Mi pare che si difenda benino, che ne pensate ??
Mi piace quel: i badogliani devono morire!
E' aperta l'arena!
Ma io non sono in vendita
i badogliani devono morire"
Alessandra Mussolini racconta il corteggiamento della Cdl
DI ANTONELLO CAPORALE
ROMA - "Alessandra Mussolini non è in vendita. E' a capo di un partito che si chiama Alternativa sociale".
Però trenta seggi al Parlamento è una richiesta esosa. Fosse stata più ragionevole, l'accordo si sarebbe anche potuto siglare.
"Queste sono fandonie, porcherie messe in giro ad arte. Ma sa cosa mi hanno offerto?".
Non so.
"Di tutto e di più".
Dica il di più.
"Hanno la tremarella, non vogliono che mi candidi nel Lazio contro Storace. Non lo sopporto più Storace: esco da casa e vedo i suoi manifesti, giro l'angolo e c'è lui. Porto le bambine a scuola... Mi soffoca! Mi fa venire una cosa qua dentro. Ma dove li prende i soldi, ma chi glieli dà?".
Se avesse accettato la Campania.
"Mi volevano in Campania per togliermi di mezzo dal Lazio".
A Napoli hanno fatto volentieri a meno di lei. Hanno scelto l'industriale Antonio D'Amato.
"Un fallito. Bene così. E' l'anima di questi di An. Che badogliani!".
Sta parlando di Fini?
"Ha visto? Posto al ministero, e lui zitto e muto".
Badogliano.
"La Russa, che io chiamo La Ruffa, quando uscii dal partito disse: tra un anno nessuno ricorderà più il nome della Mussolini".
Tiè.
"'Sto pecorone".
Berlusconi.
"L'unico dignitoso. Non ha tentato nemmeno. Comunque so che me la faranno pagare".
Come?
"Par condicio, la Rai. Nessuno vedrà il simbolo del mio partito: Alternativa sociale è una forza di destra presente ovunque in Italia. Mica siamo Mastella noi! Da Rovigo a Bari: ovunque ci siamo".
La Rai dimenticherà Alessandra.
"Per forza. L'amichetto di Storace, Marcello Veneziani, lavora con le forbici. L'uomo della censura. Che intellettuale! Si è messo a farmi le pulci. Veneziani a me! Uno che va a Tor Bella Monaca (quartiere di Roma ndr) e la chiama Tor Bella Chiavica".
Ne è sicura?
"Alle sue punture di spillo ho risposto con pari eleganza. Due paroline. Caro Veneziani, anzitutto vaffanculo. Quindi ho iniziato ad argomentare, con serenità e compostezza".
Non divaghi. Gliela faranno pagare.
"Sono andata da Petruccioli, ma anche lui è un debole".
Sparirà dalla scena.
"Abbiamo un cuore vero, non quello di plastica dei badogliani".
Lei si è incamminata in una strada buia.
"Puntiamo avanti, andremo ben oltre il due per cento!".
Senza la politica cosa sarebbe?
"Effettivamente non mi vedo in un'altra dimensione".
La stritoleranno.
"Ce la farò. Ho solo un difetto: non sopporto l'ordine gerarchico".
Adesso è lei il segretario.
"L'unica donna in Italia che è alla guida".
Comanda lei.
"Non ho voglia di comandare, sono solo allergica all'intruppamento. Fini un giorno mi disse: candidati a Bologna che devo silurare Berselli. Gli risposi di no: ma scusa, a Napoli ho avuto 56mila preferenze e lascio così?".
Senza disturbare il suo cognome.
"Non mi sembra il caso".
Lei solo il capo può fare.
"Siamo forti, motivati. Siamo per la riconquista dell'orgoglio nazionale. Contro le banche, la Turchia, gli immigrati, l'euro".
E contro Berlusconi
"E certo!".
(21 gennaio 2005) repubblica.it