da www.larepubblica.it
Racconti sulla prigionia: "Dormivamo per terra, mai picchiati"
Cevese: "Hanno fatto capire ai rapitori di che pasta sono fatti"
La sfida di Stefio ai rapitori
"Volete la fede? Uccidetemi"
"Quattrocchi forse ucciso perché aveva tesserino Cpa"
Cupertino in lacrime reagì ai sequestratori
Agliana, Stefio e Cupertino
ROMA - "Noi li abbiamo visti che mangiavano, ma non sono stati trattati particolarmente bene". Alessandro Cevese, capo dell'Unità di crisi della Farnesina, racconta i momenti più delicati della prigionia degli italiani in Iraq. Episodi di sconforto e tensione, che hanno fatto emergere il volto più umano, ma anche quello più risoluto, degli ostaggi.
Fabrizio Quattrocchi è stato ucciso, forse, perché aveva un tesserino della Cpa. Ma anche gli altri ostaggi, racconta Cevese, hanno rischiato la vita. Salvatore Stefio, per esempio, quando i rapitori hanno cercato di strappargli la fede: "Non me la tolgo", si sarebbe opposto l'ostaggio. "Se la volete, sparatemi". A quel punto, secondo quanto riferito da Cevese, uno dei rapitori avrebbe detto a Stefio: "Allora ti porto fuori". "No, non mi spari fuori, sparami davanti agli altri ragazzi", la risposta dell'italiano.
Alla fine, Stefio ha ceduto e ha consegnato la sua fede. Ma "ha fatto capire ai rapitori che avevano a che fare con delle persone risolute e credo che questo abbia notevolmente messo in difficoltà le persone che li tenevano", spiega Cevese.
Non sempre gli ostaggi hanno conservato tanta forza d'animo. "Hanno dormito per terra, ammanettati, e in due occasioni sono stati rinchiusi tutti in un bagno di due metri per due per circa tre giorni", racconta Cevese. Situazioni di disagio che hanno provocato momenti di sconforto, ad esempio in Umberto Cupertino. "I rapitori lo prendevano in giro, facendogli capire che solo le donne piangono", riferisce l'uomo della Farnesina. "A quel punto Cupertino gli ha risposto da par suo: 'Stai al tuo posto', ha detto al rapitore".
(9 giugno 2004)