Giù le mani dalla GMG. Piccola nota per Emma Bonino
Dopo l’abbuffata della campagna referendaria, una precisazione su alcune dichiarazioni del leader radicale. Tor Vergata ricoperta da un tappeto di preservativi? La GMG del 2000 è stata un'altra cosa. Credete a chi c’era.....
La recente campagna referendaria si è distinta per una buona dose di anticlericalismo. Come se la coscienza fosse solo appannaggio di chi è andato a votare, si è caduti ancora nell’errore di considerare i cattolici una banda di soldatini, - o meglio di zucche vuote - pronti ad agire come gerarchia comanda. Il tema dei valori è stato sminuito, l’astensione consapevole e attiva non è stata contemplata e in molte occasioni le posizioni in campo si sono distinte per argomenti di bassa lega. Nel polverone di dichiarazioni e parole al vento è finito anche il popolo delle Giornate mondiali della gioventù, una delle eredità più belle di Giovanni Paolo II, che attraverso la scelta dei grandi raduni internazionali modellò una buona parte della pastorale della Chiesa rivolta alle nuove generazioni.
A pochi giorni dal referendum, nell’ultimo numero de L’Espresso, Emma Bonino docet: “La Chiesa ha un grande appeal (…) ma da qui a influenzare i comportamenti delle persone ce ne corre. È vero che due milioni di ragazzi vanno al giubileo dei giovani, ma poi si trova un tappeto di preservativi dove hanno passato la notte”. Dichiarazione eclatante e ad effetto, ma ridicolmente falsa. Ad essere sinceri, la notizia non è nemmeno tutta farina del sacco radicale, ma nacque in internet subito dopo il grande evento dell’agosto 2000 a Tor Vergata, sulla base di presunte testimonianze di alcuni netturbini che ripulirono la grande area a sud della capitale. In base alla leggenda metropolitana circolata su forum e blog, gran parte dei giovani, dopo aver ascoltato le parole di papa Wojtyla (Voi siete le sentinelle del mattino…), si diedero alla pazza gioia con i propri partner e forse anche con qualche nuova conoscenza. Tor Vergata come Woodstook, i papaboys come i figli dei fiori, le parole di un papa santo come le canne di sessantottiana memoria.
Le cose non stanno proprio così: parola di chi era presente e ricorda la notte della GMG del 2000 come una delle tappe più significative della propria crescita. Il 19 agosto i giovani aspettarono il papa una media di 10 ore sotto il caldo di un sole romano poco clemente. In una serata tersa, Giovanni Paolo II lanciò un messaggio di speranza, invitando i giovani a riscoprire il proprio ruolo, l’impegno a costruire un mondo diverso, pagando di persona se necessario. L’emozione fu grandissima, perché un programma di vita esigente e arduo veniva proposto da una persona credibile, capace di testimoniare la difficoltà di chi vuole vivere certi valori, affermando al tempo stesso che con l’aiuto di Dio e degli uomini è possibile coltivare la coerenza. La notte fu segnata dalla preghiera, dai canti di chi non riusciva a dormire e dal sonno di chi esausto finalmente si riposava. La mattina, la stessa gioia della vigilia, un sentimento costante anche durante le operazioni di deflusso dall’area. Tutto il resto rasenta la speculazione.
Intendiamoci: noi tutti sappiamo quanto sia delicato il tema della morale sessuale tra i giovani e come certi aspetti facciano fatica a radicarsi, o siano addirittura respinti e superati negli atteggiamenti di molti. Tuttavia, da qui a utilizzare uno dei ricordi più belli della “generazione Giovanni Paolo II” ce ne corre. La propaganda abbia il coraggio di fissare dei limiti. Ne guadagnerebbe in credibilità e soprattutto non calpesterebbe le regole minime del rispetto. A buon intenditore…
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