User Tag List

Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 17
  1. #1
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Europa - Stati Uniti : Il Faccia a Faccia della Crescita

    dal sito di Emporion

    " Usa/Ue
    Il faccia a faccia della crescita
    di Massimo Lo Cicero

    La ripresa di un stagione di crescita economica si profila sul palcoscenico dell’economia mondiale. L’ultimo rapporto della Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCDE) rappresenta una prima finestra di ottimismo in ordine al giudizio sulla dinamica del prodotto lordo nei prossimi tre anni. Il 2003, secondo i ricercatori dell’OCDE, non ci offrirà un bilancio entusiasmante. La crescita del prodotto interno lordo (Pil) sarà di un modesto 0,5% su base annua per l’insieme dei paesi che adottano l’euro come moneta: il Pil dell’Unione Europea – che include anche paesi che non adottano l’euro, il più importante dei quali è il Regno Unito – crescerà ad un ritmo superiore, allo 0,7% annuo. La crescita sarà più intensa negli Stati Uniti – perché raggiungerà il 2,9% annuo – mentre la media dell’insieme dei paesi che aderiscono all’OCDE si fermerà in una posizione intermedia, al 2% annuo.

    La previsione per il 2004 e il 2005 rivela una prospettiva espansiva sia nel vecchio che nel nuovo continente, con una marcata leadership degli Stati Uniti rispetto all’Unione Europea. Il Pil aumenterà più del 4% nel 2004 e del 3,8% nel 2005 nell’economia americana. In quella europea, e negli stessi anni, si dovrebbe osservare un più modesto 1,8% nel 2004 ed un 2,5% nel 2005. I valori medi per l’insieme dei paesi OCDE sono, di nuovo, in una posizione intermedia, al 3% ed al 3,1%, rispettivamente nei due anni considerati. L’inflazione – che è già più bassa – dovrebbe ridursi ulteriormente negli Stati Uniti in termini più marcati rispetto a quanto avverrà nell’Unione Europea: passando, nel vecchio continente, dal 2,1% del 2003 all’1,7% mentre negli Usa scenderà dall’1,6% all’1,2%. Una dinamica simile si avrà nei tassi di occupazione, che misurano il rapporto tra il numero dei lavoratori ed il totale della popolazione residente. Quello americano, sempre nella forbice tra il 2003 ed il 2005, passerà dal 6% al 5,2%; quello europeo sarà stabile perché dall’8% dovrebbe scendere solo al 7,9%.

    Solo per l’ultima variabile macroeconomica rilevante, la dimensione dei tassi di interesse a breve, la situazione si presenta in termini ribaltati. I tassi a breve sono stati nel 2003 più alti in Europa che negli Stati Uniti: anche per questo motivo il cambio tra euro e dollaro ha visto crescere il valore della moneta europea rispetto a quella americana. In termini quantitativi la media dei tassi dell’area euro è stata nel 2003 intorno al 2,3%. Quelli americani hanno oscillato intorno al valore di 1,2%. In questo caso bisogna guardare all’area dell’euro, e non all’Unione Europea nella sua interezza, perché un tasso di interesse si misura in relazione ai prestiti ed ai depositi espressi nella medesima valuta. I tassi sulla sterlina inglese non sono tassi sull’euro evidentemente, anche se il Regno Unito partecipa all’Unione. Nel 2005, secondo i ricercatori dell’OCDE, i tassi americani saranno risaliti al 2,7% e quelli espressi in euro dovrebbero rimanere stabili, intorno al 2,2%. Ne dovrebbe risentire la “forza” del cambio dell’euro sul dollaro come naturale conseguenza.

    Fin qui le previsioni sul futuro a medio termine ma la differenza tra le due economie, che si trovano sulle sponde opposte dell’oceano Atlantico, si capisce meglio quando si osserva la dinamica dell’ultimo decennio del Ventesimo secolo. L’OCDE ci mette a disposizione due documenti molto utili anche in questo caso. Si tratta del testo di un articolo che il capo economista di quella organizzazione ha presentato in una riunione tenutasi a Washington nel marzo 2003 per illustrare le differenze di crescita che si manifestano nell’ambito dei paesi aderenti all’organizzazione stessa. Altre utili informazione statistiche sono contenute nel quinto capitolo dell’OECD “Economic Outlook” n. 73, dal titolo “Structural Policies and Growth”.

    Da questi due testi si ricavano numerose informazioni sui caratteri della crescita economica osservabili nei due sistemi: quello americano e quello europeo. Dal 1980 al 1995 il tasso medio annuo di crescita dell’economia degli Stati Uniti è stato del 2%, mentre quello dell’Unione Europea è stato solo dell’1,8%. Nel periodo compreso tra il 1995 e il 2002 i due tassi sono stati, rispettivamente, del 2,3% e del 2%. Entrambi hanno accelerato nell’ultimo scorcio del Ventesimo secolo ma l’America è stata sempre più veloce dell’Europa. La previsione, di cui abbiamo già detto, non contraddice questa evidenza offerta dalla storia degli ultimi venti anni. Alle origini di questa forza espansiva si trova la crescita del prodotto pro-capite che è, a sua volta, l’effetto della moltiplicazione tra due variabili: l’intensità con cui cresce il numero delle persone che lavorano rispetto al totale delle persone residenti in un paese e l’intensità con cui cresce la quantità di beni e servizi che ognuna di quelle persone è in grado di produrre con la sua attività lavorativa.

    In Europa, tra il 1980 ed il 1995, diminuisce il tasso di occupazione ed aumenta la produttività individuale. Nel periodo successivo, tra il 1995 ed il 2002, il tasso di occupazione aumenta ma questo aumento non bilancia la caduta osservata nel periodo precedente. Negli Stati Uniti, al contrario, le due componenti che generano l’incremento di produttività si espandono entrambe ed in entrambi i periodi considerati. L’economia europea, dunque, cresce meno di quella americana: anche in questo caso la storia passata somiglia al risultato della previsione a medio termine. L’economia americana batte quella europea sia nelle dimensioni dell’investimento nelle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione sia nella quota di spese per la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie, vengano esse realizzate dal settore pubblico o dalle imprese private.

    Ma l’indice sintetico che esprime la vera differenza tra l’economia americana e quella europea è quello della crescita della produttività multifattoriale: una sorta di misura dell’insieme delle variabili che, combinandosi con la produttività del lavoro, determinano la produttività dell’intero sistema economico. Le grandi economie europee – cioè la Germania, la Francia, l’Italia, il Belgio o l’Olanda – scontano una decelerazione nell’aumento di questo indice. Non retrocedono ma avanzano sempre più lentamente. Gli Stati Uniti presentano, al contrario, una marcata accelerazione che diventa più intensa nel periodo tra il 1990 e il 2000 rispetto a quello compreso tra il 1980 ed il 1990 .

    L’Europa, per concludere, assume la protezione del lavoro e la regolazione dei mercati come le variabili chiave delle propria politica economica: le imprese, di conseguenza, comprimono l’espansione dell’occupazione ed intensificano il ricorso al capitale fisico, ma non prestano attenzione alla ricerca tecnologica e all’innovazione, come, del resto, finiscono per fare anche le istituzioni e le attività governative del vecchio continente. Negli Stati Uniti la protezione sociale e la regolazione dei mercati cedono il passo all’innovazione finanziaria e alla ricerca tecnologica, come variabili da perseguire strategicamente. Aumentano l’occupazione e la produttività del lavoro, ma anche la produttività dell’intero sistema che, alla fine, cresce più rapidamente di quello europeo. Non c’è da meravigliarsi che, essendo questi i caratteri dominanti degli ultimi venti anni, nei prossimi tre anni la vecchia Europa affannerà ancora, rincorrendo, senza raggiungerla, l’economia degli Stati Uniti.

    http://www.enel.it/magazine/emporion...ion=03/12/2003

    maloci@tin.it
    "

    Saluti liberali

  2. #2
    Socialcapitalista
    Data Registrazione
    01 Sep 2002
    Località
    -L'Italia non è un paese povero è un povero paese(C.de Gaulle)
    Messaggi
    89,492
     Likes dati
    7,261
     Like avuti
    6,458
    Mentioned
    340 Post(s)
    Tagged
    30 Thread(s)

    Predefinito Re: Europa - Stati Uniti : Il Faccia a Faccia della Crescita

    In origine postato da Pieffebi
    [B] Dal 1980 al 1995 il tasso medio annuo di crescita dell’economia degli Stati Uniti è stato del 2%, mentre quello dell’Unione Europea è stato solo dell’1,8%. Nel periodo compreso tra il 1995 e il 2002 i due tassi sono stati, rispettivamente, del 2,3% e del 2%.
    ne riparleremo fra qualche anno,

    c'è anche da considerare,la differenza nell'incremento demografico, 0,7% per gli usa, 0,2% per l'europa,

    il che evidenzia una maggiore crescita europea del prodotto precapite.

  3. #3
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    vedremo fra qualche anno.... se l'Europa non farà le riforme strutturali che abbisognano al suo rilancio (soprattutto in Paesi come Italia e Germania....) ......

    Shalom!!!

  4. #4
    Moderatore
    Data Registrazione
    15 Sep 2002
    Località
    Roma Capitale
    Messaggi
    167,202
     Likes dati
    48,201
     Like avuti
    37,687
    Mentioned
    8492 Post(s)
    Tagged
    145 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    1

    Predefinito

    In origine postato da Pieffebi
    vedremo fra qualche anno.... se l'Europa non farà le riforme strutturali che abbisognano al suo rilancio (soprattutto in Paesi come Italia e Germania....)
    Certo, specialmente se non taglieremo, noi e i tedeschi, le pensioni d'oro di metalmeccanici e tranvieri, e le munifiche spese per il welfare.

    E sopratutto se noi continueremo ad avere governi che basano i loro conti su una crescita del PIL del 3% annuo. Crescita mai verificata nè in Italia nè in Europa negli ultimi 20 anni, se non eccezionalmente.

    Sono questi i conti che non quadrano a 3buchi, altro che i disavanzi fantasma del centrosinistra.

  5. #5
    Registered User
    Data Registrazione
    06 Mar 2002
    Messaggi
    2,848
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Ciao a tutti!

    Torno a scrivere dopo un mesetto di trasloco, lavoro e vacanza...

    Da oggi non sono più tedesco ma svizzero-italiano nel senso che sarò dipendente dell'EAWAG, un ente di Zurigo, e lavorerò all'apertura di un lab. di bio.molecolare in Piemonte.

    Torno da 7 giorni a Harvard e Yale, quindi scrivo qui: con un progetto decente ho raccolto in 7 giorni 4 amici (due americani) che stanchi degli USA si sono offerti di venire in Europa a lavorare con me in un'ambiente più difficile ma in società sicuramente più stimolanti e meno ossessionate...

    Si faranno periodi dai 4 agli 8 mesi e se riusciranno si fermeranno qui... perchè la crescita piace molto, a chi non ha altro a cui pensare.

  6. #6
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    "Addio cari compagni
    amici luganesi
    Addio bianche di neve
    montagne Ticinesi
    i cavalieri erranti
    son trascinati al nord
    e partono cantando
    con la speranza in cuor"

    Ciao compagno "volatile"......migratore
    Ben tornato fra ....i latini


    da www.corriere.it

    " La Fed: bene le vendite a fine anno. Giù il deficit commerciale. E il dollaro guadagna l’1%


    «La ripresa Usa accelera, ma con poco lavoro»

    Secondo l’Onu gli Stati Uniti cresceranno del 4% nel 2004, l’area-euro del 2,25%


    DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
    WASHINGTON - Il Beige Book della Fed conferma la ripresa economica americana, come anticipato l'altro ieri in Germania dal suo presidente Alan Greenspan. Il primo rapporto della Banca centrale Usa nel 2004, sul mese di dicembre e il principio di gennaio, trova «in continuo miglioramento» l'economia anche nel settore manifatturiero, il più colpito dalla recessione del 2001. Ma non è un «balzo in avanti» strepitoso e uniforme. «Le condizioni economiche sono favorevoli nella maggioranza dei dodici distretti» scrive il Beige book «ma in una minoranza la crescita è lenta». Resta bassa l'inflazione, cosa che consente di mantenere gli interessi all'1%, il minimo da 45 anni, e favorire la ripresa: «I prezzi sono stabili, sebbene siano rincarate le materie prime», nota il rapporto. «L'aumento dei salari è lieve, più accentuato è quello dei benefit».
    L'unico neo è l'occupazione. La Fed riferisce che «si riducono i licenziamenti e numerosi distretti segnalano che alcune aziende hanno ripreso le assunzioni». La creazione di nuovi posti di lavoro è tuttavia «debole», sul fronte dell'impiego «i progressi sono modesti». Il Beige Book non suggerisce rimedi, e in un laconico commento la Casa Bianca assicura che a poco a poco i disoccupati, attualmente sotto il 6%, diminuiranno: «Lo sviluppo economico lo garantisce», proclama il portavoce Scott McLelland. Nell’analisi dei diversi mercati, il rapporto si sofferma su quello immobiliare e della carne: il primo, la locomotiva della ripresa economica assieme ai consumi, continua a brillare; il secondo dà i primi segni di crisi in seguito alla recente scoperta di un caso di mucca pazza.
    Prima ancora della pubblicazione del Beige Book , il dato sul deficit commerciale a novembre ha rasserenato sia Wall street sia la Casa bianca. Esso è stato di 38 miliardi di dollari, il minimo mensile degli ultimi due anni, grazie all’incremento di quasi il 3% delle esportazioni e a una battuta d'arresto delle importazioni, un benefico effetto del deprezzamento del dollaro. Che ieri ha subito guadagnato l’1% sull’euro.
    McLelland scorge le prove che nel 2004 l'economia americana farà ancora meglio che nel 2003. Gli economisti dell'Onu sembrano dargli ragione: nelle loro previsioni, il Pil o prodotto interno lordo Usa crescerà del 4%, contro il 2,25% di Eurolandia e il 2,5% del Giappone. All'interno dell'Ue, l'Onu prevede uno sviluppo del 2% dell'Italia e di altrettanto per la Germania, che però sembra essere scesa dello 0,1% l'anno scorso, il primo declino dal '93.
    L'ottimismo della Fed e della Casa Bianca non viene condiviso dai candidati democratici alla Presidenza, che si scagliano anzi contro «l'asse Greenspan-Bush». L'ex speaker della Camera Dick Gephardt, l'uomo dei sindacati, ricorda che «storicamente, due anni dopo la fine di una recessione, l'America ha sempre creato 7 milioni e mezzo di nuovi posti di lavoro. Questa volta non ne ha creato nemmeno uno». Sinora, protesta, la ripresa è andata solo a beneficio delle società e della Borsa.

    Ennio Caretto
    "

    Saluti liberali

  7. #7
    Forumista assiduo
    Data Registrazione
    07 Apr 2009
    Messaggi
    9,779
     Likes dati
    1
     Like avuti
    0
    Mentioned
    7 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Goldman Sachs

    Has Euroland Performed That Badly?
    European Weekly Analyst

     The US is richer and grows faster than Euroland
    because productivity levels are higher and
    productivity growth stronger - right? Actually no.
    Euroland's inferior GDP performance is
    attributable to a slower growing labour force that
    works shorter hours.

     No one can dispute that the US is richer than
    Euroland nor that GDP grows faster. In 2003,
    EurolandGDPper head was around 30% less than
    in the US in PPP terms; over the past 10 years, US
    GDP has grown on average 1% a year faster than
    Euroland. Yet despite this, Euroland's return on
    capital compares favourably with the US and total
    equity returns have been as good in Euroland as
    the US over the past 10 years.

     Euroland's underlying economic performance is
    better than many commentators portray, making it
    easier to understand the similarity in asset returns.
    For instance, it is odd to talk of Euroland’s relative
    economic failure when, over the past decade:
    (i) GDP per head has risen at virtually the same
    rate in Euroland as the US;
    (ii) Euroland productivity growth (output per
    hour) and the rise in the employment rate were
    slightly faster than in the US; and
    (iii) To maintain the same growth in GDP per
    head, US workers have had to work longer hours
    than their Euroland counterparts.

     On reasonable assumptions, trend GDPgrowth in
    Euroland seems likely to be maintained at around
    2% a year over the next 10 years, broadly in line
    with its performance over the past decade.
    Structural reforms are important to pursue but
    they will not result in US-style growth rates
    unless there is a big shift in political thinking in
    Europe to encourage much greater immigration.

  8. #8
    Socialcapitalista
    Data Registrazione
    01 Sep 2002
    Località
    -L'Italia non è un paese povero è un povero paese(C.de Gaulle)
    Messaggi
    89,492
     Likes dati
    7,261
     Like avuti
    6,458
    Mentioned
    340 Post(s)
    Tagged
    30 Thread(s)

    Predefinito

    chi si intende un pò di economia sà che una moneta forte è un ottimo presupposto per la crescita economica,

    Gli usa hanno crescita e moneta debole sfruttando la loro preponderanza(prepotenza) politico-militare

    il futuro riserva una forte crescita per l'europa, e una recessione per gli usa dovuta agli sbagli politici

  9. #9
    philanthropist
    Data Registrazione
    09 Jun 2009
    Località
    Attualmente su un isola
    Messaggi
    51,960
     Likes dati
    4,771
     Like avuti
    10,716
    Mentioned
    1292 Post(s)
    Tagged
    4 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    4

    Predefinito Grazie

    In origine postato da Pasquin0
    chi si intende un pò di economia sà che una moneta forte è un ottimo presupposto per la crescita economica,

    Gli usa hanno crescita e moneta debole sfruttando la loro preponderanza(prepotenza) politico-militare

    il futuro riserva una forte crescita per l'europa, e una recessione per gli usa dovuta agli sbagli politici
    In un momento che sono preoccupato per quello che sara' l'economia qui (USA & Canada), leggere quello che scrivi mi fa sentire ottimista: infatti, non ne inbrochi mai una, quindi tutto andra' bene...

    -N-

  10. #10
    Nuovo Iscritto
    Data Registrazione
    23 Jan 2004
    Località
    Roma
    Messaggi
    11
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Lightbulb

    Credo che occorre vedere l'Economia in modo diverso.
    Il mondo stà cambiando come possiamo vedere.
    Le regole che valevano fino a qualche anno addietro penso
    che ora abbiano un valore limitato.
    Non possiamo seguitare a consumare anche quello che non ci appartiene.
    Penso che quanto prima il resto dell'umanità riuscirà ad inserirsi nel nostro circuito economico e politico e quando ciò accadrà saremo impreparati.Avverrà tutto,speriamo di no,in pochissimo tempo e in modi a noi non congeniali per cui saremo sopraffati.
    Dobbiamo utilizzare la parte del nostro cervello che in genere
    sonnecchia.
    Insomma dobbiamo scoprire dei nuovi "Archimede Pitagorico".
    Grazie per l'attenzione

 

 
Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 01-12-12, 21:31
  2. Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 19-04-11, 09:51
  3. Europa - Russia - Stati Uniti nuovo triangolo della geopolitica
    Di carlomartello nel forum Politica Estera
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 27-08-10, 20:13
  4. Imparare dagli Stati Uniti sulla sicurezza senza guardare in faccia nessuno!
    Di Dragonball (POL) nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 38
    Ultimo Messaggio: 19-05-08, 11:30
  5. Alla faccia della faccia tosta!!!!
    Di il buttero nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 8
    Ultimo Messaggio: 26-09-04, 01:14

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito