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  1. #1
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    Predefinito Sito sul filosofo e teologo Padre Tyn

    Un tomista affascinante, un po' troppo arroccato, ma teoreticamente interessante.
    ecco il sito di Padre Tyn

    Thomas

  2. #2
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    Sul sito di cattolicesimo.com è possibile sentire on-line le sue lezioni di teologia!
    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

  3. #3
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    Ricordiamo che Padre Tyn non è ovviamente mai stato sedevacantista, è sempre stato consapevolmente fedele a Pietro, come è giusto che sia.

    E' ovvio che una figura come quella di Padre Tyn sia strumentalizzata dagli scismatici, per portare acqua al loro mulino.

    Secondo i canoni sedevacantisti Padre Tyn, ordinato prete nel 1975 da Papa Paolo VI, non è nemmeno tale, quindi dovrebbero mettere le virgolette, che invece pare ci siano solo quando fa comodo a loro.

    Non riusciranno tuttavia ad oscurare questa interesante ed intellettualmente vivace figura.

  4. #4
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    Originally posted by Thomas Aquinas
    Ricordiamo che Padre Tyn non è ovviamente mai stato sedevacantista, è sempre stato consapevolmente fedele a Pietro, come è giusto che sia.

    E' ovvio che una figura come quella di Padre Tyn sia strumentalizzata dagli scismatici, per portare acqua al loro mulino.

    Secondo i canoni sedevacantisti Padre Tyn, ordinato prete nel 1975 da Papa Paolo VI, non è nemmeno tale, quindi dovrebbero mettere le virgolette, che invece pare ci siano solo quando fa comodo a loro.

    Non riusciranno tuttavia ad oscurare questa interesante ed intellettualmente vivace figura.
    Quando ho mai detto che è un sedevacantista???

    Invece di far polemiche, dovresti ringraziare l'amico Bellarmino che con santa pazienza, ha perso così tanto tempo nel portare in formato digitale le vecchie cassette di Padre Tyn che altrimenti non solo sarebbero andate perse, ma sarebbero anche sconosciute ai più (in primis a me, che non sapevo nulla su Padre Tyn...)

    Per quanta riguarda le polemiche con i sedevacantisti, io me ne tiro fuori non essendo tale...
    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

  5. #5
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    Ovviamente nessuno lo ha detto sedevacantista, ma viene utilizzato a favore della causa sedevacantista, nascondendo le sue reali intenzioni, nascondendo anche che per un sedevacantista coerente,coerente nella contraddizione di quella ideologia ovviamente, Tyn non è prete.

  6. #6
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    E' stato una figura di sacerdote esemplare...un domenicano amato e fortemente amante del carisma che lo ha animato........




    www.amicidomenicani.it

    "La mia vita per la Chiesa": P. Tomás Tyn
    Brno, Cecoslovacchia, 1950. I comunisti, con l'appoggio dell'armata rossa di Stalin, da circa un anno, occupano il potere. L'Arcivescovo di Praga, Mons. Giuseppe Beran, già incarcerato e deportato a Dachau dai nazisti, è allontanato dalla sua sede. Preti, suore, credenti sono perseguitati. La vita della Chiesa diventa durissima.
    Il dottor Zdenek Tyn, medico psichiatra, e la dottoressa Ludmila Konucipkova, neurologa, sono sposi da alcuni anni. Cattolici ferventi, esercitano il loro servizio di medici con alta competenza, come una missione in mezzo al prossimo. Desiderano un figlio. Il dottor Zdenek fa un voto: "Signore, se ci dai un figlio, vogliamo consacrano a Te, desideriamo che diventi sacerdote, domenicano, buon teologo. Per la tua gloria, per il bene delle anime".
    E il bambino nacque: sano, bello, biondo, forte e vivace, il 3 maggio 1950, festa dell'invenzione della Croce, nel calendario liturgico vigente. Lo battezzarono con il nome di Tomas. Dio era stato cacciato dalla società, dalla scuola, ma il ragazzo, in casa, dai genitori, ricevette una forte educazione alla fede e alla vita cristiana. Sarebbe diventato, a costo di qualunque sacrificio, un generoso testimone di Cristo.
    Intelligentissimo, superò brillantemente le scuole elementari e il ginnasio liceo nella sua città, segnato a dito da compagni e autorità, perché praticava la Fede Cattolica senza sconti e senza paura. Conseguì diciottenne, a Brno, una borsa di studio per proseguire gli studi all'Accademia di Digione in Francia.
    Nell'agosto 1968, dopo "la primavera di Praga" voluta da Dubcek con un leggero vento di libertà, i carri armati di Breznev, il dittatore dell'Unione sovietica, da Mosca invadevano la Cecoslovacchia con la più dura repressione. I dottori Zdenek e Ludmilla emigrarono nella Germania federale e si stabilirono a Neckargemund, continuando il lavoro. Tomas intanto si era recato all'Accademia di Digione, dove l'anno dopo, il 1° luglio 1969, conseguì il baccellierato per l'insegnamento di filosofia e lettere.

    Sulle orme di San Domenico

    A Digione, Tomas Tyn riuscì ad avvicinare i domenicani, durante un corso speciale. Scoppiò la scintilla. Papà Zdenek non gli aveva mai parlato del voto fatto prima della sua nascita, ma Tomas sentì che Dio lo chiamava sulle orme di S. Domenico di Gusman, appassionato studioso e apostolo di Gesù Cristo Verità, in una parola, sacerdote domenicano. Rifletté a lungo, pregò intensamente, si consigliò... Decise: "Sarò domenicano".
    Tornò a casa, lo disse ai suoi genitori i quali non aspettavano altro: era il loro voto che si compiva ed entrò felice nel convento di Warburg in Westfalia. Il 28 settembre 1969 vestì l'abito dei Frati Predicatori, diventando fra Tomas. Seguì il noviziato nella medesima casa: il 29 settembre 1970, fra Tomas si consacrava a Dio con i voti religiosi. Con la sua mente brillante, inclinata alla filosofia e alle lingue, iniziò gli stadi filosofico teologici, per prepararsi al sacerdozio.
    Nel 1973, scese a Bologna: lì, presso la tomba di S. Domenico, nel convento da lui stesso fondato, completò gli studi, conseguì il "lettorato", poi portò a compimento il suo "curriculum studiorum" con il dottorato in Teologia a Roma. Di lui, si poteva esprimere l'elogio che si fa di S. Tommaso d'Aquino e di altri domenicani dotti e santi: "Ardens erat in studio Verbi divini" ("era ardente nello studio di Gesù, Verbo divino").

    Offerta suprema

    Adesso era passato alla provincia domenicana "Utriusque Lombardiae", in Italia, pur nutrendo sempre un grande amore per la sua patria lontana, schiacciata dal tallone dei comunisti (e dei sovietici), perseguitata nella libertà, nella fede, quasi da non poter più sperare.
    Il 29 giugno dell'Anno santo 1975, solennità dei Santi Pietro e Paolo, fra Tomas veniva ordinato sacerdote in eterno in "S. Pietro" a Roma da Papa Paolo VI. Nel momento in cui il Santo Padre gli imponeva le mani sul capo e poi gli diceva: "Vivi il Mistero che celebri, imita Gesù Cristo immolato per noi", P. Tomas Tyn offrì la sua vita a Dio: "Prendi o Gesù, la mia vita per la libertà della Chiesa nella mia patria".
    Era l'offerta suprema, l'olocausto della sua vita, il voto di vittima. Tenne segreta l'offerta e riprese, assai contento, la sua vita, là dove l'obbedienza lo chiamava; professore di Teologia Morale allo "Studium" domenicano di Bologna, fedelissimo al Magistero della Chiesa, in un tempo di arbitrii e di sbandamenti dottrinali. Giovane sacerdote e teologo tutto preghiera e insegnamento, P. Tomas si presentava in modo avvincente: tutti, anche i laici in gran numero, potevano ammirare la sua preparazione, la sua fede profonda, il suo amore ardente a Gesù Cristo, alla Madonna, la sua dedizione alle anime.
    Nel 1980, era già Vice Reggente dello "Studium" di Bologna, e nel 1984, annoverato tra i membri della Commissione per la vita intellettuale della sua Provincia. Ma l'insegnamento non gli bastava: si fece apostolo tra i giovani, gli intellettuali, senza mai trascurare i piccoli e gli umili: un apostolato molteplice, grazie a cui molti trovarono la fede, altri passarono da esperienze pericolose o negative al Cattolicesimo autentico.
    Nel suo cuore, la preghiera più struggente, specialmente rivolta alla Madonna, con il Rosario, affinché il suo Cuore Immacolato avesse a trionfare anche tra i senza Dio dell'Est Europeo. Il 16 ottobre 1978, mentre in convento assisteva, per mezzo della televisione, alla prima benedizione al mondo, da parte di Papa Giovanni Paolo Il, appena eletto dalla cattedra episcopale di Cracovia, alla Cattedra suprema di Pietro, Padre Tomas, con un accento caldo, con un’intensità che colpì i presenti, disse: "D'ora in avanti non sarà più possibile che le cose continuino come prima". Pensava che con il nuovo Papa, chiamato dalla "Chiesa del silenzio" qualcosa nelle nazioni oppresse dal comunismo ateo, sarebbe finalmente cambiato. Rinnovava la sua offerta a Dio.

    Il culto per la Verità

    Ma per delineare il suo profilo, è meglio cedere la parola a chi l'ha conosciuto ed è vissuto a lungo al suo fianco:
    "Padre Tomas era un prodigio di attività: metodica, intensa e serena. Era un innamorato della filosofia, soprattutto della metafisica... Sorretto da una straordinaria memoria e da una conoscenza approfondita delle lingue antiche (ebraico, greco e latino) e di almeno quattro lingue moderne che parlava correntemente, poteva discutere di moltissimi autori, che spesso citava nella lingua originale.
    Naturalmente si distingueva nella conoscenza della dottrina del suo Maestro, S. Tommaso d'Aquino, di cui non solo portava il nome, ma aveva anche la struttura mentale, la visione organica e sistematica del sapere e soprattutto il culto appassionato per la Verità.
    Padre Tomas era riuscito a penetrare il mistero della Verità che aveva cercato incessantemente, aveva amato come l'unico Bene e aveva distribuito a piene mani senza parzialità e ipocrisie, in modo mite, pieno di buoni frutti. Anzi la sua vita era un segno visibile della Verità che egli continuava ad approfondire anche dopo averla trovata, ritenendola più preziosa della salute, della bellezza e di tutto l'oro, e che partecipava a tutti senza tregua alla mensa della Sapienza che egli sapeva imbandire con ricche vivande.
    Insegnava con passione e non badava alla cattedra su cui sedeva. Spesso le sue lezioni erano informali, per persone semplici e non dotte, e non di rado accadeva che gli venissero rivolte obiezioni insipienti. Le accoglieva con un sorriso dolce e rispondeva: "Si... sì... ma vede, c'è questo altro aspetto...". E spiegava con pazienza" (dalla prefazione al testo di P. Tomas Tyn, Metafisica della sostanza, Ed. Studio domenicano, Bologna, 1991).
    In questa che sarà l'unica sua opera pubblicata, frutto del suo studio e del suo insegnamento nella nostra epoca che dichiara superata e vuota la "filosofia dell'essere", cioè l'unica filosofia vera, capace di dare accesso alla Verità e non solo a delle opinioni, capace di fondare la fede come ossequio ragionevole a Dio, il P. Tomas Tyn, profondamente convinto del valore indistruttibile della "prima e più alta disciplina della ragione umana", dopo aver seguito il triste e miserabile cammino del pensiero umano fino alla distruzione della ragione, presenta nella seconda parte del suo libro una vigorosa sintesi della metafisica, della "filosofia dell'essere", quindi il ruolo fondamentale dell'analogia e del concetto di partecipazione: davvero "lo splendore della Verità".

    Tutto si compie sulla croce

    Innamoratissimo della Persona di Colui che è la Verità, il Signore Gesù, realmente presente nell'Eucaristia, che ripresenta il suo Sacrificio della croce ogni volta che viene celebrata la Santa Messa, P. Tomas, secondo la dottrina della Chiesa di sempre e di S. Tommaso d'Aquino, il sommo Teologo e cantore dell'Eucaristia, celebra sempre con grande devozione e obbedienza alle leggi della Chiesa.
    Gesù non ha certo dimenticato la sua offerta formulata nel 1975, il giorno della sua ordinazione sacerdotale, per la libertà della Chiesa in Cecoslovacchia.
    Nell'ottobre 1989 (gli stessi amici dicono, il 13 ottobre), P. Tomas accusa dolori addominali assai forti. La diagnosi è terribile: tumore maligno con pochi mesi di vita. La Cecoslovacchia inizia la sua rivolta popolare pacifica, come gli altri paesi dell'Est Europeo, contro l'oppressione comunista. Padre Tomas confida il suo "segreto" ad un giovane confratello.
    Dalla Germania, viene suo padre medico a prenderlo. L'ultimo mese lo passa in famiglia, assistito dall'affetto e dalle cure mediche dei suoi genitori e di illustri medici... Padre Tomas guarda sereno alla Vita che non muore, alla Chiesa che ritrova la libertà nella sua patria.
    Il 31 dicembre 1989, domenica, il novantenne Cardinale Tomasek, Arcivescovo di Praga, nella sua cattedrale gremita di popolo, intona il solenne "Te Deum" di ringraziamento. Padre Tomas, nel suo letto di dolore diventato altare, configurato ormai a Gesù Crocifisso, ne è felice. L'indomani, 1° gennaio 1990, a 40 anni non ancora compiuti, tutto si compie: Gesù riceve il suo olocausto. Può ripetere con S. Caterina da Siena sul letto di morte: "Io ho dato la vita per la Santa Chiesa".
    Al confratello venuto a fargli visita da Bologna nella sua casa di Neckargemund, una settimana prima della morte, e che gli dice con il pianto in gola: "Dobbiamo essere pronti a uniformarci alla volontà di Dio". Padre Tomas aveva risposto con il suo sorriso mite e luminoso: "Uniformarci perfettamente alla volontà di Dio".

    Paolo Risso (fra Candido o.p.)
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  7. #7
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    grazie per il contributo, lo leggerò appena possibile

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    Mi è giunta la notizia dell'inizio dell'indagine diocesana che un giorno forse porterà alla beatificazione di Padre Tomas Tyn.

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    IL CAPOLAVORO DI PADRE TYN


    TOMAS TYN, METAFISICA DELLA SOSTANZA. PARTECIPAZIONE ED ANALOGIA ENTIS, ESD.

    In un´epoca che dichiara la metafisica superata e priva di senso, il P. Tomas Tyn, profondamente convinto del valore perenne e indistruttibile della «prima e più alta disciplina della ragione», dopo aver seguito il lungo e difficile itinerario del pensiero umano, presenta nella seconda parte del suo studio una vigorosa sintesi della metafisica di S. Tommaso e il ruolo fondamentale dell´analogia e del concetto di partecipazione. Una vera enciclopedia sull´argomento. (Presentazione d Adriano Bausola).

  10. #10
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    Patrizio Pilastro O.P.
    Provinciale Utriusque Lombardiae
    (Bollettino di San Domenico, n. 4 - luglio-agosto 1990

    P. TOMAS TYN O.P.
    HA OFFERTO LA SUA VITA
    PER LA SUA PATRIA, LA CECOSLOVACCHIA



    La visita del Papa in Cecoslovacchia del 22 aprile di quest'anno ci è parsa una buona occasione per narrare le meraviglie di Dio e raccontare che il sacrificio di P. Tomas è stato gradito al Signore (Dan. 3, 10).

    Tutto ha avuto inizio il 29 giugno 1975, solennità degli apostoli S. Pietro e S. Paolo. Quel giorno P. Tomas ha la grazia, con altri numerosi candidati, di essere ordinato sacerdote, a Roma, da papa Paolo VI. Mentre il Papa posa le mani sul suo capo, P. Tomas, già profugo con la sua famiglia nella Germania Federale, offre al Signore la sua vita per ottenere la libertà della sua Patria.

    16 ottobre 1978: il card. Carlo Woityla, arcivescovo di Cracovia, viene eletto papa e assume il nome di Giovanni Paolo II. P. Tomas, allora sottomaestro dei novizi nel convento di S. Domenico di Bologna, con lo sguardo al televisore parla ad alta voce e come assorto in se stesso scandisce con grande intensità queste parole: D'ora in avanti non sarà più possibile che le cose continuino come prima. Io, che gli ero vicino, non ho più dimenticato quelle parole.

    P. Tomas percepiva più di noi che l'elezione del papa slavo rivestiva un significato religioso scolvolgente per i popoli dell'Est d'Europa, e che la loro vita ne sarebbe stata coinvolta. Non avrebbe presto, infatti, gridato il papa: aprite le porte a Cristo! esprimendo con quelle parole l'anelito di tutto un programma?

    P. Tomas ha confidato il proprio segreto non molto tempo prima del sorgere della sua malattia ad un giovane confratello, che dopo la morte di P. Tomas l'ha confidata al P. Priore e al Priore Provinciale.

    Soltanto il 22 aprile di quest'anno il sacrificio di P. Tomas e il suo significato sono stati resi pubblici. In quella Domenica il Santo Padre ha attestato con la sua presenza a Praga la riacquistata libertà in Cecoslovacchia. IL card. Tomaseck, arcivescovo di Praga, ha dichiarato ad alta voce davanti al Santo Padre e a tutto il popolo: Questo giorno e questa prima Messa con il Santo Padre entrano nella nostra storia come una festa della libertà spirituale.

    Impressionanti certe coincidenze: all'inizio e ai primi accenni della rivolta popolare in Cecoslovacchia (estate 1989) P. Tomas accusa i primi dolori lancinanti del male. Quando la Cecoslovacchia riprende il cammino della libertà e la Chiesa ritrova la via della libertà (inverno 1989), P. Tomas, dopo lunghe sofferenze, conclude la sua immolazione (gennaio 1990).

    Naturalmente della scoperta sono stati informati telefonicamente, dell'offerta di P. Tomas, i familiari. Questi ritenevano che il cielo fosse rimasto sordo alle loro suppliche, ma ora ricevevano una risposta insolita, inaudita, sconvolgente. La spiegazione veniva, ora, dal loro stesso figlio: la sua morte dolorosa è stata un gesto d'amore, dell'amore più grande, proprio come si legge nel Vangelo: nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv. 15, 13). Naturalmente i genitori di P. Tomas non riuscivano a capacitarsi tanta era la loro commozione e la consolazione.

    A tutti gli altri, a quanti hanno avuto in P. Tomas il Maestro illuminato e il sostegno spirituale, ecco che questa rivelazione fuori misura ridà coraggio. La pena di averlo perduto si muta in una nostalgia che è dolce sicurezza di sentirsi ancora amati dal Cielo.

    P. Tomas poteva e può far proprie le parole di S. Caterina da Siena sul letto di morte: Figlioli carissimi, non dovete rattristarvi se io muoio, ma piuttosto rallegrarvi. Tenete per fermo che io ho dato la vita per la Santa Chiesa. E questo, io credo, per una grazia eccezionale che mi ha concesso il Signore (B. Raimondo da Capua, Vita di Caterina da Siena).






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