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    I - IN CRISTO L'ADEMPIMENTO DELLE PROFEZIE

    1. - Dilettissimi, in diversi modi e in molte misure la divina bontà ha sempre provveduto al genere umano e ha generosamente elargito in tutti i secoli precedenti i doni della sua provvidenza. Però in questi ultimi tempi ha superato la larghezza della consueta benignità, quando in Cristo è discesa ai peccatori la misericordia, ai traviati la verità, ai morti la vita. Infatti il Verbo, coeterno e uguale al Padre nell'unità della divinità, assunse la nostra umile natura; e così egli che è Dio, nato da Dio, in quanto uomo prese origine dall'uomo. Il fatto era già stato promesso nella creazione del mondo e anche preannunciato in molte figure e oracoli. Però quelle figure e quei misteri, nascosti nella penombra, avrebbero salvato una piccola porzione dell'umanità, se Cristo non avesse adempiuto le occulte e ripetute promesse! Ora invece, quando l'opera redentiva è stata adempiuta, giova a innumerevoli fedeli, mentre a pochi credenti giovò quando ancora doveva compiersi.

    Noi siamo portati alla fede non più con segni e immagini, ma, confermati dal racconto evangelico, adoriamo quel che crediamo adempiuto. In proposito si aggiungono a nostro ammaestramento le testimonianze dei profeti, affinché sia esclusa la possibilità di ritenere dubbio ciò di cui conosciamo la predizione in tante profezie.

    Dunque è vero quel che il Signore ha detto ad Abramo: "Tutte le genti della terra saranno benedette nella tua discendenza". E David con spirito profetico canta la promessa di Dio: "Il Signore giurò a David la promessa da cui non si ritrae: un rampollo della tua stirpe io porrò sul trono". E il Signore dice per bocca di Isaia: "Ecco la Vergine che concepisce e dà alla luce un figlio e gli darà il nome di Emmanuele, che significa: Dio con noi"; e ancora: "Un virgulto sorgerà dal tronco di Jesse e un pollone verrà su dalle sue radici".

    In questo virgulto certamente è stata preannunciata la santa vergine Maria, che, discendente della stirpe di David e di Jesse, è stata fecondata dallo Spirito Santo e ha partorito il fiore novello dell'umana carne nell'esercizio di una reale funzione di madre, benché il parto sia stato verginale.



    II - LA NECESSITA' DELL'INCARNAZIONE

    2. - Dunque, i giusti esultino nel Signore, i cuori dei fedeli prorompano nella lode a Dio e i figli degli uomini esaltino i suoi prodigi. Soprattutto da questa opera di Dio la nostra pochezza conosce quanto sia stimata dal suo Creatore.

    Egli già ha donato molto all'umanità fin dall'origine, perché ci ha fatti a sua immagine, ma molto più generoso si è mostrato nella nostra restaurazione, quando egli stesso, il Signore, si è adeguato alla condizione di servo. Proviene certamente dalla stessa identica misericordia tutto quanto il Creatore ha elargito alla creatura: però è meno meraviglioso che l'uomo sia elevato a qualità divine del fatto che Dio si abbassi alla condizione umana. Se Dio, onnipotente, non si fosse degnato di tanto, nessun modello di santità, nessuna ricchezza di sapienza ci avrebbe potuto liberare dalla schiavitù del diavolo e dall'abisso della morte eterna. La condanna, che si propaga con il peccato da uno agli altri uomini, sarebbe rimasta; e la natura colpita da mortale ferita, non avrebbe trovato nessun rimedio, perché non avrebbe potuto mutare con le proprie forze la sua condizione.

    Ora, il primo uomo prese la sostanza carnale dalla terra, e fu animato da spirito razionale per insufflazione del Creatore, perché vivendo a immagine e somiglianza del suo autore, conservasse la bellezza della bontà e santità di Dio nella irradiante imitazione (del suo essere), come in un nitido specchio.

    Se egli avesse con l'osservanza della legge costantemente perfezionato tale splendidissima dignità della propria natura, la stessa anima incontaminata avrebbe condotto la condizione terrestre del corpo alla gloria celeste. Ma perché credette temerariamente e infelicemente a colui che per invidia tendeva inganni, e accondiscese ai suggerimenti di superbia e preferì usurpare con l'occupazione, anziché meritare l'aumento di dignità, tenuto in serbo per lui, non soltanto il primo uomo ma tutta la sua posterità dovette ascoltare: "Tu sei polvere e in polvere

    ritornerai". Dunque "qual è l'Adamo terrestre, tali sono anche i corpi terrestri": nessuno di essi fu immortale, perché nessuno è diventato celeste.



    III - CRISTO, VERO UOMO, SENZA PECCATO

    3. - L'onnipotente Figlio di Dio che tutto riempie e tutto contiene, totalmente uguale al Padre, che nell'unica essenza procede da lui e regna con lui coeterno, ha assunto la natura umana. Così il Creatore e il Signore di tutto si è degnato essere uno dei mortali per spezzare le catene del peccato e della morte. A tal fine si scelse una madre, che egli stesso aveva fatto, la quale, conservando intatta l'integrità verginale, non dovesse fare altro che apprestare la sostanza corporea, in maniera che, rimanendo illesa dal contagio del seme umano fecondante, purezza e verità risiedessero nel nuovo uomo.

    Dunque in Cristo, generato dal seno della Vergine, la natura nostra, per il fatto che mirabile è stata la sua nascita, non è indifferente. Egli è vero Dio, e anche vero uomo; e in ambedue le nature non accoglie nulla di fittizio. "Il Verbo si è fatto carne" per elevazione della carne, non per difetto della divinità, la quale in tal modo ha diretto la sua potenza e bontà elevando ciò che è nostro con l'assumerlo e non ha perduto ciò che è suo nel comunicarlo. Secondo la profezia di David, in questa natività di Cristo "la fedeltà è fiorita dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo". In questa nascita si è adempiuto anche il cantico di Isaia: "Si apra la terra e produca la salvezza e faccia spuntare la giustizia".

    Difatti, la terra della umana carne, maledetta già in chi per primo peccò, in questo solo parto della santa Vergine germogliò un rampollo benedetto, estraneo alla corruzione della propria stirpe.

    Ognuno si appropria la spirituale origine di Cristo nella rigenerazione; l'acqua del battesimo è per ogni uomo che viene rigenerato quasi un seno verginale, perché lo stesso Spirito Santo, che adombrò la Vergine, riempie la fonte. Il peccato che lì fu tolto dal santo concepimento, qui è cancellato dalla mistica lavanda.



    IV - GLI ERETICI

    4. - Dilettissimi, da questo mistero molto è lontano lo stravagante errore dei manichei, che non hanno alcuna parte alla rigenerazione di Cristo, perché negano che egli sia nato da Maria Vergine con nascita corporea. Essi non ritengono vera la sua natività e neppure ammettono la realtà della sua passione: così, non confessandolo veramente sepolto, negano che egli sia realmente risuscitato. Incamminatisi per la via scoscesa di una dottrina esecrabile, ove non sono che tenebre e precipizi, andando di gorgo in gorgo, scivolano nell'abisso della morte. Non possono trovare luogo saldo a cui aggrapparsi, costoro che, oltre alle malvagità, degne solo dell'approvazione diabolica, nel giorno più solenne della loro religione si rallegrano - l'abbiamo saputo dalla loro ultima confessione - della sporcizia dell'animo e del corpo, incuranti della integrità della fede e del pudore. In questo modo si riconoscono empi nella dottrina e osceni nei riti.

    5. - Le altre eresie, dilettissimi, pur tutte meritevoli di condanna nelle loro differenze, hanno però qualche parte di vero.

    Ario, asserendo che il Figlio di Dio è inferiore al Padre e creatura, e credendo che lo Spirito Santo sia stato creato dal Figlio insieme alle altre creature, per la sua empietà andò in perdizione. Tuttavia egli che non scorse l'eterna e immutabile divinità se non riducendo la Trinità all'unità, nella natura del Padre non negò Dio.

    Macedonio, estraneo pure lui alla luce della verità, non ammise la divinità dello Spirito Santo; però confessò una e identica potenza nel Padre e nel Figlio.

    Sabellio, impigliato in un groviglio di errori, giudicò che l'unità di sostanza fosse senza alcuna distinzione nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo; perciò quello che doveva attribuire all'uguaglianza di natura, l'attribuì alla unicità di persona. Incapace di comprendere la vera Trinità, credette che sotto triplice nome fosse una e identica la persona.

    Fotino, ingannato dalla cecità della mente, confessò che Cristo era vero uomo della nostra stessa natura; però non credette che egli fosse Dio, nato da Dio prima dei secoli.

    Apollinare, privo di solida fede, in tal modo credette che il Figlio di Dio avesse assunto la vera natura della carne umana, ma asseriva che in quel corpo non vi era l'anima, perché era sostituita dalla divinità.

    Se continuiamo a elencare tutti gli errori che la fede cattolica ha condannati, in ciascuno si trova or questa or quella verità che può essere separata dalle tesi condannate. Invece nella dottrina scellerata dei manichei nulla si trova che possa essere giudicato accettabile.



    V - NECESSARIA ADESIONE ALLA FEDE CRISTIANA

    6. - Ma voi, dilettissimi, ai quali nessun titolo posso rivolgere con più proprietà se non usando le parole di san Pietro apostolo "stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione sacra, popolo tratto in salvo", edificati sopra Cristo che è pietra incrollabile, innestati nel Signore, nostro Salvatore, attraverso la reale assunzione della nostra carne: perseverate saldi nella fede, che avete professato davanti a molti testimoni, nella quale, rinati mediante l'acqua e lo Spirito Santo, avete ricevuto il crisma della salvezza e il segno della vita eterna.

    Se ora alcuno ci predicasse verità diversa da quella che avete appreso, sia scomunicato. Non vogliate anteporre alla luminosa verità favole sacrileghe; e giudicate senza esitazione, diabolico e causa di morte, quanto leggete o ascoltate contrario al simbolo cattolico e apostolico. Non vi traggano in inganno i simulati digiuni, che non giovano a purificare le anime ma a perderle. Coloro che li praticano assumono atteggiamenti di pietà e di castità per circondare con questo ingannevole velo le oscenità delle loro azioni, mentre dall'intimo di un cuore perverso scagliano strali per colpire i semplici, come dice il profeta: "per trafiggere al buio gli uomini retti".

    Grande protezione è la fede integra, la fede vera, in cui nulla può essere aggiunto e nulla tolto: se, infatti, non è una, non è fede. L'Apostolo in proposito dice: "Non c'è che un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Non esiste che un solo Dio e Padre di tutti, il quale è al di sopra di tutti, opera in tutti ed è in tutti".

    Attaccatevi a questa unità, dilettissimi, con incrollabile animo; e in essa "cercate la santità". In essa soltanto è possibile obbedire ai comandi del Signore, perché "senza la fede è impossibile piacere a Dio"; senza di essa nulla è casto, nulla è santo, nulla è vivo; "il giusto, infatti, vive di fede". Chi ha perduto la fede per inganno del diavolo, pur vivente, è già morto, perché, come per la fede si ha la santità, così per la fede vera si acquista la vita eterna. Dice infatti il Signore, nostro Salvatore: "La vita eterna è questa, che conoscano te, solo vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo". Egli vi faccia progredire e perseverare fino alla meta, il quale vive e regna col Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.

  2. #12
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    Lightbulb Re: Un piccolo regalo: S.Leone Magno "Omelie sul Santo Natale"

    11 aprile 2018: Mercoledì della seconda settimana dopo Pasqua San Leone Magno, Papa, confessore e dottore della Chiesa…








    «LE XI AVRIL. SAINT LÉON, PAPE ET DOCTEUR DE L'ÉGLISE.
    dom Prosper Guéranger, L’Année Liturgique - Le Temps Pascal, Paris-Poitiers, 1902, XIII ediz., t. II, p. 321-330.»


    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    «San Leone, papa e dottore, 11 aprile.»




    San Leone Magno - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-leone-magno/
    «11 aprile, San Leone I, Papa, Confessore e Dottore (390 ca – Roma, 10 novembre 461).

    “San Leone primo, Papa, detto Magno, Confessore e Dottore della Chiesa, il cui giorno natalizio si commemora il 10 novembre”.
    Guarda propizio, o Pastore eterno, al tuo gregge, e, per intercessione del beato Leone Sommo Pontefice, assisti con perpetua protezione quegli che stabilisti pastore di tutta la Chiesa.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...53-211x300.jpg









    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
    "A. M. «Il grande San Leone, Papa e Dottore della Chiesa, superò tutti i suoi contemporanei in prudenza ed in santità. Era conosciuto anche per la sua eloquenza che trionfò di Attila, re degli Unni, e di Genserico, re dei Vandali, risparmiando così dai saccheggi e dalle profanazioni il Centro della Cristianità. La sua principale cura fu di combattere l'eresia, in particolare il Nestorianesimo secondo cui ci sarebbero state due persone in Gesù Cristo, ed il suo opposto, il Monofisismo secondo cui la natura divina di Nostro Signore avrebbe assorbito la natura umana. Si impegnò a fondo per propagare il Vangelo per le sue predicazioni ed i suoi scritti, e per riformare il Clero. Si addormentò nel Signore nell’anno 451.
    Preghiamo insistentemente e con fiducia affinché il Cielo ci conceda un Papa che ristabilisca l'ordine e ci guidi in questa così difficile conquista del Paradiso.»."











    http://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
    "Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    11 aprile San Leone Magno, Pontefice, Confessore, Dottore della Chiesa, esempio immortale per l'umanità. Raffaello Sanzio, Incontro di San Leone Magno con Attila nei pressi del Mincio. Auguri a chi porta il nome di Leone e che Dio li benedica."






    «San Tommaso: come al re spetta fondare città o castelli e come scegliere la regione.
    In primo luogo dunque si deve esporre il compito del re a partire dalla fondazione della città o del regno. Infatti, come dice Vegezio, le nazioni più potenti ed i prìncipi famosi non poterono conseguire una gloria più grande del fondare nuove città o, per mezzo di qualche ampliamento, imporre il proprio nome a quelle fondate da altri. Ciò concorda con le parole della Sacra Scrittura. Dice infatti il Savio (Ecclesiastico, XL, 19) che «la fondazione di una città rende duraturo il nome». Infatti oggi si ignorerebbe il nome di Romolo, se non avesse fondato Roma. (...)
    Da San Tommaso d’Aquino, De regimine principum ad regem Cypri, Princìpi non negoziabili sulla società e sulla politica, Libro II, Capitolo I, Come al re spetta fondare città o castelli e come per questo deve scegliere luoghi temperati; e quali sono i vantaggi che da ciò provengono al regno, e, in caso contrario, quali svantaggi.»
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...a-regione.html
    https://www.sursumcorda.cloud/images...an-Tommaso.jpg





    «Perché una guerra sia giusta si richiedono tre cose. Primo, l'autorità del principe, per ordine del quale la guerra deve essere proclamata. Infatti una persona privata non ha il potere di fare la guerra: poiché essa può difendere il proprio diritto ricorrendo al giudizio del suo superiore. E anche perché non appartiene a una persona privata il raccogliere la moltitudine, cosa indispensabile nelle guerre. Siccome invece la cura della cosa pubblica è riservata ai principi, spetta ad essi difendere il bene pubblico della città, del regno o della provincia a cui presiedono. E come lo difendono lecitamente con la spada contro i perturbaturi interni quando puniscono i malfattori, secondo le parole dell'Apostolo [Rm 13, 4]: "Non invano l'autorità porta la spada: è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male", così spetta ad essi difendere lo Stato dai nemici esterni con la spada della guerra. Per cui ai principi viene anche detto nei Salmi [81, 4]: "Salvate il debole e l'indigente, liberatelo dalle mani dell'empio". Per cui S. Agostino [Contra Faustum 22, 75] scrive: "L'ordine naturale, adattato alla pace dei mortali, esige che risieda presso i principi l'autorità e la deliberazione di ricorrere alla guerra". Secondo, si richiede una causa giusta: cioè una colpa da parte di coloro contro cui si fa la guerra. Scrive perciò S. Agostino [Quaest. in Iosue 10]: "Si sogliono definire giuste le guerre che vendicano delle ingiustizie: cioè nel caso in cui si tratti di debellare un popolo o una città che hanno trascurato di punire i delitti dei loro sudditi, o di restituire ciò che era stato tolto ingiustamente". Terzo, si richiede che l'intenzione di chi combatte sia retta: cioè che si miri a promuovere il bene e a evitare il male. Per cui scrive ancora S. Agostino [De civ. Dei 19, 12]: "Presso i veri adoratori di Dio sono pacifiche anche le guerre, che vengono fatte non per cupidigia o per crudeltà, ma per amore della pace, ossia per reprimere i malvagi e soccorrere i buoni". Può infatti capitare che, pur essendo giusta la causa e legittima l'autorità di chi dichiara la guerra, tuttavia la guerra sia resa illecita da una cattiva intenzione. Dice perciò S. Agostino [Contra Faustum 22, 74]: "La brama di nuocere, la crudeltà nel vendicarsi, lo sdegno implacabile, la ferocia nel guerreggiare, la smania di sopraffare e altre cose del genere sono giustamente riprovate nella guerra". Dalla Somma Th., II, II, 40: La guerra.»











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    "Nota di Radio Spada; continua oggi, nella festa di San Leone Magno, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici."

    «11 aprile 2018: San Leone Magno, Papa, confessore e dottore della Chiesa.
    Sommo Pontefice dal 29 settembre 440 al 10 novembre 461.

    Arcidiacono (430), consigliere di Celestino I e di Sisto III, inviato da Valentino a pacificare le Gallie, venne eletto papa nel 440 circa. Fu un papa energico, avversò le sopravvivenze del paganesimo; combatté manichei e priscillanisti. Intervenne d’autorità nella polemica cristologica che infiammava l’Oriente, convocando il concilio ecumenico di Calcedonia, nel quale si proclamava l’esistenza in Cristo di due nature, nell’unica persona del Verbo. Nel 452 fu designato dal debole imperatore Valentiniano III a guidare l’ambasceria romana inviata ad Attila. I particolari della missione furono oscuri: è solo che il re degli Unni, dopo l’incontro con la delegazione abbandonò l’Italia. Quando Genserico nel 455 entrò in Roma, Leone ottenne dai Vandali il rispetto della vita degli abitanti, ma non poté impedire l’atroce saccheggio dell’Urbe. Dotato di un alto concetto del pontificato romano, fece rispettare ovunque la primazia del vescovo di Roma. Compose anche preghiere contenute nel “Sacramentario Veronese”. Benedetto XIV, nel 1754 lo proclamò dottore della Chiesa, E’ il primo papa che ebbe il titolo di Magno.»






    “L'11 aprile 1567 Pio V, Pontefice Massimo, con la bolla “Mirabilis Deus”, conferisce a San Tommaso d’Aquino il titolo di Dottore della Chiesa, confermandogli canonicamente l’appellativo di "Angelico", dovuto al fatto che il Santo «fu paragonato, a buon diritto, ai santi spiriti angelici non meno per l'innocenza che per l'ingegno».”






    “L'11 aprile 1903 moriva a Lucca Santa Gemma Galgani, vergine.”






    “Regina Prophetarum, ora pro nobis.”











    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    https://liguesaintamedee.ch/saint-du...ril-saint-leon
    “11 avril : Saint Léon le Grand, Pape (398-461).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...saint_leon.jpg









    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  3. #13
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    Lightbulb Re: Un piccolo regalo: S.Leone Magno "Omelie sul Santo Natale"

    11 APRILE 2019: Anniversario della proclamazione di San Tommaso d’Aquino "Angelico Dottore della Chiesa" da parte del Sommo Santo Pontefice Pio V avvenuta l’11 aprile 1567; SAN LEONE MAGNO, PAPA…



    San Leone - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-leone/
    «11 aprile, San Leone I, Papa, Confessore e Dottore (390 ca – Roma, 10 novembre 461).

    Guarda propizio, o Pastore eterno, al tuo gregge, e, per intercessione del beato Leone Sommo Pontefice, assisti con perpetua protezione quegli che stabilisti pastore di tutta la Chiesa.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/leone.jpg






    «LE XI AVRIL. SAINT LÉON, PAPE ET DOCTEUR DE L'ÉGLISE.
    dom Prosper Guéranger, L’Année Liturgique - Le Temps Pascal, Paris-Poitiers, 1902, XIII ediz., t. II, p. 321-330.»

    http://img.over-blog-kiwi.com/1/40/0...grand-pape.jpg





    «San Leone, papa e dottore, 11 aprile.»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico







    "11 aprile (10 novembre) - S. Leone I detto Magno, Papa e dottore della Chiesa."
    https://forum.termometropolitico.it/...la-chiesa.html
    https://forum.termometropolitico.it/...-chiesa-2.html

    "Leone Magno e le eresie."
    https://forum.termometropolitico.it/...le-eresie.html

    «Un piccolo regalo: S. Leone Magno "Omelie sul Santo Natale".»
    https://forum.termometropolitico.it/...to-natale.html
    https://forum.termometropolitico.it/...-natale-2.html







    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    Tradidi quod et accepi
    Tradidi quod et accepi

    «Pietro è stato ordinato al di sopra degli altri [...] nella sua Sede son sempre vive la potestà e l’autorità. [...] Ogni giorno Pietro dice nella Chiesa universale: “Tu es Christus Filius Dei vivi” e ogni lingua che confessa il Signore è istruita dal magistero della sua voce. Questa fede vince il diavolo [...]. Infatti è stata divinamente munita di tanta solidità che mai la potrà corrompere l’eretica pravità né vincere la perfidia pagana. L'odierna festa è dunque così celebrata, carissimi, con ragionevole ossequio perché nella mia umile persona si riconosca e si onori lui nel quale persiste la sollecitudine di tutti i pastori e la custodia di tutto il gregge loro affidato, e la cui dignità non decade neppure in un erede indegno. Pertanto, mi è più sacra e più devota la desiderata ed onorevole presenza qui dei miei venerabili fratelli e consacerdoti, se la pietà di questo ufficio la portano principalmente a colui che hanno riconosciuto non solo Vescovo di questa Sede, ma Principe di tutti i Vescovi».
    (S. Leone Magno, Serm. III de natale ipsius, PL 54 146A- 147A)


    https://sardiniatridentina.blogspot....ore-e.html?m=0
    «SAN LEONE MAGNO, PAPA, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA.

    Doppio.
    Paramenti bianchi.
    San Leone I, detto Magno, della Toscana, già Arcidiacono della Chiesa Romana e consigliere di san Celestino I e san Sisto III, fu eletto Papa il 29 settembre 440. Fu glorioso per la virtù e per il suo zelantissimo operato in pro della Chiesa. Al suo tempo si celebrò il santo Concilio Calcedonese, nel quale egli per mezzo dei suoi legati condannò l'eretico Eutiche. Difese strenuamente il primato del beatissimo Pietro e dei successori nella Sede Romana e represse la superbia del Patriarcato di Costantinopoli. Si riposò in pace il 10 novembre 461. Nel 452 andò incontro ad Attila che scendeva per l'Italia, menando strage, e lo convinse a tornare indietro. Nel 1754 Benedetto XIV lo proclamò Dottore della Chiesa universale.»
    https://2.bp.blogspot.com/-_DazdfAoR...s-Valencia.jpg






    https://sardiniatridentina.blogspot....zione.html?m=0
    «GIOVEDÌ DI PASSIONE.
    Stazione a Sant’Apollinare.

    Semidoppio.
    Paramenti violacei.
    Il Signore nel suo infallibile consiglio per ripristinare l'ordine della giustizia violata ricorre anche al castigo per indurre il singolo come la comunità al pentimento. Se questo è vero Dio accoglie nella sua infinita misericordia il peccatore pentito e gli perdona tutti i peccati come ci mostra l'episodio evangelico della peccatrice che unge i piedi del Signore e viene assolta dalle sue colpe.»






    «Preghiere a San Leone Magno, Papa (11.4) - Sursum Corda».
    https://www.sursumcorda.cloud/preghi...papa-11-4.html
    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    «11 aprile San Leone Magno, Pontefice, Confessore, Dottore della Chiesa, esempio immortale per l'umanità. Raffaello Sanzio, Incontro di San Leone Magno con Attila nei pressi del Mincio. Auguri a chi porta il nome di Leone e che Dio li benedica.»[/B]

    «"Instaurare omnia in Christo", restaurare la società al cattolicesimo integrale e contro ogni forma di ecumenismo e laicità. Questa è la risposta di San Pio X agli uomini politici che si dicono cristiani e che intendono governare secondo l'ordine di Dio.
    Non esistono altre soluzioni, non esistono compromessi.»


    https://www.sursumcorda.cloud/preghi...vera-fede.html
    “Preghiera di San Pietro Canisio per conservare la vera fede”
    https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/


    https://www.sursumcorda.cloud/artico...cristiana.html





    India: indù contro islamici tra vacche e maiali - Centro Studi Giuseppe Federici
    “Centro studi G
    iuseppe Federici – Per una nuova insorgenza. Comunicato n. 32/19 dell’11 aprile 2019, San Leone Magno.”
    https://www.agerecontra.it/2019/04/i...cche-e-maiali/


    "Papa Pio XII: Roma centro e madre della civiltà cristiana"
    https://www.agerecontra.it/2019/04/p...lta-cristiana/







    «Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale e una casa editrice Edizioni Radio Spada - Home
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    «11 aprile 2019: San Leone Magno, Papa, confessore e dottore della Chiesa.
    Sommo Pontefice dal 29 settembre 440 al 10 novembre 461.[/B]
    Arcidiacono (430), consigliere di Celestino I e di Sisto III, inviato da Valentino a pacificare le Gallie, venne eletto papa nel 440 circa. Fu un papa energico, avversò le sopravvivenze del paganesimo; combatté manichei e priscillanisti. Intervenne d’autorità nella polemica cristologica che infiammava l’Oriente, convocando il concilio ecumenico di Calcedonia, nel quale si proclamava l’esistenza in Cristo di due nature, nell’unica persona del Verbo. Nel 452 fu designato dal debole imperatore Valentiniano III a guidare l’ambasceria romana inviata ad Attila. I particolari della missione furono oscuri: è solo che il re degli Unni, dopo l’incontro con la delegazione abbandonò l’Italia. Quando Genserico nel 455 entrò in Roma, Leone ottenne dai Vandali il rispetto della vita degli abitanti, ma non poté impedire l’atroce saccheggio dell’Urbe. Dotato di un alto concetto del pontificato romano, fece rispettare ovunque la primazia del vescovo di Roma. Compose anche preghiere contenute nel “Sacramentario Veronese”. Benedetto XIV, nel 1754 lo proclamò dottore della Chiesa, E’ il primo papa che ebbe il titolo di Magno.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...a2&oe=5D32325C





    «L’11 aprile 1513, ottava di Pasqua e festa di san Leone Magno, Leone X prendeva solennemente possesso dell’Arcibasilica Lateranense. Esattamente un anno prima e cavalcando il medesimo cavallo bianco turco, mentre era Cardinale Legato di Giulio II per l’esercito papale che combatteva contro i Francesi, era stato catturato da questi ultimi nella sanguinosa battaglia di Ravenna. Riuscì tuttavia a fuggire - donde il motto del pontificato "Ad Dominum cum tribularer clamavi, et exaudivit me" - e a far sapere al Papa, tramite suo cugino Giulio (futuro Clemente VII) la successiva rotta dei "barbari" in Lombardia operata dagli Svizzeri del Cardinale Matthäus Schiner. La rocambolesca vicenda sarà immortalata da Raffaello nel suo "Incontro di San Leone Magno con Attila".»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...8e&oe=5D3DF9F9





    “11 aprile 2019: GIOVEDÌ DELLA SETTIMANA DI PASSIONE.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ca&oe=5D46B60A


    «La croce di Tjora è un reperto archeologico che risale ai primi anni della cristianità norrena, quando i vichinghi norvegesi iniziarono ad adottare il Cattolicesimo sulla scia del Regno di Danimarca di Re Harald Denteazzurro (allora la Norvegia era sotto i danesi).

    Prima che venissero edificate le tipiche chIese lignee norrene, denominate "Stavkirke" (in italiano "chiesa a pali portanti"), in Norvegia sorsero altari e croci come queste, a testimoniare come il passaggio dagli antichi idoli alla Vera Fede fu percepito e voluto anche dagli strati più bassi della popolazione vichinga.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...0d&oe=5D43F811


    “Nell'#anniversario della #proclamazione di #sanTommasodAquino #Angelico #DottoredellaChiesa da parte di #sanPioV l'11 aprile 1567.”
    “L'11 aprile 1567 Pio V, Pontefice Massimo, con la bolla “Mirabilis Deus”, conferisce a San Tommaso d’Aquino il titolo di Dottore della Chiesa, confermandogli canonicamente l’appellativo di "Angelico", dovuto al fatto che il Santo «fu paragonato, a buon diritto, ai santi spiriti angelici non meno per l'innocenza che per l'ingegno».”
    https://www.radiospada.org/tag/san-tommaso-daquino/


    “L'11 aprile 1903 moriva a Lucca Santa Gemma Galgani, vergine.”





    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

    "A. M. «Il grande San Leone, Papa e Dottore della Chiesa, superò tutti i suoi contemporanei in prudenza ed in santità. Era conosciuto anche per la sua eloquenza che trionfò di Attila, re degli Unni, e di Genserico, re dei Vandali, risparmiando così dai saccheggi e dalle profanazioni il Centro della Cristianità. La sua principale cura fu di combattere l'eresia, in particolare il Nestorianesimo secondo cui ci sarebbero state due persone in Gesù Cristo, ed il suo opposto, il Monofisismo secondo cui la natura divina di Nostro Signore avrebbe assorbito la natura umana. Si impegnò a fondo per propagare il Vangelo per le sue predicazioni ed i suoi scritti, e per riformare il Clero. Si addormentò nel Signore nell’anno 451.
    Preghiamo insistentemente e con fiducia affinché il Cielo ci conceda un Papa che ristabilisca l'ordine e ci guidi in questa così difficile conquista del Paradiso.»."






    https://moimunanblog.com/
    https://moimunanblog.com/2019/04/11/san-leon-i-magno/
    "11 de abril SAN LEÓN I MAGNO (461). Papa, confesor y Doctor de la Iglesia."
    https://moimunanblog.files.wordpress...8497.jpg?w=639









    [/B]




    Lodato sempre sia il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria!!!
    Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
    Ultima modifica di emv; 04-06-20 alle 12:30 Motivo: Rimozione contenuti inappropriati
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 
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