La cultura della vita, la cultura del mercato
Di don Robert Sirico*
Che cosa svaluta la vita umana? I nosti tempi sono indubbiamente caratterizzati dalla mancanza di rispetto per la dignità della persona umana. Molti che proclamano la cultura della vita evitano il mercato in quanto corruttore della vita umana. Si pensa che il mercato riduca le persone a meri attori economici, il cui valore risieda soltanto nella loro potenzialità di guadagnare o nella loro capacità produttiva. Ad ogni modo, un simile fraintendimento dell’economia di mercato finsce per ostacolare coloro che si sforzano di lottare contro il degrado della persona umana. Riflettiamo più profondamente sull’interazione, la tensione e la definitiva riconciliazione della cultura del mercato e la cultura della vita.
Vorrei essere chiaro nelle definizioni. La cultura della vita è il riconoscimento che questa vita è uno stadio temporaneo dell’esistenza eterna e che la vita stessa è un dono fattoci dal nostro Creatore che dovrebbe essere preservato con la massima cura e responsabilità. La vita porta in sé un valore sacro dal primo concepimento fino alla fine, ed ogni essere umano ha il diritto di vedere la propria vita rispettata al massimo. Il mercato non è una mera astrazione che descrive la produzione e la distribuzione economica, quanto, piuttosto, rappresenta le stesse persone _ persone che risparmiano ed investono, stipulano contratti e scoprono mercati, si assumono il rischio e fanno sogni. Nelle loro vite economiche, in quanto produttori e consumatori, essi cooperano all’interno di una vasta rete di scambi nei quali individui di mezzo mondo comprano i loro prodotti e forniscono i loro prodotti.
Il mercato rinforza la cultura della vita ed il suo ordine morale in tre fondamentali modi. In primo luogo, il mercato promuove la pace tra gli uomini. Dai più semplici ai più complessi tra gli scambi di mercato, hanno tutti una cosa in comune: le persone scambiano volontariamente l’un l’altro per la loro reciproca soddisfazione. In secondo luogo, il mercato offre agli individui le migliori opportunità per impiegare la loro creatività e partecipare pienamente alla società, obbedendo così al comando di Dio di lavorare e di creare. Di contro, vincoli legali ed incentivi perversi posti in essere dai governo impediscono alle persone di entrare nella forza lavoro, di migliorare le proprie capacità e di diventare una parte vitale della divisione del lavoro nella società. In terzo luogo, il libero mercato promuove il miglioramento materiale dell’umanità. Ad esempio, ad esso dobbiamo la moderna medicina, l’elettricità, l’acqua corrente e, adesso, l’accesso all’informazione ad un segmento della popolazione mondiale in continua espanzione.
È una sfortuna e altamente pericoloso che gran parte dei più espliciti difensori del mercato spesso tralasciano le fondamenta morali della libertà. A coloro che possono essere tentati di credere che la società possa ruotare attorno all’estratto conto, la cultura della vita lancia un messaggio: le ragioni di base possono esistere anche in una economia di mercato. Ci sono valori più elevati del profitto e del successo di mercato, tra i quali c’è il preminente valore della stessa vita. Ciò che proponiamo, allora, è una libera economia che ponga la persona umana al centro delle azioni economiche, dal momento che la persona umana è la fonte di qualsiasi iniziativa economica. Il mercato, permeato dalla virtù e dalla libertà, è un alleato necessario per un ordine sociale che rispetti la dignità umana.
* Presidente Istituto Acton