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  1. #71
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    Predefinito Re: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    LE MUMMIE DALLA LINGUA D'ORO CHE PARLAVANO AD OSIRIDE





    Nell'Egitto archeologico sono riemerse due mummie con un piccolo dettaglio dall'enorme potenza evocativa: una lingua d'oro che doveva servire al defunto a parlare con Osiride, il dio dell'Oltretomba e della sopravvivenza dopo la morte. Si tratta di "foglie d'oro a forma di lingua" piazzate nella bocca di mummie di epoca greco-romana "in un uno speciale rituale per assicurare" ai defunti "la capacità di parlare nell'Aldilà davanti al tribunale di Osiride", dio egizio della morte, come le ha descritte il ministero delle Antichità egiziano.

    Le mummie, risalenti dunque a circa 2.000 anni fa, sono state rinvenute in scavi condotti a ovest di Alessandria da una missione dell'Università di Santo Domingo "presso il tempio di Taposiris Magna", antica città il cui nome significa appunto "grande tomba di Osiride". La divinità aveva la signoria sul mondo dei morti, di cui era sovrano e giudice supremo. La missione archeologica ha riportato alla luce 16 tombe scavate nella roccia, una tecnica di inumazione diffusa "in era greco-romana", con all'interno "un certo numero di mummie in cattivo stato di conservazione", ha riferito il ministero senza precisare il numero di quelle con la lingua d'oro che comunque sono due, come ha precisato un alto funzionario del dicastero.

    Nell'ambito della scoperta sono state rinvenute due mummie di rilievo: una con decorazioni dorate raffiguranti proprio Osiride, mentre l'altra ha una corona con corna e un serpente e una collana con un pendente a forma di testa di falcone. Dal comunicato non è chiaro se le mummie siano proprio quelle con la lingua d'oro: di una di esse - almeno in una foto - si vede solo un disadorno e consunto teschio e lo scheletrico busto. La missione egitto-dominicana sta lavorando da anni a ovest di Alessandria, sul delta del Nilo, alla finora vana ricerca della tomba della regina Cleopatra, da diversi studiosi considerata assai improbabile da trovare.


  2. #72
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    Predefinito Re: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    SCOPERTO IL MANUALE PER "MUMMIE PERFETTE" DELL'ANTICO EGITTO



    Gli scienziati dell’Università di Copenaghen lo hanno individuato nel corpus di un papiro medico di 3.500 anni fa. I segreti
    dell'imbalsamazione erano sacri e si tramandavano oralmente, questo è il testo più completo trovato finora: parla degli ingredienti e del procedimento







    AGI - Un manuale egizio recentemente scoperto in un papiro medico risalente a circa 3.500 anni fa potrebbe aiutare a ricostruire alcuni dettagli riguardanti il complicato processo di mummificazione. A darne annuncio in un comunicato stampa gli scienziati dell’Università di Copenaghen, che hanno esaminato il testo medico noto come Papyrus Louvre-Carlsberg, conservato tra il Museo del Louvre a Parigi e la collezione dell’Università di Copenaghen.

    “È il più antico manuale sull’imbalsamazione mai rinvenuto – afferma Sofie Schiødt, egittologa presso l’Università di Copenaghen – nell’Antico Egitto la mummificazione era considerata un’arte sacra e la conoscenza delle tecniche, preclusa alla maggior parte delle persone, veniva per lo più tramandata oralmente, per cui le testimonianze scritte sono molto scarse”. Il team ha valutato il manuale sull'imbalsamazione in un testo medico che si occupa principalmente di erboristeria e gonfiori della pelle, ma che descrive senza precedenti alcuni dettagli del procedimento di mummificazione. “Il volume sembra una serie di nozioni appuntate come promemoria – spiega la ricercatrice – per gli specialisti che conoscevano già i fondamenti del procedimento. Tra le nuove informazioni che abbiamo appreso grazie a questo testo vi è l’elenco di ingredienti profumati e antibatterici da utilizzare per impregnare il lino rosso con cui veniva imbalsamato il volto del defunto”. La ricercatrice aggiunge che questo processo, di cui l’egittologia non era a conoscenza, veniva ripetuto a intervalli di quattro giorni.

    “I ritrovamenti delle mummie risalenti a questo periodo – osserva la scienziata – sembrano confermare questa tecnica, dato che sono stati trovati resti del volto coperti di stoffa e resina”. Il quattro, continua l’autrice, sembra essere un numero ricorrente nel manuale, dato che viene esplicitato che gli imbalsamatori dovevano lavorare ogni quattro giorni sulla salma, seguendo un rituale che celebrava il ripristino dell’integrità corporea del defunto. “Tra gli intervalli di quattro giorni – afferma l’egittologa – il corpo veniva coperto con un panno e ricoperto di oli aromatici in modo da tenere lontani gli insetti. Le due parti del papiro appartenevano originariamente a due collezionisti privati, e molte sezioni sono ancora mancanti. Sulla base della paleografia, il papiro è stato datato approssimativamente al 1450 a.C.”. Nel manuale si evince inoltre che l’imbalsamazione avveniva in circa 70 giorni, 25 dei quali dedicati all’essiccazione e i restanti all’avvolgimento.
    “Durante l’essiccazione – riporta la studiosa – il corpo veniva trattato con il natron, un minerale che prende il nome dalla parola egizia ‘nṯry’, che significa ‘puro’, ‘divino’, mentre venivano asportato gli organi interni e gli occhi del defunto. Nei successivi 35 giorni il corpo veniva avvolto da bende e sostanze aromatiche”. “Le attività, svolte ogni quattro giorni – conclude Schiødt – venivano concluse dopo 68 giorni, quando la salma veniva riposta nel sarcofago. Le ultime 48 ore venivano dedicate ai rituali che avevano lo scopo di accompagnare il defunto nell’aldilà”.


  3. #73
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    Predefinito Re: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    SCOPERTA LA PRIMA MUMMIA EGIZIA IN STATO INTERESSANTE



    Il sarcofago, la cassa in cartonnage e la mummia incinta. (ph. Warsaw Mummy Project)



    Di certo è stata una scoperta inaspettata quella in cui si sono imbattuti i ricercatori della Warsaw Mummy Project! Stavano conducendo delle indagini su una mummia il cui corpo sarebbe dovuto appartenere ad un sacerdote di sesso maschile di nome Hor-Djehuty vissuto nell’antica, quando hanno realizzato che le spoglie che stavano esaminando erano di una donna incinta. Immaginate che grande emozione e stupore scorgere prima un piedino e poi una manina del piccolo feto! Ma non solo, quella che avevano di fronte era la prima mummia egizia con un feto in grembo, il primo caso conosciuto al mondo. La tecnica di imbalsamazione fa risalire la donna ad un periodo precedente il I secolo a.C.

    Wojciech Ejsmond, co-direttore del Warsaw Mummy Project nonché uno degli autori della scoperta, ha raccontato che stavano cercando malattie antiche e le cause di morte delle salme custodite nel museo attraverso indagini ai raggi X e scansioni TC, quando si sono accorti che il corpo che stavano esaminando apparteneva ad una donna con un figlio in grembo e che quindi non c’era corrispondenza con il sarcofago e la custodia in cartonnage dipinto che la contenevano. La donna, morta tra i 20 ei 30 anni di età, era incinta di circa 7 mesi, diagnosi effettuata in base alla circonferenza della cranio del feto, 24,9 cm, che indica approssimativamente una gestazione di 26-28 settimane. Le scansioni hanno mostrato quattro bendaggi interni, probabilmente sono i suoi polmoni, fegato, stomaco con intestino e cuore. Gli organi erano stati estratti, imbalsamati e poi riposti all’interno della cavità addominale della mummia come da pratica abituale nell’antico Egitto, ma il feto non era stato rimosso dall’utero.



    La mummia con il feto (ph. Warsaw Mummy Project)


    I ricercatori non hanno determinato il sesso del bambino, né sanno spiegarsi il motivo per cui è stato lasciato nell’utero della madre. Probabilmente, ipotizzano gli studiosi, il feto era ritenuto “parte integrante del corpo di sua madre, dal momento che non era ancora nato”. Un bambino che non aveva ancora un nome probabilmente non era considerato come un individuo, poiché le antiche credenze egizie ritenevano che il nome fosse una parte importante dell’essere umano. “Così, avrebbe avuto una vita dopo la morte solo se fosse andato nell’Aldilà come parte di sua madre”, hanno dichiarato gli autori della ricerca.

    La “Misteriosa Signora del Museo Nazionale di Varsavia” (così l’hanno chiamata i ricercatori perché su di lei c’è ancora molto da scoprire) rappresenta un ottimo esempio di quelle che erano le antiche abilità egizie nell’arte dell’imbalsamazione, una tecnica che suggerisce l’elevata posizione sociale di questa donna tebana, una condizione di élite confermata anche dal ricco corredo di amuleti con cui era stata protetta e dai lini pregiati con cui era stata avvolta. Al momento non sono ancora chiare le cause della sua morte, ma sappiamo che a quel tempo era molto elevata la mortalità durante la gravidanza e il parto, pertanto si ipotizza che la gravidanza potrebbe in qualche modo aver contribuito alla morte della giovane donna. Il team ora spera di poter analizzare piccoli campioni di sangue conservati nei tessuti molli della mummia per cercare di capire la causa del decesso.

    Questa scoperta “ci consente di raccogliere prove di prima mano” della salute prenatale nei tempi antichi e di come venivano affrontate e trattate le complicazioni, ha dichiarato Ejsmond. “Possiamo fare studi comparativi con casi contemporanei, cercare tracce di antiche procedure mediche per studiare la storia della medicina”.



  4. #74
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    Predefinito Re: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio
    ipotizzano gli studiosi, il feto era ritenuto “parte integrante del corpo di sua madre, dal momento che non era ancora nato”. Un bambino che non aveva ancora un nome probabilmente non era considerato come un individuo, poiché le antiche credenze egizie ritenevano che il nome fosse una parte importante dell’essere umano. “Così, avrebbe avuto una vita dopo la morte solo se fosse andato nell’Aldilà come parte di sua madre”, hanno dichiarato gli autori della ricerca.
    Molto interessante.

    Questa idea che l'individuo per gli antichi egizi avesse valore per sè solo dopo che è nato e ha ricevuto un nome dimostra come l'attuale diritto politico,

    che ammette che l'aborto sia lecito perchè il feto non sarebbe persona titolare di diritti prima di un certo tempo di maturazione dal concepimento,

    sia frutto non di ragione ma della medesima irrazionale visione panteistica dei pagani.
    IN PALESTINA È GENOCIDIO!
    ROSA E OLINDO, LIBERI SUBITO!
    FUORI DALLA NATO! FUORI DALLA UE!
    BASTA ECOFOLLIE GREEN!
    "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…"


  5. #75
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    Predefinito Re: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    Nell'Egitto archeologico sono riemerse due mummie con un piccolo dettaglio dall'enorme potenza evocativa: una lingua d'oro che doveva servire al defunto a parlare con Osiride, il dio dell'Oltretomba e della sopravvivenza dopo la morte. Si tratta di "foglie d'oro a forma di lingua" piazzate nella bocca di mummie di epoca greco-romana "in un uno speciale rituale per assicurare" ai defunti "la capacità di parlare nell'Aldilà davanti al tribunale di Osiride", dio egizio della morte, come le ha descritte il ministero delle Antichità egiziano.
    Negli ultimi mesi, gli esperti avevano ripreso a scavare per ampliare l’area della necropoli. E quello che hanno scoperto è davvero preziosissimo. All’interno delle tombe tornate ora alla luce sono state trovate alcune mummie: purtroppo la maggior parte di esse è in cattivo stato di conservazione. Tuttavia, alcuni dettagli le rendono particolarmente curiose. Nella bocca di diverse mummie sono infatti state rinvenute delle lingue d’oro e degli amuleti. Altre, poste in bare di legno, sono letteralmente ricoperte di sottili fogli d’oro sotto l’involucro di lino usato per l’imbalsamazione. Attorno alle sepolture, gli archeologi hanno poi rinvenuto scheletri, frammenti d’oro modellati a forma di scarafaggi e di fiori di loto, ornamenti funebri, mortai di pietra e ceramiche.

    Questa non è la prima volta che gli archeologi rinvengono una lingua d’oro nella bocca di una mummia. Si tratta infatti di un rito abbastanza comune nell’antico Egitto legato ad Osiride, una delle più importanti divinità egizie. Secondo la mitologia, quest’ultimo sarebbe diventato il signore degli inferi a causa del suo martirio: annegato e smembrato da un complotto organizzato da suo fratello, i suoi pezzi sarebbero stati sparsi in tutto il regno. Sua moglie Iside, dopo aver recuperato ogni parte del corpo, sarebbe riuscita a resuscitare Osiride che, in questo modo, avrebbe guadagnato il titolo di giudice supremo dei morti.

    Probabilmente, le vere lingue dei defunti venivano rimosse durante l’imbalsamazione e sostituite con piccole lamine d’oro. Si credeva che così i morti potessero implorare pietà per la loro anima davanti al tribunale di Osiride. Negli ultimi anni, gli archeologi hanno scoperto altre mummie con la lingua d’oro: alcune, risalenti probabilmente a 2.000 anni fa, sono riemerse nei pressi del tempio di Taposiris Magna, in un sito che si trova a ovest di Alessandria.



  6. #76
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    Predefinito Re: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    SVELATI I SEGRETI CHE HANNO RESO ETERNE LE MUMMIE EGIZIE

    Trovati gli ingredienti in 31 vasi in un laboratorio di 2.600anni fa




    Cera d'api, olio di cedro, ginepro, bitume, resina di pistacchio, gomma damar e resina di elemi: sono alcuni degli ingredienti che hanno reso eterne le mummie dell'Antico Egitto.
    Mescolati in balsami e unguenti secondo ricette specifiche per trattare le diverse parti del corpo dei defunti, venivano importati da tutto il Mediterraneo, dall'Africa tropicale e dal Sud-est asiatico. A distanza di oltre 2.600 anni riemergono da un antico laboratorio di imbalsamazione scoperto a Saqqara e risalente alla 26esima dinastia (664-525 a.C.): al suo interno ben 31 recipienti di ceramica con residui delle sostanze in essi contenute e iscrizioni che ne riportavano il nome e le istruzioni per l'uso.

    La scoperta del laboratorio di Saqqara, avvenuta nel 2016 vicino alla piramide di Unas, ha rappresentato una svolta e ha riservato agli archeologi molte sorprese. Ad esempio si è scoperto che la sostanza che gli egizi chiamavano antiu, e che solitamente veniva tradotta come mirra, è in realtà una miscela di ingredienti (come olio di cedro, ginepro e grassi di origine animale) che i ricercatori sono riusciti a separare con l'aiuto di tecniche quali la gascromatografia e la spettrometria di massa.

    Il confronto delle sostanze identificate con le iscrizioni sui recipienti ha consentito per la prima volta di determinare esattamente quali ingredienti sono stati utilizzati per imbalsamare specifiche parti del corpo. La resina di pistacchio e l'olio di ricino, ad esempio, venivano impiegati solo per la testa del defunto, mentre altre miscele venivano usate per lavare il corpo o ammorbidire la pelle.

    "Ciò che ci ha davvero sorpreso è che la maggior parte delle sostanze usate per l'imbalsamazione non proveniva dall'Egitto", afferma l'archeologo dell'Università di Monaco Philipp Stockhammer, che ha finanziato la ricerca con lo Starting Grant ricevuto dal Consiglio europeo della ricerca (Erc). "Alcuni ingredienti sono stati importati dalla regione del Mediterraneo e persino dall'Africa tropicale e dal Sud-est asiatico".

    Oltre alla resina di pistacchio, all'olio di cedro e al bitume (tutti probabilmente provenienti dal Levante), i ricercatori hanno trovato anche residui di gomma damar e resina di elemi: queste due sostanze, in particolare, mostrano come i rapporti commerciali fossero globalizzati già quasi 3.000 anni fa. "La mummificazione egiziana ha probabilmente svolto un ruolo importante nella nascita dei primi network globali", afferma Maxime Rageot dell'Università di Tubinga. "Grazie a tutte le iscrizioni sui vasi - conclude Stockhammer - in futuro saremo in grado di decifrare ulteriormente il vocabolario dell'antica chimica egizia che fino a oggi non comprendevamo a sufficienza".



 

 
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