Pianeta giovani, l’86% si dice cattolico, ma crescono le sette
di Mattia Bianchi/ 25/01/2005
Due inchieste presentate in questi giorni danno un’idea sul rapporto tra giovani e religiosità. La maggioranza si dichiara cattolica, anche se il legame con la Chiesa spesso è conflittuale. Intanto, cresce la diffusione delle sette.
Giovani e religiosità, un rapporto articolato e complesso. Se il messaggio delle religioni tradizionali continua ad essere seguito, al tempo stesso cresce la diffusione di sette e realtà spesso preoccupanti. Da una prima ricerca condotta dall’Università Cattolica di Milano emerge un dato confortante: l'86% dei 3500 giovani tra i 25 e i 29 anni del campione si dichiara cattolico, a testimonianza che la religione è ancora parte dell’identità di una generazione. Tuttavia, solo il 23,2% (il 20,6% del campione totale) può definirsi assiduo per quanto riguarda la frequenza ai riti (una o più volte alla settimana) contro un 76,8% di chi si dimostra invece non assiduo. Contraddizioni sempre più frequenti, che denotano al tempo stesso una sorta di processo di “allontanamento” di una parte crescente dei cattolici dalla Chiesa e dalla religione come sistema normativo per l'orientamento etico della coscienza. “Il ruolo-guida della coscienza individuale in materia religiosa ed etica – spiega Vincenzo Cesareo, sociologo della Cattolica, - si staglia sullo sfondo di un sistema socializzante la cui azione ed efficienza pare essere riconosciuta dagli stessi intervistati. I dati in nostro possesso indicano, infatti, che la conoscenza, la socializzazione alla religione e l'offerta di risorse per la costruzione del profilo religioso personale continuano a provenire dagli ambiti istituzionali (catechismo, famiglia, scuola), più che da fonti in apparenza maggiormente compatibili con la dimensione individualizzata cui pare essere confinata l'esperienza religiosa contemporanea (amici, libri, tv)”.
Uscendo dal territorio della religione cattolica, arriva un allarme preoccupante sulla crescita delle sette. L'antropologa Cecilia Gatto Trocchi, per conto dell'Osservatorio Permantente sulle Famiglie della Regione Lazio, ha condotto un’indagine conoscitiva sull’esoterismo e satanismo nel territorio. La ricerca, realizzata in collaborazione con la Pontificia Università Urbaniana, ha censito 51 gruppi e oltre 11.830 adepti, solo nel Lazio. Molto variegato il panorama dei nuovi culti che si stanno radicando nel territorio: movimenti esoterici (280 adepti), movimenti neopagani e neostregonici (300), movimenti gnostici (80), neotemplari (120), neosciamanici (15), mistici di origine orientale (10200), teosofici e antroposofici (730). Durata un anno e condotta anche attraverso 'infiltrati' all'interno delle sette magico-sataniche, l'inchiesta ha coinvolto anche le scuole della regione (5 istituti per circa 560 studenti tra i 13 e i 19 anni). Il questionario sottoposto ai ragazzi ha rivelato come una buona percentuale di essi creda nell'astrologia (24%), nella cartomanzia (10%), nello spiritismo (38%) e persino nella magia e nei malefici (29%), anche in questi campi soddisfacendo le proprie curiosità prevalentemente attraverso internet e che il 19 % conosce coetanei che frequentano gruppi esoterici. L'appeal dei riti diabolici è forte fra i ragazzi, spesso abbandonati a loro stessi dalle famiglie”.
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