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Risultati da 1 a 10 di 10

Discussione: radical-chic

  1. #1
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    Predefinito radical-chic


  2. #2
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    Massimo fini scrive sempre qualcosa di interessante.
    Ma il suo è comunque un punto di vista,come qualsiasi altro.
    L'esperienza di gruppi estremi come Potop e Brigate rosse è sempre partita da un contesto di lotta di classe,basti pensare che se non sbaglio all'inizio nei quartieri più popolari addirittura lo esponevano alle finestre,il simbolo delle brigate rosse.
    Le rivolte studentesche ed altro sono anche partite da elementi "borghesi",questo è vero,ma in questo articolo si dimentica forse non a caso gruppi come l'autonomia operaia;Lotta continua era presente soprattuto qui al sud e ne faceva parte una buona parte della gioventù "proletaria".
    Non ho vissuto quell'epoca,ma posso dire per esperienza familiare che i giovani figli di operai non erano affatto estranei ad un movimento rivoluzionario.

  3. #3
    remedios
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    massimo fini scrive, talvolta, cazzate. con questo articolo sembra che abbia scoperto l'acqua calda, dimenticando di dire come la nascita delle br, ad esempio, trova appoggio nella classe operaia, dimenticando di citare le stragi compiute dall'estrema destra e tutti i compagni uccisi. se vogliamo dire le cose diciamole tutte, oppure stiamo zitti.

  4. #4
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    E' incredibile come io mi trovi sempre d'accordo con gli scritti di Massimo Fini.
    We place no reliance
    On virgin or pigeon;
    Our Method is Science,
    Our Aim is Religion.

  5. #5
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    Predefinito

    In origine postato da vlad84
    Massimo fini scrive sempre qualcosa di interessante.
    Ma il suo è comunque un punto di vista,come qualsiasi altro.
    L'esperienza di gruppi estremi come Potop e Brigate rosse è sempre partita da un contesto di lotta di classe,basti pensare che se non sbaglio all'inizio nei quartieri più popolari addirittura lo esponevano alle finestre,il simbolo delle brigate rosse.
    Le rivolte studentesche ed altro sono anche partite da elementi "borghesi",questo è vero,ma in questo articolo si dimentica forse non a caso gruppi come l'autonomia operaia;Lotta continua era presente soprattuto qui al sud e ne faceva parte una buona parte della gioventù "proletaria".
    Non ho vissuto quell'epoca,ma posso dire per esperienza familiare che i giovani figli di operai non erano affatto estranei ad un movimento rivoluzionario.
    infatti é un punto di vista, ma un punto di vista autorevole, di uno che quegli anni li ha vissuti "dentro" l'ambiente, il punto di vista inoltre, di uno di sinistra, non di destra.
    Ammettiamo pure che sia uno spaccato parziale dell'universo extraparlamentare di quegli anni. Che c'erano anche gruppi integrati in maggioranza o in toto da proletari. Rimane la questione: che ci facevano i rampolli della borghesia, questi riccotti viziati e arroganti, nel bel mezzo di quell'ambiente?!

    io dico solo una cosa, gli anni settanta ho vissuti (ne ho quaranta) e ricordo bene che questi tipi esistevano, e mi facevano un enorme ribrezzo. Verso di loro provavo un vero e proprio odio di classe: odio verso la classe borghese, odio verso i privilegiati, i potenti, i saccenti, i pedanti. Era anche di piú, un odio antropologico. E vedevo proprio in questi borghesucci che giocavano alla "rivoluzione" il massimo dell'affronto, dell'umiliazione verso chi stava in basso. Erano ricchi, se la spassavano alla grande, e avevano ancora la faccia tosta di dirsi "avanguardie del proletariato". Per me era troppo, era il colmo della sfrontatezza. Sono diventato politicamente "di destra" anche per disgusto, per odio verso questo tipo umano radical chic, allora coccolato, ammirato o quantomeno tollerato negli ambienti della sinistra.

    saluti

  6. #6
    eh?
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    devi riconosce che il PCI era ben altra cosa...

  7. #7
    Il vero è un momento del falso
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    In origine postato da Felix

    ....
    ..io come ho detto non appartengo a quell'epoca,ma penso che migliaia e migliaia di giovani delle più diverse classi sociali abbiano voluto contestare il proprio stile di vita,i "valori" occidentali che la società di quel tempo esprimeva ed anche il privilegi creati da quel tipo di società;non a caso la contestazione iniziò comunque dalle università,mentre allo stesso tempo anche il "mondo" operaio iniziava a mettersi in fermento,dopo anni di repressione dura.
    Secondo me questa concomitanza di idee ed obiettivi ha fatto si che in più occasioni,come il 68 ed anche il 77,questi due mondi così diversi abbiano potuto marciare insieme.

  8. #8
    Redskin
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    i radical-chic di ieri oggi sono in parlamento, i radical-chic di oggi tirano le molotov il giorno prima, e quello dopo sono con la chiesa e i papponi....

  9. #9
    Evoliano di sinistra
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    Prossimo al nulla, laggiu' nell'abisso io conduco da solo la mia lotta.......In ogni caso nessun rimorso
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    In origine postato da vlad84
    Massimo fini scrive sempre qualcosa di interessante.
    Ma il suo è comunque un punto di vista,come qualsiasi altro.
    L'esperienza di gruppi estremi come Potop e Brigate rosse è sempre partita da un contesto di lotta di classe,basti pensare che se non sbaglio all'inizio nei quartieri più popolari addirittura lo esponevano alle finestre,il simbolo delle brigate rosse.
    Le rivolte studentesche ed altro sono anche partite da elementi "borghesi",questo è vero,ma in questo articolo si dimentica forse non a caso gruppi come l'autonomia operaia;Lotta continua era presente soprattuto qui al sud e ne faceva parte una buona parte della gioventù "proletaria".
    Non ho vissuto quell'epoca,ma posso dire per esperienza familiare che i giovani figli di operai non erano affatto estranei ad un movimento rivoluzionario.
    Io da appassionato lettore delle opere di Massimo Fini ed assertore di una visione del mondo nazionalrivoluzionaria e tradizionale (pur sapendo che lui non e' certo quello che si suol dire un camerata) mi chiedo se voi nell'apprezzare i suoi scritti non sentite delle contraddizioni...Quando e' venuto a Firenze col suo Cyrano al teatro Puccini sono andato a vederlo con la mia fidanzata ( che e' di sinistra) ed alcuni camerati, per tutto lo spettacolo si e' tuonato contro quel concetto globalizzatore ed annientatore di liberta' e particolarismi che si chiama democrazia dicendo poi piu' volte ed a piu' voci che questo e' stato imposto al popolo da 2 ideologie falsamente antitetiche e cioe' dal liberalismo e dal marxismo ...La maggioranza dell'uditorio era di sinistra (lo ho capito dal fatto che rideva fragorosamente per le gustose battute sul nano bandanato), una sinistra secondo me identificabile con quella girotondista, ed assisteva passivamente a tutto quello che si diceva (c'e' stato poi una mezz'ora dedicata alle domande e nessuno ha chiesto lumi sulla parificazione liberalismo-marxismo)....Mi chiedo come puo' uno di appartenente ad una sinistra marxista tollerare che si dica che liberalismo e marxismo sono la stessa cosa (concetto che per me di certo non e' e non e' stato nuovo perche' e' quasi 15 anni che lo ho sentito esprimere negli ambienti della destra radicale)...Attendo risposte compagni un saluto fabiosko

  10. #10
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    Personalmente, sono anarchico e tutt'altro che positivista. Quindi, non fatico ad ascoltare una critica pesante al marxismo.
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