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    Predefinito Rif: Gentili d'Europa ed oltre...

    INTERVISTA AL KRIVIS JONAS TRINKUNAS

    L’antica religione etnica dei Balti è continuata ad esistere ufficialmente in Lituania, come religione del Granducato, fino al XIV secolo. La persistenza di una cultura pagana popolare nelle epoche successive ha fatto sì che nel Novecento si riponesse anche da parte delle élites colte del Paese il problema di una rinascita della spiritualità etnica. Da qui il sorgere del movimento religioso e culturale Romuva, fondato durante l’occupazione sovietica ed emerso pubblicamente dopo l’indipendenza della Lituania. Riconosciuto ufficialmente quale religione tradizionale della nuova Repubblica nel gennaio del 1992, Romuva ha ormai qualche migliaio di aderenti e un notevole bacino di simpatizzanti (35 mila i partecipanti al Solstizio d’Estate del 2005!). Dal 19 ottobre 1997 il suo capo spirituale, il Krivis, è Jonas Trinkunas, dottore in letteratura e linguistica antica e collaboratore degli Istituti di filologia e sociologia dell’Università di Vilnius. Al Krivis, che è anche presidente del WCER (il World Congress of Ethnic Religions, ovvero il Congresso Mondiale delle Religioni Etniche), abbiamo posto alcune domande, cui egli ha cordialmente risposto, con spirito di amicizia.

    D. – Il paganesimo lituano, rappresentato dalla Romuva, si distingue da altri movimenti europei per l’elevato numero degli aderenti ma anche per il suo retroterra storico: è un fatto che la Lituania è il Paese d’Europa in cui il culto pagano è durato più a lungo. Anch’esso, però, ad un certo punto, venne ufficialmente abolito. Ora, la domanda è: quanto c’è di antico, di effettivamente tramandato dal passato, anche segretamente, attraverso le generazioni, e quanto vi è di nuovo, cioè frutto di un atto volontario di ritorno alle antiche radici?

    R. – Esistevano due forme di paganesimo in Lituania: il paganesimo dei duchi e quello dei contadini. La religione professata dai duchi fu annientata con l’avvento del cristianesimo, che venne adottato dalla corte, e che cambiò ogni cosa. Informazioni riguardo ad essa sopravvivono nelle cronache ed in altre fonti scritte. Le tradizioni contadine invece (come il folclore e le usanze locali) hanno preservato buona parte del retaggio pagano più antico, ed è questo genere di paganesimo che la Romuva ha adottato. Non c’è stato quindi bisogno di ricostruire alcunché, perché la vecchia tradizione non era mai morta.


    D. – Può illustrarci brevemente il sistema teologico lituano, spiegando ai nostri lettori chi sono Perkunas, Zemyna e le altre Divinità?

    R. – Si possono senz’altro riassumere brevemente quelli che sono i princìpi fondannti della Romuva:
    1) la fede baltica è una religione della Vita;
    2) la Natura- la dea Zemyna – è sacra;
    3) la fede baltica si basa sul concetto di Darna (il dharma, l’armonia) – il dio Praamzius;
    4) gli Dei e le Dee vanno onorati;
    5) il principio etico: non fare ad altri nulla che non vorresti ti fosse fatto;
    6) gli Antenati – Velinas (il dio più anziano) – vanno onorati;
    7) il contatto con le Divinità e gli Antenati viene stabilito attraverso il fuoco e l’acqua – le de Gabija e Undine (Vandene);
    8) la dea Laima protegge la vita umana e il fato.


    D. – Lei, nella sua religione, porta il titolo di Krivis. Quali sono le funzioni del Krivis? E, contestualmente, come è strutturata e selezionata la vostra gerarchia sacerdotale?

    R. – La Romuva conserva e custodisce l’antica tradizione religiosa baltica. Esistono dodici comunità guidate da un capo religioso noto come Vaidilos. I vari Vaidilos formano il ‘Cerchio di Vaidila’, assemblea che ha il compito di eleggere il Krivis per un periodo di cinque anni. Il Krivis ha il compito di rappresentare la Romuva in pubblico – non è certo un despota!


    D. – Se ci è permessa una domanda più personale, quale è stato il percorso di vita che l’ha portata a scoprire la Romuva?

    R. – E’ da più di quaranta anni che percorro questo cammino. La fede è emersa gradualmente, senza alcuna rivelazione. E’ stato un sentiero costellato di continue scoperte, che andando avanti mi ha sempre più convinto della veridicità della vecchia fede. Particolarmente importante è stata la partecipazione a spedizioni folkloristiche con la raccolta di materiale.


    D. – Qual è il significato della parola Romuva?

    R. – Romuva letteralmente significa ‘luogo tranquillo’, un posto bello e sacro. Era il nome degli antichi altari, templi votivi dei Baltici.


    D. – Circa il post-mortem, quali sono le vostre credenze? Ed esiste presso di voi il culto degli antenati?

    R. – Il culto degli antenati è molto importante per la Romuva. La persona è sempre parte della famiglia, e tale rimane anche dopo la morte.


    D. – La sua ordinazione si tenne a Vilnius, sulla collina dove è sepolto il granduca lituano Gediminas. Questa figura regale che cosa rappresenta per voi?

    R. – Il granduca Gediminas, nelle sue lettere al Papa, enunciò la filosofia e la morale baltica; per noi lui è un simbolo della vecchia cultura e religione.


    D. – In Lituania è presente anche il buddhismo, di tradizione mongolo-tibetana. Un grande lama del XIX secolo fu Mahacarya Ratnavajra, discendente della famiglia regale lituana dei Gediminas. Tutto questo è molto curioso… esistono dei rapporti tra voi e la comunità buddhista?

    R. – Le voci relative ai rapporti dei Gediminas col buddhismo non hanno fondamento. Comunque la Romuva non ha nessun legame col buddhismo.


    D. – Quali sono invece i vostri rapporti con la Chiesa Cattolica?

    R. – Noi cerchiamo di evitare conflitti con la Chiesa, anche se sappiamo bene delle cattive azioni commesse in passato e del suo atteggiamento negativo nei confronti della Romuva.


    D. – Sappiamo che lei è anche il promotore del World Congresso f Ethnic Religions (WCER, Congresso Mondiale delle Religioni etniche), un’associazione che ha lo scopo di fungere da raccordo per tutte le differenti realtà pagane mondiali. Ci vuole parlare di questo importante progetto?

    R. – Innanzitutto come organizzazione il WCER è un organo di informazione. Cerchiamo di aiutare i membri della nostra organizzazione a difendere i propri diritti.


    D. – Il lituano è una delle lingue indoeuropee più vicine al sanscrito. Al Congresso del WCER tenuto a Mumbay, in India, quali relazioni avete intrecciato con il mondo tradizionale di quel Paese?

    R. – L’India ci ha colpiti molto, soprattutto per aver saputo mantenere viva la più antica tradizione religiosa del mondo. L’India poi aiuta le varie religioni etniche del globo, organizzando conferenze e riunioni.


    D. – Le Divinità baltiche sono tipicamente indoeuropee. Quanta importanza ha per voi la consapevolezza di una ‘parentela indoeuropea’?

    R. – Tale parentela è la chiara dimostrazione della condivisione di un ampio spazio religioso spirituale e della vicinanza che esiste tra questi popoli.


    D. – Romuva è nata sotto il comunismo, sta crescendo, dopo la legalizzazione del 1992, in regime democratico. Quali sono i vostri rapporti con lo Stato e con la politica?

    R. – Cerchiamo di non farci coinvolgere dalla politica, e ci fa piacere che a sua volta lo Stato non interferisca con noi.


    D. – La nostra rivista, già nel 1990, salutò l’indipendenza nazionale della Lituania e il riaffacciarsi del paganesimo in Lituania con un articolo, che ora proporremo come documento, dal titolo GLI DEI PROTEGGANO LA LITUANIA. Era firmato Picus, dal nome dell’antica divinità oracolare latina. Ha un qualche augurio per il paganesimo romano-italico e per la nostra terra, l’Italia?

    R. – Io prevedo che il rinascente paganesimo europeo porterà l’unità e un’autentica identità all’Europa. Le fedi romano-italica e baltica potranno allora tornare alleate come se la vecchia via dell’ambra fosse rinata.


    Intervista a cura di Sandro Consolato e Vittorio Vallemani
    Da “LA CITTADELLA” N° 20, ottobre-dicembre 2005

    La Cittadella tradizione romano-italica • Leggi argomento - Romuva: la paganitas lituana

  2. #22
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  3. #23
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    Cerimonia del Solstizio d'Estate alla Porta del Sole in Bolivia




  4. #24
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  5. #25
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    Predefinito Rif: Gentili d'Europa ed oltre...

    Davvero molto interessante l'intervista al Krivis della Romuva, certo che il nome che porta però non farebbe pensare ad una sua appartenenza pagana, comunque nel suo caso è stato fortunato, dato che la Lituania è stato l'ultimo paese a cristianizzarsi il patrimonio religioso antico s'è conservcato meglio.
    Controllori di volo pronti per il decollo,
    telescopi giganti per seguire le stelle
    (F. Battiato, No time no space)

  6. #26
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    Predefinito Re: Rif: Gentili d'Europa ed oltre...

    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  8. #28
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    Predefinito Re: Rif: Gentili d'Europa ed oltre...

    L’ORIGINE DEI VENETI DALLA CIVILTA’ DI LUSAZIA (Urnen felder kultur)

    di Millo Bozzolan · Pubblicato 16 Luglio 2015 · Aggiornato 12 Maggio 2019
    Di Europa Veneta

    tipica sepoltura della civiltà dei campi d’urne

    Bisogna far risalire l’etnogenesi dei Veneti a epoca più antica, nell’Età del Bronzo. Un punto di sovrana importanza, su cui praticamente tutti concordano, da Devoto, all’Università di Padova, a tutti i venetologi di lingua slava (e germanica), ma in generale la scienza storica a livello internazionale, è la coincidenza dei “Veneti antichi” con la “Urnenfelderkultur”.
    Già attorno al 1800 a.C. nel territorio dell’odierna Boemia si formò la Cultura di Aunjetitz, che diede poi impulso alla vicina Cultura di Lusazia (1500-1100 a.C.). Quest’ultima formò l’humus culturale di un nuovo popolo, i Veneti antichi, l’organizzazione sociale dei quali si fondava tanto sul diritto paterno, quanto su quello materno. La sua originaria area d’espansione aveva come centro il bacino del fiume Oder e si estendeva sino alla Vistola, nell’odierna Polonia; a Ovest comprendeva buona parte della Germania orientale, lambendo a Meridione anche il territorio ceco e slovacco .

    Dopo il 1200 a.C., la potenza della civiltà lusaziana determinò una tale evoluzione culturale e sociale che si originarono numerose correnti migratorie dirette in tutte le direzioni attraverso l’Europa. I fautori di questa civiltà furono anche conosciuti come portatori della Civiltà dei Campi di Urne, così chiamata poiché i suoi artefici raccoglievano i resti combusti dei defunti in urne deposte in ampie necropoli. I portatori della Civiltà dei Campi di Urne rappresentarono la prima nazione che si formò in Europa; furono identificati con i Veneti proprio grazie al rito dell’incinerazione (G. Devoto 1962).

  9. #29
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    Predefinito Re: Rif: Gentili d'Europa ed oltre...

    Bretagne. Les druides célèbrent le retour des beaux jours avec la fête du feu de Beltane

    Dans le druidisme contemporain, une forme de spiritualité tournée vers la nature, on célèbre le 1er mai comme « le premier jour de la lumière ».

    https://actu.fr/bretagne/saint-caradec_22279/ceremonie-druidique-fete-feu-beltane_23710973.html?fbclid=IwAR3-rWGR02jpUVsQrvdU0PYLOCSzJlieqOhTuW0Nc6enoYZlpxXKe7 D96UE
    Publié le 14 Mai 19 à 7:20
    La cérémonie se déroule près d’un ruisseau et sous un chêne, naturellement…Jolie cérémonie druidique par une belle journée de mai à Saint-Caradec (Côtes-d’Armor).
    Dans l’univers de la mythologie celtique, le premier jour du mois de mai ouvre une période longue de six mois : celle de la lumière. Elle dure donc jusqu’au 1er novembre, qui correspond au jour de l’an druidique.

  10. #30
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