Il saggio dello studioso: gli Usa come Zeus e la democrazia come Astrea, dea della giustizia.Quei Titani all’assalto dell’America

Aiuto, la rivoluzione è incominciata. I nuovi Titani, ovvero le multinazionali americane senz’anima e senza volto, hanno scatenato il loro assalto all’Olimpo. Grande è il disordine sotto cielo, come le cronache quotidiane di sangue, le guerre militari e commerciali stanno ad attestare. Ma non tutto è perduto: forse il governo di Astrea, dea della giustizia, alla fine riuscirà a sottrarre l’umanità a questa specie di incubo planetario. Scenario da fantascienza? Senza dubbio, come la stessa copertina dell’ultimo saggio di Franco Cardini denuncia: una mano enorme di Titano, una specie di Godzilla o King Kong in armatura, tiene orribilmente nel pugno una figura femminile (la giustizia?) sul punto di essere stritolata. Eppure questo coltissimo e sulfureo saggio messo a punto dal noto medievalista, insieme cattolico ed estimatore dell’Islam, collocato nell’area conservatrice ma fieramente avverso al modo di vita americano, erudito benché a suo tempo affascinato dalla politica al punto da ricoprire un posto importante al vertice della Rai, non ha paura delle iperboli. E il sottotitolo, «Le lobby americane alla conquista del mondo», sgombera subito il campo da possibili equivoci. Non di fantascienza si tratta, ma di allegoria: qui si mettono in campo le divinità classiche soltanto per illustrare ciò che avviene adesso.
Ma che succede, dunque, secondo Cardini? Detto in sintesi: siamo usciti dal vecchio ordine mondiale soltanto per ritrovarci in mare aperto, senza rotta né bussola. Bei tempi dunque, quelli della Guerra fredda. Tutto allora sembrava chiaro e definito, addirittura ligio ai canoni della mitologia classica: c’era un Olimpo abitato da due divinità supreme, chiamate Usa e Urss, al di sotto delle quali sedevano altre grandi potenze (Cina, India, Giappone) oltre ad alcune rispettabili entità internazionali (Onu, Europa, Commonwealth). Da lassù si poteva accedere, scendendo di gradino in gradino, alle potenze locali e minori e, ancora più in giù, qualche posticino al sole era riservato persino ai piccoli Stati marginali, tipo Bahrain o Burkina Faso, ognuno dotato però di fedeli sudditi e credenti e di una porzione, sia pure modesta, di sovranità. Questa comunità di dei grandi e piccoli governava il mondo, con qualche inevitabile attrito. Soprattutto lo controllava, non permetteva a troppi Bin Laden di moltiplicarsi, evitava la proliferazione del peggio.
Ma, come si sa, l’11 settembre 2001, con i suoi duemila morti rimasti sotto le rovine delle Torri, ha cambiato tutto. O meglio, sostiene Franco Cardini, ha accelerato una rivoluzione globale. Che si può riassumere così. Scomparsa l’Urss, senza suscitare rimpianti particolari, l’unica divinità superstite, cioè lo zio Sam a stelle e strisce, ha indossato i panni di nuovo Zeus. Quindi ha allargato a dismisura l’antica dottrina Monroe, quella che già gli dava mano libera nel difendere i suoi interessi all’interno del «cortile di casa», ovvero il continente americano. Adesso l’America-Zeus considera «cortile di casa» il mondo intero e si comporta di conseguenza: impone i suoi interessi strategici, economici e militari a tutti indistintamente, salvo punire a suon di bombe e raid le «canaglie» che non si mettono in riga.
Fin qui saremmo forse ancora nell’ambito di un classico scenario da pessimismo conservatore: critico sì verso l’America, ma in nome di valori occidentali legati al buon tempo antico. Cardini però fa un altro passo, destinato a spiazzare ammiratori e avversari. No, afferma, non siamo entrati in una nuova età imperiale all’insegna di Zeus, ma in un’epoca rivoluzionaria: i Titani ribelli hanno avviato l’assalto all’Olimpo per detronizzare i vecchi dei, gli Stati nazionali. E infatti pare che ci stiano riuscendo: declina l’Onu, europei e russi stanno a guardare, i cinesi si adeguano, mentre i soldati dello zio Sam irrompono trionfalmente in Afghanistan e in Iraq in veste di nuovi conquistatori.
Ma allora chi sono questi Titani? Ebbene, loro, le famigerate multinazionali senza volto. Se anche hanno deciso di lasciare per il momento Zeus-Bush seduto sul suo trono olimpico, in realtà lo tengono in pugno, pronti a manovrarlo come una marionetta. I truci neoconservatives di Washington, i neoconservatori dai nomi per noi semisconosciuti come Kristol, Decter o Kagan hanno messo in piedi un «comitato d’affari» capace di controllare la Casa Bianca e, supremo atto di hybris , di empietà metafisica, sono convinti di poter esercitare l’egemonia sul mondo.
Una prova? Proprio in America ma anche da noi, in Europa, la democrazia sta declinando. Proprio il tanto decantato sistema fondato sui valori occidentali appare a Cardini sempre più formale, distaccato dalla gente, prono agli interessi delle Forze economiche occulte. In realtà, Bush ha occupato Bagdad non per una squallida questione di petrolio né per restaurare la libertà, ma perché questo gli ha chiesto e imposto l’innominabile comitato d’affari multinazionale.
Concetti forti, dunque, e per nulla fantascientifici. Se ne potrebbe concludere che il percorso di Cardini, cattolico e conservatore, concluda oggi il suo ciclo approdando a posizioni terzomondiste e new global. Ma in realtà la critica corrosiva e l’attrazione per il negativo hanno un limite: forse tornerà il regno di Astrea, la giustizia. La bella fanciulla riuscirà a sfuggire alla stretta del Titano quando i cittadini dell’Occidente sapranno riscoprire i valori della politica comunitaria e della partecipazione. Sarà davvero possibile? O è meglio utilizzare mito e fantascienza come medicine scaccia incubi?

Il saggio di Franco Cardini «Astrea e i Titani» è edito da Laterza, pagine 163, 14

Dario Fertilio
Corriere della Sera
9.11.03