Il Sacro Pallio: ''Memoria della sublime amicizia di Cristo'' e segno di comunione con il papa
di Alessandro Renzo/ 29/06/2005
Scopriamo cos'è il Sacro Pallio, qual è il suo significato e a chi viene imposto dal pontefice. Quest'anno sono 33 gli arcivescovi metropoliti che lo ricevono, insieme al decano del Collegio Cardinalizio, cardinale Angelo Sodano. Tre sono gli italiani.
Il Sacro Pallio è l'insegna liturgica d'onore e di giurisdizione, costituito nella sua forma attuale da una fascia di lana bianca larga 4-6 cm ornata di sei croci e frange di seta nera, le cui due estremità ricadono sul petto e sulle spalle. Il pallio è girato intorno alle spalle in forma di anello, cucito sulla spalla sinistra e con i due capi che scendono davanti e di dietro, tenuti pendenti mediante un piombino, ed è ornato sul petto, sul dorso e sulla spalla sinistra da una spilla gemmata (acicula), che anticamente serviva invece per tenere fermo il paramento nei tre punti suindicati.
Indossato in determinate circostanze dal papa ovunque e a volte dagli arcivescovi metropoliti nelle rispettive chiese ed in quelle delle loro province, il Sacro Pallio è simbolo della potestà papale ed espressione della particolare comunione con il romano pontefice.
Insegna dapprima esclusiva del Sommo Pontefice, il pallio venne in seguito (dal sec. VI) accordato dal papa anche a quei vescovi che avessero ricevuto dalla Sede Apostolica una speciale giurisdizione. Papa Simmaco lo concesse infatti nel 513 a Cesario, vescovo di Arles. Secondo una pratica che risale alla metà del secolo IX, i metropoliti sono tenuti a chiedere il Pallio al papa. I metropoliti sono i vescovi che presiedono una provincia ecclesiastica e svolgono funzioni di vigilanza e di supplenza sugli altri vescovi della provincia, detti "suffraganei" dal suffragio o voto cui essi hanno diritto nel Concilio provinciale. I metropoliti devono chiedere il pallio personalmente o tramite un procuratore, entro i primi tre mesi dalla loro consacrazione episcopale, oppure, se è già stato consacrato entro tre mesi dalla nomina. Il motivo di quest'obbligo è legato al significato del pallio: esso è simbolo della potestà gerarchica che il metropolita esercita nella sua provincia in comunione con la Chiesa di Roma. Se il Metropolita è trasferito in altra sede metropolita, deve richiederlo nuovamente. Il pallio viene decretato (assegnato/deciso) in Concistoro.
Con la Lettera apostolica De sacri pallii del 1978, papa Paolo VI limitò l'uso del Sacro Pallio al papa e agli arcivescovi metropoliti. Nel 1984 Giovanni Paolo II decretò che il Sacro Pallio fosse imposto ai nuovi arcivescovi metropoliti il 29 giugno, solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Patroni dell'Alma Città di Roma, dal Sommo Pontefice, nel corso di una solenne Concelebrazione Eucaristica.
Il Sommo Pontefice può indossare il Sacro Pallio in tutte le celebrazioni della Santa Messa, invece gli arcivescovi metropoliti indossano il Sacro Pallio solamente nella propria arcidiocesi nei giorni ed occasioni specificati dal Pontificale romanum (codice liturgico relativo ai riti per la celebrazione delle funzioni episcopali, tranne la Santa Messa e l'Ufficio Divino), nelle feste dell'Immacolata e di San Giuseppe (aggiunte da Leone XIII). Il Sacro Pallio si indossa sopra la pianeta.
I Palli vengono confezionati con la lana di due agnelli bianchi allevati dai Padri Trappisti dell'Abbazia delle Tre Fontane.
Gli agnelli vengono benedetti nella basilica di Sant'Agnese sulla Nomentana il 21 gennaio, giorno commemorativo della martire romana titolare della predetta chiesa. Il papa benedice gli agnelli, tradizionale simbolo della Santa, la cui lana servirà per confezionare il Pallio. La secolare tradizione della benedizione si ripete tutti gli anni il giorno della festa di Sant'Angese, Vergine e Martire morta nel 350 circa e sepolta nella Basilica omonima in Via Nomentana, a Roma.
Le Suore di Santa Cecilia in Trastevere tessono i Palli con la lana degli agnelli appena tosati. Ogni anno, ai Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il papa benedice i nuovi Sacri Palli che vengono custoditi, fino all'anno successivo, in una cassa d'argento dorato, dono di Benedetto XIV, conservata nella cosiddetta «nicchia dei palli» presso la Tomba di San Pietro, sotto l'Altare della Confessione, da dove vengono prelevati per essere imposti ai metropoliti, o consegnati ai loro procuratori, dal cardinale proto diacono in nome del Romano Pontefice. Alla cerimonia di benedizione dei Sacri Palli, che avviene negli appartamenti privati del papa, partecipano due padri trappisti, due canonici del capitolo di San Giovanni, il decano del Tribunale della Rota Romana, due "sediari" (anticamente addetti a reggere la sedia gestatoria papale, attualmente personale dell'anticamera pontificia) e due officiali dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.
Già le più antiche rappresentazioni del Sacro Pallio nel famoso avorio di Trier, in una processione con reliquie (metà del sec. V) e più chiaramente nella figura del vescovo Massimiano nel mosaico di S. Vitale di Ravenna (prima metà del sec. VI) lo mostrano in forma di sciarpa intorno alle spalle, le due parti pendenti dalla spalla sinistra. Dalla metà del sec. IX i due capi cominciano a pendere, fermati con due spille, esattamente nel mezzo del petto e del dorso. Una terza spalla lo fissa sulla spalla sinistra. In seguito invece delle spille v'è una cucitura fissa e le 3 spille rimasero decorative. I due capi, prima di una considerevole lunghezza fino al ginocchio, vengono accorciati dopo il sec. XV alla forma attuale (del sec. XVII). L'ornato del Pallio con la croce, già iniziato nel mosaico ravennate, aumenta nell'epoca carolingia. Nel medievo (Innocenzo III) è di colore rosso. Il Pallio dell'arcivescovo di Colonia Clemente Augusto (morto nel 1761) aveva 2 croci nere e 6 rosse).
Sull'origine del Sacro Pallio, c'è la tesi che si tratti di un indulto imperiale. Altri lo fanno derivare dell'antico mantello dei filosofi simile alla toga contabulata (lorum). Qualcuno invece vi vede una imitazione del greco omophorion, divenuto nell'Occidente insegna propria del solo papa, mentre per tutti i vescovi dell'Oriente è una insegna liturgica.
In alcune cerimonie di imposizione del Sacro Pallio, il Santo Padre Giovanni Paolo II, parlando del significato del Sacro Pallio, ha affermato: "La comunione di fede è espressa nella solenne celebrazione di oggi, anche attraverso il significativo gesto dell'imposizione del Sacro Pallio" agli arcivescovi metropoliti. "Il Pallio che voi ricevete oggi è l'espressione di quella comunione con la Sede di Pietro e di quella testimonianza di comunione nella fede cristiana, che deve caratterizzare il vostro ministero episcopale". Nell'omelia pronunciata durante la cerimonia di imposizione del Sacro Pallio dell'anno scorso, il Santo Padre ha detto: "Mentre mi accingo ad imporvi questa tradizionale insegna liturgica, che indosserete nelle solenni celebrazioni in segno di comunione con la Sede Apostolica, vi invito a considerarla sempre quale memoria della sublime amicizia di Cristo, che abbiamo l'onore e la gioia di condividere. Nel nome del Signore, fatevi, a vostra volta, ‘amici’ di quanti Iddio vi ha affidato".
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