ABUSI
La rivelazione con nuove foto oggi sul Washington Post
Abu Ghraib, «autorizzato» l'uso dei cani
Ufficiali dei servizi segreti Usa: si possono utilizzare i cani per terrorizzare i detenuti. Nuove foto dal carcere degli orrori
In questa foto pubblicata dal Washington Post un prigioniero iracheno nudo cerca di proteggersi da un cane al guinzaglio di un militare Usa (Ap)
WASHINGTON - Ancora foto dal carcere degli orrori. Ancora rivelazioni sconvolgenti. Oggi il 'Washington Post' ha pubblicato la notizia (con foto) secondo cui ufficiali dei servizi segreti americani ordinarono alle squadre cinofile dell'esercito Usa nella prigione di Abu Ghraib di impiegare i cani per terrorizzare i detenuti. Il 'Washington Post', cita anche la dichiarazione giurata di alcuni uomini appartenti a queste unità. Due militari fecero a gara per stabilire chi riusciva a costringere il maggior numero di prigionieri a urinarsi adosso per il terrore. Sei soldati amnericani sono stati incriminati per avere commesso abusi sui detenuti della prigione irachena. Nonostante abbiano sempre insistito sul fatto di avere eseguito ordini, nessun ufficiale è stato finora chiamato in causa dalla giustizia militare americana.
Prigionieri torturati clicca su una foto
LA TESTIMONIANZA - Il Washington Post ha avuto accesso alle testimonianze dei sergenti Michael J.Smith e Santos A.Cardona, secondo i quali venne loro richiesto di portare i cani nel carcere di Abu Ghraib per interrogatori a dicembre e gennaio. Il colonnello Thomas M. Pappas, che era responsabile dell'intelligence militare nel carcere, disse ad entrambi che l'uso di cani durante gli interrogatori era stato autorizzato. Smith ha precisato che in alcuni casi fece avvicinare i cani che abbaiavano furiosamente fino a 15 centimetri dai prigionieri terrorizzati. Secondo alcune denunce, alcuni detenuti furono morsi dagli animali.
Una soldatessa americana sorride mentre opera sulla ferita di un detenuto iracheno nel carcere di Abu Ghraib (Ap)
Il quotidiano cita anche la testimonianza di un altro militare, William J. Kimbro, il quale fu chiamato con il suo cane per cercare esplosivi in una cella. Successivamente gli fu chiesto di partecipare ad un interrogatorio in un'altra cella, ma lui si rifiutò affermando che il suo cane non era stato addestrato per fare questo. Il caso di Kimbro fu citato per una
menzione di lode nel apporto radatto dal Generale Antonio Taguba sugli abusi.
Il 13 gennaio invece, secondo un'altra testimonianza citata del Washington Post, John Harold Ketzer, un investigatore dei servizi militari, vide una squadra con i cani stringere in un angolo due prigionieri, uno dei quali strillava e cercava di ripararsi dietro l'altro. Quando Ketzer chiese cosa stessero facendo i due militari gli risposero che stavano facendo una gara per vedere quanti prigionieri riuscivano a fare urinare per la paura.
da www.corriere.it