Dal Legno Storto, una selezione di articoli, commenti e interviste sul caso Telecom a Cuba
Anche al marxista leninista Castro 1300 miliardi
Mandato da antonio Sabato, 01 Novembre 2003, 09:32 uur.
L'ultima l'ha sparata ieri durante i lavori della XXI Assemblea generale del consiglio latinoamericano di scienze sociali.Castro ha dichiarato: "La rivoluzione è possibile".Fidel resta fedelissimo ai suoi ideali. Ha ribadito di essere "un comunista marxista leninista, anche se non dogmatico" e che Cuba "non si arrenderà mai e opporrà ogni resistenza all'imperialismo". Lode alla coerenza. Che il il lider maximo manifesta in vari modi. Ad esempio, non scarcerando i 24 giornalisti detenuti in un carcere dell'isola.Due di loro hanno iniziato, proprio in questi giorni, uno sciopero della fame ad oltranza: sono Mario Enrique Mayo, direttore della piccola agenzia Felix Varela di Camaguey e di Adolfo Fernandez Saiz, cronista della agenzia Patria Indipendente e di Ivan Hernandez Carrillo, anche lui della stessa agenzia. Mario Enrique Mayo Hernandez è stato processato, il 4 aprile scorso, insieme ad altri tre giornalisti e condannato a 20 anni di carcere per "attentato all'indipendenza e all'integrità dello stato". Il vero comunismo non prevede la libertà. Tantomeno quella di stampa. Ma ciò che è sconcertante è scoprire (la notizia è stata data solo da Libero) che tra il 95 e il 97 oltre a dare una mano al pulitore etnico Milosevic la Stet(poi diventata Telecom Italia) aveva finanziato anche Fidel Castro. Con 1300 miliardi pubblici (la Stet era controllata dal Tesoro). Per comprare il 29,5% della compagnia telefonica dell'isola caraibica: un cumulo di macerie, un mucchio di vecchi cavi e centraline che non funzionano(attualmente la ciofeca viene valutata nel bilanci Telecom 300 miliardi).
Ci sono strane (come direbbe l'Unità) coincidenze tra Cuba e Serbia. Dalle trattative, che vengono avviate nel 95 (subito dopo il ribaltone che ha portato alla crisi della maggioranza di centro-destra) e che vengono concluse tra il 96 e il 97 (quando l'Ulivo ha vinto le elezioni),ai protagonisti: Lamberto Dini, prima Presidente del Consiglio poi ministro degli Esteri,poi Romano Prodi. I dirigenti del gruppo telefonico che chiudono l'operazione sono gli stessi di Telecom Serbia, l'accoppiata Tomasi di Vignano e Guido Rossi. Giova inoltre ricordare che in quegli anni Vito Gamberale era a capo della Tim e propose l'acquisto della britannica Vodafone che consentiva di entrare nel ricco mercato Nord-europeo.Gli fu risposto di no. Risultato: oggi Vodafone è il principale concorrente di Tim (avendo acquistato Omnitel) mentre Telecom Italia deve operare su mercati esteri di dubbia redditività.
Sorge spontanea una domanda: compagni comunisti ci siete o ci fate?
Possibile che un ente statale abbia sperperato la discreta sommetta di 1600 miliardi (di vecchie lire) mentre Prodi imponeva l'eurotassa con un esecutivo strozzato dai debiti?
Come giustificate le ragioni dell'investimento a Cuba se non con la necessità di aiutare il regime castrista e personalmente la famiglia di Castro, a cui fa capo la Etecsa (denominazione esatta di Telecom Cuba)?
P.S.- una curiosità:il sistema telefonico cubano è talmente disastrato che solo l'1% delle telefonate verso l'isola arriva a destinazione. Il servizio è gratuito.Ma non per ragioni sociali,bensì per motivi tecnici: le strutture sono così vecchie che non si riesce neanche ad individuare le origini delle chiamate, quindi è impossibile fare le bollette