La Disciplinare ha squalificato l'attaccante interista, positivo al nandrolone. Tre mesi per Gheddafi del Perugia.
MILANO, 8 gennaio 2004 - Otto mesi di squalifica per Mohamed Kallon e tre per Saadi Gheddafi. Il nandrolone colpisce ancora. L'attesa decisione della Disciplinare è arrivata. I giocatori di Inter e Perugia, risultati positivi a metaboliti del nandrolone, e deferiti come di prassi dalla Procura antidoping, sono stati ascoltati questa mattina in via Rosellini, sede della Lega.
Poche parole, fatti pesanti. Anche se per l'attaccante dell'Inter si temeva uno stop molto più lungo: la Procura aveva infatti chiesto 4 anni di squalifica, il massimo della pena cioè, considerando "doping intenzionale" quello del giocatore di Moratti, trovato positivo dopo la trasferta di Udine del 27 settembre scorso e assistito oggi dagli avvocati Raffaelli e Capello. Da notare che Kallon fu sottoposto a controlli antidoping anche dopo il derby perso contro il Milan la settimana successiva alla gara in Friuli e che in quell'occasione risultò negativo.
Era più "leggera" la posizione del figlio del leadre libico, in forza al Perugia da quest'estate, ma mai in campo nel nostro campionato. Al Saadi, ascoltato velocemente nelle prime ore della mattinata dalla Commissione (presieduta dall'avvocato Azzali e composta da Lo Giudice, Tosel e Roj), e difeso dall'avvocato Cesaro per conto del Perugia calcio, era stato "pescato" per l'antidoping al termine della gara casalinga con la Reggina, vista da Gheddafi dalla panchina. E aveva anche rinunciato alle controanalisi, giustificando il "caso" con una terapia medica a base di corticosteroide per curare dei dolorosi problemi alla schiena, eseguita in Germania dal dottor Muller Wohlfart. Ora si attende la decisione della Disciplinare sul reclamo dell'Inter contro la squalifica per tre giornate inflitta ad Almeyda.