Nel culto è fondamentale l'equilibrio tra bene e male. Può essere alterato quando gli houngan si dedicano alla magia nera e divengono bokor, stregoni. I bokor compiono riti demoniaci, come quelli di maledire o infliggere sofferenza e morte infilzando spilloni nel corpo di un pupazzo che rappresenta la persona odiata. Creano gli zombi, che possono essere zombi astral, anime senza corpo, o zombi cadavere, corpi senz'anima, asserviti alla volontà del bokor. "La magia nera è condannata" assicura padre Gilli. Anche se è il principale mezzo di lotta politica. Lo è stata per François "Papa Doc" Duvalier, che nel 1963 si fece nominare presidente a vita, si disse incarnazione del Baron Samedi, spirito tutelare degli inferi e dei morti, instaurò una tirannide di terrore magico e incorporò tra i Tontons Macoute, la sua polizia segreta, molti stregoni voodoo. E lo è ancora, sottilmente, sotto il regime di Jean-Bertrand Aristide, ex prete dei quartieri poveri, oggi titolare di conti per oltre 800 milioni di dollari. Nel febbraio del 2001 si è autoproclamato presidente e vanta capacità magiche. "Assicura di poter sfuggire agli attentati trasformandosi in coniglio" dice un haitiano. Oggi Aristide sfrutta i poteri magici per un personalissimo miracolo: mantenere il potere sino al 2004, quando si celebreranno i 200 anni d'indipendenza di Haiti. In un libro dello storico Madison Smart Bell la rivoluzione d'allora è definita "quando le anime si sollevano". Il fatto è che, da allora, non hanno più trovato pace.

    http://dweb.repubblica.it/dweb/2003/...5voo36155.html
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 15-01-17 alle 01:05
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  4. #4
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    Predefinito Riferimento: Il Voodoo

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio
    IL VOODOO
    Il termine Vodu (Vodou, Voodoo, Vodoun, Vaudou, Vaudon) ha origine dalla lingua dei Fon e degli Ewe del Benin, l'antico regno del Dahomey, e significa divinità, spirito, feticcio.
    Questo concetto di partenza va approfondito, " spirito ", " feticcio " ecc. sono traduzioni piuttosto superficiali, un po come succede ai termini egizi " nether " o " neteru ".

    A quanto ho potuto capire ( posso anche sbagliare ) la traduzione letterale di " Vodu " sarebbe " Sangue Nascosto ". Il Vodu è il sangue nascosto delle cose, immagine suggestiva, ma difficile da interpretare in maniera razionale. Si può pensare che intendano una essenza interiore, non percepibile, di ogni cosa. Come nello sciamanesimo, ci sono tanti esemplari di una specie animale, ma lo spirito è uno solo, tanti cervi, ma un solo spirito Cervo. In questo esempio lo spirito Cervo sarebbe il " sangue nascosto " di tutti i cervi.

    Spero che il mio tentativo di spiegazione non renda le cose più complicate.

    Non ci vuole tanto comunque a vedere la similitudine con la teoria platonica delle idee. Anche in questa dottrina, che Socrate dichiara di aver ricevuto da ambienti eleusini, ma anche egizi, ogni cosa è il riflesso di un archetipo, come dire che ogni albero è un riflesso dell'alberità, un essere umano è un riflesso dell'umanità ecc. Questi archetipi stanno nell' "Iperuranio" , oltre i cieli, cioè fuori dalla portata dei sensi materiali. E questo è lo stesso motivo per cui il Vodu è definito nascosto.

    Eppure sempre Socrate dice che tra il mondo materiale, percepibile, e l'Iperuranio esiste una zona intermedia ( l'uscita della caverna cinta da un muro ) in cui gli archetipi possono essere percepiti, diventano idee, idoli, dal verbo greco Oida, vedere. Così nel voodoo il sangue nascosto delle cose può essere incontrato sotto la forma del Loa. Qui da notare che anche la parola egizia Nether, che viene tradotta con Divinità, è espressa da un geroglifico a forma di bandiera, insegna, qualcosa che rapprersenta un concetto e lo rende visibile.

    Quindi, detto tutto questo, i termini divinità, spirito, feticcio ecc. andrebbero attribuiti ai Loa, mentre il Vodu è qualcosa di più profondo, è la " realtà oltre il velo " di cui gli archetipi sono solo manifestazioni nel mondo intermedio.

  5. #5
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    Predefinito

    La figura dello zombi rappresenta forse l'elemento della tradizione haitiana più noto e peggio conosciuto. La cultura contemporanea ha inglobato tale realtà accentuandone i caratteri esotici e macabri, senza alcun riguardo per il complesso tessuto metafisico e culturale da cui tale elemento attinge la sua legittimità.





    Monica Valcarenghi

    IL MISTERO DEGLI ZOMBI





    Il Vodu è una delle così dette religioni sincretiche afro-americane, che la letteratura non ha mancato di travisare e di trasmettere al resto del mondo come orrenda superstizione, come ripugnante insieme di rituali di magia nera praticati da una massa di negri esaltati e posseduti dal demonio.

    Tra le immagini più care alla letteratura e a noi più note, si trova senza dubbio quella degli zombi, esseri mostruosi, cadaveri risuscitati, corpi in putrefazione usciti dalle proprie bare e dai cimiteri per terrorizzare la gente. Gli zombi ad Haiti sono in effetti una realtà, non sono una semplice fantasia di qualche contadino sprovveduto o di qualche cronista spaventato. E' quindi necessario incominciare ad affrontare il fenomeno zombi inquadrandolo nella propria cultura e liberandolo da ogni alone di superstizione.

    Per i voduisti l'uomo ha due anime, il ti bon ange, il piccolo angelo buono, e il gros bon ange, il grande angelo buono. Quest'ultimo rappresenta la forza vitale, entra nel corpo di un individuo al momento del concepimento e lo abbandona al sopraggiungere della morte. Il piccolo angelo buono invece è il responsabile della personalità, del carattere e della volontà. Gli zombi, ad Haiti, possono dunque essere di due tipi, uno è lo zombi astral o zombi ti bon ange, cioè uno spirito, una parte appunto dell'anima vodu (il ti bon ange) che è stata venduta o catturata dal bokor, lo stregone. L'altro è lo zombi Jardin o zombi corps cadavre, il famoso morto-vivente, l'immancabile protagonista dei film dell'horror, ciò che rimane di un individuo a cui è stato tolto il ti bon ange. Lo zombi spirito, una volta catturato, è conservato in un vaso e, al momento opportuno, trasformato dallo stregone, in un insetto, animale o uomo per fargli compiere la sua malvagia volontà.

    Ciò che è bene evidenziare è che gli Haitiani non hanno paura degli zombi, in realtà esseri senza volontà, docili e dalla espressione ebete, ma piuttosto di essere trasformati in questi: lo zombi è infatti uno schiavo che esegue gli ordini ingrati del padrone senza avere la capacità di ribellarsi, il suo piccolo angelo buono non gli verrà mai più restituito, il suo cervello rimarrà danneggiato per sempre. Una schiavitù di questo tipo, permanente, senza dubbio fa orrore a un popolo che ha per secoli conosciuto il significato della perdita della libertà. Gli Haitiani perciò non temono tanto gli zombi di per sé, quanto la zombificazione, ovvero l'essere ridotti in uno stato di schiavitù dal quale non si può essere liberati e dal quale non si può fuggire. Il terrore della zombificazione è tale che quando un individuo muore , i familiari, per assicurarsi che sia veramente morto e quindi di poco valore per lo stregone, mettono in atto alcuni espedienti. Al cadavere può essere tagliata la testa o gli arti, una spada può essere infilata nel cuore o una pallottola sparata in una tempia.

    Oppure, poiché un corpo può essere risuscitato solo se risponde alle domande del bokor, le sue labbra possono essere cucite e dei semi di sesamo o un ago senza cruna possono essere messi nella bara per distrarre il morto, per tenerlo occupato e impedirgli quindi di rispondere. Un morto può essere resuscitato o per vendetta, o come sacrificio per ricompensare uno spirito dei beni ricevuti o, infine, perché qualcuno ha bisogno di un corpo da impiegare come bestia da soma.

    In realtà non si resuscita nessun morto e i potenziali zombi non sono veri cadaveri, bensì morti apparenti. Alle vittime è somministrato in vari modi, più spesso topicamente, un "veleno", una polvere "magica" dalla complessa preparazione e dagli svariati e disgustosi ingredienti, che induce uno stato di morte apparente. Responsabile di questo stato, oltre l'importantissimo lavoro dello stregone, senza dubbio efficace da un punto di vista magico-culturale, è una potentissima sostanza, la tetrodotoxina, contenuta in un ingrediente base di questa polvere, il puffer- fish, il pesce palla. Questa sostanza rallenta a tal punto le funzioni vitali, da ingannare e far dichiarare morto un individuo anche da parte di efficenti e preparate équipes mediche.

    Ma la vera domanda, a prescindere dalla efficacia magico- culturale o chimica di questo veleno, è un'altra: in base a quale criterio è scelta la vittima da zombificare? La vittima è scelta a caso, è un innocente?
    La zombificazione, in realtà è un processo sociale, non è una attività criminale e casuale. La vittima non è un indifeso innocente e il bokor agisce con il consenso della intera comunità. La zombificazione è una sanzione sociale, una pratica per rinforzare l'ordine, non per distruggerlo.
    E' a questo punto necessario introdurre il discorso sulle Società Segrete e sulla loro funzione di controllo sociale.

    Gli Haitiani hanno paura di uscire di notte, il loro timore è quello di imbattersi in particolari individui, i membri delle Sette Rosse detti anche Zobop ,Bizango , Senza Pelo, Vlanbindingue. Gli appartenenti a queste società, solitamente persone insospettabili, spesso docili e pacifiche, si crede si riuniscano in segreto per dedicarsi alla stregoneria, per fare il male per il gusto di farlo, per cibarsi di carne umana e per seminare il terrore. Le loro azioni malvage, i loro crimini sono compiuti durante riunioni notturne durante le quali i membri indossano lunghe vesti bianche e rosse e portano sul capo corone di ceri accesi. L'adesione a questi sodalizi è selettiva, per unirsi a loro bisogna conoscere la parola d'ordine e una serie di gestualità esclusive. In genere si incontrano nei cimiteri, quindi si mettono in agguato per le strade aspettando la vittima che viene catturata con corde fatte di budella secche.

    In effetti, ad Haiti, queste Società Segrete, liberate dalle fantasie, non sono nulla di orrendo e di gratuitamente crudele. Hanno scopi religiosi-cerimoniali e un ruolo politico e sociale, la loro funzione è benevola, aiutano i bisognosi e le loro famiglie e, quando puniscono, puniscono chi è colpevole di aver trasgredito il codice comportamentale della Società. Tra i comportamenti punibili ci sono l'eccessivo arricchimento alle spese della famiglia o di dipendenti, il diffamare la Società Bizango, il danneggiare materialmente o moralmente qualcuno, il rubare la donna di un altro.
    Dunque le Società Segrete sono la sicurezza, ma anche la paura: chi trasgredisce le regole è prima giudicato e poi punito tramite, appunto, la zombificazione. Lo zombi, in definitiva, non è una vittima indifesa , ma un individuo colpevole di non aver rispettato le norme che garantiscono ordine e giustizia e che perciò è stato punito.

    E' evidente che queste Società Segrete sono le eredi dirette di quelle dell'Africa Occidentale, terra da cui provenivano la maggioranza degli schiavi Haitiani. Questi sodalizi hanno scopi religiosi-cerimoniali, ma anche economici, politici, sociali e sono noti per certi loro aspetti che abbiamo visto essere presenti anche tra i Bizango: cerimonie di iniziazione; un corpo segreto di conoscenze che separano i membri dai non membri come ad esempio parole d'ordine e gesti simbolici; rituali ciclici che rinforzano la solidarietà collettiva; sanzioni per punire chi trasgredisce il codice della Società; periodiche pubbliche manifestazioni che dimostrano l'autorità e l'indipendenza del gruppo; sospettati riti antropofagi e così via.

    Costituiscono una società entro la società e i loro scopi possono essere pro o anti-sociali. Il loro potere può essere più grande di quello dei capi politici riconosciuti in via ufficiale e può essere sfruttato anche a fini antagonistici per soverchiare quello delle legittime autorità, quando queste ultime non siano a loro volta influenti o comunque alleate o implicate nel sodalizio stesso. Un esempio sono il Poro della Sierra Leone e della Liberia che oltre a fini etico-rituali ed economici, aveva il controllo della guerra e della pace, una funzione giudiziaria e esercitava una notevole influenza sui capi secolari e sulla loro attività legislativa. Anche tra gli Yoruba, ad esempio, le Società Segrete sono frequenti, spesso sono connesse con il culto dei morti e con i riti funerari e hanno importanza politico-sociale, infatti, oltre agli scopi primariamente ritualistici, intervengono anche negli affari sociali della comunità. […]

    Il fenomeno zombi è dunque da liberare da ogni interpretazione eurocentrica e folkloristica e da inquadrare invece nel paradigma culturale-religioso haitiano. Gli zombi sono individui che non hanno rispettato il codice comportamentale delle Società Segrete. Le quali, esplicitamente o implicitamente riconosciute dalla collettività, sono organismi di matrice religiosa ma di decisiva importanza per la vita politica e sociale del paese.


    BIBLIOGRAFIA

    * BIANCHI U., Società Segrete. In GAION R. e ZARDI L. (a cura di), Popoli Diversi. Saie, Torino, 1979, pp.192-201.
    * BOURGUIGNON E., The Persistence of Folk Belief: Some Notes on Cannibalism and Zombis in Haiti. American Folklore Society, vol. 72, Philadelphia, 1959.
    * DAVIS W., Passage of darkness. The University of North Carolina * Press, London, 1988.
    * DAVIS W., The Serpent and the Rainbow. Collins, London, 1986.
    * DEWISME C. H., Les zombis. Grasset, Paris, 1957.
    * EADES J. S., The Yoruba Today. Cambridge University Press, 1980.
    * ELLIS A. B., The Yoruba Speaking Peoples of the Slave Coast of West Africa. Anthropological Publication, The Netherlands, 1966.
    * GROTTANELLI V. L.(a cura di), Ethnologica. Labor, Milano, 1965, passim.
    * HURSTON Z. N., Tell my Horse. J. B. Lippincott Company. Philadelphia, New York, London, Toronto, 1990.
    * HUXLEY F., The Invisibles. Rupert Hart Davis, 1966.
    * METRAUX A., Croyances et Pratiques Magiques dans la Vallèe de Marbial, Haiti. Journal de la Société des Americanistes. Nouvelle Serie, T. XLII, 1953, pp.135-198.
    * METRAUX A., Haiti, la Terre, les Hommes et les Dieux. Beconnière, Neuchatel, 1957.
    * METRAUX A., Il Vodu Haitiano. Einaudi, Torino, 1971.
    * METRAUX A., Le Vaudou Haitien, Sociétés de Sorciers et Zombis. Les Lettres Nouvelles. 6e année, N° 64, Paris, Octobre 1958.
    * PADEN J. N., SOJA E. W., The African Experience. Northwestern University Press, Evanston, 1970.
    * PRADEL J., CASGHA J. Y., Haiti la République des Morts Vivants. Rocher, Monaco.
    * SALVOLDI V., Il Banchetto Sacro. Editrice Missionaria Italiana, 1981.
    * TURNBULL C. M., L'Africano Solitario. Dedalo, Bari, 1969.



    Dal sito www.airesis.net

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    La zombie Felicia Felix Mentor
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 30-09-15 alle 00:06

  6. #6
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    Predefinito Per ritornare all'origine

    Il Voodoo nasce in Africa come una religione che ha le sue radici nella teologia egizia.
    Tutto nasce dalla tradizione Yoruba, solo che poi l'ignoranza occidentale non riesce a discernere le origini e confonde, contamina senza andare alle fonti vere. Il Voodoo è tutt'ora vivo in quella particolare parte dell'Africa centro Occidentale costituita fra ll sud del Niger,il Benin, il Togo. Quando questo fenomeno religioso-antropologico lo si va a indagare nelle Americhe si è già perso l'essenza originale e tanti sciocchi fanno confusione fra il messaggio originale e il riporto di una tradizione fuori dai confini e dal contesto originario culturale.

  7. #7
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    Predefinito Riferimento: Il Voodoo

    Perdonami, ma oggi abbiamo postato in contemporanea e questo tuo intervento mi era proprio sfuggito.


    Citazione Originariamente Scritto da Perseo Visualizza Messaggio
    Questo concetto di partenza va approfondito, " spirito ", " feticcio " ecc. sono traduzioni piuttosto superficiali, un po come succede ai termini egizi " nether " o " neteru ".

    A quanto ho potuto capire ( posso anche sbagliare ) la traduzione letterale di " Vodu " sarebbe " Sangue Nascosto ". Il Vodu è il sangue nascosto delle cose, immagine suggestiva, ma difficile da interpretare in maniera razionale. Si può pensare che intendano una essenza interiore, non percepibile, di ogni cosa. Come nello sciamanesimo, ci sono tanti esemplari di una specie animale, ma lo spirito è uno solo, tanti cervi, ma un solo spirito Cervo. In questo esempio lo spirito Cervo sarebbe il " sangue nascosto " di tutti i cervi.

    Spero che il mio tentativo di spiegazione non renda le cose più complicate.

    Non ci vuole tanto comunque a vedere la similitudine con la teoria platonica delle idee. Anche in questa dottrina, che Socrate dichiara di aver ricevuto da ambienti eleusini, ma anche egizi, ogni cosa è il riflesso di un archetipo, come dire che ogni albero è un riflesso dell'alberità, un essere umano è un riflesso dell'umanità ecc. Questi archetipi stanno nell' "Iperuranio" , oltre i cieli, cioè fuori dalla portata dei sensi materiali. E questo è lo stesso motivo per cui il Vodu è definito nascosto.

    Eppure sempre Socrate dice che tra il mondo materiale, percepibile, e l'Iperuranio esiste una zona intermedia ( l'uscita della caverna cinta da un muro ) in cui gli archetipi possono essere percepiti, diventano idee, idoli, dal verbo greco Oida, vedere. Così nel voodoo il sangue nascosto delle cose può essere incontrato sotto la forma del Loa. Qui da notare che anche la parola egizia Nether, che viene tradotta con Divinità, è espressa da un geroglifico a forma di bandiera, insegna, qualcosa che rapprersenta un concetto e lo rende visibile.

    Quindi, detto tutto questo, i termini divinità, spirito, feticcio ecc. andrebbero attribuiti ai Loa, mentre il Vodu è qualcosa di più profondo, è la " realtà oltre il velo " di cui gli archetipi sono solo manifestazioni nel mondo intermedio.
    Il Vodu è senz'altro qualcosa di più profondo, ma credo che il termine "spirito" vada identificato con quello spirito potente e misterioso che, per la religione vodu, permea e dà vita a tutto l'universo, diretta emanazione di un dio supremo. Questo dio (che assume diversi nomi: Mawu, Yevhè, Olorun ecc. in Africa, Gran Maître e Bondyè ad Haiti), ha infatti creato l'universo mediante il proprio spirito divino (il Vodun, appunto), dando "ordine, vita e moto" alla materia.

    Mi risulta anche che in origine, nella lingua fon, veniva chiamato "Vaudou" tutto ciò che era sacro e che solo successivamente il termine prese il significato di Dio o Spirito.

  8. #8
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    Predefinito

    L’oscuro e segretissimo rito per resuscitare uno zombi è praticato solo da quei bokor che conoscono le giuste preghiere rituali e hanno l’animo saldo quanto basta. E' infatti indispensabile recarsi di notte in un cimitero ed evocare, davanti alla lapide, un demonio. Proprio quest’ultimo fornisce l’energia che permette al corpo morto di tornare in vita. Ma per poter comandare lo zombi, lo stregone deve possederne l’anima, che viene evocata, catturata e imprigionata dentro un vaso. Si invoca quindi Baron Samedi, il signore dei cimiteri custode delle anime, e lo si addormenta con la formula creola Do' mi pa fumé, Baron Samedi ("Dormite bene Baron Samedi"). Non appena il signore dei cimiteri abbassa la guardia, il bokor può sottrargli l’anima dello zombi, chiamandola a sé con la frase "Mortoo tomboo miyi ("Morto, dalla tomba, a me!").
    A questo punto il cadavere viene disseppellito e resuscitato. Privo della propria anima, e quindi di volontà, lo zombi è ora pronto ad eseguire, su ordinazione, qualsiasi azione.



    Il vevè di Baron Samedi

  9. #9
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    Predefinito La magica polvere del bokor

    Nel 1982 Wade Davis, antropologo americano, riuscì a procurarsi un campione della polvere misteriosa che i bokor usano nel rito di zombificazione. L’ingrediente principale è costituito dalla vescica del pesce palla, contenente la tetrodotossina, un potentissimo neurotossico in grado di agire attraverso i pori della pelle. A questo veleno vengono mescolate le secrezioni cutanee del rospo bouga (da cinquanta a cento volte più potenti della digitale), semi e foglie di piante velenose e altre sostanze inattive, ma decisamente folkloristiche, come terra di cimitero e polvere di penne di gallo nero. Altri componenti, come l'albizzia e i vetri, servono a provocare prurito, per costringere la vittima a grattarsi e fare così penetrare il veleno.

    Il bokor soffia nelle narici o nella schiena del futuro zombi, ben vivo, questa polvere giallastra, capace di causare un sonno letargico. Questi cade in catalessi: dato per morto, viene sepolto e, terrorizzato, assiste spesso cosciente al proprio funerale e alla propria inumazione. Esperienza estremamente traumatica che, unita a una buona dose di superstizione, distrugge la lucidità mentale della vittima, che finisce così per perdere la memoria e la ragione, cadendo in uno stato di autismo perenne e continuato. La notte stessa, il bokor disseppellisce il malcapitato e lo rianima somministrandogli un pasto a base di patate dolci e datura stramonium, un potente allucinogeno che, se da un lato contribuisce a intontire ulteriormente la vittima, dall'altro interrompe l'azione progressiva di distruzione delle cellule cerebrali da parte della tetrodotossina. Non si tratta di un antidoto, poiché l'azione del veleno è irreversibile, ma è da considerarsi come uno degli ingredienti necessari per "fabbricare" uno zombi che, muto e semideficiente, si crede effettivamente un morto risorto. E si rassegna a questa nuova esistenza di schiavitù e lavoro.

    Heinz Lehamann, professore di psichiatria all'università McGill di Montreal, si sarebbe cosi espresso: "Ero scettico sull'esistenza di una droga capace di ridurre il corpo umano al punto di simulare una morte apparente. Ebbene, dopo aver esaminato diversi zombi e aver ascoltato le loro storie, mi sono convinto che questa droga indigena esiste davvero".
    Negli anni Settanta la televisione francese riuscì addirittura ad intervistare un ex-zombi (Clairvius Narcisse, sepolto nel 1962 con regolare certificato di morte redatto da due medici), che era riuscito a riconquistare sia la libertà che parte della ragione, il che si verifica assai raramente. L’uomo viveva comunque in una clinica psichiatrica, non avendo smaltito del tutto gli effetti deleteri della droga del bokor.



    Scrive William B. Seabrook nel suo saggio etnografico sui costumi di Haiti The Magic Island (1929):

    "… La luna piena saliva lentamente nel cielo, sbiancando le colline e le piantagioni di cotone, ed io me ne stavo seduto davanti alla porta di casa con Costantino Polinice, un fittavolo haitiano, a parlare di demoni, licantropi e vampiri. Il discorso cadde sugli zombi. Avevo sentito dire che lo zombi è un corpo privo di anima, clinicamente morto, che riacquista magicamente un’apparenza di vita puramente meccanica; un cadavere che agisce, si muove, cammina come se fosse vivo, grazie alle arti di uno stregone. Questi sceglie un cadavere sepolto di fresco che non abbia ancora avuto il tempo di decomporsi e lo sottopone ad una specie di galvanizzazione. Poi lo asservisce sia per fargli commettere qualche delitto, sia per affidargli, come capita più sovente, lavori agricoli o domestici pesanti. Non appena il morto accenna a rilassarsi, questi lo bastona come una bestia da soma. Quando ne parlai a Polinice, il mio scettico amico mi rispose: “Creda a me, non si tratta di una superstizione. Fa parte purtroppo dei nostri usi e costumi. Sono cose vere ad un punto che voi bianchi non sospettate neppure. Lei non si è mai chiesto perché i contadini più poveri seppelliscono i loro morti sotto massicce torri di muratura? Che altro motivo vuole che ci sia se non quello di difendere i propri morti?…"


    Secondo il CICAP, la spiegazione alla credenza negli zombi non è farmacologica, ma sociale:

    ”… In un clima caldo come quello di Haiti le sepolture vengono eseguite velocemente, e fino a pochi anni fa i certificati di morte erano compilati in modo piuttosto frettoloso; quindi qualche caso di morte apparente potrebbe essersi verificato. Inoltre alcuni macabri riti vodoo comportano effettivamente l'utilizzo di parti di cadaveri, che vengono illegalmente esumati, e certi aspetti della religione vodoo venivano assecondati da parte del regime dittatoriale di Duvalier per indurre terrore nella popolazione. Infine sono stati scambiati per zombi fuggiti anche alcuni vagabondi con problemi mentali, persi per le campagne di Haiti…”

  10. #10
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    Predefinito Riferimento: Il Voodoo

    Zombie: finzione o realtà?

    Sono tra i mostri più temuti nei film horror. Ma se non si trattasse solo di un frutto della fantasia? Storia e scienza del popolo dei morti viventi.

    Riccardo Meggiato, 5 gennaio 2009

    C'è poco da discutere: gli zombie fanno sempre moda. Tanto per dirne una, le più recenti classifiche dei videogiochi più venduti premiamo lo sparatutto Left 4 Dead, dove quattro intrepidi "eroi per caso" si danno da fare con orde di non-morti interessati ad allargare la (loro) famiglia. Non parliamo poi di cinema, dove l'ambiguo vivente rischia di essere più inflazionato di Cameron Diaz e Jack Black. Ma qual è il motivo di tanto successo? Sta forse nel fatto che, dopotutto, lo zombie è uno degli esseri più "possibili" che esistano? In effetti, nottate in discoteca a parte, pare che diventare uno zombie sia una possibilità tutt'altro che remota, come dimostra l'articolo 249 del codice penale haitiano: È considerato come tentato omicidio la somministrazione di sostanze che, pur senza causare morte reale, producono un coma letargico più o meno prolungato. E se la persona è poi tumulata, l'atto va considerato omicidio, indipendentemente da ciò che consegue". Haiti, in effetti, è un po' la patria degli zombie, che nascono dalla tradizione vodou (sì, si scrive proprio così) come corpi rianimati al servizio di potenti stregoni (i bokor), che li utilizzano come lavoratori.

    E, mentre la parola zonbie, che darà poi origine a quella che conosciamo, sembra risalire al creolo haitiano del 1871, per la prima testimonianza si deve attendere il 1937. All'epoca, Zora Neale Hurston, folclorista americana, durante le sue ricerche s'imbattè nel caso di una donna apparsa all'improvviso in un villaggio di Haiti, dove una famiglia la riconobbe come Felicia Felix-Mentor, una parente. Piccolo particolare: Felicia era stata seppellita trent'anni prima, all'età di 29 anni. La Hurston indagò sul'accaduto, raccogliendo solo qualche voce relativa a potenti droghe capaci di indurre una morte apparente. Ma si trattava, appunto, di "voci", che solo col lavoro dell'antropologo e etnobotanico Wade Davis, molti anni più tardi, trovarono una (mezza) conferma. Davis ne parla nei libri The serpent and the rainbow (1985, da cui è stato tratto il film Il serpente e l'arcobaleno) e Passage of darkness: the etnobiology of the Haitian zombie (1988), dove racconta che le sue ricerche gli hanno fatto scoprire due potenti polveri, da mettere a contatto col sangue attraverso una ferita, che sono in grado di trasformare in zombie una persona vivente. Una delle due sarebbe a base di tetrodotossina (TTX), il veleno del pesce palla; mentre l'altra a base di agenti dissociativi, come quelli presenti in una specie di datura (un genere di piante ornamentali).

    Successivi studi hanno in parte smentito le affermazioni di Davis, ma il mito della "coup padre", un preparato di erbe e parti di animali ed esseri umani, rimane vivo nella tradizione vodou. Come del resto il rito seguito dal bokor, che, dopo avere disseppelito il morto, gli somministra una pozione allucinogena che lo fa tornare alla vita. Ma privo di parola, memoria e volontà, e dunque facilmente controllabile dallo stregone.

    Da Romero in poi. Lo zombie, in origine, non nasce cattivo, ma "lavoratore". Diventa poi cattivo per merito, o colpa, del regista George A. Romero, che nel 1968 conosce un enorme successo col suo film La notte dei morti viventi.

    Zombie: finzione o realtà? - Focus.it - Notizie e Curiosità
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 15-01-17 alle 01:05
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

 

 
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