La lunga marcia verso le curie

ALLE ORIGINI DEL CATTO-COMUNISMO

Inutile che i mercenari si illudano: <<Io sono il buon
pastore - dice il Signore -, conosco le mie pecore e le mie
pecore conoscono me. Le mie pecore ascoltano la mia voce ed
esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e nessuno le
rapira` dalla mia mano>> (Gv 10,14.27-28).



Il 20 dicembre 1864 il vescovo di Nimes, monsignor
Plantier, e` a Roma, e riceve direttamente da Pio IX,
durante un'udienza, un esemplare del Sillabo. Tornato in
Francia, [...] il vescovo confronta il suo Sillabo con
quello ufficialmente promulgato, e si accorge che in
quest'ultimo mancano non una, ma due proposizioni presenti
nell'esemplare che egli ha ricevuto dalle mani di Pio IX
[...] Tornato a Roma, monsignor Plantier si reca da Pio IX,
lo informa del caso e gli chiede una delucidazione. Ma Pio
IX, come scrive il Martina, <<cadde dalle nuvole>>. Gli
avevano presentato un testo diverso da quello promulgato;
si erano stampati due Sillabi, uno per il Papa, e un altro
per il resto del mondo! [pp. 30-31].

* * *

Il noto (ai suoi tempi) storico cattolico Pietro Balan [+
1893 - Nota], che fu archivista della Santa Sede, offre
delle notizie di prima mano, in tema di sottrazione di
documenti vaticani, in una lettera da lui indirizzata
all'amico sacerdote Oreste Nuti: <<Mi par di avertene
scritto: la Massoneria, che ha sempre un po' trescato in
Vaticano, ora sembra che ci abbia messo il suo quartier
generale, e che quel di Piazza Poli [allora sede del Grande
Oriente - Nota] non ne sia che un "diversivo" [...] Uno o
due mesi fa, avevo tutto un "Originale" al completo - sul
mio banco di lavoro - del Concilio Ecumenico Vaticano;
quando ad un tratto me lo vedo sparire... e che poi seppi
esser'ito a Piazza Poli [...] Una sera, a tarda ora, mi
sento chiamare d'urgenza al Vaticano, per sentirmi accusare
per sottrazione di documenti riguardanti la Casa D'Este...
E allora, non potendone proprio piu`, mi sbottonai col S.
Padre e gli dissi liberamente che io ero stufo e arcistufo
di quella continua inquisizione e... mi licenziai. Il Papa,
convinto della mia innocenza, mi confortava a resistere; ma
io tenni fermo che, oramai, avevo capito come il Vaticano
non era piu` igienico per noi "intransigenti"! Che giova
nelle Fata dar di cozzo?>>.

Le vicende qui descritte si riferiscono al pontificato di
Leone XIII. Ma si puo` dire che tale situazione sia
originale o non piuttosto che, per quanto aggravatasi sotto
Papa Pecci, abbia origini piu` lontane? In realta` il
fenomeno della infiltrazione settaria rimonta all'indomani
della Restaurazione post-napoleonica. <<Siamo circondati -
notava nel 1820 il card. Castiglioni, il futuro papa Pio
VIII - dalla mala genia massonica, che ci ha rubato tutti
quasi gl'impiegati, e ci toglie la gioventu` di talento>>
[pp. 33-35].

Da: GIANNI VANNONI, Introduzione, in: PIO IX, Sillabo,
2aed., Siena, Cantagalli, 1985.

* * *


L'officio divinamente commessoci di pascere il gregge del
Signore ha, fra i primi doveri imposti da Cristo, quello di
custodire con ogni vigilanza il deposito della fede
trasmessa ai santi, ripudiando le profane novita` di parole
e le opposizioni di una scienza di falso nome [...]

I fautori dell'errore gia` non sono ormai da ricercarsi fra
i nemici dichiarati; ma, cio` che da` somma pena e timore,
si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto piu`
perniciosi quanto meno sono in vista. Alludiamo, o
Venerabili Fratelli, a molti del laicato cattolico e, cio`
ch'e` piu` deplorevole, a non pochi dello stesso ceto
sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la Chiesa,
scevri d'ogni solido presidio di filosofico e teologico
sapere, tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei
nemici della Chiesa, si danno, senza ritegno di sorta, per
riformatori della Chiesa medesima; e, fatta audacemente
schiera, si gittano su quanto vi ha di piu` santo
nell'opera di Cristo, non risparmiando la persona stessa
del Redentore divino, che, con ardimento sacrilego,
rimpiccioliscono fino alla condizione di un puro e semplice
uomo.

Da: SAN PIO X, Lettera enciclica "Pascendi Dominici
Gregis", 8 settembre 1907

* * *

Vedendo il comune desiderio di pace, i capi del comunismo
fingono di essere i piu` zelanti fautori e propagatori del
movimento per la pace mondiale; ma nello stesso tempo
eccitano a una lotta di classe che fa correre fiumi di
sangue, e sentendo di non avere interna garanzia di pace,
ricorrono ad armamenti illimitati. Cosi`, sotto vari nomi
che neppure alludono al comunismo, fondano associazioni e
periodici che servono poi unicamente a far penetrare le
loro idee in ambienti altrimenti a loro non facilmente
accessibili; anzi procurano con perfidia di infiltrarsi in
associazioni cattoliche e religiose. Cosi` altrove, senza
punto recedere dai loro perversi principii, invitano i
cattolici a collaborare seco sul campo cosi` detto
umanitario e caritativo, proponendo talvolta anche cose del
tutto conformi allo spirito cristiano e alla dottrina della
Chiesa.

Il comunismo e` intrinsecamente perverso e non si puo`
ammettere in nessun campo la collaborazione con lui da
parte di chiunque voglia salvare la civilizzazione
cristiana. E se taluni indotti in errore cooperassero alla
vittoria del comunismo nel loro paese, cadranno per i primi
come vittime del loro errore.

Da: PIO XI, Lettera Enciclica "Divini Redemptoris", 19
marzo 1937, n. 57 e 58

* * *


Lenin era della convinzione che un segretario del partito
comunista dentro uno Stato cattolico, per essere
all'altezza del suo compito, avrebbe dovuto vestirsi
all'occorrenza anche del saio francescano.

Nel 1935 i servizi segreti segnalarono che all'epoca
all'incirca mille studenti comunisti risultavano infiltrati
nei seminari e nei noviziati dell'Europa occidentale, dove
in perfetta finzione di vita religiosa s'apprestavano a
diventare sacerdoti: il partito poi avrebbe pensato a
sguinzagliarli nei gangli e nei posti piu` vitali della
Chiesa. Il fenomeno ando` man mano allargandosi fino alle
gravi contestazioni nei seminari e nei noviziati e di
tantissimi preti operai e no, durante gli anni Sessanta- Settanta.

Chi non ricorda l'ostentata partecipazione di giovani
chierici in abito ecclesiastico, a Roma, fare bella mostra
di se` nei cortei comunisti, agitarsi e scalmanarsi
attorniati da pugni chiusi e da selve di bandiere rosse a
loro protezione? Avveniva anche questo a quel tempo.

Sotto lo pseudonimo di Caesar, Antonio Gramsci negli anni
Venti scrisse su "Ordine Nuovo" tale profetica
affermazione: <<La rossa tunica del Cristo fiammeggia oggi
piu` smagliante, piu` rossa, piu` bolscevica. Vi e` un
lembo di tunica di Cristo nelle innumerevoli bandiere rosse
dei comunisti che in tutto il mondo marciano all'assalto
della fortezza borghese, per restaurare il regno dello
spirito sulla materia, per assicurare la pace in terra agli
uomini di buona volonta`>>.

Henry de Lubac diceva: <<Quando il sacro e` dappertutto,
non e` piu` sacro in nessun luogo>>. [pp. 215-216].

Nel 1956 don Pasquale Uva, fondatore a Bisceglie della Casa
della Divina Privvidenza, presento` con qualche ritardo
alla direzione del seminario regionale pugliese un giovane
della Basilicata, aspirante religioso presso la sua
incipiente Fraternita`, e del quale si rendeva garante.
Sanomonte, il suo nome, era un seminarista intelligente ed
esemplare in tutto: alquanto chiuso, statura media e
robusta, d'aspetto simpatico. Nella nota caratteristica del
prefetto di camerata si leggeva: alquanto circospetto e
poco loquace, ma gentile con tutti.

Frattanto, l'anno scolastico volgeva al termine. Pomeriggio
di una giornata afosa, i componenti la sua camerata, una
trentina, si dirigevano in fila a passeggio verso il porto.
Sanomonte, in genere, preferiva stare ultimo della fila:
cosi` quella volta. A un tratto si china a tirar su le
calze, tenendo d'occhio il gruppo che voltava l'angolo.
Guarda con certa stizza la saracinesca chiusa della sezione
del partito comunista. Un uomo obeso con le mani dietro la
schiena s'appoggiava all'anta laterale, come se ne
aspettasse l'apertura. Un attimo d'insicurezza e abbordo`
lo sconosciuto, dicendogli: <<Compagno, dia questa busta
chiusa al compagno segretario... Mi raccomando: chiusa!>>.
Ma aveva scambiato cavallo; manco a dirlo, il panciuto era
noto a tutta la citta` come il piu` sfegatato
democristiano; si chiamava Peruzzi. Da sornione qual era,
Peruzzi aveva seguito l'imbarazzo e le mosse del
seminarista in ogni suo particolare. Ora, con la busta
chiusa in suo possesso, egli si domandava: che fare?

[...] Un bel rebus, che si risolse alla fine con la punta
di un tagliacarte infilato all'angolo della busta che
s'apriva. Era scritto: <<Caro compagno segretario, mi trovo
distaccato dal mio paese a studiare in questo seminario
regionale. Ho urgente bisogno di vederti per definire con
te il piano da seguire nel prossimo futuro. Mi raccomando
di qualificarti come mio zio. Le visite dei parenti sono
consentite ogni giovedi` dalle 16 in poi nell'attiguo
parlatorio a pianoterra. Saluti Andrea Sanomonte>>.

Non sembrava vero a Peruzzi, che nei pettegolezzi ci
guazzava, d'esse ricevuto in tutta segretezza dal rettore
[...] La sera, d'intesa con vicerettore e il prefetto di
camerata, furono perquisiti accuratamente la scrivania e
gli effetti personali di Sanomonte. Ai tre parve di non
aver trovato materiale di rilievo: qualche appunto
sospetto, qualche scritto d'orientamento comunista,
l'agendina tascabile con certi ghirigori indecifrabili di
vago interesse, tuttavia prelevata e acquisita.

Era la prima volta che succedeva un caso del genere e c'era
divergenza di pareri in direzione. Si chiese consiglio alla
Polizia, la quale per ispezionare con calma il plico lo
porto` in questura. D'accordo col venerando don Uva, si
invito` il Sanomonte a tornare a casa fino a nuovi ordini.
Quando tutto sembrava finito, dal dicastero addetto ai
seminari in curia romana arriva un severo cicchetto al
rettore per non aver informato subito dell'accaduto
l'organo vaticano.

Ecco cos'era successo: alcune di quelle cifre trascritte
nell'agendina di Sanomonte contenevano codici segreti sul
carico e la destinazione di una nave bellica italiana in
aperto oceano pacifico, noti soltanto agli addetti al
controllo di tutte le navi italiane, in navigazione per i
mari del globo [...] Sull'accaduto si fece scendere la
coltre del piu` rigoroso silenzio. Nessun altro ne fece
piu` cenno.

Ma quanti di quei finti seminaristi, segnalati fin dalla
meta` degli anni Trenta, riuscirono a farla franca e ad
arrivare al sacerdozio? E quanti di essi furono vescovi e
cardinali? Tutti ricordano all'epoca l'uscita del cardinale
Alfredo Ottaviani [...] [prefetto del S.Uffizio - Nota],
che in un suo articolo postconciliare apostrofava certi
ecclesiastici col nomignolo di "comunistelli di sagrestia".
[...]

Stalin, che degli eserciti piu` armati del mondo temeva
principalmente quello dei fedeli al comando del Papa,
accortosi che la persecuzione bolscevica contro la Chiesa
aveva dato risultati fin allora scarsi, decise di cambiare
tattica: bisognava corromperla e lacerarla dal di dentro,
per ottenere effetti ben piu` devastanti. [pp. 217-220].

Da: I MILLENARI, Via col vento in Vaticano, Milano, Kaos
Edizioni, 1999.

* * *


In ogni citta` vi e` il rappresentante del governo per il
controllo dei <<culti>>, un uomo della Polizia Segreta
[...]

La maggior parte dei ministri di culto danno informazioni
alla Polizia Segreta, con la differenza che certuni lo
fanno con riluttanza, cercando di nascondere alcune cose,
mentre altri hanno preso l'abitudine e le loro coscienze si
sono indurite. Altri poi si sono appassionati alla cosa e
dicono piu` di quello che si richiede loro [...]

Andai al Congresso Battista, un congresso sotto l'insegna
della bandiera rossa; qui i comunisti avevano gia` deciso
chi dovevano essere i <<dirigenti eletti>>. Io ora so che a
capo di tutte le chiese ufficiali ci sono degli uomini
nominati dal partito comunista. Ed ho capito che stavo
vedendo l'abominazione della desolazione nel luogo santo,
di cui parla Gesu`.

Ci sono sempre stati buoni e cattivi pastori e predicatori.
Ora pero`, per la prima volta nella storia della chiesa, il
comitato centrale di un partito che si dichiara apertamente
ateo, e che ha lo scopo dichiarato di sradicare la
religione, decide chi deve guidare la chiesa. Guidarla a
quale scopo? Certamente per aiutare a sradicare la
religione.

Lenin ha detto: <<Ogni idea religiosa, ogni idea di Dio,
persino lo scherzare con l'idea di Dio, e` una bassezza
della specie piu` pericolosa, una contaminazione della
specie piu` abominevole. Milioni di peccati, di azioni
corrotte e di atti di violenza e di contaminazione fisica
sono di gran lunga meno pericolosi della sottile,
spirituale idea di Dio>>. I partiti comunisti di tutta
l'area sovietica sono leninisti. Per loro la religione e`
peggiore del cancro, della tubercolosi e della sifilide. Ed
essi decidono chi debbano essere i capi religiosi. E con
loro i capi della chiesa ufficiale collaborano,
compromettendosi chi piu`, chi meno.

Ho udito le conferenze del vescovo vicario Rapp della
Chiesa luterana, il quale affermava che Dio ha dato tre
rivelazioni: attraverso Mose`, attraverso Gesu` e
attraverso Karl Marx!

Ho visto avvelenare la gioventu` e i fanciulli con
l'ateismo, mentre la chiesa ufficiale non aveva la benche`
minima possibilita` di opporvisi [...]

Chi s'interessa del fratello Kuzyck, condannato perche`
colpevole del crimine di aver distribuito pubblicazioni
cristiane <<velenose>>, come le meditazioni di Torrey e
porzioni della Bibbia? Chi sa qualcosa del fratello
Prokofiev, condannato per aver distribuito dei sermoni
manoscritti? Chi sa qualcosa del cristiano ebreo Gruenwald,
condannato per analoghi reati in Russia, e dalle cui mani i
comunisti strapparono per sempre il figlioletto? Io so bene
che cosa provai quando fui portato via dal mio figlio
Mihai. Ed io soffro con i fratelli Gruenwald, Ivanenko,
Granny Scevciuk, Taissia Tkacenko, Ekaterina Vekazina,
Georgij Vekazin, con coniugi Pilat in Lettonia, altrettanti
nomi di santi e di eroi della fede nel XX secolo! Io mi
inchino a baciare le loro catene, come i primi cristiani
dappertutto baciavano le catene dei loro fratelli quando
venivano condotti per esser gettati alle belve.

Alcuni capi ecclesiastici occidentali non si curano di
tutti costoro. I nomi di quei martiri non sono sulla loro
lista di preghiere. Proprio quando questi venivano
torturati e condannati, i capi ufficiali delle chiese
Battiste e Ortodosse di Russia, che li avevano denunciati e
traditi, venivano ricevuti con grandi onori a Nuova Delhi,
a Ginevra e ad altre conferenze. Qui essi garantivano ad
ognuno che in Russia c'e` piena liberta` religiosa.

Un capo del Consiglio Mondiale delle Chiese bacio` il
bolscevico arcivescovo Nikodim, quando costui diede una
simile assicurazione. Indi essi banchettarono tutti
insieme, sotto l'egida del Consiglio Mondiale delle Chiese,
mentre i santi in prigione mangiavano verdura cruda e
marcia, proprio come io stesso ne avevo mangiata nel nome
di Gesu` Cristo.

Da: RICHARD WURMBRAND, Torturato per Cristo, Marchirolo,
EUN, 1977, pp. 77-81