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Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    Arrow SANTI - 23 luglio: Santa Brigida, mistica e patrona della Svezia e dell'Europa

    Brigida, o Brigitta, nacque a Finstad presso Uppsala in Svezia nel 1303 e morì a Roma il 23 luglio 1373, ed è perciò contemporanea di S. Caterina da Siena. Esse hanno in comune non solo singolari doni carismatici, come estasi e visioni, ma anche il vivo interesse per la pace tra gli Stati e per l'unità dei cristiani. Le Rivelazioni che Brigida ebbe durante le frequenti estasi vennero da lei trascritte in svedese e poi tradotte in latino, a formare otto grossi volumi. Questa straordinaria figura di donna si era sposata non ancora diciottenne con il nobile Ulf Gudmarsson, dal quale ebbe otto figli.

    Trascorse qualche tempo a corte come dama della regina Bianca di Namur, mantenendosi fedele alla rigida educazione cristiana impartitale da un’austera zia, e con il suo sereno distacco dagli agi mondani e con la sua fattiva carità verso i bisognosi portò a corte una ventata di fervore. Poi il marito Ulf, dopo averla accompagnata in pellegrinaggio al celebre santuario di Compostella, in Spagna, andò a chiudersi nel monastero cistercense di Alvastra, dove già viveva un loro figlio, concludendovi santamente la propria vita nel 1344. Brigida seguì allora l'esempio del marito e del figlio, ritirandosi presso Alvastra ed abbracciando coraggiosamente l'ideale monastico.

    Il nuovo orientamento dato alla sua vita servì a tradurre in atto la grande idea che coltivava da tempo: la fondazione a Vadstena di un ordine religioso che portasse il nome del SS. Salvatore e fosse strutturato su un piano del tutto originale: il monastero "doppio" sarebbe stato composto di uomini e donne, che avrebbero avuto l'unico punto d'incontro nella chiesa per la preghiera in comune. Sull'esempio della comunità apostolica (72 discepoli e 12 apostoli più S. Paolo), le varie comunità dell'Ordine, posto sotto la regola di S. Agostino, sarebbero state composte di 85 membri: 60 monache, 13 monaci, 4 diaconi e 8 fratelli laici.

    Il progetto della fondatrice ebbe l'appoggio del re di Svezia e si attuò in ben 78 monasteri in tutt'Europa, nonostante le rigide regole geometriche. L'Ordine, approvato da papa Urbano V e guidato da Roma dalla santa fondatrice, che nel 1349 aveva preso dimora a piazza Farnese nel luogo dove sarebbe poi sorta la chiesa a lei intestata, ebbe la sua più grande espansione dopo la morte di S. Brigida, sotto la direzione della sua stessa figlia, S. Caterina. Brigida di Svezia venne canonizzata nel 1391, 18 anni dopo la morte.


    (Autore: Piero Bargellini, in Santiebeati)
    Ultima modifica di emv; 02-06-20 alle 15:20 Motivo: Rititolazione a scopo classificazione argomenti

  2. #2
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  3. #3
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Amici vi chiederete cosa centra s.Brigida con S.Caterina da Siena...ebbene, oltre ad essere, praticamente una sua contemporanea, anzi, prima di Caterina, l'eccezionalità di queste due Donne si intreccia nei Disegni Provvidenziali di Dio....Poi è Compatrona d'Europa con Caterina ed entrambe avevano a cuore l'unità della Chiesa e il desiderio di riportare a Roma il Papa. S.Brigida è filo-conduttore di Dio attraverso il mistero di Maria, la Madre di Dio, Caterina da Siena è filo-conduttore con Gesù....Due Donne, due realtà diverse, due mondi diversi eppure un unico fine: Dio, la Chiesa, le anime!

    Passò la vita in preghiere e penitenze per ottenere da Dio la riconciliazione e la purificazione della Chiesa, che attraversava un momento molto difficile della sua storia.

    Adoperarsi per il ritorno del papa da Avignone fu il suo obiettivo, ma era destino che Brigida non vedesse realizzato il suo sogno, di cui passò idealmente il testimone a S. Caterina da Siena.

    Il suo destino era di seminare, non di raccogliere; di combattere, non di vincere; di camminare, non di arrivare. Troppo in anticipo, forse, rispetto ai suoi tempi, al punto che ancora oggi, all’inizio del terzo millennio, la sua figura si presenta ai nostri occhi in una luce di modernità davvero straordinaria, se pensiamo alla sua esistenza vissuta nel cuore del Medioevo.

    Una laica felicemente sposata

    Brigida Birgersdotter nacque nel 1303 a Finsta, in Svezia, quando la Scandinavia era ancora cattolica. I suoi genitori appartenevano alla più alta nobiltà e si racconta che la madre, mentre era incinta di lei, durante un viaggio rischiò di annegare in un naufragio e riuscì a salvarsi a stento. La notte seguente avrebbe udito la voce della Madonna che le diceva: "Sei stata salvata per il frutto che porti in seno. Nutrilo dunque nell’amore di Dio".

    A dieci anni Brigida ebbe la prima visione mistica di Cristo e desiderò prendere il velo, ma suo padre qualche anno dopo le impose per ragioni politiche di sposare il diciottenne Ulf Gudmarsson. Dal matrimonio nacquero otto figli, quattro maschi e quattro femmine, fra cui quella che poi divenne S.Caterina di Svezia.

    Ulf era un giovane mite e ricco di fede. Insieme diventeranno terziari francescani, dedicandosi all’educazione cristiana dei figli e alle opere di carità. Brigida sarà per vent’anni una moglie e madre esemplare. Una laica felicemente sposata.

    La vita di corte la mette in contatto con la travagliata vita sociale del suo tempo e accende in lei un vivo interesse per la politica europea. Ma poiché non ha mai smesso di pensare alla vita religiosa, studia la letteratura mistica, legge molto, principalmente la Sacra Scrittura e le opere di S.Bernardo di Chiaravalle, che portano a perfezione la sua educazione religiosa.

    Sposa e madre, dama di corte. Questa fu la sua vita per oltre vent’anni, finché il marito morì. Era il 1344. Due anni prima, al ritorno da un pellegrinaggio a Santiago de Compostela, Ulf era entrato fra i monaci cistercensi ad Alvastra.

    Per Brigida ora è il momento della svolta. Decide di indossare l’abito cinerino del Crocifisso della Verna, simbolo di povertà e penitenza. Iniziano le rivelazioni celesti, rivelazioni che le giungevano in uno stato d’estasi e che al risveglio scriveva lei stessa oppure dettava al suo confessore, attraverso le quali divenne una messaggera di Cristo per comunicare, perorare ed esortare il Papa e i prelati.



    A Roma per il Papa e per l’Europa

    Lettere, messaggi, anche invettive: contro il malcostume del tempo la sua voce ammonitrice si leva con insolita energia. Brigida ha una natura forte e volitiva, e nessuna intenzione di chiudere il proprio orizzonte fra due zolle. Per il Papa e per l’Europa si sentirà spinta a partire alla volta di Roma in occasione dell’anno santo del 1350 e da lì non se ne andrà più.

    Brigida era una grande mistica ma anche una donna molto pratica, quindi non appena si stabilì a Roma, nella casa di piazza Farnese, la adattò per i pellegrini che fossero giunti dai paesi scandinavi, a cui si offrivano ospitalità e alta spiritualità. La sua vita invece era molto austera, totale la sua povertà. La nobile figlia di Svezia dovette mendicare spesso il pane quotidiano mescolata agli altri poveri sugli scalini delle chiese di Roma.

    Invisa a molti, lei tuttavia non si lasciò mai scoraggiare dalle avversità. Una sera, si racconta, dei romani circondarono la sua casa a piazza Farnese con l’intenzione di bruciarla viva. Brigida stava proclamando ad alta voce la biblica lode all’Immacolata Tutta bella sei o Maria e il gruppo di oppositori le si scagliò contro, ma lei non si scompose e continuò a pregare.

    Appena intonò l’Ave Maris Stella i facinorosi si dispersero: in ringraziamento alla S. Vergine stabilì allora che da quel giorno questo inno venisse cantato quotidianamente in comunità. Ed è ciò che si usa fare ancora oggi nelle case brigidine di tutto il mondo: ogni giorno, prima del Vespro, si intona l’inno latino Ave Maris Stella accompagnato dalla recita di un’Ave Maria.

    Mossa dallo Spirito, la santa svedese aveva infatti fondato un Ordine contemplativo femminile e maschile, l’Ordine del SS.Salvatore – la cui Regola venne approvata nel 1370 – che disgraziatamente fu spazzato via in seguito alla Riforma protestante in Europa. Il monastero di Vadstena, culla dell’Ordine, fu saccheggiato e i religiosi dispersi.

    Ma oggi esso è più vivo che mai, grazie all’opera riformatrice della Beata Maria Elisabetta Hesselblad, che lo ha rifondato nel XX secolo.

    Il Redentore e la Corredentrice

    Molte sono le rivelazioni sulla Madonna ricevute da S. Brigida e raccolte nei suoi scritti che ci rivelano la sua profonda dottrina mariana. In esse si affermano la verità dell’Immacolata Concezione, la maternità universale di Maria e la sua missione di Corredentrice del genere umano.

    Le rivelazioni della santa richiamano spesso i simboli biblici più suggestivi applicati alla Madonna: arca, roveto ardente, aurora, giglio, calamita che attrae dolcemente i cuori a Dio.

    Le rivelazioni parlano pure della vera e falsa devozione a Maria. La vera devozione, dice S. Brigida, è quella che fa amare la Madonna specialmente con l’imitazione delle sue virtù predilette: umiltà, carità, purezza, obbedienza e povertà.

    Al centro della spiritualità di S. Brigida troviamo i misteri della Passione di Cristo e delle glorie e dolori di Maria. Brigida seppe cogliere ed evidenziare la centralità di Maria nella storia della salvezza, accanto a Cristo e unita a Cristo, secondo il piano salvifico di Dio.

    Il Redentore e la Corredentrice, inseparabili, hanno portato a compimento nel dolore e nell’immolazione la salvezza del genere umano.

    Il carisma dell’unità

    La lode incessante a Dio e l’impegno per l’unità dei cristiani caratterizzano il carisma delle suore di S. Brigida, "assidue nell’orazione... praticando l’ospitalità" secondo il precetto paolino (cfr. Romani 12, 12-13). La loro devozione è tutta incentrata sul dramma del Calvario, su Cristo crocifisso e sulla Madre Addolorata sotto la croce. Per questo il motto delle brigidine è "AMOR MEUS CRUCIFIXUS EST".

    Un segno particolare di richiamo alla riparazione, caposaldo dell’ordine brigidino, è la corona portata sul capo con i simboli delle cinque piaghe del Signore, che fa parte dell’abito religioso.

    La marianità dell’Ordine è così evidente che non appena si apre il libro delle Regole, dettate da Gesù stesso alla santa, vi si può leggere: "Io voglio istituire questo Ordine per la gloria della mia amatissima Madre".

    Nelle orazioni di S. Brigida, una pia pratica molto diffusa a cui sono legate varie promesse dello stesso Gesù, si può leggere in particolare quella di soccorrere l’anima orante al momento della morte venendo a lei "con la mia amatissima e dilettissima Madre". Sono le parole di Cristo apparsole un giorno: "Metterò il segno della mia croce vittoriosa davanti a lei per soccorrerla e difenderla contro gli attacchi dei suoi nemici... E la persona otterrà tutto quello che domanderà a Dio e alla Vergine Maria".

    Il testamento spirituale

    Ecumenismo, unità, rinnovamento interiore: questo il testamento spirituale lasciato dalla mistica venuta dal Nord. In quella che fu la sua casa a piazza Farnese, dove oggi è la curia generalizia dell’Ordine, si possono ancora visitare le sue stanze. Brigida vi morì il 23 luglio 1373. Era di sabato, giorno della Madonna. Quando sentì vicina l’ora del trapasso, si fece distendere su un tavolo, desiderando morire – così disse – sul duro legno come il suo Salvatore.

    Fu canonizzata il 7 ottobre 1391. Un data mariana anch’essa, come si può vedere. Nella Bolla di canonizzazione si affermava che la santa "per grazia dello Spirito Santo meritò di vedere visioni, di udire rivelazioni e di predire molte cose con spirito profetico", riconoscendo quindi alla mistica svedese il carisma della profezia, raramente affibbiato a una donna nella storia della Chiesa.

    Una donna tuttavia non comune, chiamata a una missione tutta particolare e per questo assistita e protetta in modo speciale da Maria. Per Lei Brigida compose anche un Sermone e ben nove volumi di rivelazioni.

    Le braccia materne di Dio

    Profetessa dei tempi nuovi, questa grande santa scandinava, che lavorò instancabilmente per la pace in Europa in un tempo contrassegnato da divisioni religiose, guerre e squilibri politici, è stata dichiarata da Giovanni Paolo II (con Motu proprio del 1° ottobre 1999) compatrona d’Europa, insieme a S. Edith Stein e a S. Caterina da Siena.

    Tre sante per la "casa comune": una svedese, una polacca e un’italiana; una aristocratica, una borghese ebrea, la figlia di un mercante. Tre mistiche uguali e diverse che hanno osato scavalcare le convenzioni sociali e addirittura proporre, sotto l’impulso dello Spirito, un autentico risveglio nella Chiesa (i monasteri sognati da S. Brigida, con monache e monaci sotto una badessa che doveva rappresentare Maria, sono tutt’oggi un modello di altissima avanguardia), ascoltate da papi e potenti della terra per il loro essere canale della voce divina.

    Pellegrine dell’assoluto, esse hanno viaggiato in un’epoca in cui le donne viaggiavano pochissimo e quelle poche che viaggiavano lo facevano con grandi difficoltà. Non c’erano infatti i jet supersonici di oggi e i contatti non erano veloci come adesso nell’era del computer e di Internet che veicola messaggi in tempo reale.

    In epoche diverse e lontane sono state nel mondo le braccia materne di Dio e, guardando ogni volta a Maria, hanno additato una strada – fra terra e cielo – per abitare da dentro, e concretamente, l’utopia che si avvicina.



    Il presente articolo è tratto da:
    Santa Brigida di Svezia
    1303-1373 - Compatrona d'Europa

    Maria Di Lorenzo

    dal sito:

    http://www.gesuiti.it/moscati/Italia...igida_MDL.html

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    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

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    Lightbulb Re: 23 luglio: Santa Brigida, mistica e patrona della Svezia e dell'Europa

    8 ottobre 2017: DOMENICA DICIOTTESIMA DOPO LA PENTECOSTE; Santa Brigida, fondatrice dell’Ordine del S. Salvatore...



    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Diciottesima dopo la Pentecoste
    http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom18.htm
    “DOMENICA DICIOTTESIMA DOPO LA PENTECOSTE.”

    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 8 ottobre. Santa Brigida, vedova
    http://www.unavoce-ve.it/pg-8ott.htm
    “8 OTTOBRE SANTA BRIGIDA, VEDOVA.”






    Santa Messa domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz stamattina 8 Ottobre 2017 alle ore 10.30 a Paese (Tv); Santa Brigida, DOMENICA DICIOTTESIMA DOPO LA PENTECOSTE:



    "XVIII domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=G0cPOFsajfY
    XVIII domenica d. Pentecoste (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=xp6KdfZBkXM
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php"







    Santa Brigida - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santa-brigida/
    “8 ottobre, Santa Brigida, Vedova (Finsta, 1303 – Roma, 23 luglio 1373), religiosa e mistica svedese.

    Con cuori confidenti a te ci rivolgiamo, Beata Brigida, per domandare in questi tempi di oscurità e di miscredenza la tua intercessione in favore di quelli che sono separati dalla Chiesa di Gesù Cristo. Per la chiara cognizione che tu avesti dei crudeli patimenti del nostro Crocifisso Salvatore, prezzo della nostra redenzione, ti supplichiamo di ottenere la grazia della fede a coloro che sono fuori dell’unico ovile, cosi che le disperse pecorelle possano ritornare all’unico vero Pastore. Così sia.”








    https://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/







    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch/
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    “Dix-huitième Dimanche après la Pentecôte.”




    “Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Dix-huitième Dimanche après la Pentecôte : laxisme et scrupule.
    http://prieure2bethleem.org/predica/2016_09_18.mp3”






    “8 Octobre : Sainte Brigitte de Suède, Veuve, Fondatrice d'Ordre (1302-1373).”













    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    http://www.radiospada.org/
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
    “8 ottobre 2017: DOMENICA DICIOTTESIMA DOPO LA PENTECOSTE.”





    “8 ottobre 2017: Santa Brigida, vedova.

    Brigida di Svezia, santa, fondatrice dell’Ordine del S. Salvatore. Il monastero delle Clarisse di S. Lorenzo in Panisperna fu santificato dalla sua presenza e da quella di sua figlia, Caterina. La salma deposta il 27 luglio 1371 in un sarcofago d’epoca romana, che ancora oggi si conserva nella cappella a lei dedicata, venne traslata in Svezia il 2 dicembre dello stesso anno. Nella chiesa romana sono conservati l’osso del femore e parte di un suo braccio. Quest’ultimo è stato da pochi anni portato nella chiesa di S. Brigida in Piazza Farnese e nell’attiguo convento, nel quale la santa morì, vi sono altre sue reliquie. Sotto l’altare della cappella di S. Brigida a S. Lorenzo in Panisperna sono conservate, in una cassetta di metallo, i resti di una martire di nome Vittoria, che viene festeggiata nella chiesa il 23 dicembre. Fino a pochi anni fa il suo corpo era visibile attraverso un cristallo.
    M.R.: 23 luglio - A Roma il natale di santa Brigida Vedova, la quale, dopo molti pellegrinaggi ai Luoghi Santi, ripiena dello Spirito divino si riposò. La sua festa si celebra l’otto Ottobre. 8 ottobre - Santa Brigida Vedova, il cui giorno natalizio si commemora il 23 Luglio, e la sua Traslazione il sette di questo mese.”
















    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Diciottesima dopo la Pentecoste
    http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom18.htm
    “DOMENICA DICIOTTESIMA DOPO LA PENTECOSTE.

    Il Paralitico che porta il suo letto è il soggetto del Vangelo di oggi e dà il nome alla decimaottava domenica dopo Pentecoste. Si è notato che l'ordine del Messale colloca questa domenica dopo le quattro Tempora di autunno. Non discuteremo coi liturgisti del Medio Evo, per sapere se ciò si deve al fatto di aver preso il posto della domenica che seguiva sempre l'ordinazione dei sacri ministri, nel modo che altrove abbiamo spiegato (Sabato delle quattro Tempora d'Avvento). Antichissimi manoscritti, Sacramentari e Lezionari la chiamano con questo nome, usando la formula ben nota: Dominica vacat [1].
    Si osserva non senza interesse che la Messa di oggi è la sola in cui l'ordine delle letture tratte da san Paolo e formanti il soggetto dell'Epistola, è invertito, dopo la sedicesima dopo Pentecoste. La lettera agli Efesini che già si leggeva e sarà poi continuata, è interrotta, per far posto al passo della prima lettera della prima Lettera ai Corinti nel quale l'Apostolo rende grazie a Dio, per l'abbondanza dei doni gratuiti concessi in Cristo alla Chiesa. Ora, i poteri conferiti per l'imposizione delle mani ai ministri della Chiesa sono il dono più meraviglioso che terra e cielo conoscano e d'altro lato le altre parti della Messa si riferiscono esse pure, come si vedrà, alle prerogative del novello sacerdozio.
    La liturgia di questa domenica offre dunque uno speciale interesse quando si incontra all'indomani delle Quattro Tempora di settembre, ma questo incontro è ben lontano dall'essere regolare, oggi almeno, e non sapremo fermarci di più su queste considerazioni, senza entrare, in modo troppo esclusivo, nel campo dell'archeologia e passare i limiti che ci siamo imposti.
    MESSA
    L'Introito delle Messe domenicali dopo la Pentecoste è sempre stato tratto dai salmi. Scorrendo il salterio dal salmo 12 al 118 la Chiesa, senza tornare indietro nell'ordine di questi sacri canti, ha potuto scegliere in essi l'espressione adatta ai sentimenti che voleva manifestare nella liturgia. Da oggi in poi le Antifone dell'Introito saranno chieste ad altri libri dell'Antico Testamento, fatta eccezione di una volta sola in cui il libro della lode per eccellenza sarà messo a profitto. Oggi Gesù figlio di Sirac, l'autore ispirato dell'Ecclesiastico, chiede a Dio di realizzare la fedeltà dei profeti del Signore per mezzo del compimento di quello che essi hanno annunziato. Interpreti delle parole divine sono i pastori, che la Chiesa manda in suo nome a predicare la salvezza e la pace. Chiediamo anche noi che la parola della loro bocca non sia mai senza efficacia.
    EPISTOLA (1Cor 1,4-9). - Fratelli: Rendo continuamente grazie al mio Dio per voi, per la grazia di Dio, che vi ha dato in Cristo Gesù, perché siete stati in lui arricchiti in tutte le cose, nella parola e nella scienza, essendo stata così confermata in voi la testimonianza di Cristo, in maniera che nulla in nessuna grazia vi manca, nell'attesa della manifestazione di nostro Signore Gesù Cristo, che vi custodirà fino alla fine senza peccato per il giorno della venuta di nostro Signore Gesù Cristo.
    I sentimenti della Santa Chiesa.
    L'ultima venuta del Figlio di Dio non è ormai più lontana. L'approssimarsi della fine, che darà alla Chiesa il pieno possesso dello Sposo raddoppia le sue speranze, ma il giudizio finale, che porterà alla condanna di molti suoi figli, assomma in essa paura e desiderio e questi due sentimenti si manifesteranno d'ora in poi più sovente nella Santa Liturgia.
    L'attesa fu sempre per la Chiesa il motivo della sua stessa esistenza. Separata dallo Sposo, per quanto riguarda la visione della sua divina bellezza, non avrebbe fatto che sospirare nella valle d'esilio dal suo nascere, se l'amore che la spinge non l'avesse indotta a spendersi continuamente per colui al quale tutto il suo cuore tendeva dimenticando se stessa. Senza calcolo, si è donata nella fatica, nella sofferenza, nella preghiera, nelle lacrime, ma la sua dedizione, per quanto generosa, non la ha fatto dimenticare la speranza. L'amore senza desiderio non è la virtù della Chiesa, anzi lo condanna nei suoi figli come un'ingiuria allo Sposo.
    All'inizio le sue aspirazioni erano così legittime e veementi insieme che la Sapienza eterna volle aver cura della Sposa nascondendole la durata dell'esilio. L'ora del suo ritorno è l'unico punto sul quale Gesù, interpellato dagli Apostoli, rifiutò d'informare la sua Chiesa (Mt 24,3-36). Quel segreto fa parte del piano generale del governo divino sul mondo, ma nell'Uomo-Dio è anche compassione e tenerezza: la prova sarebbe stata troppo crudele, era meglio lasciare la Chiesa nella convinzione, d'altra parte rispondente a verità, che la fine era prossima davanti a Dio, per il quale mille anni sono come un giorno (2Pt 3,8).
    Attesa di Colui che viene.
    Questo ci spiega il compiacimento con cui gli Apostoli, interpreti delle aspirazioni della Santa Chiesa, ritornano continuamente nelle loro parole sull'affermazione della prossima venuta del Signore. Il cristiano, san Paolo ce lo ha detto or ora due volte nella stessa frase, è colui che attende la manifestazione di Nostro Signore Gesù Cristo quando verrà. Egli applica, nella lettera agli Ebrei, alla seconda venuta i sospiri infiammati dei profeti che desideravano la prima e dice: Ancora poco, pochissimo tempo e colui che deve venire verrà senza tardare (Ebr 10,37). Nella nuova come nell'antica alleanza l'Uomo-Dio, in vista della sua attesa manifestazione finale, si presenta come colui che viene, colui che deve venire (Ap 1,8). La storia del mondo si chiuderà con l'annuncio del suo arrivo: Ecco lo Sposo che viene! (Mt 25,6).
    "Cingendo dunque spiritualmente i vostri fianchi, dice a sua volta san Pietro, pensate alla gloria del giorno in cui il Signore si manifesterà: Attendetelo, speratelo con una speranza perfetta" (1Pt 1,5,7,13).
    Il miracolo.
    Se il pericolo sarà grande nell'ultimo giorno in cui le forze dei cieli saranno sconvolte (Mt 24,29), il Signore, lo dice la nostra Epistola, ha cura di confermare in noi la sua testimonianza e di irrobustire la nostra fede con la manifestazione della sua potenza. E come per dimostrare vera quest'altra parola della stessa Epistola, che egli confermeràin tal modo sino alla fine quelli che credono in Lui nei nostri tempi che preannunciano la fine, i prodigi si moltiplicano.
    Dappertutto il miracolo si afferma al cospetto del mondo, le mille voci della pubblicità moderna ne portano l'eco in capo al mondo. Nel nome di Gesù, nel nome dei suoi santi, soprattutto nel nome della sua Madre Immacolata, che prepara il finale trionfo della Chiesa, i ciechi vedono, gli storpi camminano, i sordi odono e le malattie del corpo e dell'anima perdono di colpo il loro dominio. La manifestazione della potenza soprannaturale si è fatta così intensa che i servizi pubblici, ostili o meno, devono tenerne conto e perfino le ferrovie si piegano alla necessità di portare i popoli nei luoghi benedetti nei quali Maria si è manifestata. L'empio può dire fin che vuole nel suo cuore: Dio non c'è (Sal 13,1), ma, se egli non capisce la testimonianza divina, vuol dire soltanto che in lui corruzione od orgoglio prevalgono sopra l'intelligenza.
    Ringraziamento.
    Ringrazieremo di cuore Dio per la generosità misericordiosa della quale dà prova verso di noi. Mai i suoi gratuiti doni furono necessari come nei tristi tempi nostri. Per noi non si tratta certo di promulgare il Vangelo, ma gli sforzi dell'inferno si sono fatti contro di esso tali che, per sostenerlo, occorre dal cielo uno spiegamento di potenza pari a quello, in certe cose, di cui la storia delle origini della Chiesa ci traccia il quadro.
    Chiediamo al Signore degli uomini potenti in parole e in opere, otteniamo che l'imposizione delle mani produca più che mai negli eletti al sacerdozio il suo pieno risultato e li renda ricchi in tutte le cose e specialmente nella parola e nella scienza. I nostri tempi, nei quali pare che tutto sia compromesso, vedano almeno la luce della salvezza brillare viva e pura per l'impegno dei condottieri dell'esercito di Cristo. I compromessi e le vigliaccherie della generazione in cui tutto intristisce e scema non portino questi novelli cristi a sminuirsi essi pure, né a lasciar mutilare nelle loro mani la misura dell'uomo perfetto (Ef 4,13), loro confidata, perché la applichino fino alla fine ai cristiani desiderosi di osservare il Vangelo. La loro voce, a dispetto delle minacce e dominando il tumulto delle passioni scatenate, possa risonare dappertutto ferma e vibrante come conviene all'eco del Verbo!
    VANGELO (Mt 9,1-8). - In quel tempo, montato Gesù in una barca, traversò il lago e andò nella sua città. Ed ecco gli presentarono un paralitico steso su un letto. E vedendo la loro fede, Gesù disse al paralitico: "Abbi fiducia, figliolo, ti son rimessi i tuoi peccati". Allora alcuni Scribi dissero tra sé: "Costui bestemmia". E Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse: "Perché pensate male nei vostri cuori? Che cosa è più facile dire: 'Alzati e cammina', o dire: 'Ti sono rimessi i tuoi peccati'? Ora, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha potestà sulla terra di rimettere i peccati: Alzati, disse al paralitico, prendi il tuo letto e va' a casa tua". Ed egli si alzò e andò a casa sua. Ciò vedendo la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio, che dà agli uomini un così grande potere.
    Doveri dei Pastori.
    Nel secolo XII in molte chiese dell'occidente si leggeva oggi al Vangelo il passo del libro sacro in cui Gesù parla degli Scribi e dei Farisei, che si sono seduti sulla cattedra di Mosè (Mt 23,1-12). L'abate Ruperto che ci rivela questo particolare nel libro Dei divini Uffici, confronta felicemente questo vecchio Vangelo e l'Antifona dell'Offertorio ancora in uso nella quale si parla pure di Mosè. "L'Ufficio di questa domenica, dice Ruperto, a chi nella casa del Signore presiede e ha ricevuto cura di anime, insegna in modo eloquente il modo di comportarsi nella sua posizione di superiore, in cui la vocazione divina lo ha collocato. Egli non sia come questi uomini, che occupano indegnamente la cattedra di Mosè, ma sia piuttosto come Mosè stesso, che, nell'Offertorio e nei suoi versetti, presenta un ottimo modello a chi è capo nella Chiesa. I pastori di anime devono infatti sapere per quale motivo essi occupano un posto più alto e saperlo non tanto per governare quanto per servire" (Dei divini Uffici, xii, 18).
    L'Uomo-Dio diceva dei maestri giudei: Fate quello che vi dicono, ma non fate quello che fanno, perché essi dicono bensì quello che si deve fare, ma non fanno quello che dicono. Differentemente da questi indegni depositari della Legge, quelli che occupano la cattedra della verità "devono insegnare e agire in modo conforme al loro insegnamento, dice il Ruperto, ossia prima devono operare, per insegnare poi con efficacia. Non ambiscano onori e titoli, ma vogliano, come di Mosè è detto nell'Offertorio, perseguire l'unico scopo di addossarsi i peccati del popolo e riuscire ad allontanare da coloro che sono loro affidati la collera di Dio" (ibidem).
    Poteri dei Pastori.
    In seguito il Vangelo degli Scribi e dei Farisei seduti sulla cattedra di Mosè fu riservato al Martedì della seconda settimana di Quaresima, ma quanto è oggi ancora in uso non allontana affatto i nostri pensieri dalla considerazione dei poteri sopraeminenti del sacerdozio, che sono bene comune dell'umanità rigenerata. L'attenzione dei fedeli in questo giorno era una volta diretta al diritto di insegnare dato ai pastori, ora invece si ferma sulla prerogativa che questi stessi uomini hanno di perdonare i peccati e guarire le anime. Una condotta in contrasto con il loro insegnamento non toglie nulla all'autorità della cattedra sacra dalla quale dispensano ai figli della Chiesa e in suo nome il pane della dottrina e, allo stesso modo, l'indegnità della loro anima sacerdotale non indebolisce nelle loro mani la potenza delle chiavi auguste che aprono il cielo e chiudono l'inferno, perché è il Figlio dell'uomo, è Gesù che solleva dai loro falli gli uomini suoi fratelli e le sue creature, avendone prese su di sé le miserie e riscattati con il suo sangue i delitti (Ebr 2,10-18).
    Il perdono dei peccati.
    È sempre stato particolarmente caro alla Chiesa l'episodio del paralitico, che fu per Gesù occasione di affermare che il figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati. Fino dalle origini del Cristianesimo vedemmo l'eresia negare alla Chiesa il potere di perdonare in nome di Dio, potere da essa avuto dal suo divino Capo. Ciò è condannare a morte, senza remissione, un numero incalcolabile di suoi figli, sfortunatamente ricaduti dopo il Battesimo e che il sacramento della Penitenza guarisce. Quale tesoro potrebbe una madre difendere con più energia che il rimedio dal quale dipende la vita dei suoi figli? Perciò la Chiesa colpì con i suoi anatemi e cacciò dal suo seno i Farisei della legge nuova, i quali, come i loro padri del giudaismo, misconoscevano la misericordia infinita e la portata del grande mistero della Redenzione.
    Anche la Chiesa, come Gesù alla presenza dei suoi contraddittori, gli Scribi, aveva compiuto un prodigio davanti ai settari, senza potere tuttavia meglio dell'Uomo-Dio convincerli della realtà del miracolo di grazia operato invisibilmente dalle sue parole si remissione e di perdono. La guarigione esterna del paralitico fu insieme figura e prova della guarigione della sua anima ridotta prima all'impotenza; ma il paralitico rappresentava un altro malato: il genere umano che giaceva da secoli immobile nella sua colpa. L'Uomo-Dio era ormai tornato al cielo quando la fede degli Apostoli compì il primo prodigio di portare ai piedi della Chiesa il mondo invecchiato nei suoi mali e la Chiesa, vedendo il genere umano docile all'impulso dei messaggeri del cielo e già partecipe della loro fede, trovò per lui nel suo cuore di madre le parole dello sposo: Confida, figlio mio, ti sono perdonati i tuoi peccati. Sotto gli occhi attoniti della filosofia scettica e confondendo la rabbia dell'inferno, tosto il mondo si alzò dal suo ignominioso giaciglio, mostrando che gli erano state rese le sue forze, lo si vide caricarsi sulle spalle, nel travaglio della penitenza e della repressione delle passioni, il letto della sua malattia e della sua impotenza in cui l'avevano inchiodato per lungo tempo l'orgoglio, la carne e la cupidigia. Da quel momento, fedele alla parola del Signore e ripetutagli dalla Chiesa, il mondo è in marcia, per tornare a casa sua, il paradiso, dove l'attendono le gioie feconde dell'eternità! La moltitudine delle corti angeliche, vedendo sulla terra uno spettacolo simile di rinnovazione e di santità (Lc 5,26) è presa da stupore e glorifica Dio, che ha dato agli uomini una potestà così grande.
    Mosé modello dei sacerdoti.
    L'Offertorio ricorda l'altare figurativo, innalzato da Mosè per ricevere le offerte della legge in attesa, che annunziava il grande sacrificio preparato in quel momento sotto i nostri occhi. Riferiamo dopo l'Antifona i versetti una volta in uso. Mosè appare in essi come il tipo dei profeti fedeli, che salutiamo nell'Introito, come il modello di questi veri capi del popolo di Dio, che si votano ad ottenere misericordia e pace per coloro che essi guidano. Dio lotta con essi e si lascia vincere e, in compenso per la loro fedeltà, li immette alle più intime manifestazioni della sua luce e del suo amore. Il primo versetto ci mostra il sacerdote nella sua vita pubblica di intercessione e di impegno per gli altri, il secondo ci presenta la sua vita privata nutrita di contemplazione. Nessuno si stupirà per la lunghezza di questi versetti che, cantati dal coro, occuperebbero un tempo ben più lungo di quello oggi richiesto dall'offerta dell'ostia e del calice, perché occorre ricordare che una volta tutta l'assemblea prendeva parte all'offerta del pane e del vino necessari per il sacrificio. Così le poche parole cui si riduce oggi il Communio erano l'Antifona di un salmo designato per ciascun giorno nei vecchi antifonari. L'Antifona è presa da quel salmo, a meno che, essendo presa da qualche altro libro della Scrittura, si torni al salmo dell'Introito. Si cantava il salmo, ripetendo l'Antifona dopo ciascun versetto, per tutto il tempo che durava la partecipazione dei fedeli al sacro banchetto.
    OFFERTORIO. - Mosè consacrò al Signore un altare, offrendo su di esso olocausti e immolando vittime, e compì il sacrificio della sera, profumo soavissimo per il Signore Iddio, in presenza dei figli di Israele.
    V/. Il Signore parlò a Mosè dicendo: Sali verso di me sulla montagna del Sinai e fermati in piedi sulla sua sommità. Mosè, alzatosi, salì sulla montagna dove Dio gli aveva dato appuntamento e il Signore discese fino a lui in una nube e gli stette davanti alla sua faccia. Mosè, alla vista di Lui, si prostrò e adorò dicendo: Ti prego, o Signore, perdona i peccati del tuo popolo. E il Signore gli disse: Farò come tu hai detto. Allora Mosè compì il sacrificio della sera.
    V/. Mosè pregò il Signore e disse: Se ho trovato gradimento presso di Te, mostrati a me svelato, perché io possa contemplarti. E il Signore gli parlò così. Nessun uomo, se mi vede, potrà vivere, ma trattieniti sull'alto della roccia e la mia destra ti coprirà mentre io passerò. Quando sarò passato, toglierò la mia mano e allora tu vedrai la mia gloria, senza che io ti riveli la mia faccia, perché io sono Dio, che manifesta sulla terra cose degne di meraviglia. Allora Mosè compì il sacrificio della sera.
    PREGHIAMO
    Fa', o Signore, che la tua grazia diriga i nostri cuori, perché senza il tuo aiuto non possiamo fare nulla degno di te.

    [1] Thomasii, Edit. Vezzosi, t. v, pp. 148, 149, 309.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 504-511."



    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 8 ottobre. Santa Brigida, vedova
    http://www.unavoce-ve.it/pg-8ott.htm
    “8 OTTOBRE SANTA BRIGIDA, VEDOVA.

    Brigida e Caterina da Siena.
    Santa Brigida, meno conosciuta di santa Caterina da Siena, che visse poco dopo di lei, le somiglia sotto molti aspetti. A differenza della vergine senese, Brigida accettò le nozze per obbedire alla volontà del padre, ispirata per questo dallo Spirito Santo. La sua vita, come la vita di Caterina, brillò poi nella Chiesa per le rivelazioni avute dal cielo e comunicate al mondo e per i passi fatti presso il Papato, per riportarlo a Roma, dalla quale era assente da lungo tempo.
    Le rivelazioni.
    “Signore, chi vi ha trattato così?”. “Quelli che trascurano e dimenticano il mio amore”, aveva risposto il Signore e, poco tempo dopo, aveva aggiunto: “Io sono il Creatore di tutte le cose ... Tu sarai la mia Sposa, vedrai le cose spirituali e penetrerai i segreti celesti e il mio spirito sarà con te fino alla morte. Sappi che non parlo a te per te sola, ma per tutti i cristiani … “. Sbigottita dalle rivelazioni, Brigida si rifugiava nelle mortificazioni e trovava coraggio esponendo con confidenza al confessore le grazie che riceveva e immolando la sua volontà. Dio però la rassicurava: “Ti ho solo comandato di onorare Dio, di credere che nulla esiste senza di Lui e di amare rettamente il mondo, che e fatto per l'uomo. Lo spirito delle tenebre ti insegnerà il contrario, ma tu forma bene la tua coscienza. Col mio consenso il demonio può mettere alla prova i miei servitori, ma non potrà mai dominare le anime, che credono in me e mi riserbano il loro amore. Lo spirito increato non fa posto ad altro amore che a quello di Dio, nel quale tutti gli amori si riassumono. Lo spirito creato desta nell'anima i cattivi desideri dai quali è mossa e la getta nell'amarezza, predica il nulla delle gioie future, la vanità dei beni eterni e l'annega nell'impurità di cui si pasce. Lo Spirito Santo invece rivela la vanità del mondo in modo che l'anima vorrebbe fuggire le sozzure della terra, per slanciarsi verso di me”
    Così Dio rassicurava la sua serva umile e fedele e noi, dagli effetti prodotti nell'anima nostra, possiamo così conoscere a quale spirito obbedisce, se allo Spirito Santo o allo spirito del male.
    Brigida non era pienamente contenta della presenza e delle rivelazioni del suo Dio e avrebbe desiderato di vivere in un chiostro, lontano dagli sguardi, dall'ammirazione e dalle vanità del mondo. Ma Dio, come aveva fatto una volta con i profeti, la strappò alla solitudine e le affidò faticose missioni.
    Alla corte di Stoccolma.
    Dovette ricomparire a corte, che aveva abbandonato dopo la morte dello sposo, e denunciò alla presenza del re, della regina e dei cortigiani il lusso della corte fastosa e i piaceri ai quali le anime si abbandonavano ammonendo che Dio avrebbe punito senza pietà, se non si tornava ad una vita più semplice e se si continuava ad opprimere, con ingiuste imposizioni, i poveri, che vivevano in miseria.
    Fu ricevuta dal sovrano con deferenza e la sua parola, appoggiata da miracoli, convertì molti peccatori e il re stesso si impegnò nella riforma della sua vita e del suo regno.
    La missione presso il Papa.
    La volontà divina le impose una missione anche più delicata: "Scrivi da parte mia al Papa Clemente (VI) ciò che ti dico". Brigida conosceva quanto male avesse fatto alla cristianità l'esilio del Papato ad Avignone e non ignorava le lotte in cui i Papi si erano immischiati e il lusso della loro corte. Dovette scrivere al Papa delle rovine che Dio gli minacciava, se non si fosse impegnato a mettere pace tra il re di Francia e il re di Inghilterra e se non avesse personalmente rinunciato alle ambizioni e cupidigie delle quali si compiaceva. Il Papa ricevette la lettera con rispetto e cercò di tenerne conto, ma, pur convocando a Roma i pellegrini del mondo intero per lucrarvi l'indulgenza del Giubileo del 1350, non si mosse da Avignone. Brigida dovette attendere fino al 16 ottobre del 1367 per vedere Papa Urbano V rientrare in Roma.
    Andò allora sollecitamente a gettarsi ai piedi del Pontefice, per esporgli i desideri di Dio per la riforma della Chiesa e la santità della Curia Romana. Ebbe la gioia di vedere che Urbano V non trascurava i consigli e correggeva gli abusi, che disonoravano la Chiesa,
    mentre risorgevano dalle rovine i santuari e il potere supremo del Papa veniva riconosciuto dal popolo di Roma, dai baroni e dall'imperatore.
    Purtroppo non erano passati tre anni e Papa Urbano, scoraggiato, abbandonava ancora una volta il sepolcro degli Apostoli. La santa lo aveva predetto; egli rivide Avignone per morirvi. Gli succedette Ruggero di Belforte, nipote di Clemente VI, col nome di Gregorio XI: il Papa che avrebbe posto fine per sempre all'esilio, rientrando in Roma.
    La morte.
    Ma Brigida è al termine dei suoi giorni e altri raccoglieranno nella gioia quello che lei ha seminato nel dolore: sarà Caterina da Siena a condurre il Vicario di Cristo nella città santa dopo che lei sarà morta. Brigida infatti nel 1371 parte per i Luoghi santi, testimoni della Vita e della Morte del Cristo, e, nel ritorno da questo ultimo pellegrinaggio, lontana dalla sua terra natale, in Roma, di cui non ha potuto far cessare la desolata vedovanza, rende la sua anima a Dio. La figlia, Caterina, raccoltene le spoglie, le portò in Scandinavia.
    Fu deposta nel monastero ancora incompiuto di Vadstena, destinato ad essere la sede dell'Ordine del Salvatore il cui disegno, come tutte le imprese imposte da Dio a Brigida, doveva realizzarsi solo dopo la sua morte. Circa venticinque anni prima aveva ricevuto l'ordine di fondare e, quasi contemporaneamente, quello di abbandonare quel pio asilo quasi che il Signore volesse farle intravvedere la tranquillità di quel luogo, per meglio crocifiggerla con una vita nella quale intendeva spingerla proprio in quel momento. Severità che Dio usa con i suoi intimi, sovrana indipendenza dei suoi doni! Già nella giovinezza Dio aveva lasciato che Brigida sognasse il giglio, attributo dei vergini, e tosto le aveva rivelato che quel fiore, che egli predilige, non era per lei. Invano ho gridato verso di lui,diceva il profeta durante la prigionia, che poteva figurare quella di cui Brigida gustò tutta l'amarezza, invano ho gridato verso di lui e l'ho supplicato: ha respinto la mia preghiera, mi ha sbarrata la strada con pietre da costruzione, ha rovesciato i miei sentieri (Geremia, Lamentazioni 3, 8-9).
    Il Rosario di santa Brigida.
    Ricordiamo che Brigida morì il 23 giugno del 1373 e la data dell'otto ottobre e l'anniversario del giorno in cui per la prima volta, l'indomani della canonizzazione, Bonifacio IX celebrò la Messa della Santa (7 e 8 ottobre 1391). Martino V confermò poi gli atti di Bonifacio IX in onore d ella santa e approvò le sue rivelazioni, che, aspramente osteggiate nei concili di Costanza e di Basilea, guadagnarono maggiormente favore nella pietà dei fedeli. Sono note le indulgenze annesse al Rosario, che porta il nome di santa Brigida, frequentemente applicate oggi, per concessione della Santa Sede alle corone in uso. Conviene però ricordare che la corona di santa Brigida si componeva di 63 Ave Maria, di 7 Pater e di 7 Credo in onore degli anni che si presume abbia vissuti in terra Maria Santissima, delle sue sette allegrezze e dei suoi sette dolori. Il pensiero di onorare Maria la indusse perfino ad affidare il superiorato alla Badessa nei doppi monasteri del suo Ordine del Salvatore.

    VITA. - Brigida nacque in Svezia nel 1302 e, nella sua infanzia, fu favorita della visione della Passione del Signore. Sposata a Ulf, principe di Nericia, seppe così bene avviarlo ad imitare la sua pietà che questi volle poi entrare in un monastero di Alvastra ove morì nel 1344. Brigida si avviò allora ad una vita molto austera e ne fu presto ricompensata con eccezionali favori soprannaturali, visioni ed estasi. Nel 1346 fondò l'Ordine del santo Salvatore e scrisse a Papa Clemente VI per chiedergli che si impegnasse nella riforma della Chiesa, lasciasse Avignone e rientrasse a Roma. Nel 1350 fu a Roma lei stessa, per lucrare l'indulgenza del giubileo, e poi visitò santuari d'Italia e di Palestina. Tornò a Roma nel 1373 e vi morì. Il suo corpo fu portato in Svezia dalla figlia Caterina. Bonifacio IX iscrisse Brigida nel catalogo dei Santi, il 7 ottobre del 1391.

    La venuta a Roma.
    Sii benedetta da tutti i popoli, o donna forte, sostegno della Chiesa in tempi tristissimi. Mentre la terra, impoverita di virtù, non pagava più al Supremo Signore il suo tributo, fosti il tesoro scoperto alle estreme frontiere (Prov. 31, 10) per esprimersi con la Scrittura, il quale compensò la miseria di tutti. Sollecitata dagli Apostoli e dai santi Martiri, lo Spirito ti condusse sui luoghi dove essi versarono il sangue per lo Sposo e sembrasti allora una nave, che da lontani orizzonti reca nutrimento e vita (ibid. 31, 14) alle regioni desolate dalla sterilità e Roma, esausta, ritrovò speranza, espiò, seguendo
    il tuo esempio, le colpe dalle quali era derivato l'abbandono, e le tue suppliche le riportarono il cuore dello Sposo e quello del suo Vicario in terra.
    La sofferenza.
    Il tuo compito era soffrire e faticare e quando l'opera tua si compiva con gioia di tutti avevi già lasciata la terra, come gli eroi dell'Antico Testamento che salutavano da lontano le promesse, che si sarebbero realizzate per altri, e affermavano di essere su questa terra stranieri e di passaggio (Ebr. 11, 13). Come loro cercavi una patria (ibid. 14) non quella che avevi abbandonata e nella quale ti era comodo ritornare (ibid. 15), ma la sola vera patria, quella dei cieli (ibid. 16). Dio stesso si gloriava di essere chiamato tuo Dio.
    Preghiera.
    Dall'eterna città dove è terminato il tuo esilio custodisci in noi il frutto dei tuoi esempi e dei tuoi insegnamenti. Nonostante l'attuale riduzione, il tuo Ordine del Salvatore li perpetua nelle regioni ove ancora esiste e possa un giorno rivivere a Vadstena con lo splendore di un tempo. Riporta, per mezzo suo e dei suoi emuli, la Scandinavia alla fede, così sventuratamente perduta del suo Apostolo Anscario e di Eric e Olaf, suoi re martiri. Proteggi infine Roma, che ti fu dal Signore particolarmente affidata e risparmiale di dover subire un'altra volta la terribile prova per allontanare la quale tu impegnasti tutta la tua vita.
    da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1157-1161.”





    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: 23 luglio: Santa Brigida, mistica e patrona della Svezia e dell'Europa

    8 OTTOBRE 2018: SANTA BRIGIDA DI SVEZIA, religiosa e mistica, Fondatrice dell'Ordine del Santissimo Salvatore...



    «8 OTTOBRE SANTA BRIGIDA, VEDOVA.»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 8 ottobre. Santa Brigida, vedova
    http://www.unavoce-ve.it/pg-8ott.htm




    http://www.sodalitium.biz/santa-brigida/
    «8 ottobre, Santa Brigida, Vedova (Finsta, 1303 – Roma, 23 luglio 1373), religiosa e mistica svedese.

    Con cuori confidenti a te ci rivolgiamo, Beata Brigida, per domandare in questi tempi di oscurità e di miscredenza la tua intercessione in favore di quelli che sono separati dalla Chiesa di Gesù Cristo. Per la chiara cognizione che tu avesti dei crudeli patimenti del nostro Crocifisso Salvatore, prezzo della nostra redenzione, ti supplichiamo di ottenere la grazia della fede a coloro che sono fuori dell’unico ovile, cosi che le disperse pecorelle possano ritornare all’unico vero Pastore. Così sia. »
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-1-237x300.jpg





    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio – Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”



    Ottobre , mese del Santo Rosario - Centro Studi Giuseppe Federici
    http://www.centrostudifederici.org/o...santo-rosario/


    "Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 75/18 dell’8 ottobre 2018, Santa Brigida
    http://www.centrostudifederici.org/r...one-comunista/ "





    https://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=172
    "Le preghiere di Santa Brigida
    Da recitarsi per 12 anni e le Quindici Orazioni da recitarsi per 1 anno. Questa é l'autentica devozione a Santa Brigida con tutti i privilegi concessi da Nostro Signore Gesù Cristo secondo le sue promesse! La versione ufficiale é stata comunicata da suor M. Karin, segretaria della Curia Generalizia Casa di Santa Brigida in Roma. Il libro ha l'imprimatur dell'ordine di Santa Brigida."
    https://www.edizionisegno.it/img.asp...SBRIGIDA%2Ejpg










    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...e2&oe=5C4736C8





    “SANTA BRIGIDA DI SVEZIA
    Vedova, Fondatrice dell'Ordine del Santissimo Salvatore.

    Doppio.
    Paramenti bianchi.
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 8 ottobre. Santa Brigida, vedova
    Santa Brigida nacque nel giugno 1303 nel castello di Finsta presso Uppsala, in Svezia. Nobile Svedese, figlia di Birger Petersson, lagman (governatore) dell’Uppland, e di madre (Ingeborg Bengtsdotter) pure di sangue reale, fu educata santamente dai piissimi genitori e da una zia. Fin da bambina fu ripiena di tenerissimo amore per Gesù appassionato e crocifisso. Nel 1316 sposò, per ubbidienza ai suoi, Ulf Gudmarsson, figlio del governatore del Västergötland, che nel 1330 divenne lagman del Närike (Nericia). Fu mirabile esempio di santità nello stato matrimoniale. Dopo aver avuto otto figli, tra cui santa Caterina di Svezia, i due sposi trascorsero vita continente. Assieme al marito Ulf si iscrisse nel Terz’Ordine di san Francesco. Entrambi, di ritorno da un pellegrinaggio di Compostela, decisero di menar vita religiosa: Ulf entrò nel monastero cistercense di Alvastra, dove poi morì il 12 febbraio 1344 assistito dalla moglie; Brigida a sua volta decise di trasferirsi in un edificio annesso al medesimo monastero. Qui restò fino al 1346, meditando costantemente sulla Passione del Signore e sui Dolori della Vergine. Libera da ogni vincolo terreno, Brigida rinuncia agli onori e si dedica a vita penitente, pur continuando l'educazione dei figli. Nel 1346 fondò l'Ordine del Santissimo Salvatore. Nel frattempo la messaggera del Signore, beneficiata delle note Rivelazioni, iniziò ad intrattenere rapporti epistolari con Pontefici e Principi in un tempo assai calamitoso per la Chiesa e per gli Stati. Nel 1349 si spostò a Roma, donde si mosse varie volte per pellegrinare dal Meridione d’Italia fino alla Terra Santa. Per le preghiere di lei, Urbano V rientrò temporaneamente nell’Urbe da Avignone. Se ne andò in cielo a Roma, il 23 luglio 1273. Il suo corpo fu trasportato nel monastero di Wastein; e, illustrata da miracoli, Bonifacio IX l'iscrisse nel novero dei Santi l’8 ottobre 1391, stabilendo che in questo giorno se ne celebrasse la festa da tutta la Chiesa.
    Sono da rilevare nella Santa la sua tenerissima devozione alla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo e la sua illimitata sottomissione alla Santa Sede.
    • Brigida, nata in Svezia da genitori illustri e pii, visse santissimamente. In grazia di lei, la madre, mentre la portava nel seno, fu preservata da un naufragio. A dieci anni, dopo aver inteso un discorso sulla passione del Signore, vide, la notte seguente, Gesù in croce, coperto di sangue, come se l'avesse sparso allora, e intrattenersi con lei sulla sua passione. Da questo tempo rimaneva così colpita nella meditazione di essa, da non poterci mai pensare senza versar lacrime.
    Maritata a Ulf, principe di Nericia, ella lo portò alle opere di pietà, sia coi suoi buoni esempi, sia con parole persuasive. Fu premurosissima della educazione dei figli, serviva con ogni cura i poveri, soprattutto se malati, per i quali aveva destinata una casa a parte, solita a lavarne e baciarne i piedi. Di ritorno con suo marito dal pellegrinaggio di Compostella, dov'erano stati a visitare la tomba dell'Apostolo san Giacomo, caduto Ulf gravemente malato ad Arras, apparve di notte a Brigida san Dionigi, e le predisse la guarigione del marito e altri avvenimenti futuri.
    Fattosi il marito monaco Cistercense e morto poco dopo, Brigida, ascoltando in sogno la voce di Cristo, abbracciò un tenore di vita più austero. In seguito le furono rivelati da Dio molti secreti. Ella fondò a Wastein un monastero sotto la regola di san Salvatore, che avea ricevuta dal Signore medesimo. Per ordine di Dio si portò a Roma, dove infiammò grandemente moltissimi all'amore divino. Quindi andò a Gerusalemme, e poi di nuovo a Roma. In seguito a questo pellegrinaggio fu presa da una febbre, che la fece grandemente soffrire per un anno intero, finché, colma di meriti, dopo aver predetto il giorno della sua morte, se ne andò in cielo. Il suo corpo fu trasportato nel monastero di Wastein; e, illustrata da miracoli, Bonifacio IX l'iscrisse nel novero dei Santi.
    SANTA MESSA
    • Omelia di san Gregorio papa.
    Omelia 11 sui Vangeli.
    Il regno dei cieli, fratelli carissimi, si dice simile a cose terrene, affinché l'anima si elevi da ciò che conosce a ciò che non conosce affatto, così che dall'esempio delle cose visibili si sollevi alle invisibili, e come incitata da ciò che ha appreso, s'infiammi a tal punto da imparare ad amare, per mezzo dell'affetto per un bene conosciuto, anche beni sconosciuti. Ecco dunque che il regno dei cieli si paragona ad un tesoro nascosto in un campo. L'uomo che l'ha trovato, lo tiene nascosto e, per la gioia di possederlo, va a vendere tutto ciò che possiede e compra quel campo.
    Ed in ciò si deve anche notare che il tesoro trovato viene nascosto perché sia conservato: poiché non riuscirà a difendere dagli spiriti maligni l'ardore del desiderio che sente per il cielo, colui che non lo sottrae alle umane lodi. Infatti nella vita presente ci troviamo come in una via, lungo la quale ci dirigiamo alla patria. Gli spiriti maligni ci tendono insidie lungo la strada, come ladruncoli. Portare dunque pubblicamente un tesoro per via è come desiderare di essere derubati. Ora io dico questo, non perché il prossimo non veda le nostre opere buone, poiché sta scritto: "Vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli"; ma perché non cerchiamo lodi dall'esterno per quello che facciamo. L'opera quindi sia pure pubblica, ma rimanga occulta l'intenzione, affinché noi possiamo dare al prossimo l'esempio di un'opera buona, e tuttavia con l'intenzione, per la quale cerchiamo di piacere soltanto a Dio, desideriamo sempre il segreto.
    Il tesoro è il desiderio del cielo, e il campo nel quale è nascosto, è una vita degna del cielo. Vende subito ogni cosa per comperare questo campo chi, rinunziando ai piaceri della carne, con pratica esatta di questa vita di cielo, calpesta tutti i suoi desideri terreni, così che nulla più gli piaccia di ciò che solletica la carne, e il suo spirito non tema nulla di ciò che distrugge la vita carnale.”
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    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
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    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»



    Santa Messa domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz l’8 Ottobre 2017 alle ore 10.30 a Paese (Tv) nella festa di Santa Brigida:


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    XVIII domenica d. Pentecoste (Omelia)
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    “8 ottobre 2018: Santa Brigida, vedova.

    Brigida di Svezia, santa, fondatrice dell’Ordine del S. Salvatore. Il monastero delle Clarisse di S. Lorenzo in Panisperna fu santificato dalla sua presenza e da quella di sua figlia, Caterina. La salma deposta il 27 luglio 1371 in un sarcofago d’epoca romana, che ancora oggi si conserva nella cappella a lei dedicata, venne traslata in Svezia il 2 dicembre dello stesso anno. Nella chiesa romana sono conservati l’osso del femore e parte di un suo braccio. Quest’ultimo è stato da pochi anni portato nella chiesa di S. Brigida in Piazza Farnese e nell’attiguo convento, nel quale la santa morì, vi sono altre sue reliquie. Sotto l’altare della cappella di S. Brigida a S. Lorenzo in Panisperna sono conservate, in una cassetta di metallo, i resti di una martire di nome Vittoria, che viene festeggiata nella chiesa il 23 dicembre. Fino a pochi anni fa il suo corpo era visibile attraverso un cristallo.
    M.R.: 23 luglio - A Roma il natale di santa Brigida Vedova, la quale, dopo molti pellegrinaggi ai Luoghi Santi, ripiena dello Spirito divino si riposò. La sua festa si celebra l’otto Ottobre. 8 ottobre - Santa Brigida Vedova, il cui giorno natalizio si commemora il 23 Luglio, e la sua Traslazione il sette di questo mese.”
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    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 8 ottobre. Santa Brigida, vedova
    http://www.unavoce-ve.it/pg-8ott.htm
    “8 OTTOBRE SANTA BRIGIDA, VEDOVA.

    Brigida e Caterina da Siena.
    Santa Brigida, meno conosciuta di santa Caterina da Siena, che visse poco dopo di lei, le somiglia sotto molti aspetti. A differenza della vergine senese, Brigida accettò le nozze per obbedire alla volontà del padre, ispirata per questo dallo Spirito Santo. La sua vita, come la vita di Caterina, brillò poi nella Chiesa per le rivelazioni avute dal cielo e comunicate al mondo e per i passi fatti presso il Papato, per riportarlo a Roma, dalla quale era assente da lungo tempo.
    Le rivelazioni.
    “Signore, chi vi ha trattato così?”. “Quelli che trascurano e dimenticano il mio amore”, aveva risposto il Signore e, poco tempo dopo, aveva aggiunto: “Io sono il Creatore di tutte le cose ... Tu sarai la mia Sposa, vedrai le cose spirituali e penetrerai i segreti celesti e il mio spirito sarà con te fino alla morte. Sappi che non parlo a te per te sola, ma per tutti i cristiani … “. Sbigottita dalle rivelazioni, Brigida si rifugiava nelle mortificazioni e trovava coraggio esponendo con confidenza al confessore le grazie che riceveva e immolando la sua volontà. Dio però la rassicurava: “Ti ho solo comandato di onorare Dio, di credere che nulla esiste senza di Lui e di amare rettamente il mondo, che e fatto per l'uomo. Lo spirito delle tenebre ti insegnerà il contrario, ma tu forma bene la tua coscienza. Col mio consenso il demonio può mettere alla prova i miei servitori, ma non potrà mai dominare le anime, che credono in me e mi riserbano il loro amore. Lo spirito increato non fa posto ad altro amore che a quello di Dio, nel quale tutti gli amori si riassumono. Lo spirito creato desta nell'anima i cattivi desideri dai quali è mossa e la getta nell'amarezza, predica il nulla delle gioie future, la vanità dei beni eterni e l'annega nell'impurità di cui si pasce. Lo Spirito Santo invece rivela la vanità del mondo in modo che l'anima vorrebbe fuggire le sozzure della terra, per slanciarsi verso di me”
    Così Dio rassicurava la sua serva umile e fedele e noi, dagli effetti prodotti nell'anima nostra, possiamo così conoscere a quale spirito obbedisce, se allo Spirito Santo o allo spirito del male.
    Brigida non era pienamente contenta della presenza e delle rivelazioni del suo Dio e avrebbe desiderato di vivere in un chiostro, lontano dagli sguardi, dall'ammirazione e dalle vanità del mondo. Ma Dio, come aveva fatto una volta con i profeti, la strappò alla solitudine e le affidò faticose missioni.
    Alla corte di Stoccolma.
    Dovette ricomparire a corte, che aveva abbandonato dopo la morte dello sposo, e denunciò alla presenza del re, della regina e dei cortigiani il lusso della corte fastosa e i piaceri ai quali le anime si abbandonavano ammonendo che Dio avrebbe punito senza pietà, se non si tornava ad una vita più semplice e se si continuava ad opprimere, con ingiuste imposizioni, i poveri, che vivevano in miseria.
    Fu ricevuta dal sovrano con deferenza e la sua parola, appoggiata da miracoli, convertì molti peccatori e il re stesso si impegnò nella riforma della sua vita e del suo regno.
    La missione presso il Papa.
    La volontà divina le impose una missione anche più delicata: "Scrivi da parte mia al Papa Clemente (VI) ciò che ti dico". Brigida conosceva quanto male avesse fatto alla cristianità l'esilio del Papato ad Avignone e non ignorava le lotte in cui i Papi si erano immischiati e il lusso della loro corte. Dovette scrivere al Papa delle rovine che Dio gli minacciava, se non si fosse impegnato a mettere pace tra il re di Francia e il re di Inghilterra e se non avesse personalmente rinunciato alle ambizioni e cupidigie delle quali si compiaceva. Il Papa ricevette la lettera con rispetto e cercò di tenerne conto, ma, pur convocando a Roma i pellegrini del mondo intero per lucrarvi l'indulgenza del Giubileo del 1350, non si mosse da Avignone. Brigida dovette attendere fino al 16 ottobre del 1367 per vedere Papa Urbano V rientrare in Roma.
    Andò allora sollecitamente a gettarsi ai piedi del Pontefice, per esporgli i desideri di Dio per la riforma della Chiesa e la santità della Curia Romana. Ebbe la gioia di vedere che Urbano V non trascurava i consigli e correggeva gli abusi, che disonoravano la Chiesa,
    mentre risorgevano dalle rovine i santuari e il potere supremo del Papa veniva riconosciuto dal popolo di Roma, dai baroni e dall'imperatore.
    Purtroppo non erano passati tre anni e Papa Urbano, scoraggiato, abbandonava ancora una volta il sepolcro degli Apostoli. La santa lo aveva predetto; egli rivide Avignone per morirvi. Gli succedette Ruggero di Belforte, nipote di Clemente VI, col nome di Gregorio XI: il Papa che avrebbe posto fine per sempre all'esilio, rientrando in Roma.
    La morte.
    Ma Brigida è al termine dei suoi giorni e altri raccoglieranno nella gioia quello che lei ha seminato nel dolore: sarà Caterina da Siena a condurre il Vicario di Cristo nella città santa dopo che lei sarà morta. Brigida infatti nel 1371 parte per i Luoghi santi, testimoni della Vita e della Morte del Cristo, e, nel ritorno da questo ultimo pellegrinaggio, lontana dalla sua terra natale, in Roma, di cui non ha potuto far cessare la desolata vedovanza, rende la sua anima a Dio. La figlia, Caterina, raccoltene le spoglie, le portò in Scandinavia.
    Fu deposta nel monastero ancora incompiuto di Vadstena, destinato ad essere la sede dell'Ordine del Salvatore il cui disegno, come tutte le imprese imposte da Dio a Brigida, doveva realizzarsi solo dopo la sua morte. Circa venticinque anni prima aveva ricevuto l'ordine di fondare e, quasi contemporaneamente, quello di abbandonare quel pio asilo quasi che il Signore volesse farle intravvedere la tranquillità di quel luogo, per meglio crocifiggerla con una vita nella quale intendeva spingerla proprio in quel momento. Severità che Dio usa con i suoi intimi, sovrana indipendenza dei suoi doni! Già nella giovinezza Dio aveva lasciato che Brigida sognasse il giglio, attributo dei vergini, e tosto le aveva rivelato che quel fiore, che egli predilige, non era per lei. Invano ho gridato verso di lui,diceva il profeta durante la prigionia, che poteva figurare quella di cui Brigida gustò tutta l'amarezza, invano ho gridato verso di lui e l'ho supplicato: ha respinto la mia preghiera, mi ha sbarrata la strada con pietre da costruzione, ha rovesciato i miei sentieri (Geremia, Lamentazioni 3, 8-9).
    Il Rosario di santa Brigida.
    Ricordiamo che Brigida morì il 23 giugno del 1373 e la data dell'otto ottobre e l'anniversario del giorno in cui per la prima volta, l'indomani della canonizzazione, Bonifacio IX celebrò la Messa della Santa (7 e 8 ottobre 1391). Martino V confermò poi gli atti di Bonifacio IX in onore d ella santa e approvò le sue rivelazioni, che, aspramente osteggiate nei concili di Costanza e di Basilea, guadagnarono maggiormente favore nella pietà dei fedeli. Sono note le indulgenze annesse al Rosario, che porta il nome di santa Brigida, frequentemente applicate oggi, per concessione della Santa Sede alle corone in uso. Conviene però ricordare che la corona di santa Brigida si componeva di 63 Ave Maria, di 7 Pater e di 7 Credo in onore degli anni che si presume abbia vissuti in terra Maria Santissima, delle sue sette allegrezze e dei suoi sette dolori. Il pensiero di onorare Maria la indusse perfino ad affidare il superiorato alla Badessa nei doppi monasteri del suo Ordine del Salvatore.
    VITA. - Brigida nacque in Svezia nel 1302 e, nella sua infanzia, fu favorita della visione della Passione del Signore. Sposata a Ulf, principe di Nericia, seppe così bene avviarlo ad imitare la sua pietà che questi volle poi entrare in un monastero di Alvastra ove morì nel 1344. Brigida si avviò allora ad una vita molto austera e ne fu presto ricompensata con eccezionali favori soprannaturali, visioni ed estasi. Nel 1346 fondò l'Ordine del santo Salvatore e scrisse a Papa Clemente VI per chiedergli che si impegnasse nella riforma della Chiesa, lasciasse Avignone e rientrasse a Roma. Nel 1350 fu a Roma lei stessa, per lucrare l'indulgenza del giubileo, e poi visitò santuari d'Italia e di Palestina. Tornò a Roma nel 1373 e vi morì. Il suo corpo fu portato in Svezia dalla figlia Caterina. Bonifacio IX iscrisse Brigida nel catalogo dei Santi, il 7 ottobre del 1391.
    La venuta a Roma.
    Sii benedetta da tutti i popoli, o donna forte, sostegno della Chiesa in tempi tristissimi. Mentre la terra, impoverita di virtù, non pagava più al Supremo Signore il suo tributo, fosti il tesoro scoperto alle estreme frontiere (Prov. 31, 10) per esprimersi con la Scrittura, il quale compensò la miseria di tutti. Sollecitata dagli Apostoli e dai santi Martiri, lo Spirito ti condusse sui luoghi dove essi versarono il sangue per lo Sposo e sembrasti allora una nave, che da lontani orizzonti reca nutrimento e vita (ibid. 31, 14) alle regioni desolate dalla sterilità e Roma, esausta, ritrovò speranza, espiò, seguendo
    il tuo esempio, le colpe dalle quali era derivato l'abbandono, e le tue suppliche le riportarono il cuore dello Sposo e quello del suo Vicario in terra.
    La sofferenza.
    Il tuo compito era soffrire e faticare e quando l'opera tua si compiva con gioia di tutti avevi già lasciata la terra, come gli eroi dell'Antico Testamento che salutavano da lontano le promesse, che si sarebbero realizzate per altri, e affermavano di essere su questa terra stranieri e di passaggio (Ebr. 11, 13). Come loro cercavi una patria (ibid. 14) non quella che avevi abbandonata e nella quale ti era comodo ritornare (ibid. 15), ma la sola vera patria, quella dei cieli (ibid. 16). Dio stesso si gloriava di essere chiamato tuo Dio.
    Preghiera.
    Dall'eterna città dove è terminato il tuo esilio custodisci in noi il frutto dei tuoi esempi e dei tuoi insegnamenti. Nonostante l'attuale riduzione, il tuo Ordine del Salvatore li perpetua nelle regioni ove ancora esiste e possa un giorno rivivere a Vadstena con lo splendore di un tempo. Riporta, per mezzo suo e dei suoi emuli, la Scandinavia alla fede, così sventuratamente perduta, del suo Apostolo Anscario e di Eric e Olaf, suoi re martiri. Proteggi infine Roma, che ti fu dal Signore particolarmente affidata e risparmiale di dover subire un'altra volta la terribile prova per allontanare la quale tu impegnasti tutta la tua vita.

    da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1157-1161.”





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    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 

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