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  1. #11
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    Predefinito Riferimento: In quelle tenebre: 1978-2005

    GIOVANNI PAOLO II COME PAOLO VI "PROCLAMA" DELLE DONNE "DOTTORI DELLA CHIESA"

    ERA IL 19 0TT0BRE 1997

    Giovanni Paolo II ha “proclamato” Santa Teresa di Lisieux, “dottore della Chiesa”, e questo nel centenario della morte della grande Santa. Non vogliamo qui discutere se la dottrina spirituale di S. Teresa del Bambin Gesù può essere para-gonata a quella di un San Tommaso o di un San Bonaventura: lo stesso Giovanni Paolo II non nasconde che S. Teresa non ebbe un corpus dottrinale completo e sistematico. Il problema è un altro: può una donna, sia pure una grande Santa, essere nominata “dottore della Chiesa”? Pare che qualcuno avesse proposto a Pio XI, che considerava Teresa di Lisieux la più grande santa dei nostri tempi, di attribuire all’umile carmelitana il titolo di “dottore della Chiesa”. Il Papa avrebbe rifiutato la proposta rispondendo: obviat sexus, una donna non può essere “dottore” della Chiesa. Questa dottrina fu appannaggio pacifico della Chiesa fino al Vaticano II: nessuna donna, pur eminente in santità e sapienza, fu inclusa tra i Padri della Chiesa o tra i Dottori della medesima. Il primo a infrangere questa regola fu Paolo VI, il quale "proclamò" “dottore della Chiesa” prima Santa Teresa d’Avila (il 27 settembre 1970) e poi Santa Caterina da Siena (il 4 ottobre successivo). A dire il vero, Paolo VI non evitò la difficoltà: “Santa Teresa d’Avila - dichiarò il 27 settembre 1970 - è la prima donna alla quale la Chiesa conferisce il titolo di dottore. E allora non si può non pensare a quel severo avvertimento di san Paolo: Le donne tacciano nelle assemblee (1 Cor 14, 34), il che
    significa, ancor oggi, che la donna non è destinata ad avere nella Chiesa delle funzioni gerarchiche di magistero e di ministero. Questo precetto apostolico è stato forse violato oggi? Possiamo rispondere chiaramente: no. In realtà, non si tratta di un titolo che comporta funzioni gerarchiche di magistero e di ministero” (cf Documentation Catho-lique, anno 1970, col. 908, che traduce in francese da L’Osservatore Romano del 28-29 settembre 1970). Paolo VI pose il problema. Lo risolse correttamente? Vediamo innanzitutto l’insegnamento della Sacra Scrittura. San Paolo insegna: Le donne nelle assemblee tacciano (1 Cor 14, 34) e Alla donna non permetto di insegnare (1 Tim 2, 12). Come ha interpretato, la Chiesa, questi passaggi del Nuovo Testamento? San Tommaso, il dottore comune, riassume così la dottrina cattolica: “Della parola uno se ne può servire in due maniere. Primo, privatamente, per parlare
    familiarmente con uno o con pochi. E in tal senso il carisma della parola può essere accordato anche alle donne. Secondo, per parlare in pubblico a tutta la Chiesa. E questo alla donna non è concesso. Primadi tutto e principalmente, per la condizione del sesso femminile, che deve essere sottoposto all’uomo, come dice la Scrittura (Gen 3, 16). Ora, esortare e insegnare pubblicamente in Chiesa non appartiene ai sudditi, ma ai prelati. E gli uomini, anche se sudditi, possono meglio eseguire per delega questo incarico, perché non hanno questa dipendenza come un’imposizione naturale del sesso, ma per altri motivi accidentali...” (II-II, q. 177, a. 2). Nello stesso luogo, San Tommaso aggiunge: “le donne che abbiano ricevuto i carismi della sapienza o della scienza possono metterli a servizio degli altri nell’insegnamento privato, non già in quello pubblico” (ad 3). Paolo VI, come abbiamo visto, cerca di eludere la difficoltà spiegando i testi scritturali in un senso restrittivo: San Paolo vieterebbe alle donne solo l’insegnamento gerarchico. Ora, è ben vero che i passaggi succitati di san Paolo precludono alle donne ogni potere gerarchico (di giurisdizione come di ordine); ma tale preclusione non si limita a questo campo! Ciò appare con evidenza dal contesto. Nell’epistola a Timoteo: “la donna impari silenziosa e in tutta soggezione; di far da maestra, alla donna non lo permetto, né di dominar sull’uomo, ma se ne stia zitta”. San Paolo fa una affermazione generale: la donna è subordinata all’uomo, in particolare nell’insegnamento, e non solo alla gerarchia. Così pure nell’epistola ai Corinti: “le donne nelle assemblee tacciano”. E perché? “Poiché non è loro permesso di parlare; ma stiano sottoposte, come anche dice la legge”. Sottoposte a chi? Forse solo alla Chiesa gerarchica, alla Chiesa docente? No: “se vogliono imparar qualche cosa - prosegue San Paolo - in casa interroghino i proprii mariti; è cosa indecorosa per una donna parlare in una assemblea”. La donna, quindi, non può insegnare non solo “con funzione gerarchica di magistero e di ministero”, come pretende Paolo VI, ma in ogni modo pubblico, giacché deve sottostare in ciò (e “in tutto”: cf Efesini, 5, 23) al marito, che invece non ha il divieto di parlare nelle assemblee, pur non essendo Vescovo o sacerdote! San Tommaso, nel passo citato, afferma che l’uomo, anche se suddito e non prelato, può, in un certo senso, insegnare: non così la donna. E difatti, dei 29 dottori proclamati dalla Chiesa fino a Pio XII, alcuni non erano Vescovi (cioè prelati, membri della Chiesa docente) ma solo sacerdoti e uno, addirittura, solo diacono. Il titolo di “dottore della chiesa”, quindi, non è riservato, è vero, a quanti hanno avuto un potere gerarchico di insegnamento autentico; ma include però, per sua natura, l’aver svolto un ruolo di insegnamento a tutta la Chiesa: un insegnamento pubblico pertanto, e non solo privato. Vorremmo avere la santità e la sapienza infusa di Caterina e delle due Terese! Tuttavia, questi doni eccelsi che esse hanno ricevuto dal Signore non le abilita al ruolo di “dottore” della Chiesa, ufficialmente riconosciuto dalla medesima, ruolo che, come il sacerdozio, è precluso alle donne per volontà di Dio. Questo non toglie che molte donne siano più grandi, davanti a Dio, di tanti uomini: basti pensare alla dignità unica della Madre di Dio; sola-mente, esse non hanno, nella Chiesa e nella società, lo stesso ruolo dell’uomo. A nostro parere, un vero successore di Pietro non può dichiarare una donna, per quanto santa, “dottore della Chiesa”.

  2. #12
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    Predefinito Riferimento: In quelle tenebre: 1978-2005

    CARI AMICI,

    VI SEGNALO UN LIBRO MOLTO INTERESSANTE "LA LIBERTà RELIGIOSA NEGLI INSEGNAMENTI DI GIOVANNI PAOLO II (1978-1998)" PUBBLICATO DAL "CENTRO DI RICERCHE PER LO STUDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA" DELL'UNIVERSITà CATTOLICA DEL SACRO CUORE DI MILANO NEL 2002.
    RACCOGLIE BEN 409 INTERVENTI DI GIOVANNI PAOLO II A FAVORE DELLA COSIDDETTA LIBERTà RELIGIOSA DI TUTTI I CULTI (L'ERESIA CONTENUTA IN "DIGNITATIS HUMANAE").
    NON SI POTEVA DESIDERARE DI MEGLIO: UNO STRUMENTO IMPORTANTE PER MONITORARE VENT'ANNI DI ERESIE, DUBBIEZZE, ERRORI, AMBIGUITà, COMPLICITà.
    LA LETTURA è OGGETTIVAMENTE IMPRESSIONANTE.

    DISCORSO DEL 22 OTTOBRE 1986 DOPO IL PRIMO VERGOGNOSO INCONTRO DI ASSISI:

    "LE RELIGIONI DEL MONDO, NONOSTANTE LE DIVERGENZE FONDAMENTALI CHE LE SEPARANO, SONO TUTTE CHIAMATE A DARE IL LORO CONTRIBUTO ALLA NASCITA DI UN MONDO PIù UMANO, PIù GIUSTO, PIù FRATERNO.
    DOPO ESSERE STATE SPESSO CAUSA DI DIVISIONI, TUTTE VORREBBERO ADESSO ADEMPIERE UN RUOLO DECISIVO NELLA COSTRUZIONE DELLA PACE MONDIALE.
    E QUESTO VOGLIAMO FARE INSIEME. COME DICEVA GIà IL MIO PREDECESSORE PAOLO VI NELLA SUA ENCICLICA "ECCLESIAM SUAM": "...VOGLIAMO CON ESSE PROMUOVERE E DIFENDERE GLI IDEALI CHE POSSONO ESSERE COMUNI NEL CAMPO DELLA LIBERTà RELIGIOSA, DELLA FRATELLANZA UMANA, DELLA BUONA CULTURA, DELLA BENEFICENZA SOCIALE E DELL'ORDINE CIVILE".

    ECCO IL CATTOLICESIMO TRASFORMATO IN UN'AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE.

    UN SALUTO

    GUELFO NERO

  3. #13
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    Predefinito Riferimento: In quelle tenebre: 1978-2005

    A SACRILEGA VIA CRUCIS AL COLOSSEO DEL 13 APRILE 1995

    A proposito di scandali: la Via Crucis presieduta, ogni Venerdì Santo, da Giovanni Paolo II, è divenuta fonte di scandalo e non, come dovrebbe, di edificazione. Ad esempio, “le 14 stazioni della Via Crucis 1995 seguono lo schema maggiormente rispondente alla narrazione evangelica della Passione, già usato nella Via Crucis al Colosseo negli anni 1991, 1992 e 1994” (O.R., 10-11 aprile 1995, pag. 6), creando confusione nei fedeli e dimostrando una sospetta simpatia per la sensibilità luterana che esclude tutto ciò che non è scritturale. Di poi, per la prima volta, tre donne, tra le quali la luterana “suor” Maatj, hanno portato la Croce (quando Gesù è, invece, un Uomo). Ma, fin qui, non varrebbe la pena di soffermarsi. Il fatto è che, dall’anno scorso, la Via Crucis è divenuta, anch’essa, “un evento ecumenico”, come sostiene Pietro Marini, “Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie” (ibidem). Infatti, ci dice il Marini, le meditazioni nel 1994 “furono dettate da S.S. Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca Ecumenico (...). In quel Venerdì Santo, nelle antiche vie di Roma, Giovanni Paolo II e Bartolomeo I, la Chiesa di Pietro e la Chiesa di Andrea, si trovarono unite nella meditazione della Passione del loro unico Signore e Redentore” (in realtà, Bartolomeo I usurpa la sede di Costantinopoli, e non è il successore di S. Andrea, ma degli sci smatici Fozio e Cerulario). “Nel 1995 - prosegue Marini - le meditazioni della Via Crucis sono state affidate a una donna, sorella Minke de Vries, monaca della comunità protestante di Grandchamp, nella Svizzera francese. (...) ...l’invito a lei rivolto costituisce, come nel caso dell’invito a Bartolomeo I, un gesto di grande significato ecumenico: la comunità ecclesiale di Roma, presieduta dal suo Vescovo Giovanni Paolo II, medita la Passione del Signore con testi sgorgati dal cuore di una figlia della Riforma”. Siccome la sventurata è luterana, non stupiamoci se “dal suo cuore” non sgorgano sentimenti cattolici. L’Osservatore Romano ne pubblica il testo alle pagg. 6-7 del 16 aprile 1995; ad un lettore attento non sfugge l’eco luterano di frasi come qualla della prima neo-stazione (“dopo... aver inaugurato la Santa Cena”) o della undicesima (“oggi accogli nel tuo Regno, solo per tua grazia e per sempre, il buon ladrone, l’omicida che si apre alla fede”). “Suor” Minke interpreta alla maniera calvini-sta (come Ratzinger e Giovanni Paolo II) il dogma della “discesa agli inferi” (cf. nona stazione), semplice discesa nella tomba, nella morte o nel peccato degli uomini. Ma, soprattutto nella terza neo-stazione (“Gesù è con-dannato dal Sinedrio) l’eresia tocca il sommo. Declama “suor” Minke, mentre Giovanni Paolo II annuisce e medita: “... tu non hai mai rinnegato il tuo popolo: ‘Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno’. E ciò che essi hanno fatto, noi, la tua Chiesa, lo facciamo da quasi duemila anni... Padre, perdonaci: tante volte facciamo della fede una nostra proprietà, un privilegio che ci appartiene. Ma solo per tua grazia possiamo riconoscere Gesù come il Cristo, tuo figlio, nostro Signore. Perdonaci anche di aver rifiutato il tuo popolo, di averlo schernito, persino nelle nostre liturgie”. (!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)
    Secondo la luterana (e Giovanni Paolo II):

    1) Gesù non ha mai rinnegato il popolo di Israele, che resta quindi il popolo “prediletto dal Padre”;

    2) “Ciò che essi hanno fatto” (non riconoscere Gesù come Messia e come Dio, dichiararlo reo di bestemmia e degno di morte, chiederne le crocifissione a Pilato...) la Chiesa lo fà da quasi duemila anni;

    3) Tutti quelli che hanno celebrato la liturgia cristiana hanno
    commesso un peccato, del quale devono chiedere perdono, per aver rifiutato e schernito il popolo d’Israele. Naturalmente, la principale responsabile di questo peccato è la Chiesa, ovvero i Papi che ordinavano questi “scherni” liturgici (fino a Pio XII incluso). D’altra parte, per “suor” Minke (e Giovanni Paolo II), la Chiesa si distingue per “le sue infedeltà e i suoi tradimenti” (Quarta neo-stazione: Gesù è rinnegato da Pietro). Di fronte a queste empie e sacrileghe bestemmie, pronunciate proprio a Roma, ed il Venerdì Santo, prendiamo le difese di nostra Madre, offesa, calunniata e vilipesa, la Santa Chiesa cattolica, e le difese del Nostro Signore Gesù Cristo, tradito, rinnegato e crocifisso, il quale ha detto (e nessuno può vietare per legge il Vangelo, speriamo!):
    “Perciò io vi dico che il Regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare” (Mt 21, 43).
    (P.S.: Naturalmente, “suor” Minke spezza una lancia in favore del dannato Giuda Iscariota: “Chi può escludere - dice - che anche di lui Dio abbia avuto misericordia?”. cf. Avve-nire, 14 aprile 1995, pag. 17).
    Mentre una pseudo-suora berciava al Colosseo contro la fede cattolica, Giovanni Paolo II seguiva devotamente: era il 13 aprile 1995.

  4. #14
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    Predefinito Riferimento: In quelle tenebre: 1978-2005


  5. #15
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    Predefinito Le 101 eresie di Wojtyla

    Ho pensato d'inserire le famose centouno eresie di Karol Wojtyla,raccolte,se non sbaglio,da don Luigi Villa,che dimostrano come egli non potesse esser definito Papa a tutti gli effetti,anzi.Ora,veniamo al sodo,raccolto dal sito "Holywar.org":troverete l'eresia del polacco,confrontata poi con la Verità della Chiesa.

    1. La Chiesa cattolica manca di unità.
    UUS:7-10 L'unità cristiana è la Chiesa cattolica.
    Pius XI, MA,15.
    2. I bambini possono essere salvati senza battesimo.
    EV:99, 3/25/1995 I bambini hanno bisogno di Battesimo per salvarsi.
    St. Zosimus I, D.102.
    3. I musulmani adorano un vero Dio.
    CH:141, 1994 Solo i cattolici possono adorare Dio.
    Gregorio XVI, SJS
    4. Le sette Eretiche hanno una missione apostolica.
    LOR, 06/10/1980 La Chiesa cattolica è la sola missione apostolica.
    Leo XIII, SCG5
    5. Lo Spirito Santo usa le sette come mezzi di salvezza.
    CT2, 10/16/1979 Lo Spirito Santo non dà la vita eterna agli eretici.
    Leo XIII, SCG:18
    6. Dobbiamo pregare con gli eretici per ottenere l'unità.
    UUS:21, 05/25/1995 Se qualcuno prega con gli eretici, è un eretico.
    St. Agatho I, SCN:XXI:635
    7. La libertà di coscienza è un diritto dell'uomo.
    LOR, 09/01/1980 La libertà di coscienza è l'alienazione mentale.
    Gregorio XVI, D. 1613
    8. I protestanti sono Cristiani.
    LOR, 12/23/1982 OnlySolo i cattolici possono essere Cristiani.
    Pius VI, D. 1500
    9. Ciascun'uomo è unito con Cristo.
    RH:13.3, 1979 Cristo non è in tutti uomini.
    St. Pius X, D.2103
    10. I protestanti hanno la fede Apostolica.
    US:62, 05/25/1995 La vera Fede non può essere fondata fuori dalla Chiesa.
    Pius IX, Sqi
    11. Il Nuovo Ordine del Mondo è unità santa.
    PA9, 1987 Il Nuovo Ordine del Mondo è cattivo.
    Pius XI, MA:1-2
    12. Dio ama eretici, pagani, [etc].
    PA:48, 1978 Senza la fede cattolica, è impossibile piacere a Dio.
    Paolo III, D.787
    13. Gli ebrei sono i nostri fratelli maggiori nella fede.
    CH:99, 1994 Gli ebrei rigettano la Fede di Gesù Cristo.
    Gregorio I, ETC
    14. Anche i massoni sono figli di Dio Padre.
    LOR, 05/22/1984 I massoni sono figli del Diavolo.
    Pius IX, Sqa
    15. Gli eretici sono i nostri fratelli in Cristo.
    LOR, 09/16/1980 Gli eretici sono figli del Diavolo.
    Clemente I, EIC:42,46
    16. Il Consiglio Ecumenico non ha bisogno di difendere la verità.
    CH:162, 1994 Il Consiglio Ecumenico deve difendere la verità.
    Pius II, D.717
    17. I Dogmi e le dottrine crescono e si evolvono.
    EDA, 1987 L' evoluzione dei dogma e delle dottrine sono condannati.
    St. Pius X, P:12-27
    18. Tutti i matrimoni interreligiosi sono buoni.
    FC, 11/22/1981 Tutti i matrimoni interreligiosi sono da scoraggiare ed evitare.
    Gregorio XVI, SJS:1-9
    19. Il Buddismo è una grande religione.
    PM:147, 06/17/1984 Il Buddismo è una religione falsa e pagana.
    St. Pius X, P:14
    20. Tutti gli uomini hanno uguali diritti e identica dignità umana.
    PP:478, 09/01/1980 Uguali diritti per tutti gli uomini sono impossibili.
    Pius VI, QA
    21. Il Nuovo Ordine Mondiale è un bisogno per il mondo.
    PP:809, 09/02/1981 Il Nuovo Ordine Mondiale è un regno di terrore.
    Benedict XV, TBR5
    22. Lutero aveva un profondo spirito religioso.
    PM:105 Se qualcuno non condanna gli eretici, sia anatema per lui.
    Vigilius, D.223
    23. Giovanni Paolo II ha pregato con ebrei: "i nostri fratelli più prediletti."
    LOR, 04/13/1986 Gli ebrei non sono affatto "i nostri fratelli più prediletti." Essi sono deicidi.
    Innocent III, ETN
    24. Il Corpo di Cristo non è solo la Chiesa cattolica.
    LOR, 07/08/1980 Il Corpo Mistico di Cristo è solamente la Chiesa cattolica.
    Pius XII, MC:17-18
    25. Tutti gli uomini si salvano.
    LOR, 05/06/1980 Tutto ciò che è al di fuori della Chiesa cattolica non può essere salvato.
    Eugene IV, D:714
    26. I miracoli di Cristo non provano la Sua dignità messianica.
    LOR, 11/11/1983 I miracoli di Cristo hanno provato la Sua dignità messianica.
    St. Pius X, D.2028
    27. Tutti uomini hanno il diritto di libertà religiosa.
    CCC:2106, 10/11/1992 Affermare che tutti hanno il diritto di libertà religiosa è eresia.
    Pius IX, D.1690,99
    28. Atei possono essere salvati, per esempio Ghandi vive per sempre!"
    SME:9 Tutti gli atei sono dannati!
    St. Pius X, GOH:13
    29. La Chiesa cattolica è lieta quando gli eretici predicano.
    CH:141, 1994 La Chiesa cattolica condanna tutti i discorsi di un eretico.
    Paolo IV, ACA
    30. Eretici possono essere martiri cristiani anche fuori dalla Chiesa.
    UUS:84, 05/25/1995 Fuori dalla Chiesa non v'è nessun martire cristiano.
    Pelagius II, D.247
    31. I protestanti possono giuridicamente ricevere i sacramenti da noi.
    UUS:46, 05/25/1995 Nessun protestante può ricevere i sacramenti.
    Leo XIII, ENL
    32. I protestanti non sono i nostri nemici, ma i nostri fratelli.
    UUS:42, 05/25/1995 I protestanti sono nemici nostri e della Chiesa.
    St. Clemente I, EIC:42,46
    33. La Chiesa cattolica ha errato contro l'unità dei cristiani.
    UUS4, 05/25/1995 I Modernisti dicono: la Chiesa ha errato.
    Pius XI, MA:8
    34. Amore è quando ci congiungiamo in preghiera con i protestanti.
    UUS:21, 05/25/1995 L'Eresia: è quando ci congiungiamo in preghiera con i protestanti.
    Piux XI, D.2199
    35. I non cristiani hanno il diritto umano della libertà religiosa.
    FCR:2, 09/01/1980 Solo i cattolici hanno il diritto della libertà religiosa.
    Pius IX, D.1690, 1699
    36. Lo Stato non può impedire le religioni non cattoliche.
    FCR:2-4, 09/01/1980 Lo Stato deve impedire le religioni non cattoliche.
    Pius IX, D.1777, 1778
    37. Tutte le religioni possono avere la vita della Chiesa.
    CT2, 10/16/1979 Le religioni non cattoliche non possono avere la vita della Chiesa.
    St. Gregorio I, EP5
    38. Unità cristiana si sostiene anche con la Chiesa cattolica.
    CCC:820, 10/11/1992 L'unità cristiana è la Chiesa cattolica.
    Pius XI, MA:7
    39. Il "Dialogo" è necessario per portare unità nella Chiesa.
    CCC:821, 10/11/1992 La Chiesa cattolica deve impedire riunioni per L'"unità."
    Pius XI, MA:15
    40. Santificazione e verità possono avere fondamento anche in altre religioni.
    CCC:819, 10/11/1992 E' eresia dire: tutte le religioni sono vere.
    St. Pius X, P:14
    41. Oggi gli eretici non possono essere biasimati per la loro eresia.
    CCC:817, 10/11/1992 Oggi gli eretici disprezzano la Vera Fede.
    Pius XI, MA:16
    42. La Chiesa di Cristo si sostiene nella Chiesa cattolica.
    CCC:816, 10/11/1992 La Chiesa di Cristo è la Chiesa cattolica.
    Pius XII, MC:17-18
    43. C'è speranza per un bambino che muore senza battesimo.
    CCC:1261, 10/11/1992 Fuori dalla Chiesa nessuno può sperare nella salvezza eterna.
    Pius IX, D.1717
    44. La comprensione dei dogmi cresce dall'esperienza dell'uomo.
    CCC:94, 10/11/1992 L'evoluzione dei dogmi è un errore dei Modernisti.
    St. Pius X, P:12-13,25-27
    45. Tutti uomini appartengono alla Chiesa cattolica.
    CCC:836, 10/11/1992 Solo i cattolici sono membri della Chiesa.
    Pius XII, D.2286
    46. La Chiesa cattolica è congiunta ai protestanti.
    CCC:838, 10/11/1992 I protestanti sono separati dalla Chiesa cattolica.
    Pius XII, D.2286
    47. La Vecchia Legge è viva e lavora alla chiamata di Dio.
    CCC:839, 10/11/1992 Legge Vecchia ha cessato di vivere, e si è adempiuta nella Legge Nuova.
    Eugenio IV, D.712
    48. Il piano di salvezza include anche i musulmani.
    CCC:841, 10/11/1992 E' pura eresia dire: la salvezza è per i musulmani.
    Gregorio XVI, VM:13
    49. La Chiesa cattolica ha un'obbligo nei confronti delle altre religioni.
    CCC:842, 10/11/1992 Le false religioni sono separate dalla Chiesa.
    Eugenio IV, D.705
    50. Anche le altre religioni cercano Un Vero Dio Che salva.
    CCC:843, 10/11/1992 Le false religioni adorano il Diavolo.
    Gregorio XVI, SJS
    51. Ad Assisi 150 religioni false "hanno pregato con una sola voce Dio."
    US:76, 05/25/1995 Le false religioni adorano il Diavolo.
    Gregorio XVI, SJS
    52. Giovanni Paolo II ha pregato con anglicani eretici nel 1982.
    UUS:24, 05/25/1995 Se qualcuno prega con gli eretici: è un eretico.
    Benedict XV, C.2338.2
    53. Un uomo può essere salvato anche fuori dalla Chiesa da una vita morale.
    VS, 08/06/1993 La vera moralità e la salvezza sono solo nella Chiesa.
    Gregorio XVI, D.1613
    54. La salvezza non è solo per quelli che sono esplicitamente nella Chiesa.
    Rmi:10, 12/07/1990 La salvezza è fondata solo nella Chiesa cattolica.
    Bonifacio VIII, D.468-469
    55. Ebrei e Cristiani hanno "un'eredità comune."
    PM:135, 04/13/1986 Gli ebrei non hanno la Fede di salvezza.
    St. Gregorio I, ETC
    56. Nel 1991, Giovanni Paolo II ha "pregato" con luterani per l'"unità."
    UUS:25 05/25/1995 Chi prega con gli eretici per l'"unità" è eretico.
    Pius IX, D.1685-1687
    57. Le riunioni del dialogo possono portare unità cristiana.
    UUS1,32, 05/25/1995 Chi promuove "riunioni" per l'"unità" è condannato.
    Pius XI, MA:15
    58. L'unità cristiana è possibile se diciamo la Chiesa cattolica in passato ha sbagliato.
    UUS4, 05/25/1995 I modernisti ritengono che la Chiesa abbia errato.
    Pius XI, MA:13
    59. I Cattolici possono ricevere giuridicamente i Sacramenti da eretici.
    UUS:46, 05/25/1995 Nessuno cattolico può pregare con gli eretici.
    St. Agatho, SCN:XI:635
    60. I Cattolici devono inchinarsi quando i protestanti versano il loro sangue.
    UUS:47, 05/25/1995 I cattolici devono anatemizzare tutti gli eretici.
    St. Martin I, D.271-272
    61. Giovanni Paolo II ha impartito una benedizione ai luterani nel 1991.
    UUS:73, 05/25/1995 Se qualcuno patrocina gli eretici: è un eretico egli stesso.
    Innocent III, RCH:I:441
    62. La "fede" dei protestanti loda e ringrazia Dio.
    UUS:74, 05/25/1995 E' eresia dire: gli eretici possono lodare Dio.
    Pius IX, D.1718
    63. Una comunione di fede esiste tra protestanti e cattolici.
    UUS:75, 05/25/1995 I cattolici e i protestanti no condividono nessuna unità di fede.
    Leo XIII, SCG:18,27-18
    64. I protestanti onorano le sacre scritture con un vero zelo religioso.
    UUS:12, 05/25/1995 I protestanti disonorano le sacre scritture.
    Pius IX, D.1788
    65. Lo Spirito Santo dà "potere di santificazione" anche ai protestanti.
    UUS:12, 05/25/1995 I protestanti non possono vivere nella vita dello Spirito Santo.
    Pius XII, D.2286
    66. Dio ispira i protestanti a versare il loro sangue per Lui.
    UUS:12, 05/25/1995 Tutti gli eretici che versano il loro sangue vanno all'Inferno!
    Eugenio IV, D.714
    67. La Chiesa di Dio si costruisce quando i protestanti ricevono l'Eucaristia.
    UUS:12, 05/25/1995 Gli eretici peccano quando ricevono l'Eucaristia.
    Leo XIII, ENL
    68. Chiesa cattolica e Chiesa Orientale Scismatica sono una nella fede.
    UUS9,62 Gli scismatici non sono membri della Chiesa cattolica.
    St. Pius V, CCT:101
    69. Gli ebrei adorano Un Vero Dio.
    PM:135, 04/13/1986 Gli ebrei non adorano il Vero Dio.
    Gregorio XVI, SJS
    70. Ogni essere umano è la via della Chiesa.
    DM, 11/13/1993 E' eresia affermare: la Chiesa è una coscienza collettiva.
    St. Pius X, P:23
    71. Tutte le nazioni formano una comunità.
    CCC:842, 10/11/1992 E' eresia affermare: tutte le nazioni formano una comunità.
    Pius XII, MC:18
    72. L'ONU è il foro supremo di pace e giustizia.
    PP:112, 10/02/1979 La Chiesa è il foro supremo di pace.
    Pius XI, MA:1-17
    73. La Chiesa cattolica rispetta la tradizione della spiritualità islamica.
    PP:2443, 08/19/1985 E' eresia dire: tutte le religioni sono vere.
    St. Pius X, P:14
    74. Tutti gli uomini sono fratelli con una dignità umana.
    PP:826, 09/05/1983 Solo i cattolici hanno una dignità umana in Cristo.
    St. Pius X, LFH
    75. Bontà e verità sono fondate anche in altre religioni.
    CCC:842, 10/11/1992 E' eresia dire: tutte le religioni sono buone.
    Pius XI, MA:2
    76. L'esperienza religiosa dell'Islam merita rispetto.
    CH:93, 1994 E' eresia dire: i musulmani possono sperimentare Dio.
    St. Pius X, P:14
    77. Il Modernismo rinnova ed unisce la Chiesa di Cristo.
    CH:76, 1994 Il modernismo tenta di distruggere la Chiesa.
    St. Pius X, P:23
    78. Gli uomini dell'Induismo prendono rifugio in Dio con amore e fiducia.
    CH:80, 1994 E' eresia dire: gli Indù possono sperimentare Dio.
    St. Pius X, P:14
    79. I Buddisti danno un alto aiuto alla libertà della illuminazione suprema.
    CH:80, 1994 E' eresia dire: i Buddisti possono sperimentare Dio.
    St. Pius X, P:14
    80. La Chiesa non rigetta nulla di santo e vero nelle altre religioni.
    CH:80, 1994 Fuori dalla Chiesa la Verità non può essere fondata.
    Gregorio XVI, D.1617
    81. Il Spirito Santo lavora efficacemente una radice comune in tutte religioni.
    CH:81, 1994 E' eresia dire: tutte religioni sono vere.
    St. Pius X, P:14
    82. Pregare con le altre religioni può portare pace.
    CH:81, 1994 Pregare con religioni false per ottenere la pace è eresia!
    Pius XI, MA:1-17
    83. Le religioni animistiche preparano molti ad essere Cristiani.
    CH:82, 1994 E' eresia dire: gli animisti possono sperimentare Dio.
    St. Pius X, P:14
    84. Giovanni Paolo II ha pregato con gli animisti ed è rimasto benevolmente stupito.
    LC, 08/23/1985 E' eresia pensare: tutte le religioni sono buone.
    Pius XI, MA:2
    85. La sfera di salvezza include anche coloro non nella Chiesa.
    CH:140, 1994 Nessuno può essere salvato se non è nella Chiesa.
    Pius IX, D.1716
    86. Con Dio l'uomo crea la sua salvezza personale.
    CH:195, 1994 Nessuno può essere salvato fuori dalla vera fede.
    Pius IV, D.1000
    87. La fede implicita è la necessità essenziale di salvezza.
    CH:193, 1994 La fede esplicita è una necessità essenziale di salvezza.
    Clement XI, D.1349
    88. La Chiesa cattolica è presente in tutti suoi elementi anche nelle chiese separate.
    CN, 05/28/1992 Fuori dalla Chiesa cattolica non c'è nessuna unità santa.
    St. Leo IO, DJP:129,II
    89. Le lingue volgari dovrebbero essere usate per la Messa.
    SC6, 12/04/1963 Le lingue volgari non dovrebbero essere usate per la Messa.
    Pius VI, D.1566
    90. Anche i non battezzati sono membri della Chiesa.
    LG:14, 11/21/1964 I non battezzati non possono essere membri della Chiesa.
    Paul III, D.895
    91. Fuori della Chiesa c'è remissione di peccati.
    LOR, 11/20/1989 Fuori della Chiesa non c'è nessuna remissione di peccati.
    Boniface VIII, D.468
    92. La dignità dell'uomo è: Libertà, Uguaglianza, e Fraternità.
    ALL, 04/1980 La Framassoneria è: Libertà, Uguaglianza, e Fraternità.
    St. Pius X, LFH
    93. L'evoluzionismo è più che un'ipotesi.
    LOR, 10/23/1996 L'evoluzionismo è la dottrina dei Modernisti.
    St. Pius X, P:26
    94. L'adorazione in comune con i fratelli separati è buona.
    UR:8, 1965 L'adorazione in comune con gli eretici è condannata!
    Benedict XV, C.1258
    95. Il rito della Messa dovrebbe essere semplificato.
    SC4,50, 1965 Chi afferma che il rito della Messa dovrebbe essere semplificato: è eretico!
    Pius VI, D.1533
    96. Giovanni Paolo II ha pregato con maghi, che gridavano per far uscire gli "spiriti."
    LOR, 08/11/1985 Non si può adorare il Diavolo.
    Gregory XVI, SJS
    97. Fuori dalla Chiesa non c'è salvezza per i cattolici esclusivamente.
    CH:141, 1994 La Chiesa cattolica è la sola via di salvezza.
    Eugene IV, D.714
    98. Giovanni Paolo II non ha professato il "filioque" con gli scismatici orientali.
    UUS:24, 12/06/1987 Per gli eretici scismatici sia antema.
    Innocent III, RCH:1:441
    99. Tutti uomini morti "stanno in piedi davanti" a Dio che li santifica.
    LOR, 11/01/1993 Nessuno può essere salvato se non è nella Chiesa.
    Pius IX, D.1716
    100. E' contro il Vangelo condannare i fratelli separati.
    UUS:15, 05/25/1995 E' nel Vangelo condannare gli eretici.
    St. Martin I, D.271-272
    101. Anche il Buddismo è una religione di salvezza.
    CH:84-85, 1994 Il Buddismo è una religione di dannazione.
    Eugene IV, D.714
    ERESIE DI GIOVANNI PAOLO II VERITA' DELLA CHIESA CATTOLICA

  6. #16
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    Predefinito Rif: In quelle tenebre: 1978-2005

    Grazie di cuore Giuseppe. Ho unificato il tuo post a questo thread dedicato al "pontificato" wojtyliano.

  7. #17
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    Predefinito Rif: In quelle tenebre: 1978-2005

    Citazione Originariamente Scritto da Guelfo Nero Visualizza Messaggio
    Grazie di cuore Giuseppe. Ho unificato il tuo post a questo thread dedicato al "pontificato" wojtyliano.
    Felicissimo di poter contribuire a questo thread,cui avrei accorpato le eresie,se l'avessi notato prima.
    Purtroppo,Wojtyla è amatissimo:amato soprattutto da Atei e infedeli vari,che non si convertono però certo al Cattolicesimo(quante volte degli atei,o,semplicemente,dei lontani,sono rimasti stupiti quando indicavo in lui un indeguato Papa,e lo proclamavano miglior Papa della storia?Dai loro frutti li riconoscerete,dice il Signore...),ma anche da troppi buoni Cattolici,che non si son accorti del pericolo che le azioni del Polacco hanno portato verso la nostra Chiesa.

  8. #18
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    Predefinito Rif: In quelle tenebre: 1978-2005

    Meminisse juvabit.

  9. #19
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    Predefinito Rif: In quelle tenebre: 1978-2005

    L’ecumenismo è grande, Wojtyla è il suo profeta
    IL CAIRO – Ci sono anche dei musulmani tra coloro che esultano per la prossima beatificazione di Giovanni Paolo II, come è il caso di Ali al-Samman, Presidente del Comitato per il dialogo interreligioso del Consiglio supremo per gli affari islamici egiziano.ì Ali al-Samman, che è anche ra...ppresentante dell’Università di Al-Azhar, la più prestigiosa istituzione accademica dell’islam sunnita, ha svolto un ruolo decisivo nella conclusione della nota convenzione che ha dato vita, nel 1998, al Comitato congiunto che riunisce l’Università di Al-Azhar, con sede al Cairo, e il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.
    D. – Di recente sono stati avviati dei colloqui con i non credenti grazie all’iniziativa del “Cortile dei Gentili”. Lei è un uomo di dialogo. Cosa pensa dell’invito fatto dal Vaticano?
    Ali al-Samman: L’elemento essenziale è quello di impostare un dialogo con le persone a partire dal fatto che sono degli esseri umani e l’essere umano viene prima delle religioni. E il dialogo del Vaticano con i non credenti risale al Concilio ecumenico Vaticano II. Senz’altro accolgo con favore questo tipo di dialogo, a cui ho partecipato ai tempi di Giovanni Paolo II. (…)
    D. – Avendo lei contribuito notevolmente all’organizzazione della visita di Giovanni Paolo II in Egitto, con il quale successivamente si è incontrato diverse volte… Cosa prova in vista della sua prossima beatificazione?
    Ali al-Samman: Come credente, la mia reazione è quella di voler pregare per lui. Secondo me gli viene concesso ciò che gli è dovuto, per il suo lavoro, per il lavoro che ho visto, al quale ho partecipato e di cui sono testimone. Questo mi dimostra quanto lui abbia aperto il suo cuore, la sua mente e le sue braccia al mondo intero. Questo è ciò che io ho sperimentato personalmente ad Assisi, quando sono andato a fare un discorso in nome dell’imam Muhammad Sayyid Tantawy. Senza dubbio, in quel giorno, sarò l’essere più felice del Creato.
    (Agenzia Zenit del 14 aprile 2011)

  10. #20
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    Predefinito Rif: In quelle tenebre: 1978-2005

    Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 39/11 del 28 aprile 2011, San Paolo della Croce

    I mea culpa di Giovanni Paolo II

    Alcune sentinelle del Concilio pubblicano (o pubblicavano? dopo la retromarcia sul risorgimento tutto è possibile…) articoli e libri per difendere la storia Chiesa dalle accuse mosse dagli anticlericali. Tuttavia si guardano bene di smentire uno dei più audaci accusatori della storia del cattolicesimo, Giovanni Paolo II, che coi suoi mea culpa ha portato acqua al mulino delle logge e di tutte le congreghe anticattoliche. In vista della “beatificazione” di G.P.II fortemente voluta da Benedetto XVI, segnaliamo un articolo del vaticanista Luigi Accattoli, che presenta ovviamente in modo positivo il pensiero wojtyliano.

    La “purificazione della memoria” da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI, di Luigi Accattoli (conferenza tenuta il 6.06.2007 al Policlinico Gemelli di Roma)

    Gli atti di “purificazione della memoria” compiuti da Giovanni Paolo II e culminati nella “Giornata del perdono” del 12 marzo 2000 costituiscono l’eredità forse più originale e impegnativa del suo lungo pontificato. (…)
“Confessione delle colpe e richiesta di perdono” era intitolata la speciale liturgia che si celebrò quel giorno. Sette rappresentanti della Curia romana leggevano altrettanti “invitatori”, ai quali rispondeva il Papa con sette “orazioni”, riguardanti i “peccati in generale”, le “colpe nel servizio della verità”, i “peccati che hanno compromesso l’unità del Corpo di Cristo”, le “colpe nei confronti di Israele”, le “colpe commesse con comportamenti contro l’amore, la pace, i diritti dei popoli, il rispetto delle culture e delle religioni”, i “peccati che hanno ferito la dignità della donna e l’unità del genere umano”, i “peccati nel campo dei diritti fondamentali della persona”.
Ecco la seconda confessione di peccato, riguardante “le colpe nel servizio della verità”, che fu letta dal cardinale Ratzinger, prefetto dell’ex Sant’Uffizio (cioè dell’organo della Santa Sede responsabile di quel “servizio”): “Preghiamo perché ciascuno di noi, riconoscendo che anche uomini di Chiesa, in nome della fede e della morale, hanno talora fatto ricorso a metodi non evangelici nel pur doveroso impegno di difesa della verità, sappia imitare il Signore Gesù, mite e umile di cuore”.
Ed ecco la quarta delle sette “confessioni” di peccato, riguardante la persecuzione degli ebrei: “Dio dei nostri padri, tu hai scelto Abramo e la sua discendenza perché il tuo nome fosse portato alle genti; noi siamo profondamente addolorati per il comportamento di quanti nel corso della storia hanno fatto soffrire questi tuoi figli e, chiedendo perdono a Dio, vogliamo impegnarci in un’autentica fraternità con il popolo dell’alleanza”. Quella richiesta di perdono a Dio e agli ebrei il Papa due settimane più tardi la porterà a Gerusalemme e la porrà – riprodotta su un foglietto – tra le fessure del Muro del Pianto.
(…)

    Ecco una rapida antologia dei “mea culpa” wojtyliani, elencati secondo l’anno in cui furono pronunciati. Essa richiama una ventina di pronunciamenti su un totale di più di cento.

    1979. Apre la serie il pronunciamento sul “caso Galileo”, che risale al 10 novembre del 1979: a quella data, egli è Papa da appena un anno. Della condanna di Galileo all’abiura si era già occupato il Concilio Vaticano II, che ne aveva fatto ammenda – senza citare lo scienziato – al paragrafo 36 della Gaudium et Spes (1965): «A ulteriore sviluppo di quella presa di posizione del Concilio, io auspico che teologi, scienziati e storici, animati da uno spirito di sincera collaborazione, approfondiscano l’esame del caso Galileo e, nel leale riconoscimento dei torti, da qualunque parte provengano, rimuovano le diffidenze che quel caso tuttora frappone, nella mente di molti, alla fruttuosa concordia tra scienza e fede, tra Chiesa e mondo». Quel riconoscimento sarà formulato dalla «Commissione pontificia per lo studio della controversia tolemaico-copernicana del XVI e del XVII secolo», coordinata dal cardinale Paul Poupard, il 31 ottobre 1992. – In analogia al “riesame” del caso Galileo si può citare il “riesame” del caso Rosmini, condotto personalmente dal cardinale Ratzinger e culminato in una “nota” del 2001 “sul valore dei decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del rev.do sac. Antonio Rosmini Serbati” che così conclude: “Il senso delle proposizioni così inteso e condannato non appartiene in realtà all’autentica posizione di Rosmini”. Il 7 marzo 2000, durante la presentazione del documento Memoria e riconciliazione. La Chiesa e le colpe del passato – ne dovremo riparlare – Ratzinger aveva citato Le cinque piaghe della Santa Chiesa di Rosmini – che il Sant’Uffizio sotto Pio XI aveva messo all’indice – come un positivo “rimprovero profetico” rivolto alla comunità dei credenti.

    1980. Il 17 novembre a Magonza incontra gli evangelici tedeschi e li invita a un riconoscimento comune delle responsabilità che portarono alla divisione: “Non vogliamo giudicarci l’un l’altro, vogliamo piuttosto riconoscere insieme la nostra colpa”. Un’analoga esortazione rivolgerà alle Chiese ortodosse il 5 giugno 1991da Bialystok (Polonia), durante un incontro nella cattedrale ortodossa: «Ovunque è esistito il torto, indipendentemente da quale sia la parte, esso va superato mediante il riconoscimento della propria colpa davanti al Signore e mediante il perdono».

    1983. Il 10 settembre affronta a Vienna la questione delle guerre che costellano la storia d’Europa: «Dobbiamo confessare e chiedere perdono per le colpe di cui noi cristiani ci siamo macchiati, in pensieri, parole e opere e attraverso l’inerme indifferenza di fronte all’ingiustizia». Ritroveremo questo tema sei anni più tardi, nella Lettera apostolica per il 50mo anniversario dello scoppio della seconda guerra mondiale (26 agosto 1989), il cui tono drammatico già ci dice quanta strada Giovanni Paolo II abbia compiuto – in poco tempo – su una materia tanto delicata: «Le mostruosità di quella guerra si manifestarono nel continente che più a lungo è rimasto nel raggio del Vangelo e della Chiesa. Veramente è difficile continuare il cammino avendo dietro di noi questo terribile calvario degli uomini e delle nazioni!»

    1985. A Yaoundè (Cameroun), parlando agli intellettuali, il 13 agosto dice parole impegnative sulla tratta dei neri: «Nel corso della storia uomini appartenenti a nazioni cristiane purtroppo non sempre si sono comportati così (cioè “secondo il Vangelo”, ndr) e noi ne chiediamo perdono ai nostri fratelli africani che tanto hanno sofferto, per esempio per la tratta degli schiavi». Sul tema della tratta le parole più forti le dirà visitando la «casa degli schiavi», nell’isola di Gorèe (Senegal), il 22 febbraio del 1992: «Da questo santuario africano del dolore nero imploriamo il perdono del Cielo».

    1986. Il 13 aprile visita la Sinagoga di Roma e deplora le «persecuzioni» dirette «contro gli ebrei in ogni tempo da chiunque; ripeto: da chiunque!» Qui il riferimento è ai Papi suoi predecessori. – Per l’accompagnamento ratzingeriano del riesame papale della questione ebraica si può citare la premessa al volume La Chiesa, Israele e le religioni del mondo (1998, traduzione italiana San Paolo 2000, citazione a p. 5) dov’è affermata “la consapevolezza di una colpa, a lungo rimossa, che grava sulla coscienza dei cristiani dopo i terribili eventi dei dodici funesti anni dal 1933 al 1945″. “Hitler potè perpetrare l’Olocausto perché non ci fu una sufficiente sensibilità dei cristiani verso gli ebrei”, dirà Ratzinger in un’intervista al Tg2 il 15 marzo 1999 in vista della pubblicazione del documento We remember.

    1987. Incontrando a Phoenix – negli Usa – gli amerindi, il 14 settembre, così parla del maltrattamento che subirono da parte dei colonizzatori: “E’ doveroso riconoscere l’oppressione culturale, le ingiustizie, la distruzione della vostra vita e delle vostre società tradizionali. Purtroppo non tutti i membri della Chiesa tennero fede alle loro responsabilità di cristiani”. Lo stesso linguaggio aveva usato nel 1984 in Canada e nel 1986 in Australia, negli incontri con gli autoctoni, come fosse sua preoccupazione sgombrare il terreno dalle offese della storia, prima di parlare a quei popoli sofferenti.

    1988. L’11 ottobre a Strasburgo, davanti al Parlamento europeo, riconosce la tendenza della Chiesa medievale a imporre la fede attraverso l’ordinamento statale: «La cristianità latina medievale – per non menzionare altro – non è mai sfuggita alla tentazione integralista di escludere dalla comunità temporale coloro che non professavano la vera fede».

    1992. Il 21 ottobre presenta come un «atto di espiazione» per le colpe dei colonizzatori la visita che ha appena compiuto a Santo Domingo, a mezzo millennio dall’inizio dell’Evangelizzazione delle Americhe: «Mediante il pellegrinaggio al luogo dove iniziò l’evangelizzazione – pellegrinaggio che ha avuto il carattere di ringraziamento – abbiamo voluto, al tempo stesso, compiere un atto di espiazione davanti all’infinita santità di Dio per tutto ciò che, in questo slancio verso il continente americano, è stato segnato dal peccato, dall’ingiustizia e dalla violenza».

    1994. Il 15 maggio parla così del massacro tribale in Rwanda, che infuria in quelle settimane: «Si tratta di un vero e proprio genocidio, di cui purtroppo sono responsabili anche dei cattolici». Con questo testo si direbbe che abbia inteso rispondere a coloro che l’accusavano di riconoscere solo colpe lontane nel tempo.

    1995. A Olomouc, nella Repubblica Ceca, il 21 maggio pronuncia una delle “confessioni” più solenni: «Oggi io, Papa della Chiesa di Roma, a nome di tutti i cattolici, chiedo perdono dei torti inflitti ai non cattolici nel corso della storia tribolata di queste genti; e al tempo stesso assicuro il perdono della Chiesa cattolica per quello che di male hanno patito i suoi figli». Nel corso del 1995 – anno internazionale della donna – tante volte parla della condizione femminile, esprimendo anche «rammarico» per il comportamento ecclesiastico in materia: «Faccio appello a tutti gli uomini della Chiesa, affinché si sottopongano, ove necessario, a un cambiamento del loro cuore, e facciano propria, come richiede la loro fede, una visione positiva delle donne» (Messaggio alla delegazione vaticana alla conferenza di Pechino sulla donna, 29 agosto).

    1997. Queste parole sulla «Notte di San Bartolomeo» (strage degli Ugonotti protestanti da parte dei cattolici avvenuta nella notte tra il 23 e il 24 agosto a Parigi, nel 1572) le pronuncia nella notte e nella città del massacro: «Alla vigilia del 24 agosto non possiamo dimenticare il doloroso massacro di San Bartolomeo, dalle motivazioni molto oscure nella storia politica e religiosa della Francia. Dei cristiani hanno compiuto atti che il Vangelo condanna».

    2000. Il 17 febbraio, nel 400° anniversario del “rogo” di Giordano Bruno, esprime – con lettera del cardinale Sodano a un convegno sul filosofo di Nola – “profondo rammarico” per quel “triste episodio della storia cristiana”. Parole analoghe aveva pronunciato per Jan Hus (condannato al rogo dal Concilio di Costanza nel 1415) il 21 aprile del 1990 e il 17 dicembre 1999; come anche per i 24 “martiri evangelici di Presov” (messi a morte dai cattolici nel 1687), il 2 luglio del 1995, durante la visita in Slovacchia. – Il cardinale Ratzinger aveva accompagnato la riflessione papale sul rogo degli eretici, come appare da questa dichiarazione su Giordano Bruno che improvvisa davanti ai giornalisti il 24 settembre 1977: “Sono convinto che dobbiamo sempre essere coscienti della tentazione della Chiesa, in quanto istituzione, di trasformarsi in uno stato che perseguita i suoi nemici. Chiediamo al Signore perdono per questi fatti del passato e perché non ricadiamo più in questi errori”.

    2001. Il 4 maggio, ad Atene, chiede perdono per il saccheggio di Costantinopoli, attuato dai partecipanti alla “quarta crociata” (1204), che avevano costretto all’esilio il Patriarca ortodosso e l’avevano sostituito con un Patriarca “latino”. Con il suo gesto di umiltà, il Papa ottenne che i membri del Sinodo della Chiesa ortodossa greca recitassero con lui – a conclusione di quella giornata – il “Padre nostro”, benché il protocollo della visita – concordato alla vigilia – avesse escluso, su richiesta degli ortodossi, ogni atto di culto in comune, non essendo ancora le due Chiese in “piena comunione”. – In merito alle crociate si può citare un’affermazione del cardinale Ratzinger contenuta in un testo su Francesco d’Assisi, il quale dapprima sognò di farsi crociato (era il tempo in cui si andava preparando proprio la “quarta crociata” del mea culpa wojtyliano) ma poi – ci dice il cardinale – quand’ebbe “conosciuto veramente Cristo capì che anche le crociate non erano la via giusta per difendere i diritti dei cristiani in Terra Santa, bensì bisognava prendere alla lettera il messaggio dell’imitazione del crocifisso” (Trentagiorni 3/2002).

    2003. Il 22 giugno a Banja Luka, in Bosnia, riconosce la corresponsabilità dei cattolici nei delitti degli Ustascia croati durante la seconda guerra mondiale e negli orrori della guerra di Bosnia (1992-1995).

    Con questi singoli mea culpa Giovanni Paolo rende esplicito quanto il Concilio aveva affermato implicitamente (Galileo), recapita ai destinatari il messaggio che i padri conciliari avevano consegnato ai documenti (ebrei, comunità ortodosse ed evangeliche), applica a materie nuove (tribunali e roghi dell’Inquisizione, integralismo, indios, guerre e stragi, tratta dei neri, donne) quanto già era stato affermato in generale e in linea di principio.
    Ma totalmente nuova è l’autocritica millenaria e giubilare che promuove a partire dal 1994 e che denomina Esame di fine millennio.
    Quell’esame viene annunciato con la lettera apostolica Tertio millennio adveniente (1994), ma era stato già proposto e discusso in un Concistoro straordinario (riunione di tutti i cardinali) della primavera di quell’anno. Il primo abbozzo dell’esame è in un «promemoria» di 23 pagine, che il Papa aveva fatto inviare ai cardinali in vista del Concistoro, “Riflessioni sul grande giubileo dell’anno Duemila”: «Mentre volge al termine il secondo millennio del cristianesimo, la Chiesa deve rendersi consapevole con ravvivata lucidità di quanto i suoi fedeli si siano dimostrati, lungo l’arco della storia, infedeli peccando nei confronti di Cristo e del suo Vangelo». (…)
    L’esame di fine millennio viene affidato alla più importante e più numerosa tra le otto commissioni coordinate dal Comitato per il Grande Giubileo: la commissione «teologico-storica», presieduta dal domenicano George Cottier, teologo della Casa pontificia, che convoca due colloqui internazionali: uno sulle Radici dell’antigiudaismo in ambiente cristiano, che si tiene tra il 30 ottobre e il 1° novembre del 1997 e un altro sull’Inquisizione, che si tiene l’anno seguente, dal 29 al 31 ottobre.
    Altro atto preparatorio al “mea culpa” giubilare è il documento della Commissione teologica internazionale, La Chiesa e le colpe del passato, che fornisce l’inquadramento dottrinale alla Giornata del perdono. Esso viene presentato alla stampa il 7 marzo 2000 dal cardinale Joseph Ratzinger (…).
    Possiamo affermare, in conclusione, che Giovanni Paolo sia riuscito – agendo con grande tenacia e resistendo al dissenso interno alla sua Chiesa – a far divenire patrimonio comune del linguaggio cristiano al cambio del millennio la “confessione dei peccati”, che la tradizione affidava al singolo e che pochi prima di lui avevano osato esprimere a nome delle rispettive comunità. Il suo lascito viene accolto dal successore Benedetto XVI che appena eletto, nel “messaggio” in latino dalla cappella Sistina letto il 20 aprile davanti ai cardinali elettori, si impegna a continuare nell’opera di “purificazione della memoria” condotta dal predecessore.
    (…)

    (Fonte: Il blog di Luigi Accattoli )

    _____________________________


    Il materiale da noi pubblicato è liberamente diffondibile, è gradita la citazione della fonte: Centro Studi Giuseppe Federici

    Archivio dei comunicati: Centro Studi Giuseppe Federici

 

 
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