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PICCOLI COMUNICATORI
Questione di stile. Il Milan ha iniziato da ieri sera, nel post-partita di Praga, a parlare della partita di domenica sera contro la Lazio. Lo ha fatto il suo amministratore delegato, il suo allenatore, lo hanno fatto i suoi giocatori. Frasi e dichiarazioni hanno riguardato solo il campo, la necessità di trovare le contromisure tattiche contro una squadra che in questa stagione ha sempre messo in difficoltà il Milan, la voglia di riscattare lo 0-4 di coppa Italia.
La Lazio invece non pensa al campo, pensa al fischietto. Da martedì mattina è partita sul Corriere dello Sport-Stadio una mini-campagna di intimidazione dell’arbitro. In pratica un capitoletto del grande libro della campagna antimilanista cui le grancasse romane hanno dato vita fin dalla sera del 6 gennaio. E’ partito il signor De Mita, direttore generale Lazio, solerte nell’auspicare che venga sorteggiato per Lazio-Milan, sfida che vale per lo scudetto e per la Champions, un arbitro con alto senso di responsabilità. L’insinuazione porta alla luce germi di ogni tipo. Il signor De Mita pensa che Lazio-Milan meriti un arbitraggio protetto, blindato, di garanzia, un arbitraggio diverso da quello di Siena-Reggina o di qualsiasi altra partita del campionato italiano? Il signor De Mita non ha in sé il senso di responsabilità con cui dare per scontata la buona fede e la sensibilità professionale di qualsiasi arbitro? Se non ce l’ha è un problema suo e in quanto tale non deve diventare un problema di tutti.
Soprattutto perché se c’è una squadra che tifa per un campionato regolare, quella squadra è il Milan. Perché se il gioco non viene falsato, se il campionato è chiaro e pulito, il Milan ha più possibilità di vincerlo perché fino ad oggi ha dimostrato sul campo di essere la squadra più forte come conferma la classifica. E più in generale per il Milan il campionato è regolare sempre. Sia quando è terzo, sia quando è primo. Ma dov’era il signor De Mita, dov’era il signor Mancini che ha parlato di campionato falsato dopo Milan-Lazio dell’andata, dov’erano il gatto e la volpe e i loro ululati alla luna in tema di arbitraggi quando sono accaduti questi episodi: Lazio-Lecce 4-1 gol irregolare assegnato a Corradi sull’1-0;
Sampdoria-Lazio 1-2 gol irregolare di Inzaghi in posizione di fuorigioco convalidato sullo 0-0;
Empoli-Lazio 2-2 rigore per fallo di Peruzzi su Di Natale non concesso all’Empoli;
Lazio-Chievo 1-0 gol su punizione nato da un fallo inesistente di Franceschini su Fiore;
Milan-Lazio 1-0 due mani di Mihajlovic in area di rigore nella partita comunque contestata per il gol regolare annullato a Stankovic;
Lazio-Bologna 2-1 Mihajlovic solo ammonito e non espulso per una gomitata a Nervo e gol laziale del 2-1 di Corradi da annullare per un placcaggio dello stesso Corradi su Troise;
Udinese-Lazio 1-2 rigore non concesso a favore dell’Udinese per un fallo di Stankovic su Bertotto;
Lazio-Perugia 3-1 gol del vantaggio laziale messo a segno dopo che Conceicao si appoggia su Fusani impedendogli di difendere;
Lazio-Juventus 2-0 Appiah tira in porta e la sua conclusione viene fermata in area dal braccio sinistro di Giannichedda;
Ancona-Lazio 0-1 Stam prende per il collo Parente e non viene nemmeno ammonito;
Lazio-Inter 2-1 rigore non concesso all’Inter per un fallo di Stam su Cruz;
Lecce-Lazio 0-1 rigore negato al Lecce per un fallo di Cesar su Chevanton;
Lazio-Sampdoria 1-1 Mihajlovic non espulso per il ditino alzato e il viso contro viso sotto gli occhi dell’arbitro;
Nelle partite in cui non ci sono stati episodi arbitrali favorevoli alla Lazio, la squadra romana ha ottenuto i seguenti risultati: 2 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte, 8 punti in 9 partite, una media che si commenta da sola.
La sfilza di ghirigori di cui è agghindata la classifica della Lazio, basterà a rinfrescare la memoria del duo De Mita-Mancini? Solo il tempo di chiederselo e il duo ha trovato il modo di riprodursi. E’ già diventato un trio.
Il signor Ferrajolo, del Corriere dello Sport-Stadio, ha raccolto il lamento e ha cercato di rifare lo stesso giochino che gli andò tanto bene più di due anni fa. Correva il dicembre 2001 e il Milan protestò per un rigore inesistente concesso alla Juventus per un contatto Maldini-Zalayeta. Il giorno dopo il signor Ferrajolo cercò subito di condizionare l’arbitro e di falsare la partita chiedendo una designazione che non facesse pagare alla Roma la decisione presa da Paparesta a San Siro: sette giorni dopo Milan-Juve era in calendario Roma-Milan. Finì che la Roma vinse 1-0 con un gol regolare di Josè Mari non convalidato dall’arbitro. Così come l’anno prima era stato ignorato un fallo da rigore su Roque Junior negli ultimi minuti di Roma-Milan 1-1, mentre l’anno dopo venne assegnato un rigore clamoroso per il “contatto” Nesta-Corradi.
Quando succedono queste cose, il Milan ne prende atto e le inserisce nel novero degli episodi favorevoli e contrari che possono succedere in una partita. Quelli come il signor Ferrajolo invece li strumentalizzano per creare a loro uso e consumo il mondo delle ombre, dei fantasmi, degli spiriti maligni. E’ triste vedere dirigenti e signori vari cercare di condizionare l’arbitro di una grande partita nella settimana che la precede, invece di presentarla per quello che è: un grande spettacolo, una grande sfida. Il signor Ferrajolo sogna un arbitro poco sensibile ai potenti e ai grandi comunicatori? L’allusione è grave e offensiva per chi la fa, non per chi non ne viene neppure sfiorato. Ed è la conferma che in certi casi il problema delle partite non è la serenità dell’arbitro, ma dei piccoli comunicatori che cercano di intaccarla e di farla andare là dove porta la loro faziosità.