User Tag List

Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 13
  1. #1
    Super Troll
    Data Registrazione
    26 Mar 2005
    Località
    Gubbio
    Messaggi
    52,134
     Likes dati
    5,904
     Like avuti
    8,205
    Mentioned
    933 Post(s)
    Tagged
    28 Thread(s)

    Predefinito Un po' di revisionismo sulla rivoluzione francese

    Nei libri di storia scolastici la rivoluzione francese fa quasi sempre una bella figura mentre viene appena accennato al fenomeno della Vandea.
    Il termine «Vandea», grazie alla storiografia filo-rivoluzionaria, è divenuto sinonimo di rivolta reazionaria e di resistenza contro l’affermarsi del progresso, che hanno come protagoniste popolazioni contadine ignoranti, sobillate da clero e nobili, che utilizzano il fanatismo religioso per scopi in realtà riconducibili ai loro interessi e privilegi di classe. Questa interpretazione non ha potuto essere adeguatamente controbilanciata dalla storiografia filo-vandeana, perché, a tutt’oggi, gli storici di parte rivoluzionaria hanno praticato l’occultamento dei fatti e imposto la damnatio memoriae nei confronti dei protagonisti, quindi anche dei valori che stanno all’origine della rivolta vandeana.
    Il territorio indicato come Vandea Militare è situato nella Francia Occidentale, sulla costa atlantica, con un’estensione di circa 10.000 kmq e con una popolazione, all’epoca, di ottocentomila abitanti. Non si tratta di una regione povera e marginale, ma la sua ricchezza e la sua popolazione sono superiori alla media francese, così come la ricchezza e la popolazione francesi sono superiori alla media europea del tempo.
    Gli abitanti della regione sono noti per l’attaccamento alle consuetudini e alle libertà locali, oltre che per un radicato sentimento religioso. Alla fine del secolo XVIII l’Ovest, come tutta la Francia, patisce gli esiti di un processo di centralizzazione che si è sempre più sviluppato a partire dal regno di Luigi XIV di Borbone (1638-1715).
    Il costo di questa politica è la causa principale della voracità statale in materia fiscale e una delle conseguenze del governo dei ministri illuministi, sì che fra il 1775 e il 1789 la pressione fiscale diventa sempre più sostenuta e male sopportata da tutti.
    Quando, per avviare una riforma generale che affronti il problema fiscale e il deficit dello Stato, vengono convocati da re Luigi XVI di Borbone (1754-1793) gli Stati Generali l’assemblea costituita dai rappresentanti del clero, della nobiltà e della borghesia , anche dalla Vandea arrivano i cahiers de doléance, raccolte di rimostranze e di petizioni che esprimono, insieme a un profondo attaccamento alla monarchia, anche una serie di proteste contro il sistema di imposizione fiscale, i suoi abusi e la sua irrazionalità.
    I vandeani auspicano, quindi, un rinnovamento e con questo spirito mandano a Parigi i loro rappresentanti, perché se ne facciano portavoce presso il sovrano. E la disillusione è tanto più cocente quanto più grande è stata la speranza.
    Diventa sempre più chiaro, e non solo in Vandea, che a Parigi non si lavora alle sperate riforme, ma a emanare leggi destinate ad aumentare il potere coercitivo delle amministrazioni centraliste, a colpire la Chiesa e le tradizioni religiose del popolo in una inquietante accelerazione distruttiva.
    La confisca e la vendita dei beni ecclesiastici, che avvantaggia solo borghesi e nobili, e l’introduzione della Costituzione Civile del Clero, nell’estate del 1790, creano un diffuso malcontento, al quale le autorità rispondono con insensibilità, con incapacità di governo e con una crescente repressione, che sfocia nell’irrimediabile frattura fra le popolazioni e i pubblici poteri.
    Gli avvenimenti precipitano nel 1793. La rottura provocata dalla Costituzione Civile del Clero, che pone le basi di una rivolta di natura religiosa, si consuma con la notizia che il 21 gennaio 1793 re Luigi XVI è stato ghigliottinato, e si manifesta quando il Governo di Parigi ordina in tutta la Francia l’arruolamento di trecentomila uomini da mandare al fronte.
    La rivolta scoppia perché la popolazione della Vandea rifiuta di abbandonare le case per andare a morire per una repubblica che considera illegittima, colpevole di perseguitare la religione, di aver assassinato il sovrano legittimo e di aver inasprito la crisi economica.Nel marzo del 1793, inizia un’insurrezione generale, annunciata dal suono delle campane a martello di tutte le chiese. Gli insorti si organizzano militarmente sulla base delle parrocchie e costituiscono un’Armata Cattolica e Reale di molte decine di migliaia di uomini, guidati da capi che essi stessi si sono scelti e che spesso, specie fra i nobili, sono restii a farsi coinvolgere.
    Jacques Cathelineau (1759-1793), vetturino, è l’iniziatore della sollevazione e viene eletto primo generalissimo dell’Armata vandeana; muore in battaglia a trentaquattro anni. Il marchese Louis-Marie de Lescure (1766-1793) è un ufficiale che gli insorti liberano dalla prigionia, ed egli ne diviene un capo autorevole; quando muore in combattimento, a ventisette anni, gli viene trovato addosso il cilicio. Henri du Vergier de la Rochejaquelein (1772-1794) è eletto generalissimo a soli ventuno anni; Napoleone Bonaparte (1769-1821) ne esalterà il genio militare. Jean-Nicolas Stofflet (1753-1796), guardiacaccia, si rivela un formidabile tattico e non accetterà mai di arrendersi. François-Athanas de la Contrie (1763-1796), detto Charette, è un ufficiale di marina «costretto» a diventare un capo leggendario dagli insulti dei contadini che lo traggono da sotto il letto, dove si è nascosto per sottrarsi alle loro ricerche; muore fucilato. Vi è anche chi è prelevato a forza e portato in battaglia sulle spalle dei contadini. Fra le poche eccezioni vi è Antoine-Philippe de la Trémoille, principe di Talmont (1765-1794), che torna dall’esilio per mettersi alla testa della cavalleria, unico dei grandi signori di Francia a combattere e a morire con i vandeani.
    Vittorie e sconfitte si alternano fino allo scacco di Nantes e alla sconfitta di Cholet, nell’autunno del 1793. L’Armata Cattolica e Reale decide, allora, di attraversare la Loira e di raggiungere il mare in Normandia, dove pensa di trovare la flotta inglese. Ma all’arrivo gli inglesi non vi sono e i vandeani, con le famiglie al seguito, ritornano sui propri passi, inseguiti dai repubblicani che li sconfiggono in una serie di scontri, che si risolvono in carneficine dove gli insorti, donne e bambini compresi, vengono sterminati a migliaia.
    Nel gennaio del 1794 la Repubblica ordina la distruzione totale della Vandea. Spedizioni militari punitive, dette «colonne infernali», attraversano la regione facendo terra bruciata e perpetrando il genocidio della popolazione, con una metodicità e con strumenti da «soluzione finale», che anticipano gli orrori del secolo XX; né mancano intenti di controllo demografico.
    Parallelamente inizia la campagna di scristianizzazione del territorio e il Terrore rivoluzionario si abbatte sulle popolazioni con la più dura delle persecuzioni mentre gli imprigionati, i deportati in questo periodo viene inaugurata la colonia penale di Caienna, nella Guyana , le esecuzioni di ogni tipo sono in un numero imprecisato. E' un genocidio vero e proprio: quello che Robespierre perpetrò contro i contadini della Vandea che erano insorti in difesa della fede e dei sacerdoti. In 18 mesi, fino alla caduta di Robespierre il 27 luglio 1794, i soldati della Rivoluzione uccisero 117 mila persone, su una popolazione totale di 800 mila. 10 mila i casolari distrutti su 50 mila. Da Parigi, la Convenzione moltiplica ai suoi comandanti in Vandea l'esortazione allo "sterminio" allo "spopolamento.

  2. #2
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    26 Aug 2013
    Messaggi
    14,308
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito VANDEA & Vandee

    Vandea: le solite.La storia ( e le vendette ) dei vincitori.
    Poi basta metere anche un po' la sordina ed il gioco e' fatto.
    Vandea: chi era costei ? Dicono i novelli Don Abbondio della storia.

  3. #3
    email non funzionante
    Data Registrazione
    28 Mar 2002
    Località
    estremo occidente
    Messaggi
    15,083
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    al volo. La riv. francese é l'origine del totalitarismo moderno. Ha sperimentato per la prima volta la dittatura terroristica, il genocidio politico, il culto e la liturgia ideologica (la "dea ragione"), ed ha generato un fanatismo assassino tra i suoi seguaci (i famigerati sanculotti).

  4. #4
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    26 Aug 2013
    Messaggi
    14,308
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In Origine postato da Felix
    al volo. La riv. francese é l'origine del totalitarismo moderno. Ha sperimentato per la prima volta la dittatura terroristica, il genocidio politico, il culto e la liturgia ideologica (la "dea ragione"), ed ha generato un fanatismo assassino tra i suoi seguaci (i famigerati sanculotti).
    ..ma i figlin dell'illuminismo sono ancora tra noi !
    A volte ritornano....................

  5. #5
    email non funzionante
    Data Registrazione
    24 Nov 2003
    Messaggi
    4,894
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In Origine postato da Felix
    al volo. La riv. francese é l'origine del totalitarismo moderno. Ha sperimentato per la prima volta la dittatura terroristica, il genocidio politico, il culto e la liturgia ideologica (la "dea ragione"), ed ha generato un fanatismo assassino tra i suoi seguaci (i famigerati sanculotti).
    Concordo, il genocidio della Vandea può essere considerato come un esempio di protoComunismo, ovvero del totalitarismo che ha insanguinato la storia di mezzo secolo di Europa, un crimine che può essere anche associato molto bene ai crimini Nazisti, anxcora del XX° secolo; infatti non dimentichiamo che i cattolici Vandeani combatterono al fianco dei Nobili e quindi vennero visti dagli antenati delle ideologie del XX° secolo come razza e classe sociale da eliminare.
    Un po' di storia dimenticata:

    Il martirio dei cattolici vandeani
    di Eugenio Corti


    Fedeli a Dio, alla Chiesa e al Re, i cattolici vandeani si oppongono sul finire del XVIII secolo al progetto totalitario della Rivoluzione Francese. E pagano un altissimo prezzo di sangue. Una pagina dimenticata della storia

    In occasione del bicentenario della rivoluzione francese (1989), sono uscite alcune opere obiettive che ci consentono di avere sotto gli occhi ciò che è realmente accaduto in Vandea.

    Delle cause che stanno all'origine dell'episodio vandeano, ci imitiamo a ricordare per sommi capi soltanto le maggiori, e cioè: le idee illuministe ispiratrici della rivoluzione francese; l'emanazione da parte dell'autorità rivoluzionaria, nel luglio 1790, della Costituzione Civile del Clero, inaccettabile per i credenti; infine l’esecuzione, nel gennaio 1793, mediante ghigliottina, del re di Francia Luigi XVI, inaccettabile per i patrioti vecchia maniera e per i popolari. Già nel 1792 si erano avuti in molte zone della Francia dei moti popolari. Nel 1793 l’ordine del governo rivoluzionario di una leva di 300.000 uomini ha fatto precipitare la situazione in Vandea. Un gran numero di richiamati si dà alla macchia.

    La superficie della Vandea era di circa 10.000 chilometri quadrati, la popolazione di 815.000 abitanti. I ribelli vandeani, uomini valorosi e fin da principio ben organizzati, hanno battuto uno dopo l’altro i reparti dell’esercito repubblicano presenti in loco o inviati da Parigi, e conquistato per intero (cioè liberato) il proprio territorio. Successivamente le forze soverchianti inviate da Parigi hanno rovesciata la situazione. In quei mesi imperversava in Francia il terrore giacobino, con alla testa Robespierre, il quale dominava nella Convenzione, cioè nella suprema direzione rivoluzionaria.

    Ottenuta la vittoria, i giacobini non si limitarono a castigare in modo esemplare i vandeani sconfitti: per costoro - esattamente come più tardi per gli avversari del comunismo in Russia, in Cina e altrove, e per gli antinazisti in Germania - non poteva esserci che l'eliminazione, lo sterminio.

    E precisamente lo sterminio venne chiesto e ottenuto alfa convenzione di Parigi da alcuni rappresentanti. Venne dato ordine che in contemporanea allo sterminio si asportasse dal territorio tutto l'asportabile (come vedremo, si giunse anche allo sfruttamento dei cadaveri), dopo di che doveva essere bruciato tutto il resto.

    Leggiamo nelle istruzioni impartite dal capo dei generali esecutori, Turreau, ai suoi luogotenenti: "Tutti i villaggi, tutti i borghi, le macchie e tutto quanto può essere bruciato, sarà dato alle fiamme".

    Stabilito quanto sopra, si è proceduto all'esecuzione con tutti i mezzi allora disponibili.

    Tra i sistemi impiegati spiccano per originalità gli annegamenti in serie nel fiume Loira, e i rastrellamenti metodici da parte di grandi colonne armate, che marciando in parallelo attraverso i territori da spopolare hanno provveduto a uccidere tutti coloro che incontravano. Vediamoli in breve

    Eliminazioni per annegamento. Poiché la "santa madre ghigliottina è troppo lenta", e "fucilare è troppo lungo" e si consumano polvere e pallottole, si è presa a decisione di metterne un certo numero in grandi battelli, condurli in mezzo al fiume... e là si cola a picco il battello. Questa operazione si fa ogni giorno".

    Si procedeva anche, più sommariamente e celermerte, col battesimo patriottico", buttando in acqua le vittime a gruppi. "Quelli che scampano sono immediatamente ammazzati a colpi di sciabola" dalle barche circostanti.

    Dice il testimone Guillame-François Lahemec: "All'inizio gli individui venivano annegati con i loro abiti, ma in seguito il Comitato (rivoluzionario di Nantes), spinto dall'avidità e dalla raffinatezza della crudeltà, spogliava dei vestiti quelli che voleva. Bisogna anche che vi parli del 'matrimonio repubblicano', che consisteva nel legare insieme, sotto le ascelle, un giovane e una giovane completamente nudi, e precipitarli così nelle acque". Particolarmente auspicato era il 'matrimonio' di preti legati a monache, o di individui appartenenti alla stessa famiglia.

    Le persone annegate di cui venne preso il nome furono 4.800, ma le vittime complessivamente dovettero essere ben più numerose, se il capo del Comitato Rivoluzionario di Nantes, Carrier si vantava di averne lui solo fatte annegare 2.800 (tra cui, in una sola notte, da quattro a cinquecento bambini sotto quattordici anni).

    Le ‘colonne infernali'. In Vandea molto più produttivo di vittime fu però il sistema delle "colonne infernali", costituite da sei grandi formazioni armate che durante quattro mesi, a partire dal 17 gennaio 1794, rastrellarono in parallelo l'una all'altra tutto il territorio, nel quale la popolazione - dopo le sconfitte subite, ma anche in seguito alle solenni promesse di perdono con relative garanzie, fatte dai giacobini vincitori - aveva ormai cessata ogni resistenza.

    La consegna de genera e Grignon, capo della prima colonna, ai suoi soldati fu: 'Vi do l’ordine di dare alle fiamme tutto quanto sarà suscettibile di essere bruciato, e di passare a fil di baionetta qualsiasi abitante incontrerete sul vostro passaggio. So che può esserci anche qualche patriota in questo paese: non importa, dobbiamo sacrificare tutto".

    L’ufficiale di polizia Gamet, che fa parte della colonna comandata dal generale Turreau, scrive: "Amey fa accendere i forni e quando sono ben caldi vi getta le donne e i bambini. Inizialmente si sono condannate a questo genere di morte le donne briganti" (cioè delle popolazioni insorte) "ma oggi le grida di queste miserabili hanno tanto divertito i soldati e Turreau che hanno voluto continuare. Mancando le femmine dei monarchici, si rivolgono alle spose dei veri patrioti. A nostra conoscenza già Il chirurgo Thomas scrive: "Ho visto centocinquanta soldati maltrattare e violentare donne, ragazzine di quattordici e quindici anni, massacrarle subito dopo e lanciare di baionetta teneri bambini rimasti a fianco delle loro madri giacenti a terra".

    Beaudesson, reggente della sussistenza militare, che ha seguito la colonna Bonnaire, riferisce: "La strada da di Vihiers a Chaet era ricoperta di cadaveri, alcuni morti da tre o quattro giorni, e altri appena spirati. Dovunque i campi vicini alla strada maestra erano coperti di vittime sgozzate". Grazie alla presenza di grandi e intricati boschi non pochi sono i sopravvissuti: in certe zone costoro, dopo passaggio dei carnefici, si riunivano nei villaggi devastati a pregare per i morti. A tal fine "tutte le sere hanno luogo adunate popolari per dire il rosario: gli abitanti sono convocati per mezzo di un corno o di una cornamusa".

    Sfruttamento dei cadaveri. Siamo tenuti a completare il quadro degli accadimenti in Vandea ricordando lo sfruttamento dei cadaveri. Per esempio della loro pelle: "I cadaveri erano scorticati, si tagliava la pelle al di sotto della cintura, poi lungo ciascuna delle cosce fino alla caviglia, in modo che dopo la sua asportazione i pantaloni si trovavano in parte formati: non restava altro che conciare e cucire".

    Si ricavava dai cadaveri anche il grasso: a Clisson il 5 aprile 1794 vennero cotte a tal fine centocinquanta donne: "Facevamo dei buchi per terra per sistemarvi delle caldaie allo scopo di raccogliere tutto quello che colava: avevamo messo al di sopra delle sbarre di ferro, e su queste le donne... poi, ancora al di sopra, vi era il fuoco... Ne mandai dieci barili (del grasso così ricavato) a Nantes".

    Ad Anqers ci si adopera per fare dei cadaveri un uso ornamentale: le autorità giacobine prescrivono che le teste dei ribelli vandeani siano "tagliate e disseccate per essere poi messe sulle mura". Non però al modo dei selvaggi, bensì utilizzando sussidi della civiltà: "Il laboratorio della scuola di chirurgia di questa città è indicato per fare questo lavoro..

    L'inizio della ribellione in Vandea ebbe luogo nella primavera del 1793: le stragi. maggiori si ebbero dalla fine del 1793 all'agosto 1794 (Robespierre cadde il 27.7.1794), con strascichi anche negli anni successivi. Secondo i recenti, accurati computi di Reynold Secher, autore de "Il genocidio vandeano (Effedieffe, Milano 1989) dal quale sono tratte tutte le citazioni comprese nel presente saggio, su una popolazione di 815.029 persone le vittime furono 117.257, pari al 14,35 per cento, con punte particolarmente elevate in alcuni cantoni (così Chalet ha perso il 37,39% degli abitanti, Vihiers il 30,55%, Chemillé il 30,30%): la percentuale delle donne fatte perire fu di poco inferiore a quella dei maschi. Tenuto conto che il tempo a disposizione per il massacro è stato di un anno e mezzo, siamo alla stessa media delle vittime in Cambogia, dove in tre anni i comunisti hanno fatto morire circa un terzo della popolazione. Prima di chiudere va ricordato che nel periodo della prevalenza giacobina non ci furono solo le vittime vandeane: nella prefazione al libro di Secher, Pierre Chaunu, dell’Institute de France, dice: "Pensate ai massacri di Lione, Bordeaux, Marsiglia, in diverse zone della ‘chouannerie’ (i territori dei ribelli antirivoluzionari) dell’Ovest, aggiungete la ghigliottina di Parigi, e superate il mezzo milione".




    --------------------------------------------------------------------------------

    Cronologia

    · 12 luglio 1790: viene varata la Costituzione Civile del Clero, con la quale il governo rivoluzionario intende esercitare un controllo diretto su' clero e creare una Chiesa scismatica.

    · 21 gennaio 1793: Luigi XVI, re di Francia, viene decapitato

    · Marzo 1193: la Convenzione parigina decreta il reclutamento forzato di 300.000 uomini, da inviare al fronte della guerra che la Francia aveva dichiarato nel 1792 contro il re di Boemia e d'Ungheria.

    · 10 e 11 marzo 1793: nell'intera Vandea riecheggia il suono a martello delle campane di tutte le chiese che chiamano gli uomini alla battaglia.

    · 13 marzo 1793: nel paese di Le Pen en Mauges i contadini designano Jacques Cathelineau, un venditore ambulante di umili natali, quale loro comandante. Cathelineau per la sua pietà religiosa era denominato "il santo deli'Anjou". Scoppia la guerra. Un pezzo di stoffa bianca sul quale è posto un cuore rosso sormontato da una croce, il Sacro Cuore di Cristo, diventa il simbolo degli insorti. Nasce così l'Armata cattolica e reale.

    · 14 luglio 1793: Cathelineau muore a Saint Florent-le-Vieil, in seguito alle ferite riportate durante l'asseolo di Nantes, il 29 giugno precedente.

    · 23 dicembre 1793: i resti dell'Armata cattolica. che dopo vari successi aveva subito un tracollo, vengono raggiunti dal generale repubblicano Westermann, presso le paludi di Savenay, e orrendamente massacrati.

    · 21 gennaio 1794: ia Corvenzione organizza la repressione defintiva della vandea, dando via alle sei "Colonne lnfernali", cioè a spedizioni militari punitive le quali, comandate dai vari generali alle dipendenze di Louis-Marie Turreau, trasformano la Vandea in un "cimitero nazionale". Lo storico Reynald Secher ha definito il massacro vandeano come un vero e proprio "genocidio", in quanto azione premeditata e scientificamente realizzata: ne ha recuperato le prove documentarie, gli ordini di sterminio inviati a Parigi 8e conservati negli archivi storici militari francesi) nonché gli elenchi delle vittime nei registri parrocchiali. I mandanti: la Convenzione e Massimiliano Robespierre in persona.

    Bilancio: anni di guerra e guerriglia spietata, 21 battaglie campali, 200 prese e riprese di villaggi e città, 700 scontri locali, circa 120.000 morti, la Vandea completamente devastata.



    Bibliografia:

    - Reynald Secher, Il genocidio vandeano, Effedieffe, Milano 1991.

    - Graccus Babeuf, La guerra di Vandea e il sistema di Spopolamento, Effedieffe, Milano 1989.

    - Pierre Gaxotte, La rivoluzione francese, Mondadori, Milano 1989.

    - Jean Dumont, I falsi miti della Rivoluzione Francese, Effedieffe, Milano 1989.

    © Il Timone - n. 13 Maggio/Giugno 2001

  6. #6
    31°
    Data Registrazione
    10 Sep 2003
    Località
    romagna
    Messaggi
    1,107
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    forse non ho molti mezzi per rispondere adeguatamente, ma mi sembra che per il gusto di demonizzare la rivoluzione si tirino fuori i famosi libelli antirivoluzionari d'epoca, che dicevano un sacco di palle per attaccare il governo giacobino.
    sicuramente la vandea fu devastata spietatamente dalle armate rivoluzionarie, ma parlare di genocidio (117000 su 800000) è eccessivo. del resto i vandeani avrebbero voluto il ritorno del re, anche con le baionette inglesi...potere dei preti!!!
    alcuni racconti sono simili a quelli dei soldati tedeschi che tagliano le mani ai bambini belgi...
    la rivoluzione è un fenomeno complicato e pieno di contraddizioni, c'è stato il terrore, è finita con napoleone, ma gli ideali sono parte del nostro bagaglio culturale.
    vi piacerebbe baciare il pavimento dove passa un re? siamo d'accordo che tutti gli uomini nascono con uguali diritti? siamo tutti liberi? ci piace scegliere l'ente che ci governa?
    ricordo che la santa chiesa cattolica ha cominciato ad accettare la democrazia e la libertà molto dopo, sempre scavalcata dagli eventi (pensate soltato a cavolate - in confronto - come il divorzio...)
    gli ideali illuministi sono inoltre gli stessi che hanno fondato gli stati uniti d'america, che mi sembra sia la patria della libertà.
    quindi della rivoluzione francese è giusto criticare le cose sbagliate (e sono molte), ma bisogna ricordarci da dove veniamo, anche qui in italia le idee sono girate.
    p.s. certi revisionismi mi fanno incavolare, perchè per denigrare la storiografia "ufficiale" sono disposti a tutto, spesso acriticamente...

  7. #7
    Monarchico da sempre !
    Data Registrazione
    15 Oct 2004
    Località
    Italia
    Messaggi
    10,883
     Likes dati
    6
     Like avuti
    51
    Mentioned
    41 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    1

    Predefinito

    In Origine postato da Felix
    al volo. La riv. francese é l'origine del totalitarismo moderno. Ha sperimentato per la prima volta la dittatura terroristica, il genocidio politico, il culto e la liturgia ideologica (la "dea ragione"), ed ha generato un fanatismo assassino tra i suoi seguaci (i famigerati sanculotti).
    Bravo Felix... la rivoluzione Francese, infatti, è l'inizio dell'ordine della fine dell'ordine mondiale. Da allora tutto e cambiato, ...il modo stesso di fare la guerra è cambiato, divenendo ideologico !

    Le conseguenze furono disastrose, ed in parte stiamo ancora pagandone le conseguenze. Il Degrado, poi, da allora non si è più fermato, e passando per due guerre mondiali, è loggi a sola legge validamente certa !

  8. #8
    Super Troll
    Data Registrazione
    26 Mar 2005
    Località
    Gubbio
    Messaggi
    52,134
     Likes dati
    5,904
     Like avuti
    8,205
    Mentioned
    933 Post(s)
    Tagged
    28 Thread(s)

    Predefinito

    [QUOTE]In Origine postato da massena

    p.s. certi revisionismi mi fanno incavolare, perchè per denigrare la storiografia "ufficiale" sono disposti a tutto, spesso acriticamente...
    $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$
    La parola "revisionismo" viene dal vocabolo latino "revidere" - riesaminare. Il riesame di teorie tradizionali è qualcosa di completamente normale, e cioè tanto nelle scienze naturali e nella tecnica quanto nelle scienze sociali, a cui appartiene la ricerca storica. La scienza non è uno stato, ma un avvenimento, cioè l'acquisizione di nuove conoscenze per mezzo della ricerca di prove. Se -per mezzo della continua ricerca- si trovano nuove prove o se -da parte di ricercatori critici- si scoprono errori in antiche dimostrazioni, ciò conduce spesso a modifiche di vecchie teorie e a volta perfino a doverlemandarle al macero.
    Con l'espressione "revisionismo" s'intende perciò il metodo di riesaminare criticamente e sotto la lente d'ingrandimento vecchie teorie e vecchie affermazioni scientifiche, di riesaminare le loro conclusioni, e d'investigare se nuove prove possibilmente confutino o modifichino tesi e idee tramandate. Il tentativo di riesaminare e di confutare tesi e concetti tramandati è una parte integrante della scienza. Solo là dov'è permesso esporre certe affermazioni e teorie ai più duri tentativi di confutazione, si può controllare quanta verità è contenuta in queste affermazioni e teorie, e quindi avvicinarsi alla verità.

  9. #9
    email non funzionante
    Data Registrazione
    28 Mar 2002
    Località
    estremo occidente
    Messaggi
    15,083
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    appunto, é perfettamente normale rivedere teorie e schemi storiografici, per proporne di nuovi sulla scorta di nuove prospettive d'analisi, nuove prove o un'enfasi nuova su prove o dettagli giá conosciuti.
    L'importante é che il revisionismo (cosí come la difesa dell'ortodossia) non si ponga mai al servizio di interessi o affiliazioni politiche, uscendo quindi dal campo scientifico. Per parte mia posso assicurare che l'impulso al revisionismo é solo ed esclusivamente l'interesse scientifico.

  10. #10
    email non funzionante
    Data Registrazione
    28 Mar 2002
    Località
    estremo occidente
    Messaggi
    15,083
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In Origine postato da massena
    forse non ho molti mezzi per rispondere adeguatamente, ma mi sembra che per il gusto di demonizzare la rivoluzione
    sbagliato sempre "demonizzare", del resto i primi a demonizzare furono proprio i giacobini, Qui si vuol porre in evidenza l'aspetto oscuro e tremendo della rivoluzione, il fanatismo assassino, la sete di sangue che invade i militanti della nuova fede. Qui non si é inventato nulla, i massacri ci sono stati, ed orribili. Negarli é negazionismo, tale e quale il tanto deprecato negazionismo si auschwitz.
    Diversi studiosi tra cui domenico fisichella, hanno indicato nella rivoluzione francese la "madre" dei totalitarismi moderni. Nella Vandea c'é giá l'embrione del gulag e del lager, nel terrore giacobino c'é giá il terrore staliniano. Se dalla rivoluzione é scaturito anche il lato incruento delle moderne democrazie liberali, ebbene questo deve farci riflettere proprio sulle ambiguitá e sulle radici di sangue dei nostri sistemi politici.

 

 
Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. RIFLESSIONI SULLA RIVOLUZIONE FRANCESE, di Edmund Burke
    Di Florian nel forum Conservatorismo
    Risposte: 24
    Ultimo Messaggio: 24-06-09, 21:17
  2. rivoluzione francese
    Di Arancia Meccanica nel forum Roma e Lazio
    Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 12-04-07, 20:46
  3. Sulla rivoluzione francese
    Di Paul Atreides nel forum Destra Radicale
    Risposte: 166
    Ultimo Messaggio: 19-02-07, 11:24
  4. sulla rivoluzione francese
    Di Arancia Meccanica nel forum Scienza e Tecnologia
    Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 10-02-07, 17:41
  5. sulla rivoluzione francese
    Di Arancia Meccanica nel forum Valle d'Aosta - Vallée d'Aoste
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 03-02-07, 14:00

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito