Dopo che hanno parlato le nuore-fantasma e quelle che faticano a diventarlo (nuore, non fantasmi), dopo che tutta la servitù ha spettegolato in lungo e largo, dopo che i figli si sono difesi malamente, la parola è passata – ed era ora – alla mamma.
La regina Elisabetta II, non ha fatto nemmeno un plissé quando ieri, seduta comoda comoda sul suo seggiolone dorato alla Camera dei lords con tanto di corona incollata alla messimpiega, ha letto il fatidico passaggio del discorso che – come prescrive il cerimoniale parlamentare – gli ha scritto Tony Blair e che poi non è altro che il programma per l’anno a venire: “Il mio governo rimarrà fedele al suo impegno di accrescere l’eguaglianza e la giustizia sociale promuovendo una legislazione sulla registrazione delle relazioni civili tra coppie dello stesso sesso”.
Nella sala di Westminster non si sentiva volare nemmeno una mosca, nessun risolino, nessun colpo di tosse, nessun occhio rivolto al cielo.
Dietro le tende invece una frotta di valletti, camerierini, ciambellani, guardie del corpo (e che guardie e che corpi!), famigli, fanti e servitori, tutti di provata fede omosessuale, hanno allargato gli occhioni e si sono scambiati sorrisi compiaciuti. Qualcuno proprio non ce l’ha fatta a contenersi e ha accennato a un breve quanto intenerito applauso, di quelli che si fanno con la punta delle dita, niente di più.
Ora noi possiamo anche fare gli spiritosoni ma la notizia è mica da ridere. Una delle più grandi e vecchie democrazie del mondo si appresta a varare una legislazione che riconosce diritti e dignità alle persone omosessuali.
Fino a qualche giorno fa nel Regno Unito vigeva il famigerato articolo 28 del Local Government Act sciaguratamente varato nel 1988 in pieno declino thatcheriano.
L’articolo 28 interdiva alle autorità locali qualsiasi forma di
“promozione” dell’omosessualità (nemmeno fosse un prodotto industriale) o di quelle che sprezzantemente venivano definite “relazioni pseudofamiliari gay”.
Roba ispirata alla peggiore delle omofobie, se mai ne è esistita una migliore: disprezzo radicato e idea balorda che l’omosessualità possa essere contagiosa, un brutto esempio da non presentare agli innocenti.
Blair, con un bel colpo di spugna, ha cancellato quello schifo e ha fatto dire alla regina che il suo governo tenterà di rimettere un po’ di giustizia in questo maledetto mondo.
Nel nostro paese, invece, il massimo dello sforzo che ha saputo fare il governo di centrosinistra è stato far finta di nulla.
Ogni volta che chiedevo a qualcuno di loro “ma cosa aspettate a fare una seria, ponderata e coraggiosa battaglia civile sulle coppie gay?” mi rispondevano con una scrollata di spalle trovando due scuse: o “abbiamo cose più importanti di cui occuparci” (perdere, per esempio?) oppure “il Vaticano è ancora così potente nel nostro paese”.
Per non parlare del centrodestra che ci manca poco che introduca (ci hanno provato con la legge sulla procreazione assistita) una discriminazione vera e propria che esclude le persone omosessuali.
Il miscuglio di ignavia, razzismo, opportunismo e moralismo produce una sofferenza sociale che di giorno in giorno diventa sempre più insopportabile.
In Olanda, dal 1 aprile del 2001, sono state sancite le nozze gay con possibilità di adottare bambini, il cattolicissimo Belgio ha approvato una legge che riconosce i matrimoni tra persone dello stesso sesso, a metà novembre la Corte Suprema del Massachusets ha votato la parità del diritto di tutti i cittadini a sposarsi a prescindere dall’orientamento sessuale e il Vermont è stato il primo Stato a consentire le unioni civili, in Francia e Germania il matrimonio gay è riconosciuto.
In Spagna pure. In Portogallo idem.
In Egitto, Siria, Cina e in Italia no.
Lessico familiare
Queen (lett.: regina): Il maschio omosessuale, di solito effeminato.
Browning queen (lett.: regina rosolante): maschio omosessuale che preferisce la penetrazione.
Closet queen (regina dell’armadio): uomo omosessuale timido e solitario.
Fish queen (regina dei pesci): uomo omosessuale che predilige il sesso orale.
Size queen (regina delle misure): uomo omosessuale che predilige partner con organi decisamente sviluppati.
Golden queen: (regina dorata):
1. a chi interessa eroticamente l’urina.
2. uomo anziano che attraverso i regali mostra affetto nei confronti dei partner più giovani.
3. un vecchio gay nei suoi anni giovanili.
4. uomo disposto a pagare per avere prestazioni sessuali.
5. gay che preferisce partner più vecchi.
6. gay asiatici, coreani ed ispanici.
Daniele Scalise