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  1. #1
    più arcipreti, meno arcigay
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    Thumbs up Brutte notizie per drogati, fornicatori e sodomiti

    26 lug 16:06 Aids: cresce il contagio fra etero e omosessuali

    ROMA - Aumentano i sieropositivi fra gli eterosessuali e anche fra gli omosessuali, che pure sono stati fra i primi a fare prevenzione. In calo la trasmissione del virus fra i tossicodipendenti, anche se i casi aumentano per chi usa cocaina e crack. Lo segnala un'analisi dell'Anlaids, presentata a Roma in Campidoglio in occasione dei 20 anni dell'associazione.

    "Nel 2004 - ha detto il professor Fernando Aiuti - il 26% delle nuove infezioni ha riguardato persone omosessuali". Anlaids chiede una campagna di prevenzione rivolta ai gruppi a rischio, in particolare omosessuali, immigrati e donne che pianificano una gravidanza. (Agr)

  2. #2
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    ...quindi il profilattico non è più sicuro come si credeva e come si propaganda?.........

    Il preservativo colabrodo

    di Tommaso Scandroglio
    Lo spacciano per sicuro ma non è vero! Il virus dell'Hiv può trasmettersi anche se il preservativo è correttamente usato. Perché non informano i giovani di questo pericolo? Forse per non mettere in pericolo il business di certe lobbies. Una propaganda interessata, cui non mancano ingenti mezzi economici, sostiene, in assenza quasi totale di voci contraddittorie, che l'uso del preservativo garantisce totalmente dal contagio del virus Hiv, impedendo la diffusione della peste del secolo, dell'AIDS.

    Ovviamente, peste e corna nei confronti della Chiesa cattolica, la cui morale retrograda e oscurantista si ostina a negare liceità all'uso dei contraccettivi, anche in epoca così a rischio di contagio mortale per larghe fasce di popolazione, soprattutto nei Paesi più poveri. Chiesa senz'anima, arroccata su principi insostenibili, crudele, inamovibile persino di fronte al pericolo di morte che circonda i nostri giovani. E cosi`, ancora una volta sul banco degli imputati, la Chiesa ed i cattolici, per lo meno quelli che ancora seguono le indicazioni del Magistero in materia di morale sessuale, vengono additati a incoscienti, se non colpevoli, complici della propagazione del virus letale. Costretti in difesa, non sappiamo quasi che cosa balbettare di fronte all'indice puntato di questi giustizieri dal giudizio inappellabile. Ma si è proprio certi che le cose stiano veramente cosi`? Si è sicuri che il profilattico protegga totalmente dal virus dell'AIDS? Facciamo il punto della situazione.

    1. Chi è sieropositivo ha una malattia mortale di cui l'AIDS non è che lo stadio finale. 2. Chi è sieropositivo può contagiare gli altri. 3. Attualmente non esiste alcuna medicina o vaccino che guarisca da questa malattia e dunque l'unico mezzo per non contrarre questo virus è la prevenzione. Ma oggi, quando si parla di prevenzione, viene alla mente una parolina magica: 'preservativo'. Lo dice il nome: preserva. Preserva la donna dal rimanere incinta, preserva giovani e meno giovani dal mortale contagio dell'Hiv.

    Ma qualcuno - ci limitiamo a prenderne atto - dubita che il preservativo sia realmente uno strumento che garantisca di non essere contagiati dal virus. La cosa è risaputa, circola negli ambienti scientifici, ma si preferisce non divulgarla. Tra i dubbiosi va annoverato il professor Joannes .P.M. Lelkens, emerito di anestesiologia all'Università di Maastricht e docente di fisiologia all'Istituto "MEDO" di Kerkrade (paesi Bassi) per la famiglia e l'educazione. La tesi del professor. Lelkens parte innanzitutto da una constatazione: la probabilità di rimanere incinta utilizzando costantemente, in ogni rapporto sessuale, il preservativo varia il 9% e il 14%. Vale a dire che, se 100 coppie, per un anno intero usano esclusivamente il preservativo come anticoncezionale, circa 12 donne rimangono incinte. Il dato, sconosciuto al popolo dei fruitori di contraccettivi, è confermato anche da una recente indagine condotta dall'Associazione degli ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi).

    Anche questa indagine, ovviamente, passata sotto silenzio quasi totale. Ma proseguiamo. E' dunque provato scientificamente che gli spermatozoi possono passare attraverso il preservativo. Lo stesso professore ci informa che il virus dell'AIDS è più piccolo degli spermatozoi (0,1 micron) e perciò ha più facilità a passare attraverso il profilattico. Quanto afferma il professor Lelkens è confermato da uno studio compiuto da C.M. Roland, capo della sezione "Proprietà dei polimeri" del Naval Research Laboratory di Washington, apparso in un articolo della rivista specializzata Rubber World del giugno del 1993. "Sulla superficie del preservativo - scrive Roland - la struttura originale appare al microscopio come un insieme di crateri e di pori. Più importante per la trasmissione dei virus è la scoperta di canali del diametro medio di 5 micron, che trapassano la parete da parte a parte. Ciò significa un collegamento diretto tra l'interno e l'esterno del preservativo attraverso un condotto grande 50 volte il virus".

    La notizia va presa con estrema attenzione: il preservativo presenta fori 50 volte più grandi del virus dell'AIDS e quindi questo virus può benissimo attraversare la parete di gomma del profilattico. La maniera migliore per verificare la veridicità di questi dati era testare nella realtà la presunta sicurezza offerta dai preservativi. Questo è appunto ciò che ha fatto la dottoressa Susan C. Weller che ha studiato la frequenza della trasmissione del virus, usando sempre il preservativo per un anno, tra coppie di marito e moglie nelle quali uno solo dei due partners è sieropositivo. In questo studio è emerso che ben il 30% delle persone sane si è ammalato nell'arco di un anno; ciò a dimostrare che questi soggetti, nonostante l'uso continuato del preservativo, sono stati contagiati dal loro coniuge. Una percentuale strabiliante che, se confermata, inficia del tutto il comune pensare di tanti promotori delle campagne del "sesso sicuro". Sostenere, come fanno molti messaggi pubblicitari, che l'uso del preservativo garantisca totalmente da rischi di contagio, è del tutto falso. Se il messaggio fosse accolto acriticamente - come purtroppo avviene spesso - dai nostri studenti, in ogni classe 6-7 dei nostri ragazzi (appunto circa il 30 %) rischierebbero pericolosamente di essere sacrificati alle campagne del "sesso sicuro". Vien da chiedersi quanti genitori sarebbero disposti a sottoscrivere tali campagne.

    E quanti giovani, se informati della verità, sarebbero disposte ad accoglierle acriticamente, come spesso oggi avviene. Infine, oltre al fatto che il preservativo presenta veri e propri tunnel che permettono il passaggio del virus all'esterno dello stesso, non dimentichiamoci che il profilattico durante il rapporto può subire lacerazioni (i preservativi nuovi hanno una probabilità di lacerarsi del 3,6%, quelli vecchi di qualche anno fino al 18,6%); può, se non utilizzato correttamente, provocare passaggio di liquido seminale, e con esso anche il virus Hiv, e, da ultimo, può sfilarsi. Se sommiamo tutti questi rischi dobbiamo necessariamente essere d'accordo con il parere autorevole del professor Leopoldo Salmaso, medico epidemiologo e aiuto infettivologo presso l'ospedale di Padova, parere confermato dai risultati delle ricerche condotte dal Federal Drugs Administration, l'ente che negli Stati Uniti controlla i medicinali: "Il preservativo può ritardare il contagio, ma non arrestarlo". La conclusione si impone: contare sui preservativi è far la corte alla morte. A questo punto sorge spontanea una domanda: perchè i risultati di queste ricerche non sono noti all'opinione pubblica? Forse per non ingenerare un panico di massa? Ma quando c'è di mezzo la nostra salute, non abbiamo tutti il diritto di sapere? Non sarà che la vendita di preservativi fattura milioni di dollari in tutto il mondo e simili notizie segnerebbero la fine di un cosi` imponente business?

    Domande che attendo risposta. Tornando invece al problema di come debellare l'AIDS, che cosa possiamo fare di realmente efficace per fermare questa malattia, dato che i preservativi offrono cosi` poche garanzie? Qual è la vera strada del sesso sicuro? La sola strada che dà certezza di non contrarre il virus attraverso rapporti sessuali è proprio quella di non avere rapporti sessuali: la strada dell'astensione sessuale, proprio quella tanto derisa, gabellata per retrograda, qualificata come castrante la personalità dei nostri giovani. Eppure, il ragionamento non fa una piega. Il professor Salmaso ci aiuta con un esempio pubblicato su Avvenire: "Se un bambino ha il morbillo, abbiamo due modi per arginare l'infezione. Eliminare il rischio di contagio tenendolo a casa, oppure mandarlo a scuola facendogli indossare una mascherina. Va da sè che questo secondo criterio è assai più insicuro rispetto al primo. Portando la mascherina il bambino contagerebbe i compagni di scuola in quindici giorni, anzichè in uno. Ma il risultato sarebbe ugualmente quello di un'epidemia generalizzata". Questo è quanto può accadere, fatte le debite proporzioni, quando si una persona sieropositiva utilizza il preservativo. Non è certa di evitare il contagio, ma solo di ritardarlo. Naturalmente, soluzione efficace e raccomandabile è la fedeltà reciproca nel matrimonio. Ma, guarda caso, qui torniamo al recupero di quella visione monogamica della coppia, proclamata dalla Chiesa sin dall'inizio della sua bimillenaria storia. Ancora una volta questi cattolici. Che abbiano ragione anche quando parlano di preservativo?

    RICORDA: Il preservativo presenta fori il cui diametro è 50 volte più grande della grandezza del virus dell'AIDS L'astensione dai rapporti sessuali con persone sieropositive e la fedeltà reciproca nel matrimonio sono l'unica garanzia sicura contro il contagio. Studi epidemiologi, scientificamente condotti, dimostrano come nel 7-15% dei casi, fino al 30% in alcuni studi, l'infezione si verifichi nonostante l'uso del preservativo.

    © Il Timone - n. 1 Maggio/Giugno 1999

    AMEN!!
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  3. #3
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Antonio dice:


    allora..premesso che il Timone non e' una rivista scientifica...
    e che direbbe lo stesso quando anche fosse documentata un'efficacia del 100%...

    ..............

    vabbè l'abbiamo capita.qui non si risponde al tema, ma si interviene per antipatie o simpatie.diversamente allora caro Antonio...potresti dimostrare che quanto segue è un falso?:

    Il preservativo presenta fori il cui diametro è 50 volte più grande della grandezza del virus dell'AIDS L'astensione dai rapporti sessuali con persone sieropositive e la fedeltà reciproca nel matrimonio sono l'unica garanzia sicura contro il contagio. Studi epidemiologi, scientificamente condotti, dimostrano come nel 7-15% dei casi, fino al 30% in alcuni studi, l'infezione si verifichi nonostante l'uso del preservativo.

    ..............

    questo è scientificamente dimostrato anche da commenti al di fuori del Timone.....tu puoi portarmi le prove che il profilattico è sicuro al 100%?

    Poi Antonio dice:

    allo stesso tempo e' anche vero che , pur con questi limiti, contribuisce a limitare la diffusione del virus...

    .............


    bene, siamo d'accordo...... è vero, ma vediamo di andare oltre, domandina facile:
    in una coppia dove uno dei due è malato, per quanto tempo, o meglio, per quanti rapporti il profilattico li preserverà da un contagio?

    Fraternamente Caterina
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  4. #4
    Ut unum sint!
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    ma dico che discorsi sono...
    se uno e' cattolico credente non va a fornicare e quindi che gliene frega del preservativo?
    Se uno non e' cattolico e vuole fornicare allora che gli interessa che la Chiesa dice di non usare il preservativo? Se e' per questo in primis la Chiesa dice di NON FORNICARE ma a lui che non e' credente non gliene puo' fregare di meno quindi....
    se un credente cede alla tentazione (siamo umani e peccatori) di fornicare, certamente non va a pensare che l'uso del preservativo e' peccato... ne sta per consumare uno piu' grosso...

    Ora mi e vi chiedo, dove si contrae l'HIV in sagrestia? All'oratorio?
    Si contrae principalmente tra i sogetti a rischio come omosessuali, drogati... ai party estivi sulle spiagge dopo aver bevuto alcool... negli ambienti delle discoteche... e la colpa di chi e'? Naturale e' della CHIESA CATTOLICA.
    Ma si convertissero veramente ed andassero in Chiesa....

    e poi Provate a chiedere agli amici ortodossi nel forum sotto se la loro Chiesa raccomanda il Preservativo...

    Robba da matti!!!
    UT UNUM SINT!

  5. #5
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Originally posted by antonio
    allora..piu' che soggetti a rischio vi sono comportamenti a rischio..
    se infatti il virus fosse un problema di omosessuali rimarrebbe confinato in quella comunita'..ma cosi' non e'..e non si contrae comunque dopo aver bevuto alcolici..

    quanto al resto...ho gia' detto, ma lo ripeto per la distratta CAterina, che la prevenzione si basa su ABC: astinenza, fedelta' e condom, in ordine decrescente di importanza...


    per quanto attiene la coppia dove uno dei due e' malato non esiste un valore soglia temporale o di numero di rapporti.
    ad ogni rapporto comunque il rischio e' sempre lo stesso del primo. ...a meno che non si ostinino a usare lo stesso condom ..
    Non ero distratta Antò.......... l'ABC lo conosco nella scala della prevenzione....... volevo appunto che mi rispondessi alla domanda sul fattore rischio.......

    Ciao Caterina
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  6. #6
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    Penso che i peccatori esistano anche nella Chiesa cattolica!
    Anzi vorrei dire che lo spero!
    Altrimenti si verificherebbe come in un episodio a me accaduto al mio primo anno di sacerdozio (cattolico).
    Un parroco di una grossa parrocchia della piana Pistoiese, un'isola democristiana in una toscana rossa, con frequenza altissima in Chiesa, mi invita a predicare la Novena di natale.
    Vado con piacere anche perchè è (tuttora) un mio carissimo amico.
    Il mio compito consisteva nel fare una breve omelia alla Messa mattutina, nel confessare due ore nel pomeriggio (di più gli ultimi giorni.. si sa..) e fare la predica lunga durante la novena solenne alle 20, tra l'altro cantata benissimo in gregoriano dal Coro Parrocchiale,

    La notte di Natale il parroco mi prega di celebrare la Messa solenne. Lo faccio con un po' di difficoltà ma lo faccio per non tirarmi indietro.
    Dopo avevere ascoltato una miriade di confessioni che suonavato quasi tutte pressappoco così: "padre benedite! Che vuole che peccati si abbia fatto...sa, siamo gente che lavora... forse poca divozione... che vole (sic è pistoiese!) ammazzare non ho ammazzato, rubare non ho rubato....."

    Comincio così la mia omelia: "Miei cari fratelli stanotte sono molto felice, primo per essere stato insieme a voi e secondo per un fatto più personale, quello di capire che in questa notte santa Cristo Signore, in questa Chiesa di... nasce solo per me. Infatti è nato per i peccatori e, dalle confessioni che ho ascoltato, sembra che qui ci sia solo io!"

  7. #7
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    Originally posted by silvano
    Penso che i peccatori esistano anche nella Chiesa cattolica!
    Anzi vorrei dire che lo spero!
    Altrimenti si verificherebbe come in un episodio a me accaduto al mio primo anno di sacerdozio (cattolico).
    Un parroco di una grossa parrocchia della piana Pistoiese, un'isola democristiana in una toscana rossa, con frequenza altissima in Chiesa, mi invita a predicare la Novena di natale.
    Vado con piacere anche perchè è (tuttora) un mio carissimo amico.
    Il mio compito consisteva nel fare una breve omelia alla Messa mattutina, nel confessare due ore nel pomeriggio (di più gli ultimi giorni.. si sa..) e fare la predica lunga durante la novena solenne alle 20, tra l'altro cantata benissimo in gregoriano dal Coro Parrocchiale,

    La notte di Natale il parroco mi prega di celebrare la Messa solenne. Lo faccio con un po' di difficoltà ma lo faccio per non tirarmi indietro.
    Dopo avevere ascoltato una miriade di confessioni che suonavato quasi tutte pressappoco così: "padre benedite! Che vuole che peccati si abbia fatto...sa, siamo gente che lavora... forse poca divozione... che vole (sic è pistoiese!) ammazzare non ho ammazzato, rubare non ho rubato....."

    Comincio così la mia omelia: "Miei cari fratelli stanotte sono molto felice, primo per essere stato insieme a voi e secondo per un fatto più personale, quello di capire che in questa notte santa Cristo Signore, in questa Chiesa di... nasce solo per me. Infatti è nato per i peccatori e, dalle confessioni che ho ascoltato, sembra che qui ci sia solo io!"
    Una giusta omelia per l'occasione... credo che la comunita' in questione sia stata almeno portata a considerare la confessione in modo piu' serio...
    non capisco pero' l'attinenza col topic... certo che pecchiamo ma qui il luogo comune vuole che la Chiesa Cattolica abbia sulla coscienza milioni di vite perche' NON RACCOMANDA IL PRESERVATIVO!! La chiesa?!? Che senso ha se ne rende conto? Boh... che si dovrebbe dire? Se volete peccare proteggetevi?
    Come se la gente non usasse il preservativo perche' non vogliono i preti
    UT UNUM SINT!

  8. #8
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    Avevo anche detto:

    Originally posted by catholikos

    se un credente cede alla tentazione (siamo umani e peccatori) di fornicare, certamente non va a pensare che l'uso del preservativo e' peccato... ne sta per consumare uno piu' grosso...
    UT UNUM SINT!

  9. #9
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    Ma come e il titolo bello di destra ,di Dreyer?
    La famosa artista idolo delle folle :" si figuri che uno ha addirittura scritto che avrei dovuto investire i MIEI soldi comprando un bar! Io!!!! La barista!!!!"

  10. #10
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    Il mio intervento mirava a rispondere all'affermazione che riporto. Ci può essere un buon credente che nonostante questo pecca. E' la debolezza della nostra natura vulnerata dal "corpo di morte" per usare una espressione paolina, ma non credo che l'apostolo intendesse che uno deve morire di AIDS!

    """""se uno e' cattolico credente non va a fornicare e quindi che gliene frega del preservativo?
    Se uno non e' cattolico e vuole fornicare allora che gli interessa che la Chiesa dice di non usare il preservativo? Se e' per questo in primis la Chiesa dice di NON FORNICARE ma a lui che non e' credente non gliene puo' fregare di meno quindi....
    se un credente cede alla tentazione (siamo umani e peccatori) di fornicare, certamente non va a pensare che l'uso del preservativo e' peccato... ne sta per consumare uno piu' grosso..."""""""""

 

 
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