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  1. #1
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Predefinito Irlanda: l'IRA depone le armi

    BELFAST www.avvenire.it


    Il premier inglese: «Questo è il giorno nel quale finalmente in Irlanda la pace prenderà il posto della guerra, e la politica quello del terrorismo» La leadership militare dell'organizzazione ha ordinato a tutti i volontari nelle sei contee di liberarsi dell'intero arsenale di armi e soprattutto dell'esplosivo plastico

    La richiesta alla Chiesa di farsi garante del disarmo. Scetticismo nella comunità protestante

    L’Ira: stop alla lotta armata

    Blair esulta dopo l’annuncio: «È un passo senza precedenti»

    Da Belfast Andrea Varacalli



    L'Ira depone le armi. Niente più lotta armata, termina così la guerra civile che per trent'anni ha incendiato l'Ulster. Escono di scena i "provvisori", il Provos, la storica formazione paramilitare repubblicana irlandese. Con un comunicato diffuso ieri mattina, l'armata repubblicana ha fatto sapere di aver concluso la campagna militare: semanticamente è l'approdo più vicino a dire che la «guerra dei provvisori è finita».

    L'organizzazione ha invitato membri della chiesa protestante e cattolica a fare da garanti del processo di disarmo. Adesso sarà lo Sinn Fein di Gerry Adams, il partito repubblicano, l'unico veicolo per traghettarli verso l'obiettivo nazionalista: l'unificazione irlandese. Un annuncio accolto con grande soddisfazione dal premier britannico Tony Blair che non ha esitato a parlare di un «passo di importanza senza precedenti». «Questo - ha aggiunto - è il giorno nel quale finalmente, dopo tante speranze deluse, nell'isola di Irlanda la pace prenderà il posto della guerra, la politica il posto del terrorismo».

    Il premier irlandese Bertie Ahern ha parlato di un vento «storico». Soddisfazione anche dalla Casa Bianca, che ha però ha chiesto che alle parole seguano i fatti. Nelle disposizioni per il disarmo, la leadership militare ha ordinato a tutti i volontari nelle sei contee di liberarsi dell'intero arsenale di armi leggere, munizioni e frangex, l'esplosivo plastico in dotazione delle unità di brigata dell'Ira a Belfast.

    Lo smantellamento delle tre tonnellate di semtex, l'esplosivo ad altissima detonazione, invece, sarà gestito, nei prossimi giorni, direttamente dall'Alto Consiglio Militare, i sette comandanti di brigata su tutte le 32 Contee, insieme alle mitragliatrici e agli stingers anti-elicottero. L'operazione avverrà alla presenza del generale canadese John De Chastelain che rappresenta la commissione indipendente internazionale per il monitoraggio del disarmo paramilitare nella provincia.

    Lo scioglimento prevede l'immediata cessazione delle atti vità di intelligence repubblicana, reclutamento, addestramento e delle cellule degli agitatori politici.

    La «nuova guardia pretoriana» a difesa dei quartieri cattolici dagli attacchi lealisti sarà sostituita dalla C.D.L, Catholic Defence League, una piattaforma esistente da quasi 30 anni.

    Non saranno armati ma adempieranno al ruolo di sentinelle nelle aree più calde del capoluogo nordirlandese. Uno sforzo notevole per Adams e soci che non è ancora completato.

    Gli unionisti, infatti, non hanno esitato per un solo istante prima di rispedire al mittente l'affare e bollarlo come un "solenne fallimento". La comunità protestante rimane scettica.

    L'altra metà della popolazione il disarmo vuole vederlo, vogliono un video. Il Democratic Unionist Party di Ian Paisley, il partito unionista di maggioranza, non ha accettato l'affare e non ha ancora digerito il rilascio di Sean Kelly. Kelly, un giovane repubblicano di Ardoyne, era stato arrestato per revoca della licenza lo scorso mese. Finito sul tavolo dei negoziati "last-minute", la sua liberazione suona come un calcio sui denti per molti. Il giovane "Shankill Bomber" che uccise nove persone nell'ottobre del 1993 dopo aver abbandonato una bomba in una pescheria della protestante Shankill road non sarà facilmente dimenticato.
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  2. #2
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    IRLANDA DEL NORD Soddisfazione internazionale per la definitiva rinuncia dell'Ira alle armi
    - Per Kofi Annan è "uno spartiacque" nella vicenda del Paese

    Un passo decisivo nel processo di pace


    LONDRA, 29.
    L'annuncio fatto ieri dall'"Irish Republican Army" (Ira), la principale organizzazione irredentista dell'Irlanda del Nord, di definitiva fine della lotta armata ha suscitato a Londra, a Dublino e più in generale nell'intera comunità internazionale una diffusa soddisfazione, pur accompagnata da una doverosa prudenza in attesa della concreta attuazione dell'annuncio, in particolare con la consegna delle armi.

    L'ordine formale del comando dell'Ira a tutti i membri e i volontari di deporre le armi è giunto con un comunicato registrato letto dall'ex prigioniero Seanna Walsh. A giudizio concorde degli osservatori, quello fatto dall'Ira potrebbe rivelarsi uno storico passo in avanti per il processo di pace in Irlanda del Nord, probabilmente il maggiore dopo l'Accordo cosiddetto del Venerdì Santo, firmato nel castello di Stormont a Belfast il 10 aprile 1998 dai Governi di Londra e di Dublino e dalle principali forze politiche nordirlandesi, sia unioniste sia nazionaliste e filorepubblicane, per porre formalmente fine a trent'anni di guerra civile.

    La speranza suscitata da tale sviluppo è stata sottolineata dall'Arcivescovo di Armagh, Mons. Seán Baptist Brady, Presidente della Conferenza Episcopale Irlandese. "Ogni parola e gesto che aiuta la pace è benvenuta", ha detto l'Arcivescovo Brady al Servizio di informazioni religiose (Sir). "Spero - ha aggiunto il Presule - che l'Ira faccia seguire alla dichiarazione anche azioni che generino fiducia ed ispirino risposte positive anche dall'altra fazione. Sono convinto che gli sviluppi di oggi rappresentino una occasione unica di rafforzare i progressi di questi anni per costruire un futuro sicuro per tutti.

    Credo sia giunto il momento che tutti i gruppi paramilitari bandiscano per sempre la violenza".
    Come detto, espressioni di soddisfazione prevalgono anche nei commenti dei rappresentanti della comunità internazionale. Il Segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, in una dichiarazione diffusa dal suo portavoce, ha definito la decisione dell'Ira, "se verrà eseguita" come "uno spartiacque nella storia dell'Irlanda del Nord". Kofi Annan "spera che l'Ira rispetterà appieno gli obblighi che ha appena preso", e chiede "a tutte le parti coinvolte di cogliere questa unica opportunità" per consolidare gli accordi esistenti.

    Anche il Primo Ministro britannico Tony Blair, che ha definito l'annuncio "un enorme passo avanti", ha rilevato come ora sia importante mettere in pratica i principi enunciati nella dichiarazione. "L'abbandono delle armi dovrà essere completato il prima possibile", ha detto Blair, sottolineando che "per gli unionisti è importante che il processo di disarmo sia verificabile".
    Alle dichiarazioni di Blair hanno fatto eco quelle del Primo Ministro irlandese Bertie Ahern, secondo il quale ora è necessario concentrarsi sulla verifica del processo di disarmo. "Se le parole dell'Ira verranno seguite da azioni verificabili, si tratterà di uno sviluppo importante e storico", ha detto.

    Nel suo comunicato, il comando dell'Ira, che non ha comunque proclamato il suo scioglimento, ha ordinato ai suoi membri di assistere con mezzi pacifici allo sviluppo della democrazia, dichiarando che l'obbiettivo repubblicano dell'unificazione dell'Irlanda ora può essere raggiunto attraverso mezzi diversi dalla lotta armata. L'Ira ha altresì annunciato di aver incaricato un suo rappresentante di completare il processo di disarmo in maniera veloce e trasparente.

    L'Ira ha così risposto alla richiesta fatta ad aprile da Gerry Adams, il leader dello Sinn Fein, il partito che dell'Ira stessa è sempre stato considerato il "braccio politico", di abbandonare il conflitto armato e cercare di raggiungere i propri obbiettivi con altri mezzi. "Dai risultati delle nostre consultazioni è emerso un vasto appoggio tra i volontari dell'Ira per il processo di pace dello Sinn Fein", si afferma ancora nel comunicato letto ieri da Seanna Walsh. L'Ira ha comunque insistito sulla legittimità dei suoi 36 anni di lotta armata, ma ha aggiunto che ora "l'imperativo da entrambe le parti è di costruire una pace giusta e duratura".
    Per Gerry Adams l'annuncio di oggi rappresenta "un momento storico e cruciale per la ricerca della pace e della giustizia". "C'è un tempo per la guerra.

    Ma c'è anche un tempo per impegnarsi, per esporsi facendo per primi i passi avanti. C'è un tempo per la pace, per la giustizia, per la ricostruzione. Questo è il momento. È il momento di costruire una Nazione", ha dichiarato ancora Adams, sottolineando comunque come, sebbene la dichiarazione dell'Ira sia strumentale al processo di pace, le iniziative da essa prese probabilmente non cambieranno l'atteggiamento dei suoi oppositori a Londra, a Dublino e tra gli unionisti. Per Adams, l'annuncio dell'Ira rappresenta una "sfida, per i repubblicani, gli unionisti ed i governi di Dublino e Londra per fare della libertà irlandese una realtà". Con questa decisione, ha affermato Adams, "i repubblicani hanno dato l'esempio per quel che riguarda il processo di pace" ed ora "gli unionisti devono metter fine alla loro ambivalenza".

    L'unionista Ian Paisley, leader del "Democratic Unionist Party" (Dup), vincitore delle ultime elezioni per l'Assemblea autonoma nordirlandese, resta tuttavia scettico ed ha dichiarato che la validità della dichiarazione dell'Ira verrà giudicata soltanto nei prossimi mesi basandosi sui passi avanti che farà nel processo di disarmo e sulla trasparenza di esso. Paisley ha reagito freddamente alla dichiarazione dell'Ira commentando che "non hanno dichiarato la fine delle loro attività criminali che generano milioni di sterline e non sono riusciti a garantire un livello di trasparenza necessario a dare al pubblico fiducia che le armi verranno abbandonate interamente". "Trattiamo con disprezzo il loro tentativo di glorificare e giustificare la loro campagna assassina", ha aggiunto Paisley che, come noto, pretende la completa rinegoziazione dell'Accordo cosiddetto del Venerdì Santo.

    Le istituzioni autonome nordirlandesi sono sospese da oltre due anni proprio perché il Dup rifiuta la coabitazione prevista dall'Accordo del Venerdì Santo e non intende formare il Governo autonomo con lo Sinn Féin, il partito che è stato a sua volta il più votato tra i partiti nazionalisti e filorepubblicani.
    Da parte sua, il Ministro britannico per l'Irlanda del Nord, Peter Hain, ha dichiarato che il Governo di Londra ha commissionato un rapporto per gli inizi del prossimo anno per verificare se l'Ira abbia veramente cessato ogni attività armata.

    Questo rapporto sarà redatto dalla "Independent Monitoring Commission", la commissione indipendente formata da quattro membri e che ha appunto il compito di monitorare il cessate-il-fuoco. Da Hain sono comunque arrivate le prime promesse di un pieno reinserimento dello Sinn Fein nel processo di democratizzazione: il Ministro ha annunciato la sua intenzione di volersi muovere velocemente verso la riammissione dei membri dello Sinn Fein nella Policing Board, la commissione per la riforma della polizia, e verso la creazione di un governo locale a Belfast che si incarichi anche delle questioni di ordine pubblico e giustizia. Il Ministro ha inoltre confermato che il Governo britannico, secondo gli impegni presi nel 2003, mira ad introdurre un'amnistia per i paramilitari nordirlandesi fuggiti per evitare l'arresto.

    (©L'Osservatore Romano - 30 Luglio 2005)
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  3. #3
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    Ma tutto questo non significherà la fine della lotta contro l'invasore inglese... "L'IRLANDA NON LIBERA NON AVRÀ MAI PACE"
    IRLANDA LIBERA!!!

  4. #4
    Dal 2004 con amore
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    Penso che gli attentati terroristici non siano un buon mezzo per ottenere la pace...

  5. #5
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    Originally posted by Thomas Aquinas
    Penso che gli attentati terroristici non siano un buon mezzo per ottenere la pace...
    me too

  6. #6
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    LA SVOLTA DI BELFAST


    Ulster, gli unionisti vogliono le prove del disarmo dell’Ira

    Nordirlanda
    L’esercito britannico ha cominciato a smantellare una torre di guardia ad Armagh. La mossa, dall’alto valore simbolico, ha provocato una bufera da parte dei lealisti per i quali il governo ha commesso un gesto «irresponsabile» a fidarsi delle parole dell’Ira



    Da Belfast Andrea Varacalli


    Il giorno dopo l'annuncio del disarmo dell'Ira ci si rende conto della fragilità in cui l'intero processo di pace si sta faticosamente muovendo. Ma per provare a capire per capire cosa accadrà da adesso in poi, bisogna innanzitutto uscire dall'equivoco «processo di pace uguale a Irlanda unita».
    L'imperativo per lo Sinn Fein di Gerry Adams si chiama Stormont: il Parlamentino locale britannico e semi-autonomo nato per amministrare la partizione delle sei contee dell'Ulster. Deve rientrare nel governo, con i propri uomini in un esecutivo composto da cattolici e protestanti, nazionalisti e unionisti. La comunità protestante nordirlandese parla con una sola voce e la risposta vive li', tra la gente di Shankill, Ballymena, Larne e non a Londra, né a Dublino o Washington. È dunque d'importanza capitale osservare che dai quasi estinti votanti per l'Ulster Unionist Party, il partito che era di maggioranza affondato insieme al suo capitano David Trimble nelle recenti elezioni, fino ai sostenitori di Ian Paisley e del Democratic Unionist Party, vi è una chiara richiesta ai provisionals: disarmarsi in modo trasparente, mostrando in un video tutte le fasi del disarmo, «altrimenti - hanno ammonito - non avrà alcun valore».
    Ma i repubblicani hanno escluso l'ipotesi di disarmarsi come su un set cinematografico perché «suonerebbe come un'umiliazione». La presenza di telecamere rappresenterebbe anche una violazione del documento siglato dagli «Accordi del Venerdì di Pasqua» nell'aprile del 1998 e che prevedono come sola presenza I delegati della Imc, la commissione indipendente per il disarmo, nella persona del generale canadese John De Chastelain.
    Ma dal 1998 l'intesa e le promesse sono rimaste, spesso, lettera morta. Di qua la sfiducia elettorale a Trimble e alla politica del «soft'touch» messa in campo dagli unionisti nei confronti dello Sinn Fein è stata un passaggio naturale per l'enclave protestante che ora si affida a rigore di Paisley e dei suoi uomini ancorati alla n ecessità di «vedere» con i propri occhi l'ultimo capitolo del nemico di sempre, l'Ira. Prima di accettare una nuova sessione sperimentale per un'assemblea mista.
    Quando e come si uscirà da questa impasse dipenderà ancora una volta dalle iniezioni di fiducia che Londra e Dublino riusciranno a far penetrare sotto la buccia della questione nordirlandese, nel silenzio dei media, in questo grosso e violento affare di famiglia chiamato Ulster.
    L'altro annoso punto ancora tutto da decifrare riguarda la riforma della polizia. Lo Sinn Fein, una volta completato il disarmo e sciolto i battaglioni dei Provisionals, dovrebbe accettare la polizia così come è adesso Sarà questo un punto critico per i repubblicani divisi sul da farsi con il rischio per Adams e il suo progetto pan-nazionalista: la faida repubblicana. Infine l'esercito britannico ha cominciato a smantellare una torre di guardia ad Armagh. La mossa, dall'alto valore simbolico, ha provocato una bufera di polemiche da parte degli unionisti per i quali il governo ha commesso un gesto «irresponsabile» a fidarsi unicamente delle parole dell'Ira.


    Avvenire - 30 luglio 2005

  7. #7
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    Originally posted by Hobbit2
    Ma tutto questo non significherà la fine della lotta contro l'invasore inglese... "L'IRLANDA NON LIBERA NON AVRÀ MAI PACE"
    IRLANDA LIBERA!!!
    Quoto al 100%.


  8. #8
    più arcipreti, meno arcigay
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    Irlanda libera... e delle migliaia di irlandesi unionisti che vivono in Ulster, che si fa? li buttiamo in mare?

    Ricordo anche che la Chiesa vietò già dagli anni '60 l'appartenenza all'IRA pena la scomunica.

  9. #9
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    Originally posted by Dreyer
    Irlanda libera... e delle migliaia di irlandesi unionisti che vivono in Ulster, che si fa? li buttiamo in mare?

    Ricordo anche che la Chiesa vietò già dagli anni '60 l'appartenenza all'IRA pena la scomunica.
    Che l'IRA sia un'organizzazione a delinquere di stampo para-comunista, per di più infiltrata da loschi personaggi legati al terrorismo internazionale non ci piove, ma che ci si debba preoccupare della sorte degli aguzzini orangisti anticattolici mi pare esagerato, anche perchè non è affatto messaq in discussione la loro sorte bensì quella dei cattolici.
    A proposito, che mi dici delle bambine cattoliche di Holy Cross, Belfast, prese a sassate dai lealisti perchè passeggiavano su un marciapiede di un quartiere controllato dai protestanti?


    lealisti orangisti in marcia con paramenti massonici

  10. #10
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    Originally posted by Bellarmino
    Che l'IRA sia un'organizzazione a delinquere di stampo para-comunista, per di più infiltrata da loschi personaggi legati al terrorismo internazionale non ci piove, ma che ci si debba preoccupare della sorte degli aguzzini orangisti anticattolici mi pare esagerato, anche perchè non è affatto messaq in discussione la loro sorte bensì quella dei cattolici.
    A proposito, che mi dici delle bambine cattoliche di Holy Cross, Belfast, prese a sassate dai lealisti perchè passeggiavano su un marciapiede di un quartiere controllato dai protestanti?


    lealisti orangisti in marcia con paramenti massonici
    guarda che hai sbagliato a capire... il sottoscritto è per l'Irlanda unita e per i diritti dei cattolici.

    però da qui ad abbracciare la causa dell'Ira come qualcuno qui sopra, penso ce ne passi, soprattutto se qualcuno dimentica che tanti protestanti non si mettono a tirare pietre ai cattolici, e viceversa.

 

 
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