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  1. #1
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    Predefinito La grande truffa delle piramidi

    La fissazione egiziana



    Perché gli egiziani costruirono le piramidi? Chi glielo ha fatto fare? Non avevano niente di meglio di cui occuparsi? Per anni mi sono chiesto a cosa servissero quei giganteschi solidi geometrici. Ho sempre pensato che se non si fosse scoperta la loro utilità pratica avrei dovuto concludere che gli egiziani erano dei fessacchiotti (per dirla in modo educato).

    Ti sembra intelligente affaticarsi per seppellire un pirla qualunque che si crede un faraone o per lasciare un messaggio ai posteri ? Credo che se uno arriva da Sirio o da Orione con un'astronave dovrebbe pur conoscere un mezzo più efficace per comunicare!

    Anche volendo utilizzare la piramide come un messaggio per i posteri perché, allora, non ci hanno scritto su qualcosa? Anche un semplice "Scemo chi legge!" sarebbe stato meglio di niente! Sono secoli che la gente impazzisce per decifrare 'sta cavolo di costruzione nei modi più cervellotici! Famiglie rovinate, cervelli andati in fissa che si fondono come burro al sole, fortune dilapidate in viaggi in Egitto in classe turistica e in attrezzature per scavi, ispezioni e misurazioni. Misurazioni che, peraltro, continuano a dare risultati sballatissimi tant'è vero che uno ti dice che la piramide di Cheope è alta 147 m, un'altro che è alta 149 m ed entrambi sostengono che questi numeri sono la prova che gli egiziani conoscevano la distanza tra la terra e il sole, il pi greco...

    Io parlo tanto ma anch'io sono vittima del morbo della piramide. Da giorni non parlo d'altro. Passo le notti a sognare piramidi e antichi egizi che le usano come scivoli per tuffarsi in grandi piscine, parlo con sacerdotesse di Iside discinte e prosperose e esploro pozzi e cunicoli sotterranei. Trascorro intere giornate a sottolineare brani di testi esoterici, assillo amici e collaboratori con richieste di libri, mappe, ricerche in biblioteca, ordinazioni di CD Rom, esaltato dalle continue rivelazioni, conferme, smentite, dall'affiorare di nuovi sospetti e dal crollo di ricostruzioni costate giorni di attente indagini.

    Mentre scrivo non so ancora a quali conclusioni mi porterà questa ricerca ma ho già raccolto elementi tali da far crollare buona parte delle ipotesi fino ad oggi proposte.

    Questa notte erano le quattro del mattino quando stavo ancora parlando dell'Egitto con Eleonora, che lei mi dice: "Sei un invasato perché credi di aver scoperto cose che tutti questi grandi scienziati non hanno notato!"

    In effetti la banalità è la caratteristica fondamentale delle scoperte che ho fatto. Io stesso ho dubitato a lungo della mia sanità mentale. Non riuscivo a credere che persone dotate di chili di masters, lauree, dottorati e cattedre non si fossero resi conto di tali evidenze. Lo so che stai già pensando che ho fuso anch'io.



    LA GUERRA DELLE PIRAMIDI


    Due fazioni si affrontano ferocemente nella valle del Nilo. Nella piana di Giza (dove si trovano due tra i monumenti arcaici più grandi del mondo) la battaglia infuria da più di un secolo. Da una parte si sono schierati gli egittologi accademici (in generale non molto disposti a rimettere in discussione le loro tesi di laurea), dall'altra rumoreggiano disordinatamente quelli che non credono alle ricostruzioni ufficiali proposte dall'archeologia.

    Leader di questo schieramento sono quelli che chiamerò "i marzianisti", personaggi convinti che fu una cultura extraterrestre a costruire realmente le piramidi. Essi hanno creato molte difficoltà agli archeologi più razionali dimostrando, più di una volta, che ci sono notevoli lacune nella versione da loro raccontata. I marzianisti, tuttavia, non sono un fronte compatto, bensì un'orda di fazioni in disaccordo tra di loro.

    Ai bordi di questa galassia di contestatori vi sono i mistici. Questi - più che a un contatto o una nostra diretta origine aliena - credono che le conoscenze dei costruttori delle piramidi derivino da illuminazioni mistiche o da contatti ravvicinati con entità incorporee (gnomi e altri esseri provenienti da dimensioni parallele). C'è poi un piccolo gruppo di banditi isolati. Questi vagano nel sapere praticando la guerriglia: rapinano informazioni, ora da una, ora da un'altra parte, alla ricerca di nuove vie. Ebbene, io sono uno di loro!

    Tracciamo una breve storia di questa guerra.

    Misurando la piramide di Cheope, Charles Piazzi Smyth, nel 1860 scoprì che essa conteneva corrispondenze numeriche cosmiche stupefacenti. Dopo qualche anno M. Flinders Petrie, un ingegnere seguace di Piazzi Smyth, andò in Egitto - attrezzato di tutto punto - si accorse che le misurazioni del suo guru erano del tutto sbagliate. Ma Smyth non se la prese a male. Rifece i calcoli e scoprì altre corrispondenze cosmiche incredibili. Questi aveva già scritto un libro di grande successo sulla base delle sue prime misurazioni1. Decise di pubblicarne un secondo in cui esponeva le nuove scoperte. Disgraziatamente, il primo libro continuò a vendere anche dopo l'uscita del secondo. Così, ancor oggi, troviamo suoi seguaci che, fermi alle prime rivelazioni, non sono stati informati dei nuovi sviluppi. Dopo queste sfortunate misurazioni non c'è stata più pace. Hanno continuato a fiorire sempre nuove teorie numeriche sui significati occulti della piramide di Cheope.

    "Com'è possibile che gente adulta e civile riesca a litigare su fatti avvenuti migliaia di anni fa?" chiedereste voi. Per capire questo dobbiamo riconoscere che sulle piramidi, come su tante altre cose della vita, non ci sono certezze. Ci sono mille cose che non riusciamo a spiegarci. Ad esempio: nonostante i nostri incredibili mezzi tecnologici non siamo ancora riusciti a capire perché l'aspirina abbassi la febbre. Sappiamo che lo fa e basta. I mass media ci propongono una visione del mondo contemporaneo e delle conoscenze umane enormemente falsata. Evirano le teorie da ogni tipo di dubbio e vendono per certezze semplici supposizioni. Gli storici pongono tutto in forse. Non sappiamo ancora chi ha messo la bomba alla stazione di Bologna, figuriamoci se si parla di fatti accaduti 4500 anni fa. Questi dubbi, scompaiono nei documentari televisivi e nei testi scolastici.

    Così tutti sono convinti che nelle piramidi egiziane vi siano state trovate le mummie dei faraoni. Beh, forse vi verrà un colpo ma non è così. Le mummie sono state trovate in molti sepolcri ma non nelle piramidi antiche (prima del 1780 a. C.). Nelle piramidi non è mai stata sepolta una sola mummia! Nella piramide di Zoser (o Gioser) è stato rinvenuto un piede ma c'è chi sostiene che esso si sia mummificato naturalmente e che sia appartenuto a un predatore di tombe fatto a pezzi dai suoi soci. Possiamo solo supporre che un faraone sia stato sepolto lì ma non c'è nessuna certezza. C'è stato un faraone che aveva addirittura tre piramidi (Snefru). Come pensate che volesse farsi seppellire? Un po' qui e un po' là?

    Nelle piramidi non sono stati trovati molti sarcofagi*. è difficile accettare l'ipotesi che siano stati rubati in quanto, essendo molto grandi e i tunnel di uscita delle piramidi molto piccoli, questi avrebbero dovuto essere ridotti in piccoli pezzi per essere portati fuori dalla costruzione. E che ve ne fate di un sarcofago ridotto in mille pezzi?

    Insomma, le mummie delle piramidi sono una leggenda metropolitana così come la storia che i geroglifici siano ideogrammi. Quest'ultima cosa è vera solo per quanto riguarda la scrittura delle iscrizioni celebrative. Queste uniscono segni fonetici a ideogrammi ma per la scrittura privata gli egiziani usavano l'alfabeto. Anche la storiella che le piramidi furono costruite dagli schiavi è una balla biblica. Le costruirono gli operai, e avevano anche un giorno di riposo ogni dieci.

    Si è tanto parlato delle corrispondenze matematiche tra le misure della piramide di Cheope e l'universo. Ma anche su questo gioco dei numeri bisogna stare attenti: non è semplice misurare, in maniera precisa, una piramide che presenta i contorni basali tutti erosi. La base della piramide segue il profilo della roccia e presenta irregolarità che non permettono una misurazione precisa della base stessa e dell'altezza. Tutto dipende dal metodo usato per determinare l'altezza: se cominci a misurare dal punto più basso della base della piramide, da quello più alto oppure se fai una media. Ho riscontrato varie e differenti stime dell'altezza e del perimetro della piramide (senza contare le misurazioni sbagliate).

    Comunque, del problema delle corrispondenze tra le tre piramidi di Giza (dette Cheope o Grande Piramide, Chefren e Micerino) e la piramide del Sole in Messico, il pi greco, la circonferenza della terra, eccetera eccetera, parleremo meglio più avanti. Prima di tutto è indispensabile chiarire la situazione generale.



    CAPITOLO TERZO



    Che cosa sono le piramidi?



    Parto dall'idea che gli Egiziani non fossero dei cretini, né dei marziani e tanto meno degli invasati mistici con la mania di tramandare messaggi trascendentali ai posteri. Al contrario, credo che siano state delle persone normalissime dotate del più comune buon senso. Se si sono date la pena di scavare enormi buche sotterranee e costruire immense montagne di pietra, allora avranno avuto i loro buoni motivi.

    Che cos'è una piramide? In fin dei conti è solo una montagna di sassi. C'è da chiedersi, allora, se altri esseri umani (oltre agli egiziani) si siano dedicati a costruire montagne di sassi spinti da uno scopo che non fosse la sepoltura. Dando uno sguardo alle costruzioni edificate nel mondo, osserviamo che in ogni luogo della terra gli umani hanno costruito montagne di sassi più o meno grandi. Ve ne sono a forma di piramide in Egitto, in Centro e Sud America; a cupola in Europa e in India; piramidale a gradoni tipo torta matrimoniale in Asia Centromeridionale, in Messico, in Egitto, Mesopotamia (le Ziggurat*), Cina, America Latina. Di questi cumuli ce ne sono molti anche in Italia specialmente nel Lazio, Toscana e in Sardegna. Anche queste sono considerate dagli accademici delle tombe e non possiamo dar loro tutti i torti visto che qualcuno, effettivamente, vi è stato sepolto. Troviamo questo tipo di tumuli però anche in Puglia e nell'isola di Lipari ma, al loro interno, non sono stati trovati scheletri.

    Queste montagne artificiali sono considerate tombe o templi. Di molte si sa per certo che siano state costruite durante l'età della pietra. Questo è il caso, ad esempio, di molti tumuli europei. Di altri lo si può sospettare.

    Gli Atzechi dicevano che la piramide del Sole (Messico) non l'avevano costruita loro ma era lì già bella e fatta fin dal giorno della creazione del mondo. Le piramidi si trovano quasi esclusivamente in luoghi che, migliaia di anni fa, erano paludosi o si trovavano vicini alla riva del mare.

    Tutte quelle che superano una certa dimensione erano circondate da un muraglione fatto in modo tale da formare un bacino. E questo bacino è collegato a costruzioni che assomigliano molto ad acquedotti sopraelevati o a canali. In molti casi questi laghetti ci sono ancora.

    Le montagne artificiali più grandi si trovano tutte in zone a clima caldo. Infine, la maggioranza di questi tumuli è dotata di gallerie oblique scavate nella roccia sottostante, profonde anche decine di metri, che terminano con una camera.

    Fatto questo inventario di similitudini c'è da chiedersi se queste montagne artificiali avessero una qualche utilità pratica. è facile constatare che tutti questi cumuli sono stati eretti in luoghi minacciati periodicamente dalle inondazioni.

    Gli umani sono stati soggetti alle inondazioni dell'11.000 a.C. che hanno avuto un enorme potere distruttivo. Sicuramente queste calamità hanno lasciato in loro una forte paura. Chissà quanti morti ci sono stati in quei secoli di sconvolgimenti climatici affinché il mito del Diluvio Universale si fissasse nella fantasia di tutti i popoli del pianeta. Questo mito (a volte in concomitanza con terremoti, eruzioni vulcaniche e gelo) si trova, oltre che nella Bibbia, nella tradizione degli iraniani avestici della Persia, degli Indios Toba e Maya americani, degli Indù, dei cinesi, degli africani del basso Congo, dei Teutonici europei e di altri ancora.

    Ci fu, insomma, un cataclisma planetario del quale, tra l'altro, si sono trovate ovunque tracce geologiche indiscutibili. Per salvarsi gli umani erano fuggiti sulle montagne ed erano restati lassù per secoli. E' chiaro che, tornando a colonizzare le pianure, si sentissero più tranquilli avendo a disposizione (al centro del villaggio) un rialzo del terreno dove ripararsi in caso di inondazioni, che per altro erano frequenti. Questo fatto spiega come mai, vicino alle colline artificiali, troviamo spesso cumuli di pietra dove potevano trovare posto, all'asciutto, le abitazioni (le mastabe).

  2. #2
    Socialcapitalista
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    Predefinito 2a parte

    Tuttavia questa ragione può essere una concausa non certo la motivazione principale. Per cercare di avere le idee più chiare vediamo una tecnica (poco nota) usata dai viaggiatori nel deserto del Sahara da millenni. Essi costruiscono montagnole di sassi per estrarre l'acqua. Il meccanismo è semplice e geniale allo stesso tempo. All'interno i sassi sono freschi e l'umidità (trasportata dal vento attraverso il deserto) si infiltra tra le pietre dove trova una temperatura più bassa e si condensa. Pietro Laureano ha viaggiato a lungo nel deserto e racconta di aver raccolto, in una sola notte, un litro d'acqua utilizzando, per l'estrazione, un montarozzo di pietra alto circa 1,8 m e un telo di plastica. Usando una pelle conciata il risultato non dovrebbe essere diverso.

    In quei luoghi desertici procurarsi acqua è di fondamentale importanza e l'uomo ha imparato varie tecniche per farlo.

    Un altro sistema consiste nell'avvolgere, con tessuti, delle pietre scaldate al fuoco e poi lasciarle in una bacinella per tutta la notte. Al mattino si strizzano i tessuti che hanno assorbito l¹umidità della notte.

    Per rendere più umide le oasi si usa poi costruire dei muretti antivento fatti di blocchi di sale o mattoni crudi. Questi assorbono l'umidità notturna e la rilasciano, poi, durante il giorno.

    Questi metodi, oggi, sono usati solo nel deserto ma, ai primordi della civiltà, sono stati impiegati anche dai colonizzatori delle zone paludose. Sembra assurdo ma procurarsi acqua potabile in una palude è un problema molto serio.

    L'acqua della palude pullula di batteri che provocano infezioni intestinali. Andrebbe bollita, certamente, ma anche una semplice operazione come questa poteva creare problemi a noi inimmaginabili.

    La bollitura dell'acqua richiede una grande quantità di legna da ardere e procurarsi legna in una palude usando accette di pietra è un lavoro non indifferente. Avete mai provato a tagliare un albero con un sasso affilato? Beh, con la motosega è tutta un'altra cosa! E anche far bollire l'acqua bruciando erbacce non è uno scherzo. L'agricoltura era ai primordi e non si producevano ancora grandi quantità di materiale vegetale di scarto.

    Le seghe (intese come attrezzo agricolo) non esistevano e non avevano neppure un gran numero di bovini, splendidi animali che fanno quella bella cacca che poi, una volta seccata, è formidabile da bruciare per bollire l'acqua del the. Fu così che essi cominciarono ad usare il sistema dei cumuli di sassi che intrappolano il vapore acqueo presente nell'atmosfera. Un'ovvia evoluzione del montarozzo di pietra per raccogliere l'umidità è quella di farne uno largo almeno una decina di metri con un pozzo al centro. Alternando pietra sabbia e argilla si ottiene un ottimo sistema per filtrare l'acqua quando tutto intorno è allagato. Ecco spiegata la funzione delle mastabe: palafitte di pietra e pozzo, filtro per l'acqua.

    Alcuni furono fortunati e trovarono delle belle colline, offerte dalla natura, che raccoglievano acqua. Ad esempio, nel deserto del Sahara ci sono delle collinette in cima alle quali sgorga l'acqua. Qui non stiamo parlando delle vene acquifere che giungono in superficie per pressione (pozzi artesiani). Esse si formano grazie all'azione dell'acqua che, evaporando attraverso porosissime rocce calcaree, porta in superficie sali di roccia.

    Nei millenni questi accumuli di calcare arrivano a formare tumuli alti parecchie decine di metri (hai presente i buchini della cornetta della tua doccia intasati di calcare? Beh, non hai idea i miei!). Queste collinette si trovano su vene d'acqua poco profonde. L'acqua - per capillarità e grazie al calore del sole che scalda l'esterno delle collinette - sale all'interno di queste arrivando a formare piccole sorgenti sulla cima.

    Erodoto aveva già scritto di queste colline sulla cui cima sgorgava l'acqua. Già fin dall'età della pietra esse venivano scelte come luogo dove costruire i villaggi. Gli uomini le avevano usate per questo scopo già prima che i mutamenti del clima trasformassero la palude in un deserto. Queste colline di calcare offrivano acqua purissima filtrata da decine di metri di pietra. Molte di queste montagnole, ancor oggi, forniscono acqua.

    Ora, stupisciti. Indovina con che materiale sono state costruite le piramidi e le mastabe? Con calcare o argilla (che ha anch'essa una grande capacità di assorbire acqua per capillarità). Questo principio, a quei tempi, si conosceva molto bene.

    Insomma, questi popoli costruirono colline artificiali che funzionavano come pompe passive per estrarre e depurare l'acqua della palude imitando quel che la natura aveva fatto in milioni di anni. Forse successe per caso che sulla cima di una mastaba sgorgasse l'acqua e decisero di sviluppare la scoperta.

    Dopo le prime eroiche imprese di bonifica, le terre strappate alla palude e gli argini edificati dall'uomo ridussero la larghezza del fiume. Questo ebbe l'effetto, insperato, di rendere più impetuosa la corrente del Nilo cosicché aumentò paurosamente la sua capacità di drenaggio. L'acqua scavò un letto più profondo corrodendo la pietra. Inoltre cominciò a piovere sempre di meno.

    La palude si ritirò. Le colline artificiali si trovarono all'asciutto e si dovette intervenire per ripristinare la produzione d'acqua. Nacque così l'idea di approfondire il pozzo delle mastabe. Alcune vennero ingrandite fino a diventare enormi piramidi tronche che, con i loro lati inclinati, raccolgono magistralmente il calore del sole e aspirano l'acqua dalle vene sotterranee. Inoltre si decise di circondarle con argini e formare così bacini naturali per tenere bagnata la base del tumulo durante la stagione secca. In questo modo, grazie ai pozzi scavati sotto la piramide durante la stagione piovosa essa funziona anche come filtro: dal bacino intorno alla piramide l'acqua si infiltra fino al pozzo arrivandovi pulita.

    Passano i secoli e il Nilo si abbassa sempre più.

    Un giorno, poi, arrivarono i cattivi.

    Orde bellicose di allevatori e pastori, provenienti dalle steppe euroasiatiche, invasero l'Egitto. Dotati di arco e forti della loro superiorità militare, dovuta anche all'uso del cavallo in battaglia, i guerrieri sconvolsero queste terre importando la guerra.

    Queste tribù, alla ricerca di pianure fertili e popoli da soggiogare, migrarono verso l'Europa e l'Asia minore muovendosi con mandrie di cavalli e greggi di pecore, massacrando e saccheggiando.

    La loro apparizione è datata intorno al 4500 a.C. ma è probabile che siano arrivati in Egitto (protetto a est dal deserto e dalle montagne) solo più tardi. Comunque il loro arrivo ebbe un effetto devastante sulle pacifiche popolazioni egiziane che non conoscevano la guerra, non circondavano i loro villaggi di mura e non sapevano combattere.

    Ma i primi egiziani avevano il vantaggio che, al centro dei loro villaggi, c'erano le piramidi tronche. Non ci volle molto per capire che rappresentavano una formidabile struttura difensiva! E' molto probabile che inizialmente queste non fossero molto alte, forse 30 metri, ma questa altezza era già sufficiente. I primi rudimentali archi non offrivano un'ampia gittata. Tra un sasso lanciato dall'altezza di uno di questi cumuli e una freccia lanciata con l'arco da terra, è naturale che il sasso fosse più efficace.

    L'arrivo di questi barbari, lo shock della guerra e delle necessità difensive sconvolse queste genti mansuete. E infatti verso il 4000 a.C. la qualità dei vasi prodotti diminuisce drasticamente. Non c'è più tempo per certe raffinatezze (cultura di Naqada I).

    Immagino che rapidamente gli egiziani imparino a fabbricare archi da guerra. Questo popolo organizza una milizia e, soprattutto, si dedica febbrilmente ad alzare le piramidi tronche. Probabilmente, all¹inizio, erano a gradoni e le rendono più efficienti dal punto di vista militare dotandole di lati lisci, più difficili da scalare. Per farlo forse si usò una copertura di argilla cruda. Infatti tutte le piramidi che sono crollate ci permettono di osservare il loro interno e mostrano chiaramente che sono state costruite in varie fasi.

    Generalmente il tumulo iniziale era un semplice torrione sul quale venivano via via costruiti altri gradoni di grandezza decrescente. Gli egittologi si sono ovviamente resi conto di questo fenomeno ma sono totalmente convinti che le piramidi siano state costruite in un'unica fase. Giustificano l'evidenza affermando che il progetto iniziale è stato ampliato durante la costruzione. In pratica il faraone è arrivato, ha guardato la sua tomba e ha detto: "Fateci sopra un secondo livello! La voglio anche più larga sennò da morto ci sto stretto." Poi tornava una seconda volta e diceva: "No, ancora più grande! Così fa schifo!"

    Insomma dicevo che le piramidi, durante il periodo delle invasioni, vengono ampliate ed innalzate ma, ovviamente - dovendo servire da rifugio per la popolazione - vengono lasciate tronche.

    I continui attacchi dei pastori nomadi portarono, infine, alla costruzione di piramidi tronche di misure enormi. Alcune raggiungono un'altezza di oltre 100 metri. Immagina quali potenzialità difensive potevano avere! A differenza delle mura del tempo non era possibile demolirle se non con anni di lavoro e le tribù guerriere non erano organizzate per assedi così prolungati. I greggi delle pecore degli invasori distruggevano rapidamente i pascoli e dovevano spostarsi verso altre terre. I primi invasori erano privi di macchine da guerra. I loro attacchi potevano essere bloccati con semplici mezzi. Bastava far rotolare qualche pietra dalla cima della piramide tronca per bloccare qualunque attacco. Infine, in cima alla piramide, come si è visto, sgorgava l'acqua (elemento indispensabile per resistere ad un assedio prolungato). Forse si costruirono là in cima anche cisterne. A quei tempi la piramide tronca era proprio l'ideale per resistere a un assedio. Oltretutto, il fatto che la piramide si ergesse al centro di un bacino artificiale era un ulteriore elemento difensivo.

    Nacque, però, un problema: crescendo in altezza le piramidi perdevano, progressivamente, la capacità di funzionare bene come pompe filtranti. Forse per questa ragione quelle più alte hanno, oltre al pozzo sotterraneo, anche un condotto che porta a una camera situata più in alto del livello del terreno. Queste stanze, che oggi sono definite camere mortuarie, in principio dovevano essere dei condensatori. Queste stanze sono sopraelevate maggiormente proprio nelle piramidi più alte. E suppongo che esistesse un passaggio che permettesse di scendere nella camera di condensazione, dalla cima della piramide tronca, per attingere l'acqua. In effetti, nella piramide di Cheope, la camera del faraone - con le sue 5 camere sovrapposte - sembra proprio un moderno condensatore.

    Gli accademici giustificano questa struttura sostenendo che si tratti di camere con la funzione di scaricare il peso della parte superiore della piramide, evitando che il soffitto della camera del faraone sprofondasse. Però si rendono conto che si tratta di una scelta architettonica esagerata. Dice ad esempio Cimino: "Molti tecnici hanno rivolto critiche a questo dispositivo di protezione considerato eccessivo, specificando che sarebbe stato sufficiente costruire un solo vano di scarico con soffitto a V rovesciata e facendo gravare la spinta lateralmente sul massiccio."

    Si sa, gli egiziani erano pirla.

    Gli anni tra il 4500 e il 3000 furono, in tutto il Mediterraneo, anni di grande crisi. La guerra sconvolse la vita dei popoli matriarcali e la Eisler1 parla di crisi demografica e della cattiva qualità dei manufatti. Questi non venivano più elaborati accuratamente come in passato. Come si è detto anche in Egitto vi è stata una certa crisi, ma non violenta come altrove, è facile intuire che le piramidi garantivano, agli egiziani, una relativa tranquillità.


    JACOPO FO
    La grande truffa delle piramidi
    NUOVI MONDI
    http://www.jacopofo.it/libri/piramidi.htm

  3. #3
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    Caro Jacopo Fo,

    sono un neo-laureato in ingegneria, da diversi anni appassionato ai misteri dell'archeologia e dell'origine della civiltà umana. La rivista "Nexus Magazine" ha recentemente pubblicato un mio articolo dedicato ai misteri delle piramidi. Ti sarei molto grato se volessi leggere la seguente in cui mi permetto di muovere alcune critiche alle conclusioni del tuo recente libro "La grande truffa delle piramidi”...



    [inwin=300]www.mmmgroup.altervista.org/i-jacopo.html[/inwin]


    Certo che gli Jacopi hanno un certo successo ultimamente su POL…

 

 

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