Il libertarismo si fonda, come dite, sul libero consenso individuale elevato a norma assoluta. Come l'esperienza testimonia, però, la capacità di consentire, ossia di esercitare consapevolmente e pienamente la libertà, nell'uomo non è immediata. Nell'infanzia, stadio meraviglioso dell'esistenza, la nostra ragione è titubante, la nostra visione del mondo incantata e frammentata, il nostro carattere debole. Forse è per questo che l'infanzia può essere una tappa di felicità autentica, ma ciò non toglie che è impossibile organizzare coerentemente e AUTOSUFFICIENTEMENTE la propria vita alla luce di una volontà non formata e non normo-consapevole. Il libertarismo pensa di risolvere il problema ricorrendo alla famiglia, società naturale come è naturale che un essere umano abbia un padre e una madre che, figliandolo,sentono il dovere e l'esigenza di proteggerlo, mantenerlo, educarlo. Ma ammettiamo di vivere in assenza di uno Stato minimo: in caso di famiglia degenerata, che non rispetta la persona e i diritti del minore, chi tutela coloro che non possono difendersi, come i bambini? E non parlo di diritto all'istruzione o di diritti sociali che voi definite pseudo: parlo dei diritti naturali. Inoltre altre cose non risultano chiare: una coppia, essendo sovrana sui propri figli, può vendere un minore a un'altra coppia che non può avere figli o magari a una coppia di omosessuali che decide di adottarne uno? Fino a che età, in assenza di una convenzione giuridica, l'essere umano può essere considerato minore? Fino a che età, cioè, deve sottomersi alla patria potestà e non godere ancora del diritto, ad esempio, di guidare un'autovettura? Fino a che punto è legittimo il lavoro minorile in assenza della volontà famigliare di garantire al figlio il bene dell'istruzione?