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  1. #11
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    Predefinito Rif: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    Quella che riporto dal testo Il cappello dei Magi di Luigi Pellini è la divisione in sette parti del "corpo" umano e del suo progressivo dissolversi, ricavata dalla teologia egizia.
    Alcunii studiosi indicano non sette parti ma nove e, talvolta, anche dodici .
    Ecco, in forma sintetica e sommaria, quella ricavata dalle profonde conoscenze dell’egitologo Boris de Rachewiltz .

    1) RA scintilla divina SAKH o SAHU, principio che corrisponde all'ATMA induista. La divinità Sekhmet rappresenta il Ra al massimo splendore, la salute integrale al culmine della potenza.

    2)THOTH o meglio AKU o AKHU, corpo di luce, di gloria, o spirito luminoso che corrisponde al buddhi (spirito vitale).

    3) AMON ,la piuma, anima, Ba, l'uccello ovvero l'anima pellegrina (la prima parte immortale nell’individuo). Manas superiore nell’induismo o corpo causale. Questa è la parte che si reincarna e il vecchio Ka, con una certa esperienza acquisita, opererebbe una infusione della propria esperienza nel nuovo Ka. Il Ka, infatti, contiene il Ba.

    4)Il vaso AB (seconda parte dell'anima); a questo livello avviene la lotta fra "Diamons" o meglio tra il bene e il male. Autocoscienza; nell'Induismo corrisponde al Manas Inferiore (corpo mentale).

    5) KA il doppio eterico, la psiche, l'Io buono o anche il Sé. Il sapere acquisito nell'induismo. Kama, corpo astrale o anche doppio eterico. Il Ka si alimenta di prana, la particolare energia che emanano tutti gli esseri viventi. Ecco il perché delle offerte in cibo o anche floreali portate presso la tomba (quest'ultima usanza è diffusa ancora oggi).

    6) SHUT(figura nera con tre api) è il riflesso oscuro del KA, incaricato dalla natura di difendere l'individuo da ogni aggressione passionale.
    KHAIBIT è l’ombra SHUT, degenerata e demente; regge le chiavi dell'ereditarietà e dell'istinto , possiamo definirla anche parte bassa e malvagia. SHUT sopravvive al corpo; insieme, presiedono alla vita della cellule; energia vitale; nell'induismo LIGA SHARIRA; corpo eterico.

    7) KHAT o pesce Oxirinco. Corpo fisico, presiede ai tessuti; nell'Induismo, STHULA SHARIRA.

    Queste sono le sette parti fondamentali che compongono il corpo Psichico-ermetico ovvero i sette metalli.


    La divisione dei corpi dell'uomo nelle varie filosofie e religioni, sempre settenaria.


    Egizio induista cabala l'uomo discipline


    SAHU principio ATMA spirito BINAH volontà... SPIRITO METAFISICA divino divino spirituale

    AKHU spirito BUDDHI anima CNESED SPIRITO TEOLOGIA vitale spirituale intuizione VITALE

    BA anima MANAS SUP. GEBURAH SE BIOLOGIA pellegrina corpo causale mentale sup. SPIRITUALE

    AB anima MANASINF. TIFERED IO FISICA inferiore ovvero il corpo mentale

    KA psiche KAMA corpo HETZACH CORPO CHIMICA astrale emotivo ASTRALE

    KHAIBIT ener. LIGA SHARIRA YESOD CORPO ETICA vitale c. eterico eterico ETERICO

    KHAT fisico STHULA MALKUTH CORPO ESTETICA C. FISICO fisico
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 27-02-10 alle 00:46

  2. #12
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    Straordinaria psicostasia nella tomba di Ken-Amun




    Un paio di mesi fa, è stata scoperta vicino a Ismailia, a 120 km da Il Cairo, l'elaborata tomba di un antico scriba reale. Risalente alla XIX Dinastia (1315-1201 a.C), secondo le dichiarazioni di Zahi Hawass, la sepoltura è la prima del periodo ramesside scoperta nel Basso Egitto. Costruita con mattoni di fango, la tomba è costituita da una camera rettangolare con un soffitto a cupola in pietra e un pozzo profondo a pianta quadrata.

    All'interno della tomba gli archeologi egizi hanno trovato un grosso sarcofago di calcare coperto di iscrizioni. Riccamente decorata, la tomba presenta scene del Libro dei Morti, culminando con quelle famose del capitolo 125, che raffigurano la psicostasia o cerimonia del giudizio, chiamata "pesatura del cuore": si comparava il cuore del defunto a una piuma di Maat, dea della giustizia, verità e ordine. Se il cuore fosse stato più leggero della piuma, il defunto sarebbe stato considerato meritevole della compagnia degli dei, in caso contrario il suo cuore sarebbe stato divorato dal dio Ammit dalla testa di coccodrillo.

    Si tatta di una scena rarissima se non unica in quanto presente sinora solo nei papiri. Tra le altre scene raffigurate, vi è la rappresentazione della dea Hathor nella forma di mucca.



  3. #13
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    Predefinito Rif: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    Iniziati e riti iniziatici nell'Antico Egitto
    Silenzio - Sapere - Potere

    di Max Guilmot

    Edizioni Mediterranee - Roma, 1999

    http://books.google.it/books?id=WP0h...page&q&f=false


    Statua di Chefren
    Cairo, Museo Egizio
    Immagine dal sito http://upload.wikimedia.org/
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 28-05-15 alle 15:02
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  4. #14
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    Predefinito Rif: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    Articoli Interessanti!

    Grazie a Tomas e Silvia!

  5. #15
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    Predefinito Rif: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    Il Tempio di Gerusalemme e le Cattedrali Gotiche hanno un'origine comune.

    Rappresentano il Tempio dell'Uomo descritto da Schwaller de Lubicz nel suo libro sul Tempio di Luxor.

    La mente che da corpo alla materia.

    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 26-05-11 alle 22:50

  6. #16
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    Predefinito Rif: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    Un occhio dallo spazio scopre 17 piramidi

    Il satellite ha individuato nuovi tesori nell’area di Saqqara "Sepolti sotto la sabbia ci sono migliaia di tombe e di villaggi"

    di Carlo Grande


    Il Delta del Nilo visto dal satellite
    Immagine dal sito http://upload.wikimedia.org/

    Scoprire una piramide egizia è il sogno di tanti archeologi, ma non è tempo di Indiana Jones che fuggono lungo cunicoli sabbiosi o nella giungla: oggi ci pensa il satellite, assai più preciso anche se non altrettanto romantico o cinematografico. Proprio un «occhio volante» ha scoperto, nell’area egiziana di Saqqara, diciassette nuove piramidi: le immagini agli infrarossi scattate a 700 chilometri di quota lasciano pochi dubbi. Le piramidi, alle quali si aggiungono un migliaio di tombe e circa tremila insediamenti abitativi, sono sprofondate nella sabbia ma si distinguono nettamente: la pietra, il granito o i mattoni di fango con cui sono fatte è materiale più denso, ben riconoscibile.

    I primi scavi confermano le scoperte. Sarah Parcak, pioniera nel settore dell’«archeologia spaziale» e docente presso la University of Alabama di Birmingham - il suo team ha lavorato intensamente per oltre un anno con telecamere in grado di cogliere dettagli di appena un metro di diametro - è quasi incredula davanti a tanta messe. Il momento più emozionante, dice, è stato vedere la città di Tanis: «Abbiamo scavato una casa di tremila anni che ci era stata rivelata dalle immagini satellitari: ebbene, il contorno della struttura coincideva quasi perfettamente con i dati del satellite».

    Un’immagine straordinaria, pubblicata dalla Bbc (che sul tema ha prodotto un interessante documentario, «Egypt Lost cities») permette di ripercorrere con chiarezza il reticolo delle strade e le case dell’antica città. I dati sono talmente precisi che è possibile ricavarne una mappa.

    Merito degli infrarossi, tecnologia che in futuro, secondo le autorità egiziane, potrà contribuire anche a proteggere i beni culturali e archeologici del Paese, visto che durante la recente rivoluzione alcuni siti sono stati saccheggiati: «Le immagini possono dirci in quale periodo una tomba è stata visitata dai ladri, potremo essere in grado di avvisare l’Interpol che si metterà in allarme per intercettare i reperti messi in vendita».

    Buone notizie, intanto, sul fronte del recupero della antichità trafugate dal Museo Egizio del Cairo durante la rivoluzione: l’egittologo Francesco Tiradritti annuncia che ne sono state ritrovate altre qualche giorno fa: si tratta delle trombe, del ventaglio e della statua dorata sull’imbarcazione di papiro di Tutankhamon e di un ushabty di Yuya. Erano in una borsa all’interno di una stazione della metro cairota.

    La nuova tecnologia, dunque, aiuterà le nuove generazioni di archeologi in tutto il mondo, che potranno compiere ricerche più mirate e selettive: di fronte a un sito molto grande, ricco di manufatti, a volte non si sa nemmeno bene da dove cominciare.

    Il lavoro è solo agli inizi, dunque: soltanto una minima percentuale dei tesori dell’antico Egitto sono finora stati scoperti, la sabbia conserva ancora molti segreti. Un esempio è l’area di Saqqara: le autorità egiziane finora non erano troppo interessate, adesso grazie al satellite hanno cambiato idea e parlano di uno degli insediamenti più importanti del Paese. Ma ce ne sono centinaia, coperti dal limo del Nilo. Aveva ragione Eugenio Montale: «La storia non è poi la devastante ruspa che si dice/ Lascia sottopassaggi, cripte, buchi/ e nascondigli. C’è chi sopravvive».

    Un occhio dallo spazio scopre 17 piramidi- LASTAMPA.it
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 28-05-15 alle 14:54
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  7. #17
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    Predefinito In mostra a Parigi

    Giovanni Serafini

    I TESORI DI TUTANKHAMON




    «All'inizio non vedevo niente: l’aria calda che saliva dal basso faceva vacillare la fiamma della candela. Poi, quando i miei occhi si abituarono al buio, emersero lentamente i dettagli della stanza: strani animali, letti, sarcofagi, statue. E oro, dovunque lo scintillio dell’oro».

    Era il 4 novembre 1922 quando l’archeologo inglese Howard Carter, un Indiana Jones del primo Novecento, ebbe la certezza di aver trovato finalmente la tomba di un personaggio importante. Da mesi conduceva ricerche infruttuose a Luxor, nella polvere della Valle dei Re, e il mecenate che pagava gli scavi, lord Carnarvon, si stava spazientendo. Quella sera stessa Carter poté dare al mondo lo straordinario annuncio: «Abbiamo trovato la tomba del Faraone Tutankhamon, intatta dopo tremila anni».

    Lo stesso brivido che provarono gli egittologi e gli archeologi dell’epoca possiamo riviverlo ora al Parco delle Esposizioni di Parigi (Porte de Versailles, padiglione 8): qui l’architetto e scenografo tedesco Rainer Verbizh ha ricostruito in grandezza naturale, rispettandone la disposizione, la tomba del più famoso dei Faraoni. Aperta in questi giorni, resterà visitabile fino al primo settembre. Mille oggetti perfettamente ricostituiti sono esposti alla Porte de Versailles in uno spazio di 4500 metri quadri che corrisponde a quello originale: niente è autentico, eppure tutto è scrupolosamente esatto nella mostra di Verbizh.

    Ecco lo stretto corridoio che conduce all’anticamera e alla camera funeraria con i tre sarcofagi, uno dentro l’altro, che proteggevano dai malefizi il corpo di Tutankhamon. Ecco il carro dorato, e la celeberrima maschera d’oro con il ritratto ieratico, idealizzato, fermo nel tempo, di questo Faraone che morì troppo giovane, a 18 anni, affetto dal paludismo provocato da una ferita al ginocchio.


    Più in là scopriamo la sala del tesoro, i gioielli e gli oggetti che il Re aveva scelto per il soggiorno nell’aldilà: una canna di ebano con intarsi d’avorio, un ventaglio in piume di struzzo, una faretra, un paio di sandali in legno e cuoio, le statuette dei servitori e degli animali destinati a fargli compagnia: pezzi unici che ci consentono di conoscere meglio la vita di tre millenni fa. «Troppo preziosi per essere portati fuori dall’Egitto, non avremmo potuto ammirarli senza renderci sul posto» commenta l’egittologo Jaromir Malek. Partita per un lungo viaggio nelle capitali del mondo, la mostra "La tomba e il tesoro di Tutankhamon" è costata 5 milioni di euro e 5 anni di lavoro.

    Fonte: Il Resto del Carlino di martedì 15 maggio 2012 - Cultura e Società, pag. 33















  8. #18
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    Predefinito Re: In mostra a Parigi

    Piramide di Cheope, nuovi misteri: scoperta una nuova stanza

    Immagine dal sito Egittiamo

    Lui si chiama Djedi e di professione fa l'archeologo. Da qualche settimana è diventato celebre quasi come Howard Carter, lo studioso britannico che nel 1922 entrò per primo nella tomba di Tutankhamon, ma non si è assolutamente montato la testa: Djedi è infatti un robot, che alla fine dello scorso maggio ha permesso ai suoi colleghi umani di vedere, per la prima volta dopo 4500 anni, cosa c'è nei meandri più profondi della Piramide di Cheope, in Egitto.

    Costruita probabilmente come tomba dell'omonimo faraone attorno al 2570 a.C., questo imponente monumento, nasconde ancora parecchi segreti. Uno dei meglio custoditi riguarda due piccole gallerie a sezione quadrata larghe circa 20 centimetri che partono da una dalla Camera della Regina e si diramano verso nord e verso sud per fermarsi improvvisamente davanti a quelli che sembrano due portoncini di pietra decorati da borchie metalliche. (Costruisci una piramide e scoprine tutti i segreti)

    E proprio la presenza di questi elementi inusuali — è la prima volta che si scopre del ferro all'interno di una piramide — ha scatenato le ipotesi più fantasiose: che siano le maniglie di una porta che conduce a una camera nascosta? Oppure, come ritengono alcuni, ciò che resta di un sistema elettronico lasciato sul nostro pianeta dagli alieni? (Ecco i robot più curiosi, utili e strani mai costruiti)

    Il mistero è stato risolto, almeno in parte, da Djedi, il robot esploratore progettato e costruito da Rob Richardson, un ingegnere dell'Università di Leeds (UK). Djedi è infatti riuscito a penetrare in uno dei piccoli condotti e ad inserire la sua telecamera flessibile all'interno di un foro praticato nella porta di pietra nel 2002 da un suo predecessore. (Il vero volto di Tutankhamon)

    Le prime immagini inviate dal robot hanno mostrato un minuscolo locale sulle cui pareti sono presenti numerosi georoglifici realizzati con pittura rossa. Secondo gli archeologi potrebbero essere dei numeri, delle specie di appunti presi dai muratori che hanno realizzato la struttura. Una volta decifrati, potrebbero rappresentare la chiave per risolvere il mistero.
    Djedi ha permesso per la prima volta di vedere il retro della porta borchiata confermando, a discapito delle teorie più creative, che gli elementi metallici hanno solo una funzione ornamentale.

    Su cosa ci sia più oltre, gli scienziati sono divisi: secondo alcuni questi due tunnel hanno una funzione esclusivamente ornamentale mentre secondo altri, tra cui Zahi Hawass, Ministro Egiziano per le antichità e responsabile del progetto Djedi, potrebbe esserci un ulteriore locale segreto. Quella che fino ad oggi è sempre stata considerata la camera sepolcrale potrebbe infatti essere solo un locale fittizio: l'obiettivo di chi progettava e realizzava le piramidi era quello di nascondere la salma del defunto re nel modo migliore possibile. I due condotti potrebbero quindi avere la funzione simbolica di passaggi per l'anima del faraone.

    Il futuro della missione al momento è però piuttosto incerto: la forzata uscita di scena del Presidente Egiziano Mubarak ha reso precarie le posizioni di tutto il suo establishment, compreso Zahi Hawass.

    Piramide di Cheope, nuovi misteri: scoperta una nuova stanza | Il blog di Focus - Yahoo! Notizie Italia
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 28-05-15 alle 14:56
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  9. #19
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    Predefinito Rif: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    IL TALISMANO DI BES


    Un curioso manufatto, recentemente identificato, potrebbe essere stato un antico talismano egizio per la protezione magica di bambini e donne incinte contro le forze malefiche. Realizzato in faience egizia, il talismano risale all’incirca al primo millennio a.C. Mostra il dio nano Bes con la lingua di fuori, gli occhi spalancati e una corona di piume.

    Carolyn Graves-Brown, curatore presso l'Egypt Centre dell'Università di Swansea, l’ha scoperto nella collezione del Woking College, una sorta di scuola superiore che conserva più di 50 manufatti egizi poco studiati, e che sono stati recentemente prestati all' Egypt Centre. Graves-Brown in un primo momento non sapeva cosa fosse l'oggetto. Solo dopo averne visto uno simile al British Museum ha capito che si trattava di un raro campanellino di Bes. L'oggetto è magico: la faience era utilizzata molto spesso per gli oggetti con un significato magico o religioso nell'antico Egitto.

    A rendere il ritrovamento più interessante è il carattere bizzarro dello stesso Bes. Un dio nano e protettore di mamme incinte e bambini, Bes può sembrare stupido con la sua lingua di fuori ma, tuttavia, il suo aspetto aveva uno scopo: egli avrebbe mostrato i denti affilati e "si presume, ma non si sa, che il suo aspetto dovesse spaventare gli spiriti maligni e le entità malvagie". Questo potrebbe essere stato l'intento del talismano.
    L’archeologo Flinders Petrie scrisse nel suo libro "Amulets" (Constable and Company, 1914) che campanelli simili a questo erano probabilmente "indossati dai bambini contro il malocchio".



  10. #20
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    Predefinito Re: Rif: Alla radice del pensiero... L'Egitto e i suoi misteri

    "È stata costruita dall’interno, troveremo la rampa"


    Letizia Cini

    CHEOPE, L'ULTIMO MISTERO DELLA PIRAMIDE





    Foto di Kadash77 - Dawn at Cheope | Flickr - Photo Sharing!


    Vive fra gli States e Parigi, ma il suo cuore batte nelle camere segrete della piramide di Cheope, in Egitto. Per la prima volta in Italia, l’architetto francese Jean-Pierre Houdin - veterano della caccia ai segreti su come sia “nata” Cheope, settima meraviglia del mondo, l’unica ancora visibile - esporrà la sua teoria, con alcune sorprese. «Per 4500 anni non si è riusciti a rispondere all’enigma di come sia stata costruita la Piramide che incanta milioni di visitatori a Giza, nonostante molte ipotesi avanzate nei secoli - spiega lo studioso, raggiunto durante il suo viaggio verso Firenze - . E questo per una ragione molto semplice: tutte le teorie si basavano sul paradigma che fosse stata costruita dall’esterno».

    Invece?
    «I miei studi asseriscono che la Piramide è stata costruita dall’interno».

    Niente schiavi presi a frustate per trascinare blocchi da mettere uno sopra l’altro: un mito sfatato... Che novità è questa, architetto?
    «Da anni porto avanti la tesi, nata da un’intuizione di mio padre, ingegnere, che la Piramide di Cheope sia stata costruita dall’interno, utilizzando una rampa interna, e per dimostrarlo ho realizzato in collaborazione con un’industria specializzata in grafica 3D (il team di Dassault Systèmes, visibile su Khufu Reborn - Dassault Systèmes) un modello alternativo».

    Capace di provare cosa?
    «Un terzo della struttura, praticamente la parte inferiore, venne costruito con la rampa esterna, mentre per erigere i corsi superiori gli antichi egizi si sarebbero fatti strada dal cuore della Piramide stessa, con una rampa interna sulla quale posizionavano i blocchi man mano che salivano».

    Ma com’è possibile?
    «Costruire dall’interno significa portare e depositare i materiali occorrenti, vicino al perimetro della costruzione e addirittura all’interno di essa, tirando su la Piramide strato per strato, mettendo sempre davanti i blocchi della facciata direttamente dalla parte già lavorata in forma finale (parete liscia), continuando poi verso il centro, riempiendo il corpo della Piramide con blocchi grossolani».

    Con quale vantaggio?
    «Questo consente di risparmiare un tempo straordinario dal momento che non c’è bisogno di reintervenire sugli 84 mila metri quadrati di facciate a fine cantiere».

    Quindi la Piramide sarebbe stata realizzata attraverso due distinti processi?
    «Esattamente: per circa l’85% del volume, grazie a una corta rampa esterna lunga 325 metri, costruita con gli stessi materiali della Piramide, che arriva a circa 43 metri di altezza; questa rampa si prolunga in trincea aperta nel corpo della Piramide fino a raggiungere un’altezza di 70 metri».

    La seconda fase?
    «Per il trasporto dei blocchi della facciata e la costruzione del restante 15% del volume, è stata utilizzata una rampa interna che parte dalla base e sale a spirale, facendo un angolo retto sulle facciate. Questa rampa è stata costruita contestualmente alla Piramide e arriva vicino alla sua sommità dopo uno sviluppo all’interno della Piramide di 1,7 chilometri. Ciò consente inoltre il riutilizzo dei materiali che sono stati recuperati durante la rimozione della rampa esterna. Senza alcuno spreco».

    E la nuova scoperta?
    «Questa rampa è ancora all’interno della Piramide: presto potrebbe venire alla luce utilizzando tecniche non distruttive, già disponibili. Il gennaio 2013 segnerà il debutto della quattordicesima annata delle ricerche e da sette sollecito le autorità egiziane ad autorizzare una missione scientifica sul posto. Ma di questo parleremo alle Géode di Parigi».

    Da Il Resto del Carlino (edizione cartacea) - Cultura, pagina 29 - venerdì 23 novembre 2012
    Ultima modifica di Silvia; 23-11-12 alle 22:08

 

 
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