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Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
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    Predefinito Il bilinguismo è inutile in Valle d'Aosta

    Personalmente ritengo inutili le scritte bilingui in Valle d'Aosta. Il francese letterario non lo parla e non lo scrive nessuno nella vita di tutti i giorni: la popolazione locale usa un patois con vocabolario limitato che non si può certo definire lingua. La lingua letteraria di tutti è l'italiano, dunque che le scritte ufficiali siano solo in questo idioma...

  2. #2
    unu in mesu de millionis
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    Predefinito Il bilinguismo è inutile in Valle d'Aosta

    Il tuo punto di vista è esattamente un "punto di vista". Non hai voce in capitolo ne competenze per decidere circa l'utilità del bilinguismo in Val d'Aosta. Saranno i Valdostani a decidere cosa fare.

    falchetto

  3. #3
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    Predefinito

    Le competenze le ho eccome, visto che parlo correntemente il francese e so che è ben diverso dal patois valdostano, che non si può certo definire lingua...

    I valdostani possono ovviamente decidere quello che gli pare e piace, ma per me restano assolutamente inutili le scritte ufficiali in una lingua che nessuno parla...

  4. #4
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Michele64 Visualizza Messaggio
    Personalmente ritengo inutili le scritte bilingui in Valle d'Aosta. Il francese letterario non lo parla e non lo scrive nessuno nella vita di tutti i giorni: la popolazione locale usa un patois con vocabolario limitato che non si può certo definire lingua. La lingua letteraria di tutti è l'italiano, dunque che le scritte ufficiali siano solo in questo idioma...
    Citazione Originariamente Scritto da su stori Visualizza Messaggio
    Il tuo punto di vista è esattamente un "punto di vista". Non hai voce in capitolo ne competenze per decidere circa l'utilità del bilinguismo in Val d'Aosta. Saranno i Valdostani a decidere cosa fare.

    falchetto
    Citazione Originariamente Scritto da Michele64 Visualizza Messaggio
    Le competenze le ho eccome, visto che parlo correntemente il francese e so che è ben diverso dal patois valdostano, che non si può certo definire lingua...

    I valdostani possono ovviamente decidere quello che gli pare e piace, ma per me restano assolutamente inutili le scritte ufficiali in una lingua che nessuno parla...
    Infatti. Devo dire che ha pienamente ragione Michele. Il Francese è parlato da pochissimi, mentre la maggioranza dei Valdostani parla il dialetto locale. Il Bilinguismo è una stronzata politica, che da un lato riporta indietro il tempo di secoli, mentre dall'altro svaluta l'unità della nostra lingua nazionale, "L'Italiano"

    Sarebbe come assegnare al pinerolese un bilinguismo forzato, dal momento che si parla un piemontese imbastradito di vocaboli francesizzanti.
    Diversa potrebbe invece essere la richiesta delle popolazioni dell'Alta Savoia (Lato Francese) per ottenere un bilinguismo (italiano), in quanto quelle popolazioni erano effettivamente Italiane fino a 140 fa.
    Fu il Duca Emanuele Filiberto, a Stabilire che la lingua ufficiale del Ducato di Savoia, nel 1570 circa fosse l'Italiano, sia per la parte ad oves che per la parte ad est delle Alpi.
    Nulla di più sbagliato quindi di questo illegittimo e per nulla sentito bilinguismo in Valle d'Aosta.

  5. #5
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    Ma saranno affaracci loro?

  6. #6
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    Predefinito

    "Il Francese è parlato da pochissimi, mentre la maggioranza dei Valdostani parla il dialetto locale."
    — Ignorante. Ca 20% degli autoctoni (cioè appena l'8% dei cittadini in VDA) sanno ancora un po di patois. Fra 10 anni sarà morto.
    La presenza pure simbolica del francese, in quanto è la versione dotta-colta-letteraria-scritta del dialetto, è percio indispesabile.


    "Il Bilinguismo è una stronzata politica, che da un lato riporta indietro il tempo di secoli"
    — Da secoli? Un solo secolo fa, prima della pulizia etnica ordinata dai fascisti, nessuno parlava italiano nella Vallée.

    "Diversa potrebbe invece essere la richiesta delle popolazioni dell'Alta Savoia (Lato Francese) per ottenere un bilinguismo (italiano), in quanto quelle popolazioni erano effettivamente Italiane fino a 140 fa.
    Fu il Duca Emanuele Filiberto, a Stabilire che la lingua ufficiale del Ducato di Savoia, nel 1570 circa fosse l'Italiano, sia per la parte ad oves che per la parte ad est delle Alpi."

    — L'italiano non è MAI, MAI e MAI stato usato in Savoia.
    Invece nel 500 Emanuele Filiberto ordinò che negli atti ufficiali venisse usato il francese in Savoia, Valle d'Aosta, Val di Susa, Canavese, valli valdesi ecc (il che non faceva nient'altro che confermare in diritto il fatto stabilito da almeno due secoli) mentre il toscano sostituirebbe il latino nelle provincie piemontesi ad est.

  7. #7
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    ovviamente, da Valdostano dissento dalle opinioni espresse dai vari interventi in questo thread.
    Vedo un atteggiamento retrogrado nel valutare oggettivamente la cosa, in quanto:

    a) il francese è stato SEMPRE la lingua ufficiale del territorio valdostano, confinante con la Francia e la Svizzera, oltre che lingua dei colti fino all'avvento dell'inglese ovvero XX secolo e non prima. I piu grandi filosofi si son espressi in francese se ricordate, come tutte le upper classes d'europa lo usavano come lingua della comunicazione per antonomasia.
    Gli atti pubblici, potete verificarlo al B.R.E.L., son sempre stati redatti in francese e DAL fascismo solo in italiano, quando il DUCE tradusse nomi di Paesi e cognomi dal francese in Italiano.
    b) il franco provenzale, ovvero patois, è un fenomeno spontaneo ed è assolutamente dovuto il suo rispetto, analogamente come rispettiamo e apprezziamo il piemontese, il napoletano ed il calabrese, altrettanto di nostra difficile comprensione come per voi il patois. NON é vero che un misero 20% lo parla: ad eccezione della città di Aosta, il patois è la realtà quotidiana...
    c) il francese è per noi mezzo di comunicazione e fratellanza con le altre minoranze residenti nella zona anticamente denominata savoia e oggi divisa in cantoni, alta savoia, valle d'aosta etc. ANCORA OGGI, oggi piu che mai a fronte della globalizzazione.
    D) l'accanimento di alcuni italiani nei confronti dell'autonomia valdostana mi fa RIDERE:

    anziché invidiare biecamente l'autonomia di un territorio DIVERSO quanto povero di risorse, la cui abolizione porterebbe solo ad un neo abbandono delle campagne a favore delle città (torino? genova? ginevra? -) e ad una cancellazione delle nostre radici e della nostra identità a favore della tanto criticata globalizzazione ed omologazione dell'umanità.

    i nove decimi del riparto fiscale valdostano ritornano direttamente all'amministrazione regionale, la quale si prodiga in mille modi pur di sostenere i residenti (non siamo a Montecarlo, volete vivere in vda? basta prendere casa là e richiedere la residenza per ottenere i tanto criticati vantaggi millantati).

    siamo centomila ed abbiamo 1 ospedale, ma che funziona, le strade sono asfaltate ( VS salerno reggio calabria) , abbiamo deliberato la costruzione di 2 termovalorizzatori (VS napoli), abbiamo l'acqua potabile a tutte le ore (VS sicilia).

    guardo il TG nazionale e ci son solo tanti italiani che lamentano "lo schtato ci deve aiutàààààà"...ecco se il risultato dell'omologazione a nazione collettiva è questo, DIO mi scampi dal subire un trattamento analogo. e se qualcuno volesse obiettare che è opera Cavouriana in ottica di critica distruttiva, prego il lettore di comprendere che il ripetersi degli errori è diabolico ed evidentemente l'invidia, tipica del collettivismo di sinistra che permea tutta la società italiana, rende cieco l'intelletto ed il raziocinio che invece di logicamente concludere un sano spirito di emulazione di un sistema che FUNZIONA vuole invece preferire la riduzione dei valdostani da eroici cittadini adeguatamente tutelati in altri poveracci costretti a subire il potere centrale (roma 650 km e 150 anni VS una storia millenaria comprovata da un perfettamente conservato patrimonio artistico e culturale molto più antico dei resti romani che potete solo immaginare visitando ROMA e invece OSSERVARE, perfettamente rispettati e conservati, passeggiando per AOSTA).

    L'unico trait d'union della regione valle d'aosta con l'Italia sono gli stessi SAVOIA che avete cacciato, motivo per cui, durante la Costituente, chiedete a Scalfaro o ad Andreotti che c'erano già, le ragioni per cui si è deciso di concedere, saggiamente , come saggia è tutta la costituzione italiana, basata sullo statuto albertino (Savoia) l'autonomia ad un popolo (!!!) che ha avuto anche momenti di TOTALE autonomia ed autogestione.

    VI auguro di comprendere che dovete NON desiderare l'annullamento dell'autonomia valdostana ma aspirare ad altrettanto caparbio risultato ottenuto con il sacrificio di mille anni e non 60 repubblichini o 150 di unità d'Italia: prima liberate il sud dalle sue tragedie umane e poi ripensate a noi montanari che tentiamo solo di resistere in un territorio poco felice, ma che è e sarà per sempre la nostra casa, tra le nostre pietre e le nostre terrazze cosi eroicamente costruite e che POI abbiamo arato e coltivato.

    Chiudo il cerchio e concludo: il bilinguismo è solo la facciata dell'autonomia, che sia un vezzo o una realtà, non è problema Vostro in quanto ce lo studiamo parificandolo all'italiano ovvero i nostri studenti stanno più tempo a scuola per impararne la grammatica. Che lo si parli bene o male non mi sembra determinante: Parigi stessa è piena di sgrammaticati, spesso nemmeno caucasici che lo parlano.

    Nessun politico nazionale ha mai messo in dubbio l'effettiva opportunità di abrogare lo statuto valdostano in quanto è solo un mulino a vento: pensate ai problemi dell'Italia, forse come direbbero i nostri semplici anziani "negli occhi guarda la tua trave anzichè la mia pagliuzza"

 

 

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