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Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
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    Predefinito FEDE - Venerdì dei Dolori Di Maria

    Dato che in questo forum ultimamnte di tutto si parla, tranne che dell'essenziale, torniamo a parlare di Nostro Signore Gesù Cristo.
    Premetto che non tollererò nessun post provocatorio o denigratorio in questo topic.

    __________________________________________________ _______________

    Oggi la Chiesa ricorda i sette dolori affrontati da Maria durante la sua vita
    ecco l'elenco:

    I) Profezia dell'anziano Simeone sul Bambino Gesù
    Nel Vangelo secondo Luca il vecchio Simeone preannuncia a Maria le difficoltà che dovrà incontrare e superare

    « Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima. » (Luca 2,34-35)

    II) La fuga in Egitto della Sacra famiglia
    Maria e Giuseppe devono fuggire in Egitto per mettere in salvo il loro figlio Gesù durante la persecuzione di Erode (2,13-21).

    III) La perdita del Bambin Gesù nel Tempio
    Quando Gesù ha 12 anni Maria e Giuseppe lo perdono per tre giorni nel Tempio di Gerusalemme (2,41-51)

    IV) L'incontro di Maria e Gesù lungo la Via Crucis
    Quando Gesù sale al Calvario portando la croce Maria lo incontra (Vangelo secondo Luca 23,27-31)

    V) Maria ai piedi della croce dove Gesù è crocifisso
    Il Vangelo secondo Giovanni riporta che Maria si ferma sotto la croce sulla quale è crocifisso Gesù:

    « Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. » (Giovanni 19,25-27)

    VI) Maria accoglie nelle sue braccia Gesù morto
    Dopo che Gesù è morto e deposto dalla croce Maria lo accoglie tra le sue braccia prima che venga sepolto (27,55-61).

    VII) Maria vede seppellire Gesù
    Maria è presente quando Gesù viene deposto nel sepolcro da cui risorgerà dopo tre giorni (23,55-56).

    (cit wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Addolorata )

    Maria, madre di Dio, ha affrontato questo suo personalissimo calvario per poter permettere a suo Figlio di salvarci, eppure, anche conoscendo il destino di suo Figlio, non ha fatto mai nulla per fermarlo, niente per fargli cambiare idea.
    Ha sacrificato se stessa e il suo amore di madre perchè tutti potessero capire chi fosse suo Figlio.
    Essa, nella sua semplicità, aveva capito che esiste un sacrificio buono, quello fatto per rendere testimonianza a Cristo.

    Madre dei Sette Dolori, prega per noi. Amen.
    Ultima modifica di emv; 04-06-20 alle 12:25 Motivo: Rititolazione a scopo classificazione argomenti
    --
    “Don Giussani è stato ‘profeta’ dell’insopprimibile anelito dell’incontro con Dio per l’uomo del nostro tempo"Card. Angelo Bagnasco

  2. #2
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    Predefinito Re: Venerdì dei Dolori Di Maria

    Ultima modifica di Miles; 16-05-14 alle 22:29
    Preferisco di no.

  3. #3
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    Lightbulb Re: Venerdì dei Dolori Di Maria

    7 aprile 2017: VENERDÌ DELLA SETTIMANA DI PASSIONE; I SETTE DOLORI DI MARIA SANTISSIMA…




    Dom Guéranger, L'anno liturgico - Venerdì della Settimana di Passione
    http://www.unavoce-ve.it/pg-passione-ven.htm

    Dom Guéranger, L'anno liturgico - I Sette Dolori di Maria Santissima

    http://www.unavoce-ve.it/pg-settedolori.htm




    S. Vergine Addolorata - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/s-vergine-addolorata/
    “7 aprile, i Sette Dolori della Beata Vergine Maria.

    O gran Regina dei Martiri e la più desolata di tutte le madri! Il vostro dolore è immenso come il mare, perché tutte le piaghe che tutti i peccati degli uomini hanno impresse nel sacro corpo del vostro divin figliuolo, sono altrettante spade che trafiggono il vostro cuore. Ecco prostrato ai vostri piedi il peccatore più indegno, sinceramente pentito d’aver maltrattato il divin Redentore. Le colpe che io ho commesso sono più gravi di quello che io possa soffrire per cancellarle. Deh! Madre beata, imprimete nel mio cuore le piaghe santissime del vostro amore onde non brami che di patire e morire con Gesù crocifisso, e spirar l’anima penitente nel vostro purissimo cuore.”

    http://www.sodalitium.biz/pratica-del-tempo-passione/



    https://www.sursumcorda.cloud/
    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
    Preghiera al Santo del giorno.

    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare sant’Afraàte Anacoreta, che, al tempo di Valènte, colla virtù dei miracoli difese la fede cattolica contro gli Ariani. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Anacoreta, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Afraàte possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.
    #sdgcdpr”



    Ligue Saint Amédée
    “Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
    “7 Avril : Saint Hégésippe.”





    http://radiospada.org/
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf

    “7 aprile 2017: VENERDÌ DELLA SETTIMANA DI PASSIONE.

    A Roma la Stazione è nella chiesa di S. Stefano, sul monte Celio. In questo giorno che doveva essere consacrato a Maria, la Regina dei Martiri, è commovente il dover ammettere che, per una specie di presentimento profetico, tale chiesa dedicata al primo Martire era, fin dalla più remota antichità, destinata alla riunione dei fedeli.
    EPISTOLA (Ger 17,13-18). - In quei giorni: Geremia disse: Signore tutti quelli che t'abbandonano saran confusi, quelli che s'allontanano da te saranno scritti in terra; perché hanno abbandonato la sorgente delle acque vive, il Signore. Guariscimi, o Signore, e sarò guarito; salvami, e sarò salvato: la mia gloria sei tu. Ecco essi stanno a dirmi: Dov'è la parola del Signore? S'adempia! Tu lo sai: non mi son turbato, ho seguito te, mio pastore, e non ho desiderato la vendetta. Quello che usci dalle mie labbra fu retto dinanzi a te. Non mi diventare causa di spavento tu, mia speranza nel giorno dell'afflizione. Sian confusi i miei persecutori e non io, tremino essi non tremi io; fa' piombare su loro il giorno dell'afflizione, percuotili con doppio flagello, o Signore Dio nostro.
    Geremia, figura del Messia.
    Geremia è una delle principali figure di Gesù Cristo nell'Antico Testamento, dove rappresenta specialmente il Messia perseguitato dai Giudei. Per questo la Chiesa nelle due settimane consacrate alla Passione del Salvatore, ha voluto scegliere le sue Profezie a soggetto delle lezioni del Mattutino. Abbiamo udita una delle lamentazioni che il giusto rivolge a Dio contro i suoi nemici; e parla in nome di Cristo. Ascoltiamo dai suoi accenti come viene dipinta, nello stesso tempo, la malizia dei Giudei e quella dei peccatori che perseguitano Gesù Cristo in seno allo stesso cristianesimo. "Essi, dice il Profeta, hanno abbandonato la sorgente delle acque vive". Difatti Giuda ha perso la memoria della roccia del deserto, dove zampillarono le acque che spensero la sua sete; e quand'anche se ne ricordasse, non sa che quella roccia misteriosa significava il Messia.
    Gerusalemme, immagine dei peccatori.
    Ciò nonostante, Gesù è là, a Gerusalemme, che grida: "Chi ha sete venga a me e beva, e si disseti". La bontà, la dottrina, le opere sue meravigliose e gli oracoli adempiutisi in lui dicono abbastanza che si deve credere alla sua parola. Ma Giuda è sordo al suo invito; e parecchi cristiani lo imitano. Ve ne sono di quelli che dopo aver gustato della "sorgente delle acque vive", si sono allontanati per andare a dissetarsi ai ruscelli fangosi del mondo; e la loro sete s'è irritata di più. Tremino costoro alla vista del castigo dei Giudei, perché, non ritornando al Signore loro Dio, cadranno negli ardori eterni che li divoreranno, e là invocheranno una goccia d'acqua, che sarà loro rifiutata. Per bocca di Geremia il Signore predice "un giorno d'afflizione" che piomberà sui Giudei; e più tardi, quando verrà in persona, li previene che la tribolazione cadrà sopra Gerusalemme, in punizione del suo deicidio, e sarà così spaventosa "quale non fu dal principio del mondo fino ad ora, né mai sarà" (Mt 24,21). Ma se il Signore ha vendicato con tanta severità il sangue del Figlio suo contro una città, che fu per tanto tempo sgabello dei suoi piedi, e contro un popolo che aveva preferito a tutti gli altri, come potrà risparmiare il peccatore che, disprezzando i richiami della Chiesa, s'ostina a rimanere nel suo indurimento? Giuda ebbe la disgrazia di colmare la misura delle sue iniquità; anche noi abbiamo tutti un limite al male che la giustizia di Dio non permetterà mai d'oltrepassare. Affrettiamoci dunque a rimuovere il peccato; preoccupiamoci di colmare un'altra misura, quella delle buone opere; e preghiamo pei peccatori che non vogliono convertirsi. Domandiamo che il sangue divino, ch'essi ancora una volta disprezzeranno, e dal quale sono ancora protetti, non ricada sopra di loro.
    VANGELO (Gv 11,47-54). - In quel tempo: I prìncipi dei Sacerdoti ed i Farisei radunarono il consiglio contro Gesù, e dicevano: Che facciamo? Quest'uomo fa molti miracoli. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e stermineranno il nostro paese e la nazione. Allora uno di loro chiamato Caifa, che era in quell'anno pontefice, disse loro: Voi non capite nulla, e non pensate come vi torni conto che un uomo solo muoia per il popolo, e non perisca tutta la nazione. E questo non lo disse di suo, ma essendo pontefice di quell'anno profetò che Gesù doveva morire per la nazione, e non per la nazione soltanto, ma anche per raccogliere insieme i figli dispersi di Dio. E da quel giorno proposero di dargli la morte. Gesù adunque non conversava più in pubblico tra i Giudei; ma si ritirò in una regione vicina al deserto in una città, chiamata Efrem, dove si tratteneva coi suoi discepoli.
    Il Consiglio del Sinedrio.
    La vita del Salvatore è più che mai minacciata. Il consiglio della nazione s'è riunito per vedere come disfarsi di lui. Sentite questi uomini; spinti a radunarsi dalla più vile delle passioni, la gelosia, non negano i miracoli di Gesù; sono dunque in grado di dare un giudizio sulla sua missione, e questo giudizio dovrebbe essere favorevole. Non sono però convenuti per questo scopo, ma per intendersi sui mezzi di farlo perire. Che cosa diranno a se stessi? Quali sentimenti esprimeranno in comune accordo per legittimare una tale sanguinaria risoluzione? Avranno il coraggio di mettere avanti la politica e l'interesse della nazione: se Gesù, infatti, continua a mostrarsi al popolo e ad operare prodigi, presto la Giudea vorrà proclamarlo suo Re, e non tarderanno a venire i Romani a vendicare l'onore del Campidoglio oltraggiato dalla più debole nazione ch'esiste nell'Impero. Insensati; essi non comprendono, che se il Messia avesse dovuto essere un re terreno, tutte le nazioni della terra sarebbero rimaste senza forza contro di lui! Perché non si ricordano piuttosto della predizione di Daniele, che durante la settantesima settimana di anni, a partire dal decreto per la riedificazione del tempio, il Cristo sarebbe stato messo a morte, ed il popolo che l'avrebbe rinnegato non sarebbe stato più il suo popolo? (Dn 9,25) che, dopo quest'eccesso, verrà un popolo guidato da un capo militare, e metterà a soqquadro la città ed il tempio? ed entrerà nel santuario l'abbominazione della desolazione e la desolazione s'insedierà a Gerusalemme, e vi rimarrà fino alla fine? (ivi, 26-27). Non capiscono che, facendo perire il Messia, contemporaneamente annienteranno la patria.
    La profezia del Gran Sacerdote.
    Frattanto, l'indegno pontefice che presiede negli ultimi giorni della religione mosaica, rivestito dell'efod, ha profetizzato, e la sua profezia risponde a verità. Non ce ne stupiamo, perché il velo del tempio non s'è ancora spaccato, ed ancora non è rotta l'alleanza tra Dio e Giuda. Caifa è un sanguinario, un vile, un sacrilego; ma è pontefice, quindi Dio parla ancora per la sua bocca. Sentiamo che cosa dice questo nuovo Balaam: "Gesù dovrà morire per la nazione, e non per la nazione soltanto, ma anche per raccogliere insieme i figli dispersi di Dio". Così la moribonda Sinagoga è costretta a profetizzare la nascita della Chiesa per l'effusione del sangue di Gesù! Qua e là sulla terra esistono figli di Dio che lo servono, in mezzo alla gentilità, come il centurione Cornelio; ma non c'è un legame visibile che li unisca.
    S'avvicina l'ora in cui l'unica, la grande Città di Dio apparirà sul monte, "e tutte le genti vi accorreranno" (Is 2,2). Dopo che sarà sparso il sangue dell'alleanza universale, ed il sepolcro ci avrà reso il vincitore della morte, passeranno cinquanta giorni, e la Pentecoste non convocherà più i Giudei al tempio di Gerusalemme, ma chiamerà tutti i popoli alla Chiesa di Gesù Cristo. Caifa si dimentica dell'oracolo ch'egli stesso aveva proferito, e fa restaurare il velo del Santo dei Santi, che s'era spezzato in due, nel momento che Gesù spirava sulla Croce; ma questo velo non copre più che un ridotto deserto. Non è più là il Santo dei Santi; ora "in ogni luogo si sacrifica un'ostia pura" (Ml 1,11,) non ancora sono apparsi, sul monte degli Olivi, i vendicatori del deicidio, con le loro aquile, che i suoi sacrificatori hanno sentito tuonare, in fondo al ripudiato santuario, una voce che diceva: "Usciamo via di qui.
    PREGHIAMO
    A noi che cerchiamo la grazia della tua protezione, concedi, o Dio onnipotente, di servirti con animo tranquillo e libero da ogni male.

    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 658-661.”



    “7 aprile 2017: I SETTE DOLORI DI MARIA SANTISSIMA.
    La compassione della Madonna.
    La pietà degli ultimi tempi ha consacrato in una maniera speciale questo giorno alla memoria dei dolori che Maria provò ai piedi della Croce del suo divin Figliolo. La seguente settimana è interamente dedicata alla celebrazione dei Misteri della Passione del Salvatore, e sebbene il ricordo di Maria che soffre insieme a Gesù sia sovente presente al cuore del fedele, il quale segue piamente tutti gli atti di questo dramma, tuttavia i dolori del Redentore e lo spettacolo della giustizia divina che s'unisce a quello della misericordia per operare la nostra salvezza, assillano troppo la mente, perché sia possibile onorare come merita il mistero della compassione di Maria ai patimenti di Gesù. Conveniva perciò che fosse scelto un giorno, nell'anno, per adempiere a questo dovere; e quale giorno meglio si addiceva del Venerdì della presente settimana, ch'è di per se stesso interamente dedicato al culto della Passione del Figlio di Dio?
    Storia di questa festa.
    Fin dal XV secolo, nel 1423, un arcivescovo di Colonia, Thierry de Meurs, inaugurava tale festa nella sua chiesa con un decreto sinodale [1]. Successivamente si propagò, sotto diversi nomi, nelle regioni cattoliche, con tolleranza della Sede Apostolica; fino a che il Papa Benedetto XIII, con decreto del 22 agosto 1727, non l'inserì solennemente nel calendario della Chiesa universale, sotto il nome di Festa dei sette Dolori della Beata Vergine Maria. In tal giorno dunque la Chiesa vuole onorare Maria addolorata ai piedi della Croce. Fino all'epoca in cui il Papa non estese all'intera cristianità la Festa, col titolo suindicato, essa veniva designata con differenti nomi: La Madonna della Pietà, La Madonna Addolorata, La Madonna dello Spasimo; in una parola, questa festa era già sentita dalla pietà del popolo, prima che fosse consacrata dalla Chiesa.
    Maria Corredentrice.
    Per ben comprendere l'oggetto, e meglio compiere in questo giorno, verso la Madre di Dio e degli uomini i doveri che le sono dovuti, dobbiamo ricordare che Dio, nei disegni della sua sovrana Sapienza, ha voluto in tutto e per tutto associare Maria alla restaurazione del genere umano. Tale mistero ci mostra un'applicazione della legge che rivela tutta la grandezza del piano divino; ed ancora una volta ci fa vedere il Signore sconfiggere la superbia di Satana col debole braccio di una donna. Nell'opera della salvezza, noi costatiamo tre interventi di Maria, tre circostanze, nelle quali è chiamata ad unire la sua azione a quella stessa di Dio.
    La prima, nell''Incarnazione del Verbo, il quale non assume carne in lei se non dopo averne ottenuto il consenso con quel solenne FIAT che salvò il mondo; la seconda, nel Sacrificio di Gesù Cristo sul Calvario, ove ella assiste per partecipare all'offerta espiatrice; la terza, nel giorno della Pentecoste, quando riceve lo Spirito Santo come lo ricevettero gli Apostoli, per potere adoperarsi efficacemente alla fondazione della Chiesa. Nella festa dell'Annunciazione esponemmo la parte ch'ebbe la Vergine di Nazaret al più grande atto che piacque a Dio intraprendere per la sua gloria, e per il riscatto e la santificazione del genere umano. In seguito avremo occasione di mostrare la Chiesa nascente che si sviluppa e s'ingigantisce sotto l'influsso della Madre di Dio. Oggi dobbiamo descrivere la parte che toccò a Maria nel mistero della Passione di Gesù, spiegare i dolori che sopportò presso la Croce, ed i nuovi titoli che ivi acquistò alla nostra filiale riconoscenza.
    La predizione di Simeone.
    Il quarantesimo giorno dopo la nascita di Gesù, la Beata Vergine venne a presentare il Figlio al Tempio. Questo fanciullo era atteso da un vegliardo, che lo proclamò "luce delle nazioni e gloria d'Israele". Ma, volgendosi poi alla madre, le disse: "(Questo fanciullo) è posto a rovina e risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione; anche a te una spada trapasserà l'anima" (Lc 2,34-35). L'annuncio dei dolori alla madre di Gesù ci fa comprendere che le gioie natalizie erano cessate, ed era Venuto il tempo delle amarezze per il figlio e per la madre. Infatti, dalla fuga in Egitto fino a questi giorni in cui la malvagità dei Giudei va macchinando il più grave dei delitti, quale fu lo stato del figlio, umiliato, misconosciuto, perseguitato e saziato d'ingratitudini? Quale fu, per ripercussione, il continuo affanno e la costante angoscia del cuore della più tenera delle madri? Noi oggi, prevenendo il corso degli eventi, facciamo un passo avanti ed arriviamo subito al mattino del Venerdì Santo.
    Maria, il Venerdì Santo.
    Maria sa che questa stessa notte suo figlio è stato tradito da un suo discepolo, da uno che Gesù aveva scelto a suo confidente, ed al quale ella stessa, più d'una volta, aveva dato segni della sua materna bontà. Dopo una crudele agonia, s'è visto legare come un malfattore, e la soldatesca l'ha condotto da Caifa, suo principale nemico. Di là l'hanno portato al governatore romano, la cui complicità era necessaria ai prìncipi dei sacerdoti e ai dottori della legge, perché potessero versare, secondo il loro desiderio, il sangue innocente. Maria si trova allora a Gerusalemme, attorniata dalla Maddalena e da altre seguaci del Figlio; ma esse non possono impedire che le grida di quel popolo giungano fino a lei. Del resto, chi potrebbe far scomparire i presentimenti nel cuore d'una tal madre? In città non tarda a spargersi la voce che Gesù Nazareno è stato consegnato al governatore per essere crocifisso. Si terrà forse in disparte Maria, in questo momento in cui tutto un popolo s'è mosso per accompagnare coi suoi insulti fino al Calvario, questo Figlio di Dio che ha portato nel suo seno ed ha nutrito del suo latte? Ben lungi da tale viltà, si leva e si mette in cammino, fino a portarsi al passaggio di Gesù.
    L'aria risuonava di schiamazzi e di bestemmie. La moltitudine che precedeva e seguiva la vittima era composta da gente feroce od insensibile; solo un gruppetto di donne faceva sentire i suoi dolorosi lamenti, e per questa compassione meritò d'attirare su di sé gli sguardi di Gesù. Poteva Maria, dinanzi alla sorte del suo figlio dimostrarsi meno sensibile di queste donne, che avevano con lui solo legami di ammirazione o di riconoscenza? Insistiamo su questo punto, per dimostrare quanto abbiamo in orrore il razionalismo ipocrita che, calpestando tutti i sentimenti del cuore e le tradizioni della pietà cattolica ha tentato, sia in Oriente che in Occidente, di mettere in dubbio la verità della Stazione della Via dolorosa, che segna il punto d'incontro del figlio e della madre. Questa setta che non osa negare la presenza di Maria ai piedi della Croce, perché il Vangelo è troppo esplicito al riguardo, piuttosto di rendere omaggio all'amore materno più devoto che mai sia esistito, preferisce dare ad intendere che, mentre le figlie di Gerusalemme si mostrarono intrepide al passaggio di Gesù, Maria si recò al Calvario per altra via.
    Lo sguardo di Gesù e di Maria.
    Il nostro cuore di figli tratterà con più giustizia la donna forte per eccellenza. Chi potrebbe dire il dolore e l'amore che espressero i suoi sguardi, quando s'imbatterono in quelli del figlio carico della Croce? e dire con quale tenerezza e con quale rassegnazione rispose Gesù al saluto della madre? e con quale affetto Maddalena e le altre sante donne sostennero fra le loro braccia colei che doveva ancora salire il Calvario, per ricevere l'ultimo respiro del suo dilettissimo figlio? Il cammino è ancora lungo sulla Via dolorosa, dalla quarta alla decima Stazione, e se fu irrigato dal sangue del Redentore, fu anche bagnato dalle lacrime della madre sua.
    La Crocifissione.
    Gesù e Maria sono giunti sulla sommità della collina che servirà da altare al più augusto dei sacrifici; ma il divino decreto ancora non permette alla madre d'accostarsi al figlio; solo quando sarà pronta la vittima, s'avanzerà colei che deve offrirla. Mentre aspetta questo solenne momento, quali scosse per la Vergine ad ogni colpo di martello che inchioda sul patibolo le delicate membra del suo Gesù! E quando finalmente le sarà permesso d'avvicinarsi a lui col prediletto Giovanni, la Maddalena e le compagne, quali indicibili tormenti proverà il cuore di questa madre nell'alzare gli occhi e nello scorgere, attraverso il pianto, il corpo lacerato del figlio, stirato violentemente sul patibolo, col viso coperto di sangue e imbrattato di sputi, e col capo coronato da un diadema di spine!
    Ecco dunque il Re d'Israele, del quale l'Angelo le aveva preannunziato le grandezze; ecco il figlio della sua verginità, colui che ella ha amato come suo Dio e insieme come frutto benedetto del suo seno! Per gli uomini, più che per sé, ella lo concepì, lo generò, lo nutrì; e gli uomini l'hanno ridotta in questo stato! Oh, se, con uno di quei prodigi che sono in potere del Padre celeste, potesse essere reso all'amore di sua madre, e se la giustizia alla quale s'è degnato di pagare tutti i nostri debiti volesse accontentarsi di ciò che egli ha sofferto! Ma no, deve morire, ed esalare lo spirito in mezzo alla più crudele agonia.
    Il martirio di Maria.
    Dunque Maria è ai piedi della Croce per ricevere l'addio del figlio, che sta per separarsi da lei; fra qualche istante, di questo suo amatissimo figlio non le resterà che un corpo inanimato e coperto di piaghe. Ma cediamo qui la parola a san Bernardo, del cui linguaggio si serve oggi la Chiesa nell'Ufficio del Mattutino: "Oh, Madre, egli esclama, considerando la violenza del dolore che ha trapassata l'anima tua, noi ti proclamiamo più che martire, perché la compassione che hai provato per tuo figlio, sorpassa tutti i patimenti che il corpo può sopportare. Non è forse stata più penetrante d'una spada per la tua anima quella parola: Donna ecco il figlio tuo? Scambio crudele! in luogo di Gesù, ricevi Giovanni; in luogo del Signore, il servo; in luogo del Maestro, il discepolo; in luogo del figlio di Dio, il figlio di Zebedeo: un uomo, insomma, in luogo d'un Dio! Come poté la tua anima sì tenera non essere ferita, quando i cuori nostri, i nostri cuori di ferro e di bronzo, si sentono lacerati al solo ricordo di quello. che dovette allora soffrire il tuo? Perciò non vi meravigliate, fratelli miei, di sentir dire che Maria fu martire nella sua anima. Di nulla dobbiamo stupirci, se non di colui che avrà dimenticato ciò che san Paolo annovera tra i più gravi delitti dei Gentili, l'essere stati disamorati. Ma un tale difetto è lungi dal cuore di Maria; che sia lungi anche dal cuore di coloro che l'onorano!" (Discorso delle dodici stelle).
    Nella mischia dei clamori e degl'insulti che salgono fino al figlio elevato sulla Croce, nell'aria, Maria ascolta quella parola che scende dall'alto fino a lei e l'ammonisce che d'ora in poi non avrà altro figlio sulla terra che quello di adozione. Le gioie materne di Betleem e di Nazaret, gioie così pure e sì spesso turbate dalla trepidazione, sono compresse nel suo cuore e si cambiano in amarezza. Era la madre d'un Dio, e suo figlio le è stato tolto dagli uomini! Alza per un'ultima volta i suoi sguardi al caro Figlio, e lo vede in preda ad un'ardentissima sete, e non può ristorarlo; contempla i suoi occhi che si spengono, il capo che si reclina sul petto: tutto è consumato!
    La ferita della lancia.
    Maria non s'allontana dall'albero del dolore, all'ombra del quale è stata trattenuta fino adesso dal suo amore materno; ma quali crudeli emozioni l'attendono ancora! Sotto i suoi occhi, s'avvicina un soldato a trapassare con una lanciata il costato del figlio suo appena spirato. "Ah, dice ancora san Bernardo, il tuo cuore, o madre, è trapassato dal ferro di quella lancia ben più che il cuore del figlio tuo, che ha già reso l'ultimo suo anelito. Non c'è più la sua anima; ma c'è la tua, che non può distaccarsene" (Ibidem).
    L'invitta madre rimane immobile a custodire i sacri resti del figlio; coi suoi occhi lo vede distaccare dalla Croce; e quando alla fine gli amici di Gesù, con tutte le attenzioni dovute al figlio ed alla madre, glielo rendono così come la morte l'ha ridotto, ella lo riceve sulle sue ginocchia, che una volta furono il trono sul quale ricevette gli omaggi dei prìncipi dell'Oriente. Chi potrà contare i sospiri ed i singhiozzi di questa madre, che stringe al cuore la spoglia esamine del più caro dei figli? Chi conterà le ferite, di cui è coperto il corpo della vittima universale?
    La sepoltura di Gesù.
    Ma l'ora passa; il sole declina sempre più verso il tramonto: bisogna affrettarsi a rinchiudere nel sepolcro il corpo, di colui ch'è l'autore della vita. La madre di Gesù raccoglie in un ultimo bacio tutta la forza del suo amore, ed oppressa da un dolore immenso come il mare, affida l'adorabile corpo a chi, dopo averlo imbalsamato, lo distenderà sulla pietra della tomba. Chiuso il sepolcro, accompagnata da Giovanni suo figlio adottivo, dalla Maddalena, dai due discepoli che hanno assistito ai funerali e dalle altre pie donne, Maria rientra nella città maledetta.
    La novella Eva.
    Vedremo noi, in tutti questi fatti, solo lo spettacolo delle sofferenze sopportate dalla madre di Gesù, vicino alla Croce del figlio? Non aveva forse Dio una intenzione, nel farla assistere di persona alla morte del Figlio? E perché non la tolse da questo mondo, come Giuseppe, prima del giorno della morte di Gesù, senza causare al suo cuore materno un'afflizione superiore a quella di tutte la madri prese insieme, che si sarebbero succedute da Eva in poi, lungo il corso dei secoli? Dio non l'ha fatto, perché la novella Eva aveva una parte da compiere ai piedi dell'albero della Croce. Come il Padre celeste attese il suo consenso prima d'inviare sulla terra il Verbo eterno, così pure richiese l'obbedienza ed il sacrificio di Maria per l'immolazione del Redentore. Non era il bene più caro di questa incomparabile madre, quel figlio che aveva concepito solo dopo aver accondisceso alla divina proposta? Ma il cielo non poteva riprenderselo, senza che lei stessa lo donasse.
    Quale terribile conflitto scoppiò allora in quel cuore sì amante! L'ingiustizia e la crudeltà degli uomini stanno per rapirle il figlio: come può lei, la madre, ratificare, col suo assenso la morte di chi ama d'un duplice amore, come suo figlio e come suo Dio? D'altra parte, se Gesù non viene immolato, il genere umano continua a rimanere preda di Satana, il peccato non è riparato, ed invano lei è divenuta la madre d'un Dio. Per lei sola sarebbero gli onori e le gioie; e noi saremmo abbandonati alla nostra triste sorte. Che farà, allora, la Vergine di Nazaret, dal cuore così grande, la creatura sempre immacolata, i cui affetti non furono mai intaccati dall'egoismo che s'infiltra così facilmente nelle anime nelle quali è regnato il peccato originale? Maria, per la sua dedizione unendosi per gli uomini al desiderio di suo figlio, che non brama che la loro salvezza, trionfa di se stessa: una seconda volta pronuncia il suo FIAT, ed acconsente all'immolazione del figlio. Non è più la giustizia di Dio che glielo rapisce, ma è lei che lo cede: e, quasi a ricompensa, viene innalzata a un piano di grandezza che mai la sua umiltà avrebbe potuto concepire. Un'ineffabile unione si crea fra l'offerta del Verbo incarnato e quella di Maria; scorrono insieme il sangue divino e le lacrime della madre, e si mescolano per la redenzione del genere umano.
    La fortezza di Maria.
    Comprendete ora la condotta di questa Madre ed il coraggio che la sostiene. Ben differente da quell'altra madre di cui parla la Scrittura, la sventurata Agar, la quale dopo aver cercato invano di spegnere la sete d'Ismaele, ansimante sotto la canicola solare del deserto, fugge per non vedere morire il figlio, Maria inteso che il suo è condannato a morte, si alza, corre sulle sue tracce fin che non lo ritrova e l'accompagna al luogo ove dovrà spirare. Ed in quale atteggiamento rimane ai piedi della Croce di questo figlio? La vediamo forse venir meno e svenire? L'inaudito dolore che l'opprime l'ha forse fatta cascare al suolo, o fra le braccia di quelli che l'attorniano? No; il santo Vangelo risponde con una sola parola a tutte queste domande: "Maria stava (in piedi) accanto alla Croce". Come il sacrificatore sta eretto dinanzi all'altare, così Maria, per offrire un sacrificio come il suo, conserva il medesimo atteggiamento. Sant'Ambrogio, che col suo tenero spirito e la profonda intelligenza dei misteri, ci ha tramandato preziosissimi trattati del carattere di Maria, esprime tutto in queste poche parole: "Ella rimase ritta in faccia alla Croce, contemplando coi suoi occhi il figlio, ed aspettando, non la morte del caro figlio, ma la salvezza del mondo" (Comment. su san Luca. c. xxiii).
    Maria, madre nostra.
    Così la Madre dei dolori lungi dal maledirci, in un simile momento, ci amava e sacrificava a nostra salvezza perfino i ricordi di quelle ore di felicità che aveva gustate nel figliol suo. Facendo tacere lo strazio del suo cuore materno, ella lo rendeva al Padre come una sacro deposito che le aveva affidato. La spada penetrava sempre più nell'intimo dell'anima sua; ma noi eravamo salvi: da semplice creatura, essa cooperò insieme col figlio alla nostra salute. Dopo di ciò, ci meraviglieremo sé Gesù scelse proprio questo momento per eleggerla Madre degli uomini, nella persona di Giovanni che rappresentava tutti noi? Mai, come allora, il Cuore di Maria era aperto in nostro favore. Sia dunque, ormai, l'Eva novella, la vera "Madre dei viventi". La spada, trapassando il suo Cuore immacolato, ce ne ha spalancata la porta. Nel tempo e nell'eternità, Maria estenderà anche a noi l'amore che porta a suo figlio, perché da questo momento ha inteso da lui che anche noi le apparteniamo. A riscattarci è stato il Signore: a cooperare generosamente al nostro riscatto è stata la Madonna.
    Preghiera.
    Con tale confidenza, o Madre afflitta, oggi noi veniamo con la santa Chiesa, a renderti il nostro filiale ossequio. Tu partoristi senza dolore Gesù, frutto dal tuo ventre; ma noi, tuoi figli adottivi, siamo penetrati nel tuo Cuore per mezzo della lancia. Con tutto ciò amaci, o Maria, corredentrice degli uomini! E come potremmo noi non cantare all'amore del tuo Cuore sì generoso, quando sappiamo che per la nostra salvezza ti sei unita al sacrificio del tuo Gesù? Quali prove non ci hai costantemente date della tua materna tenerezza, tu che sei la Regina di misericordia, il rifugio dei peccatori, l'avvocata instancabile di tutti noi miseri? Deh! o Madre, veglia su noi; fa' che sentiamo e gustiamo la dolorosa Passione di tuo figlio. Non si svolse, essa, sotto i tuoi occhi? non vi prendesti parte? Facci dunque penetrare tutti i misteri, affinché le nostre anime, riscattate dal sangue di Gesù, e lavate dalle tue lacrime, si convertano finalmente al Signore e perseverino d'ora innanzi nel suo santo servizio.
    [1] Labbe, Concilies, t. XII p. 365. - Il decreto esponeva la ragione dell'istituzione di tale festa: "Onorare l'angoscia che provò Maria quando il Redentore s'immolò per noi e raccomandò questa Madre benedetta a Giovanni, ma soprattutto affinché sia repressa la perfidia degli empi eretici Ussiti".
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 661-669.”




    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  4. #4
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    Lightbulb Re: Venerdì dei Dolori Di Maria

    12 APRILE 2019: VENERDÌ DI PASSIONE, COMMEMORAZIONE DEI SETTE DOLORI DELLA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA…



    «VENERDÌ DELLA SETTIMANA DI PASSIONE»
    “Dom Guéranger, L'anno liturgico - Venerdì della Settimana di Passione”
    Dom Guéranger, L'anno liturgico - Venerdì della Settimana di Passione
    Dom Guéranger, L'anno liturgico - Venerdì della Settimana di Passione


    «I SETTE DOLORI DI MARIA SANTISSIMA»
    “Dom Guéranger, L'anno liturgico - I Sette Dolori di Maria Santissima”
    http://www.unavoce-ve.it/pg-settedolori.htm





    "I Sette Dolori di Maria."
    https://forum.termometropolitico.it/...-di-maria.html
    "Sette Dolori della Beatissima Vergine Maria."
    https://forum.termometropolitico.it/...ine-maria.html
    "Venerdì dei dolori di Maria."
    https://forum.termometropolitico.it/...-di-maria.html





    Pratica del Tempo di Passione e della Settimana Santa - Sodalitium
    Pratica del Tempo di Passione e della Settimana Santa - Sodalitium


    Via Crucis a Bologna - Sodalitium
    Via Crucis a Bologna - Sodalitium
    «Sabato 13 aprile 2019 alle ore 16,30 i fedeli sono invitati alla Via Crucis che si terrà a Bologna in preparazione della Settimana Santa. Appuntamento in via San Mamolo angolo via dell’Osservanza. Per informazioni scrivere a don Francesco Ricossa: info@sodalitium.it »
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...stazXII_02.jpg



    "S. Vergine Addolorata - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-vergine-addolorata/
    «I Sette Dolori della Beata Vergine Maria.

    O gran Regina dei Martiri e la più desolata di tutte le madri! Il vostro dolore è immenso come il mare, perché tutte le piaghe che tutti i peccati degli uomini hanno impresse nel sacro corpo del vostro divin figliuolo, sono altrettante spade che trafiggono il vostro cuore. Ecco prostrato ai vostri piedi il peccatore più indegno, sinceramente pentito d’aver maltrattato il divin Redentore. Le colpe che io ho commesso sono più gravi di quello che io possa soffrire per cancellarle. Deh! Madre beata, imprimete nel mio cuore le piaghe santissime del vostro amore onde non brami che di patire e morire con Gesù crocifisso, e spirar l’anima penitente nel vostro purissimo cuore.»


    http://www.sodalitium.biz/wp-content...49476848_n.jpg
    «12 aprile 2019, Venerdì di Passione: i Sette Dolori della B. V. Maria.
    – Litanie alla Madonna Addolorata –

    Signore, abbiate pietà di noi.
    Cristo, abbiate pietà di noi.
    Signore, abbiate pietà di noi.
    Cristo, ascoltateci.
    Cristo, esauditeci.
    Padre del cielo, che sei Dio, abbiate pietà di noi.
    Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio, abbiate pietà di noi.
    Spirito Santo, che sei Dio, abbiate pietà di noi.
    Santa Trinità, unico Dio, abbiate pietà di noi.
    Santa Maria, prega per noi
    Santa Madre di Dio, prega per noi
    Santa Vergine delle Vergini, prega per noi
    Madre del Crocifisso, prega per noi
    Madre dolorosa, prega per noi
    Madre lacrimosa, prega per noi
    Madre afflitta, prega per noi
    Madre derelitta, prega per noi
    Madre desolata, prega per noi
    Madre del figlio privata, prega per noi
    Madre dalla spada trafitta, prega per noi
    Madre nei travagli immersa, prega per noi
    Madre di angustie ripiena, prega per noi
    Madre col cuore alla croce confitta, prega per noi
    Madre mestissima, prega per noi
    Fonte di lacrime, prega per noi
    Cumulo di patimenti, prega per noi
    Specchio di pazienza, prega per noi
    Rupe di costanza, prega per noi
    Ancora di confidenza, prega per noi
    Rifugio dei derelitti, prega per noi
    Difesa degli oppressi, prega per noi
    Rifugio degli increduli, prega per noi
    Sollievo dei miseri, prega per noi
    Medicina dei languenti, prega per noi
    Forza dei deboli, prega per noi
    Porto dei naufraghi, prega per noi
    Quiete nelle procelle, prega per noi
    Ricorso dei piangenti, prega per noi
    Terrore dei demoni, prega per noi
    Tesoro dei fedeli, prega per noi
    Luce dei profeti, prega per noi
    Guida degli apostoli, prega per noi
    Corona dei martiri, prega per noi
    Sostegno dei confessori, prega per noi
    Perla delle vergini, prega per noi
    Consolazione delle vedove, prega per noi
    Madre degli orfani, prega per noi
    Letizia di tutti i santi, prega per noi
    Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonateci o Signore
    Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, esauditeci o Signore.
    Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbiate pietà di noi.
    Preghiamo: O Dio, Voi che avete voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore, concedetici, vi preghiamo, di camminare con lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo Nostro Signore.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...49476848_n.jpg







    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»


    Tradidi quod et accepi
    Tradidi quod et accepi


    https://sardiniatridentina.blogspot.com/
    https://sardiniatridentina.blogspot....e-dei.html?m=0
    «VENERDÌ DI PASSIONE: COMMEMORAZIONE DEI SETTE DOLORI DELLA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA.
    Doppio maggiore.
    Paramenti bianchi.
    La Chiesa Romana commemora due volte i Sette Dolori della Beatissima Vergine. Nella festa del 15 settembre essi sono onorati quale fonte di gloria e trionfo, mentre nella odierna commemorazione, all'antivigilia dell'inizio della Settimana Santa, come fonte di asprissimo dolore. In entrambi i casi la Chiesa propone alla venerazione Maria in quanto Corredentrice del genere umano, in subordine al Cristo Redentore: Ella cooperò alla nostra redenzione col suo martirio e con l'offerta a Dio Padre della vittima del sacrificio, il Figlio Gesù.»
    https://4.bp.blogspot.com/-pmDokGPM2...83791052_n.jpg






    "VENERDÌ DI PASSIONE: COMMEMORAZIONE DEI SETTE DOLORI DELLA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA.
    Sermone di san Bernardo Abate.
    Sermone sulle 12 stelle.

    Il martirio della Vergine ci è rivelato tanto dalla profezia di Simeone quanto dalla storia medesima della passione del Signore. «Egli è posto - disse il santo vegliardo del bambino Gesù - per segno di contraddizione; e anche a te, rivolto poi a Maria, trapasserà l'anima una spada» (Luc. 2.34). Sì, o Madre beata, essa ha veramente trapassato l'anima tua. Perché non passando che per questa, ha potuto penetrare la carne del tuo Figlio. E certo dopo che quel tuo Gesù ebbe reso lo spirito, la lancia crudele, aprendogli il costato, non giunse già all'anima di lui, sibbene trapassò l'anima tua. Infatti l'anima di lui non c'era più là, ma la tua non se ne poteva distaccare.
    La violenza del dolore ha dunque trapassata la tua anima, così che non immeritamente noi ti proclamiamo più che Martire, avendo il sentimento della compassione sorpassato in te tutte le sofferenze che può sostenere il corpo. E non ti fu forse più che una spada quella parola che trapassò realmente la tua anima «e giunse fino alla divisione dell'anima e dello spirito» (Hebr. 1:12): «Donna, ecco il tuo figlio?» (Joann. 19:26). Quale scambio! Ti si dà Giovanni invece di Gesù, il servo invece del Signore, il discepolo invece del Maestro, il figlio di Zebedeo per il figlio di Dio, un semplice uomo per il vero Dio! Come non avrebbe trapassata la tua sensibilissima anima questa parola, quando il solo ricordo spezza i nostri cuori, sebbene di sasso e d'acciaio?
    Non vi meravigliate, o fratelli, nel sentir dire che Maria fu Martire nell'anima. Si meravigli chi non ricorda d'aver udito Paolo annoverare fra i più grandi delitti dei Gentili d'essere stati «senza affezione» (Rom. 1.51). Ciò fu lungi dal cuore di Maria, e sia pure lungi dai suoi servi. Ma forse qualcuno dirà: Non sapeva ella che sarebbe morto? Senza dubbio. Non sperava forse che sarebbe risuscitato? Con tutta la fede. E nonpertanto fu afflitta nel vederlo crocifisso? E profondamente. Ma chi sei tu, o fratello, e donde viene la tua saggezza, per meravigliarti più di veder Maria compatire che di vedere il Figlio di Maria patire? Egli poté morire nel corpo; e questa non poteva morire con lui nel cuore? Egli morì per una carità che nessuno sorpasserà mai; ed anche il martirio di lei ebbe principio da una carità che dopo quella, non ce ne fu mai l'uguale."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...9c&oe=5D4A032A







    "CORONA DEI SETTE DOLORI DELLA SANTISSIMA VERGINE.


    O vulnerata, Domina, vulnera corda nostra.
    A mala morte, libera nos, Domina.
    V. Deus, in adjutórium meum inténde.
    R. Domine, ad adjuvandum me festína.
    V. Gloria Patri, et Fílio, et Spiritui Sancto.
    R. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in sǽcula sæculórum.
    Amen.

    O Signora piagata, ferisci i nostri cuori.
    Liberaci, o Signora, da mala morte.
    V. Accorri, o Dio, in mio soccorso.
    R. Signore, affrettati a darmi aiuto.
    V. Sia gloria al Padre, al Figliuolo, e allo Spirito Santo.
    R. Come era nel principio, ed ora, e sempre, e nei secoli dei secoli.
    Così sia.

    PRIMO DOLORE
    Sancta Mater, istud agas,
    Crucifixi fige plagas,
    Cordi meo valide.

    Santa Madre, questo fate,
    Che le piaghe del Signore,
    Sieno impresse nel mio cuore.

    Compatisco, o Santa Madre Addolorata, quel gran cordoglio che Vi trafisse il cuore in udire dal santo vecchio Simeone, che il Vostro dilettissimo Figlio, unico Amore dell'anima vostra, dovea essere conficcato in Croce, e che il Vostro innocente petto dovea essere trapassato dalla spada acutissima del dolore. Vi prego per questo lungo spasimo, che vi accompagnò per tanti anni, ad impetrarmi grazia, ch'io da oggi in avanti sappia compatire, a Vostra imitazione, la passione e morte del Vostro Figlio e mio Signore, e possa fare una buona e santa morte.
    Pater, Ave e Gloria.

    INNO
    Ave, dulcis Mater Christi,
    Quae cor tuum gladio
    Transfigendum discis tristi
    Senis vaticinio:
    Tanti memor fac doloris,
    Mihi sit praesidio;
    Ut post vallem hanc moeroris
    Coeli reddar gaudio.

    Salve, o dolce Madre di Cristo,
    che nel vaticinio del vecchio Simeone
    apprendi dover il tuo cuore
    essere da crudele spada trafitto.
    Deh! tu fa' che la memoria di sì gran dolore
    siami di sostegno,
    onde uscito da questa valle di afflizioni,
    sia reso al gaudio del Paradiso.

    Sette Ave Maria e un Gloria Patri.

    SECONDO DOLORE
    Sancta Mater, istud agas,
    Crucifixi fige plagas,
    Cordi meo valide.

    Santa Madre, questo fate,
    Che le piaghe del Signore,
    Sieno impresse nel mio cuore.

    Compatisco, o Santa Madre Addolorata, quel gran dolore che soffriste nella persecuzione di Erode per la morte degl'Innocenti e fuga in Egitto, dove patiste timore, povertà e incomodi in terra forestiera e barbara. Vi prego, per sì alta pazienza, ad impetrarmi grazia di soffrire pazientemente, a Vostra imitazione, i travagli di questa misera vita, lume per conoscere Dio tra le tenebre dell'Egitto di questo mondo e di fare una buona e santa morte.
    Pater, Ave e Gloria.

    INNO
    Ave, dulcis Mater Christi,
    Quae prae Regis furia,
    Saevientis caede tristi,
    Fugis exsul patria.
    O Regina Beatorum,
    Nostri spes exilii,
    Fac, infractus vi malorum;
    Fiam consors Filii.

    Salve, o cara Madre di Cristo,
    che pel furore di un tiranno,
    che infieriva con orribil strage contro gl'innocenti pargoletti,
    esule fuggisti dalla patria.
    O Regina dei Beati,
    speranza nostra in questo esilio,
    fa' che io non avvilito dell'impero dei mali,
    divenga partecipe della gloria del Figlio tuo.

    Sette Ave Maria e un Gloria Patri.

    TERZO DOLORE
    Sancta Mater, istud agas,
    Crucifixi fige plagas,
    Cordi meo valide.

    Santa Madre, questo fate,
    Che le piaghe del Signore,
    Sieno impresse nel mio cuore.

    Compatisco, o Santa Madre Addolorata, quel gran dolore che Vi trafisse nella perdita del Vostro bellissimo e amatissimo Figlio Gesù in Gerusalemme, spargendo per tre giorni fiumi di pianto da' Vostri occhi purissimi. E Vi prego per quelle lagrime e sospiri di quei tre giorni per Voi amarissimi, ad impetrarmi tanto lume, che io non perda mai il mio Dio, ma che lo trovi una volta per sempre, e soprattutto nel punto della mia morte.
    Pater, Ave e Gloria.

    INNO
    Ave, dulcis Mater Christi,
    Natum lugens inclytum:
    O quem tristis quaesivisti
    Triduo jam perditum.
    Cujus memor hic doloris,
    Christum fac inveniam:
    Et inventum per amoris
    Nexum semper teneam.

    Io ti saluto, o soave Madre di Cristo,
    che piangi il Figlio tuo divino,
    e che mesta, avendolo da tre giorni perduto,
    cercando lo andavi.
    Deh! tu ottienimi che io memore di questo dolore,
    ritrovi finalmente Cristo.
    E ritrivatolo mi tenga col ligame dell'amore
    sempre a lui unito.

    Sette Ave Maria e un Gloria Patri.

    QUARTO DOLORE
    Sancta Mater, istud agas,
    Crucifixi fige plagas,
    Cordi meo valide.

    Santa Madre, questo fate,
    Che le piaghe del Signore,
    Sieno impresse nel mio cuore.

    Compatisco, o Santa Madre Addolorata, quel gran dolore che soffriste in vedere il Vostro benedetto Figliuolo inviato al Calvario con la pesantissima Croce sopra le spalle e cadere sfinito sotto di quella. S'incontrarono allora, o mia dolente Regina, occhi con occhi e cuore con cuore. Vi prego, per quella tormentosa compassione che ne aveste, ad impetrarmi grazia di portar la mia croce con pazienza, in compagnia del vostro e mio Gesù fin che viva, e di fare una buona e santa morte.
    Pater, Ave e Gloria.

    INNO
    Ave, dulcis Mater Christi,
    Quae dilectum Filium
    Capi, caedi flens vidisti
    Manibus crudelium.
    O per poenas patientis
    Nobis sit impunitas!
    Per amorem Condolentis
    Matris, crescat caritas.

    Salve, o Madre di Cristo amabile,
    che dolente, coi propri occhi
    vedesti il diletto Figliuolo tuo esser catturato
    e battuto per le mani dei crudeli Giudei.
    Deh! possa io, per le pene sofferte dal paziente Gesù,
    ottenere il perdono delle colpe!
    possa crescer in me
    per l'amore della condolente Madre.

    Sette Ave Maria e un Gloria Patri.

    QUINTO DOLORE
    Sancta Mater, istud agas,
    Crucifixi fige plagas,
    Cordi meo valide.

    Santa Madre, questo fate,
    Che le piaghe del Signore,
    Sieno impresse nel mio cuore.

    Compatisco, o Santa Madre Addolorata, quell'eccessivo dolore che soffriste in vedere il vostro amatissimo Unigenito morire in croce con tante pene e disonori; e senza niuno di quei consuli e refrigerii che si concedono anche ai più rei. Vi prego per la dolorosa tenerezza del Vostro crocifisso Figliuolo, che nella sua croce siano crocifisse le mie passioni, e di fare una buona e santa morte.
    Pater, Ave e Gloria.

    INNO
    Ave, dulcis Mater Christi,
    Quae sub Crucis arbore
    Gemens, Natum morte tristi
    Vides, heu! succumbere.
    O per ensem hunc doloris,
    Qui tunc scidit animam,
    Fac me firmet vis amoris,
    Mortis ad victoriam.

    A te m'inchino riverente, o diletta Madre di Cristo,
    che sotto il tronco della croce
    gemendo finir vedi il Figlio tuo
    con fiera morte.
    Deh! tu mi ottieni per questa spada dolorosa
    che allora ti squarciò il cuore,
    che la forza dell'amore mi renda vigoroso
    per vincere gli orrori della morte.

    Sette Ave Maria e un Gloria Patri.

    SESTO DOLORE
    Sancta Mater, istud agas,
    Crucifixi fige plagas,
    Cordi meo valide.

    Santa Madre, questo fate,
    Che le piaghe del Signore,
    Sieno impresse nel mio cuore.

    Compatisco, o Santa Madre Addolorata, quello spasimo che soffriste in veder ferito da lancia il Cuore di Cristo morto. Quella ferita sì, o mia dolente Madre, fu tutta Vostra; e in ricevere il suo santissimo cadavere tutto svenato nel Vostro seno materno, il Vostro Cuore fu trafitto crudelmente. Vi prego per quelle angosce inesplicabili dell'anima Vostra, ad impetrarmi il vero amore del mio Gesù, che mi ferisca il cuore, acciò non trovi più luogo l'amor profano del mondo, facendomi fare una buona e santa morte.
    Pater, Ave e Gloria.

    INNO
    Ave, dulcis Mater Christi,
    Quae de Cruce mortuum
    Ulnis Natum suscepisti,
    Madens unda fletuum.
    Eja praestet vis doloris,
    Mater plena Gratiae,
    Ut supremis server horis
    Gremio Clementiae.

    Io ti saluto, o bella Madre di Cristo,
    che coverta di lagrime accogliesti tra le tue braccia il Figliuol tuo morto,
    quando fu dalla croce deposto.
    Deh! Madre di grazie piena,
    tu m'impetra, che la forza di questo dolore,
    nelle ore estreme del viver mio,
    mi conservi nel seno la divina misericordia.

    Sette Ave Maria e un Gloria Patri.

    SETTIMO DOLORE
    Sancta Mater, istud agas,
    Crucifixi fige plagas,
    Cordi meo valide.

    Santa Madre, questo fate,
    Che le piaghe del Signore,
    Sieno impresse nel mio cuore.

    Compatisco, o Santa Madre Addolorata, quella inconsolabile amarezza che provaste nel riporre il Vostro morto Figlio Gesù nella sua sepoltura, fino ad accomodarvelo con le Vostre mani. Rimaneste allora, o mia piangente Signora, sepolta con tutta l'anima, ove giaceva sepolto il corpo del Vostro Figliuolo. Vi prego, per tanti martirii del Vostro Cuore, ad impetrarmi, pe' meriti dei Vostri sette dolori, in vita il perdono delle colpe, in morte la protezione della Vostra presenza, e dopo morto la gloria del Paradiso. Così sia.
    Pater, Ave e Gloria.

    INNO
    Ave, dulcis Mater Christi,
    Quae sepulchro conditum
    Plangis Natum, heu! quam tristi
    Mente volvens ambitum.
    In virtute tot dolorum,
    Quos tulisti fortiter,
    Omnem contra vim malorum
    Stare nos viriliter,
    Demum sorte Beatorum
    Fac gaudere jugiter.

    Salve, o diva Madre di Cristo,
    che piangi il Figlio nel sepolcro rinchiuso,
    e nel mesto cuore rivolgi la serie delle pene di lui.
    Deh! per la efficacia di sì grandi dolori, che con fortezza soffristi,
    tu fa' che io sia forte contro l'impeto de' mali che qui ne opprimono,
    e che finalmente sia per tua intercessione chiamato a godere
    eternamente la beata sorte de' Santi in cielo.

    Sette Ave Maria e un Gloria Patri.

    Antiphona. Tuam ipsius animam (ait ad Mariam Simeon) doloris gladius pertransibit.
    V. Ora pro nobis, Virgo dolorosissima.
    R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

    Antifona. L'anima tua dell'istesso dolore (disse a Maria Simeone) la spada trapasserà.
    V. Prega per noi, o Vergine Addoloratisissima.
    R. Acciocché siam fatti degni delle promesse di Cristo.

    Oremus.
    Deus, in cujus Passione, secundum Simeonis prophetiam, dulcissimam animam gloriosae Virginis, et Matris Mariae doloris gladius pertransivit: concede propitius, ut qui transfixionem Ejus, et passionem venerando recolimus, gloriosis meritis, et praecibus omnium Sanctorum crucifideliter adstantium intercedentibus, Passionis tuae effectum felicem consequamur. Qui vivis, et regnas per omnia saecula saeculorum. Amen.

    Preghiamo.
    O Dio, nella di cui Passione, giusta la profezia di Simeone, la spada del dolore trapassò l'anima dolcissima della gloriosa Vergine e Madre Maria: concedi benigno a noi, che ricordiamo con venerazione la morte e passione di Gesù, per l'intercessione de' gloriosi meriti e preci di tutti i Santi, che fedelmente furono d'appresso alla croce, conseguiamo un felice effetto della tua passione. Che vivi e regni per tutti i secoli. Così sia.

    La seguente Ave Maria fu composta da San Bonaventura ad onore delle lagrime che la Vergine sparse nella Passione del suo Figliuolo.

    Ave Maria, doloribus plena: Crucifixus tecum: lacrymabilis tu in mulieribus, et lacrymabilis fructus ventris tui Jesus.
    Sancta Maria, Mater Crucifixi: lacrymas impertire nobis crucifixoribus Filii tui, nunc et in hora mortis nostrae. Amen

    Ti saluto, o Maria, piena di dolori; il Crocifisso è teco; tu sei lagrimevole tra le donne, e lagrimevole il frutto del tuo ventre Gesù.
    Santa Maria, Madre del Crocifisso, lagrime ottieni a noi crocifissori del Figlio tuo, adesso e nell'ora della nostra morte. Così sia.

    Si potranno dire tre Gloria Patri alla SS. Trinità, ringraziandola della gran virtù e costanza, che diede al Cuore di Maria in soffrire tanti dolori nella vita, Passione e Morte del suo Figliuolo.

    LITANIAE DE MATRE DOLOROSA

    Kyrie, eleison.
    Christe, eleison.
    Kyrie, eleison.

    Christe, audi nos.
    Christe, exaudi nos.

    Pater de caelis, Deus, miserere nobis.
    Fili, Redemptor mundi, Deus, miserere nobis.
    Spiritus Sancte Deus, miserere nobis.
    Sancta Trinitas, unus Deus, miserere nobis.

    Sancta Maria, ora pro nobis.
    Sancta Dei Genetrix, ora pro nobis.
    Sancta Virgo virginum, ora pro nobis.
    Mater crucifixa, ora pro nobis.
    Mater dolorosa, ora pro nobis.
    Mater lacrimosa, ora pro nobis.
    Mater afflicta, ora pro nobis.
    Mater derelicta, ora pro nobis.
    Mater desolata, ora pro nobis.
    Mater Filio orbata, ora pro nobis.
    Mater gladio transverberata, ora pro nobis.
    Mater ærumnis confecta, ora pro nobis.
    Mater angustiis repleta, ora pro nobis.
    Mater cruci corde affixa, ora pro nobis.
    Mater mæstissima, ora pro nobis.
    Fons lacrimarum, ora pro nobis.
    Cumulus passionum, ora pro nobis.
    Speculum patientiæ, ora pro nobis.
    Rupes constantiæ, ora pro nobis.
    Ancora confidentiæ, ora pro nobis.
    Refugium derelictorum, ora pro nobis.
    Clipeus oppressorum, ora pro nobis.
    Debellatrix incredulorum, ora pro nobis.
    Solatium miserorum, ora pro nobis.
    Medicina languentium, ora pro nobis.
    Fortitudo debilium, ora pro nobis.
    Portus naufragantium, ora pro nobis.
    Sedatio procellarum, ora pro nobis.
    Recursus mærentum, ora pro nobis.
    Terror insidiantium, ora pro nobis.
    Thesaurus fidelium, ora pro nobis.
    Oculus Prophetarum, ora pro nobis.
    Baculus Apostolorum, ora pro nobis.
    Corona Martyrum, ora pro nobis.
    Lumen Confessorum, ora pro nobis.
    Margarita Virginum, ora pro nobis.
    Consolatio Viduarum, ora pro nobis.
    Lætitia Sanctorum omnium, ora pro nobis.

    Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, parce nobis, Iesu.
    Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, exaudi nobis, Iesu.
    Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis, Iesu.

    V. Ora pro nobis, Virgo dolorossisima.
    R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

    Oremus.
    Intervéniat pro nobis, quæsumus, Dómine Jesu Christe: nunc, et in hora mortis nostrae, apud tuam cleméntiam beáta Virgo María Mater tua; cujus sacratíssimam ánimam in hora tuæ passiónis dolóris gládius pertransívit: Qui vivis et regnas in saecula saeculorum. Amen."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...12&oe=5D31D091






    "Omelia di sant'Agostino Vescovo.
    Trattatto 119 su Giovanni.

    Questa è quell'ora di cui Gesù, nel cambiar l'acqua in vino, aveva detto alla Madre: «Che importa a me e a te, o donna? L'ora mia non è ancor venuta» (Joann. 2.3). Egli aveva dunque predetto quest'ora, che allora non era ancora giunta, ora in cui, presso a morire, doveva riconoscere colei da cui aveva ricevuto la vita mortale. Mentre dunque è per fare un'opera tutta divina, sembra respingere, quasi sconosciuta, la madre non della divinità ma dell'inferma umanità; ora invece, nel sostenere le sofferenze dell'umanità, raccomanda, coll'affetto che ispira la natura, quella nel cui seno s'era fatto uomo. Ci si dà dunque qui un insegnamento morale. Egli pratica ciò che insegna doversi fare, e da buon maestro istruisce, col suo esempio, i suoi discepoli sulla cura che la pietà figliale deve ispirare verso i genitori: e così quel legno su cui erano inchiodate le membra di lui morente, fu anche la cattedra donde egli, divino maestro, c'istruisce.
    Da questa sana dottrina Paolo aveva appreso quel che insegnava allorché diceva: «Se uno non ha cura dei suoi, e massimamente di quei di sua casa, ha rinnegato la fede, ed è peggiore di un infedele» (Tim. 5:8). Ora, chi è più della casa che i genitori per i figli e i figli per i genitori? Pertanto di questo ragionevolissimo precetto il Maestro dei Santi dava in se stesso l'esempio, quando provvedeva in certo modo un altro figlio in sua vece, non già come Dio, all'ancella ch'egli aveva creato e reggeva, ma, come uomo, alla madre che gli aveva data la vita e che lasciava."


    "Omelia di sant'Agostino Vescovo.
    Trattato 49 su Giovanni, verso la fine.

    I capi dei sacerdoti e i farisei deliberavano fra loro: ma non dicevano: Crediamo in lui. Questi uomini perversi erano assai più preoccupati del come nuocere a Gesù per perderlo, che non dei mezzi d'evitare la loro propria perdizione: e nondimeno avevano paura, e si consultavano. «E dicevano: Che facciamo, che quest'uomo fa molti miracoli? Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui, e verranno i Romani a distruggere la nostra città e nazione». Temettero di perdere i beni temporali, e non pensarono ai beni della vita eterna, e così perdettero gli uni e gli altri.
    Infatti dopo la passione e la glorificazione del Signore i Romani li spogliarono della città che presero d'assalto, e ne rovinarono la nazione, che menarono schiava: così si verificò in loro questa predizione: «I figli poi di questo regno andranno nelle tenebre esteriori» (Matth. 8:13). Essi temettero che se tutti avessero creduto in Cristo, non sarebbe rimasto nessuno per difendere contro i Romani la città di Dio e il tempio: perché pensavano che la dottrina di Cristo era contraria allo stesso tempio e alle leggi date ai loro padri.
    «Ma uno di essi, Caifa, ch'era il pontefice di quell'anno, disse loro: Voi non capite nulla, e non riflettete come il vostro bene richiede che muoia un uomo solo per il popolo, piuttosto che abbia a perire tutta la nazione. E non disse questo di sua testa: ma essendo il sommo sacerdote di quell'anno, profetò». Qui apprendiamo che anche gli uomini malvagi, collo spirito di profezia, predicono il futuro: il che però l'Evangelista attribuisce a un mistero del tutto divino, perché «era pontefice», cioè sommo sacerdote."






    “Gesù mio, io v'amo, e fermamente risolvo di voler perdere tutto, prima che la grazia vostra. Io son debole, ma voi siete forte; la vostra fortezza mi ha da render forte contra tutti i miei nemici. Così spero dalla vostra Passione: Dominus illuminatio mea et salus mea, quem timebo? (Ps. XXVI, 1).”

    «"Instaurare omnia in Christo", restaurare la società al cattolicesimo integrale e contro ogni forma di ecumenismo e laicità. Questa è la risposta di San Pio X agli uomini politici che si dicono cristiani e che intendono governare secondo l'ordine di Dio.
    Non esistono altre soluzioni, non esistono compromessi.»



    https://www.sursumcorda.cloud/preghi...vera-fede.html
    “Preghiera di San Pietro Canisio per conservare la vera fede”
    https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/[/B]


    «- Preghiera alla Madonna Addolorata per ottenere una buona morte -
    Dolcissima Madre, che tante lacrime hai voluto versare sopra la passione di Gesù e sopra i miei peccati, che ne furono la causa, io ti prego, a nome di ciascuna di queste tue amarissime lacrime, di assistermi in quel momento in cui si dovrà decidere la sorte importantissima della mia eterna salvezza. Ricorda, mestissima Madre, come tra le tue lacrime, sotto la Croce, fosti dichiarata mediatrice dei peccatori. In quell'ora di mio sommo bisogno, mostrati Madre misericordiosa, in modo che, ponendo l'anima tra le tue braccia, in quel momento il mio angelo custode possa dirmi:"Ecco tua Madre"; e confusi partano da me gli spiriti ribelli, mentre sentiranno dire a mia consolazione: "Donna ecco tuo figlio". Se io sono il figlio delle tue lacrime, possa un giorno essere il figlio della tua gloria. Così sia.
    Mater Dolorosa, ora pro nobis.
    dalla bacheca di don Ugo Carandino.»
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    «12 aprile 2019: VENERDÌ DELLA SETTIMANA DI PASSIONE - SETTE DOLORI DELLA BEATA VERGINE MARIA.»

    «[MEDITAZIONI ALFONSIANE] “Tutti noi figli dei dolori di Maria”
    https://www.radiospada.org/2019/04/m...lori-di-maria/
    Due volte l’anno, il venerdì di Passione e il 15 settembre, la Santa Madre Chiesa celebra i Sette Dolori della Vergine Santissima e la contempla nel suo “martirio” (S. Bernardo) sotto la Croce e nella mistica offerta che fece del Figlio Redentore, Vittima divina da lei partorita ed allevata (cfr. S. Pio X, Ad diem illum), al Padre celeste. La venera come Corredentrice del genere umano, come “Alma Socia del Redentore” secondo le solennissime parole di Pio XII (eco del magistero dei suoi precedessori[1]) nella monumentale Munificentissimus Deus. Per riflettere dunque su questo mistero di amore e dolore che è la compassione della Vergine, offriamo al Lettore, alcuni stralci tratti da
    Le Glorie di Maria dell’Utilissimo Dottore Sant’Alfonso, tenero amante di Gesù Crocifisso e Maria Addolorata.»
    https://www.radiospada.org/tag/maria-addolorata/
    https://www.radiospada.org/2016/09/o...ve-spes-unica/



    “Tra il 12 e il 13 aprile 1204 i Crociati conquistano e saccheggiano Costantinopoli.
    Il Papa Innocenzo III era da molto tempo sdegnato contro i Crociati per la loro disobbedienza, per cui, nella risposta che fece all'Imperatore [Baldovino], lo rimproverò aspramente per aver anteposto le ricchezze terrene a quelle del cielo e mostrò molta rigidità contro i capi per avere esposto agli insulti dei soldati la pudicizia delle fanciulle e delle vergini consacrate al Signore, per avere distrutto Costantinopoli e predato grandi e piccoli, per aver violato i santuari e rubato i tesori delle chiese. Con tutto ciò il Pontefice lasciò intendere di non voler scrutare i giudizi di Dio, poiché forse i Bizantini erano stati giustamente puniti dei loro delitti e i Crociati erano stati strumenti della provvidenza o della vendetta divina.”


    [B]«Il 12 aprile 1836 nasceva a Estaires (nel nord della Francia) Monsignor Henri Delassus (+1921), uno dei più lucidi e incisivi autori cattolici che si schierarono contro il liberalismo, il modernismo e quella che definiva la "congiura anticristiana" (giudaismo, massoneria, occultismo). Amico di Mons. Benigni e di altri personaggi importanti del Sodalitium Pianunm, fu nominato da San Pio X Protonotaio apostolico. Tra le opere tradotte in italiano: "Il problema dell'ora presente".»


    "«Tutti i principi devono baciare i piedi del solo Papa» dal Dictatus papae di San Gregorio VII."




    “[DIFUNDE TU FE CATOLICA] LA HORA SANTA: velar con Jesús en Getsemaní.”
    https://www.radiospada.org/2019/04/d...-en-getsemani/
    https://i2.wp.com/www.radiospada.org...pg?w=580&ssl=1










    «In Passione et Morte Domini-Gregorian Chant
    https://www.youtube.com/watch?v=ZgPPuIt9Jvg
    Nova Schola Gregoriana - Alberto Turco
    Gregorian Chant for Good Friday - Evangelium Passionis et mortis".»

    «Canto della Passione - S. Alfonso M.de Liguori
    https://www.youtube.com/watch?v=G7zAup2pocs
    Il Canto della Passione tra l'Anima e Gesù Cristo. E' una composizione che appartiene al periodo (1760) di maggiore attività di S. Alfonso M. de Liguori e ne testimonia l'alta professionalità e maturità. Suoi sono il testo e la musica. Del dramma della Passione il Santo coglie e sviluppa il tema dell'incontro tra l'Anima e Gesù Cristo che sale al Calvario, l' Anima intreccia con lui (il Cristo) una gara di purissime emozioni, fino al dono supremo di sè: "tutta son tua mio Re"! (Estratto dal CD: Civiltà Musicale del Settecento - Duetti Sacri - PS Records - 1998).».

    "Canto Gregoriano Stabat Mater
    https://www.youtube.com/watch?v=nnXVwbdEFYY

    Luigi Boccherini STABAT MATER - soprano Eva Dřízgová - Jirušová - conductor Paolo Gatto
    https://www.youtube.com/watch?v=UXK-W5BlTCg
    LUIGI BOCCHERINI (1743 - 1805) STABAT MATER (prima versione 1781 "per una voce sola, due violini, viola, violoncello obbligato e c. basso") soprano Eva Dřízgová - Jirušová Janáček Chamber Orchestra.”

    «Stabat Mater - Testo latino e traduzione italiana.
    https://www.youtube.com/watch?v=i3NOFfdZzLs
    Lo "Stabat Mater" di Jacopone da Todi con testo latino e traduzione italiana.»

    “Vivaldi - Stabat Mater (RV 621) - Andreas Scholl, Ensemble 415.”
    https://www.youtube.com/watch?v=2XUC2MQ74DE

    « Giovanni Battista Pergolesi "Stabat Mater"(1736)
    https://www.youtube.com/watch?v=xHQVtYzjLao
    Stabat Mater for soprano, contralto, strings and basso continuo by Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736) Margaret Marshall (soprano) Lucia Valentini Terrani (contralto) Leslie Pearson (organ) London Symohony Orchestra Claudio Abbado (conductor) Recorded in 1985 00:00 "Stabat Mater Dolorosa" 04.39 "Cujus animam gementem" 07.47 "O quam tristis et afflicta" 10:22 "Quae moerebat et dolebat" 13:12 "Quis est homo"—"Pro peccatis suae gentis..." 16:14 "Vidit suum dulcem natum" 19:48 "Eja mater fons amoris" 22:42 "Fac ut ardeat cor meum" 25.23 "Sancta mater, istud agas" 31:22 "Fac ut portem Christi mortem" 35:06 "Inflammatus et accensus" 37.57 "Quando corpus morietur" —"Amen...".»













    Lodato sempre sia il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria!!!
    Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
    Ultima modifica di emv; 04-06-20 alle 12:27 Motivo: Rimozione contenuti inappropriati
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 

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