«È peccato sostenere un candidato abortista»
Il voto ci impegna Anzi non può sfigurarci
Giorgio Maria Carbone
www.avvenire.it
Spesso si è autorefe-renziali e magari anche miopi. Così sta accadendo a proposito del dibattito prontamente scatenatosi sul paragrafo 73 dell'Instrumentum Laboris
( http://www.zenit.org/italian/visualizza.php?sid=5091 )
del sinodo dei vescovi che si terrà a Roma nel prossimo ottobre. Come dice la tipologia stessa del documento si tratta per ora di una traccia di lavoro ( http://www.vatican.va/roman_curia/sy...sembly_it.html ), se si vuole anche provocatoria, sulla quale poi i vescovi e gli esperti invitati discuteranno liberamente.
Inoltre, bisogna non essere tanto provinciali e smemorati da riferirla esclusivamente al nostro Paese. Il testo era stato redatto da mesi, tenendo conto di ciò che avviene nelle diverse latitudini della Chiesa cattolica.
Ad esempio, il problema del sostegno politico che un credente dà «a un candidato apertamente favorevole all'aborto» era affiorato anche dalle polemiche verificatesi negli Stati Uniti più di un anno fa in occasione della campagna presidenziale di Kerry, che era apertamente a favore dell'aborto.
Passando al merito della questione, il paragrafo 73 è pura constatazione di un dato di fatto: «Esistono cattolici che non comprendono perché sia peccato sostenere politicamente un candidato apertamente favorevole all'aborto o ad altri atti gravi contro la vita, la giustizia e la pace. Da tale attitudine è in crisi il senso stesso di appartenenza alla Chiesa e la differenza tra peccato veniale e peccato mortale».
Da notare che il discorso non è limitato esclusivamente all'aborto, ma è più ampio poiché si parla anche di «altri atti gravi contro la vita, la giustizia e la pace». Più ampio, però, non vuol dire annacquato.
Non a caso, questi tre beni fondamentali si implicano e si costruiscono a vicenda. Dalla promozione autentica di essi dipende il futuro della nostra civiltà. Perciò è abbastanza scontato che la Chiesa, che è madre di civiltà e paladina dei diritti dell'uomo, sensibilizzi i credenti sul fatto che essi hanno un obbligo morale grave di informarsi sui convincimenti etici e sociali di un candidato politico.
Infatti il cittadino in occasione delle elezioni politiche con il suo voto ha il diritto-dovere di concorrere alla formazione degli organi legislativi, e questo dritto-dovere va esercitato in modo serio e con coscienza illuminata avendo di mira i beni fondanti della società, cioè la vita di ogni essere umano, la giustizia e la pace.
Il candidato apertamente abortista che si dichiara cattolico, o il credente che lo sostiene, sicuramente danno luogo a scandalo nella comunità dei credenti perché, pur fregiandosi dell'appellativo cattolico, promuovono un tipo di convivenza che non è umana. Infatti, il candidato apertamente abortista e chi lo sostiene hanno una concezione dello Stato e della società non conciliabile con la coscienza cristiana e neppure - a ben guardare - con una coscienza autenticamente umana, perché negano di diritto e di fatto la pari dignità tra tutti gli esseri umani e l'inviolabilità dei diritti fondamentali dell'uomo.
Questi sono i cardini totalmente laici cui la nostra civiltà non deve rinunciare, pena la sua estinzione.
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Dice Gesù che è necessario che avvengano gli scandali, ma aggiunge: "GUAI A COLUI PER IL QUALE AVVIENE LO SCANDALO......."
Si sveglino i cattolici a non rendersi responsabili davanti a Dio di aver dato un sostegno a chi fomenta lo scandalo......