Carissimi! Una mia cara amica mi ha scritto:
<<La religione è l'oppio dei popoli. Per te, come per chiunque altro, Dio è solo un fuggire da paure e dal mondo che ti spaventa. Sarebbe il caso che rivolgessi tante attenzioni alla gente che ne ha bisogno invece che a Dio! Probabilmente Lui è quello che ne ha meno bisogno!>>
Ora: quando leggo pensieri del genere penso veramente che siamo ad un pollice dal vuoto più spaventevole. Della serie: come mandare all'ammasso l'umana intelligenza con assoluta nonchalance. In poche righe abbiamo un concentrato di un'assurdità che fa venire i brividi.
Seppur amareggiato e deluso, credo sia mio dovere - come cristiano - tentare una risposta.
E voi: che cosa rispondereste?
Ecco la mia breve risposta:
La religione non è l'oppio dei popoli. Proprio pensare a Dio mi permette di guardare in faccia le persone e il mondo senza paura. Proprio pensare a Dio - un Dio che evidentemente ci giudicherà, perché conosce tutto di noi - mi permette di prendermi in pieno le mie responsabilità, di non fuggire davanti a niente e a nessuno, di non cercare scorciatoie. Non possiamo nasconderci o mascherarci di fronte a questo Dio. Un filosofo ateo, Ludwig Wittgenstein ha scritto: "Credere in Dio vuol dire comprendere la questione del senso della vita. Credere in Dio vuol dire che i fatti del mondo non sono poi tutto. Credere in Dio vuol dire vedere che la vita ha un senso". E' proprio quando dall'orrizzonte umano si cancella Dio che la terra si popola di idoli e fantasmi. Ecco il vero oppio dei popoli. Cristo è venuto per liberarcene.