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    Predefinito Le mille manovre dei curiali

    Le mille manovre dei curiali

    [Da “L’espresso” n. 44 del 24-30 ottobre 2003]

    di Sandro Magister

    Giovanni Paolo II resterà papa “fino all’ultimo respiro”, immobile e silenzioso come una sacra icona. Ma attorno a lui in Vaticano è tutto un agitarsi febbrile, col pensiero fisso sulla fine del pontificato. Tra i più attivi vi sono i più intimi al papa, quelli che governano la sua immagine pubblica: il segretario personale Stanislaw Dziwisz, il regista delle liturgie Piero Marini, il portavoce per i media Joaquín Navarro-Valls, l’organizzatore dei viaggi esteri Renato Boccardo, il prefetto della casa pontificia James M. Harvey.

    Il peso dei primi due, in particolare, è cresciuto a dismisura. Mai nessun segretario di papa, nell’ultimo secolo, ha avuto più potere di Dziwisz. È stato lui a dire la penultima parola, prima della ratifica papale, sulla lista dei nuovi cardinali creati il 21 ottobre. Il fatto che un sodale suo e di Marini, il polacco Julius Paetz, sia stato cacciato da arcivescovo di Poznan per malefatte omosex, non l’ha danneggiato. Via la pecora nera, Dziwisz ha fatto promuovere pochi giorni fa un altro della sua cerchia, anche lui polacco, Stanislaw Rylko, alla presidenza del pontificio consiglio per i laici, una carica cardinalizia.

    Nell’inner circle del papa l’Opus Dei ha già da tempo un uomo in posizione chiave, Navarro-Valls, suo membro numerario con voto di castità. Ma grazie all’ultimo giro di nomine l’Opus si è ancor più rafforzata, in Vaticano. Il neopromosso Rylko ha preso il posto del cardinale americano Francis Stafford, e questi ha sostituito a sua volta, nella carica di penitenziere maggiore, Luigi De Magistris, estromesso senza nemmeno la berretta cardinalizia che gli competeva per tradizione. A De Magistris, che è anche consulente della congregazione per le cause dei santi, l’Opus Dei non ha mai perdonato d’essersi pronunciato, unico curiale di spicco, contro la beatificazione del suo fondatore, José Maria Escrivá de Balaguer. In più, De Magistris s’era da tempo inimicato il maestro delle cerimonie del papa, Marini, criticandone le innovazioni, in particolare le danze esotiche introdotte nel vivo della messa.

    Ma l’Opus Dei non solo si é liberata di un avversario, ha anche conquistato in curia una nuova posizione di grande prestigio internazionale. Al posto di Francesco Marchisano, che presiedeva la pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa, è riuscita a far collocare un proprio sostenitore, Mauro Piacenza, nonostante questi non si sia mai occupato in passato d’alcunché che attenesse al suo nuovo ufficio.

    Inoltre, l’Opus ha ora un cardinale in più che è suo adepto al 100 per cento, il secondo dopo l’arcivescovo di Lima, Juan Luis Cipriani Thorne: è lo spagnolo Julián Herranz, presidente del pontificio consiglio per i testi legislativi. Per non dire del cardinale camerlengo, Eduardo Martinez Somalo, che ha una sorella numeraria e un nipote sacerdote dell'opera. Il cardinale camerlengo ha un ruolo di preminenza nel passaggio da un papa a un altro, è quello che governa l’interregno. Già con Karol Wojtyla l’Opus è riuscita ad avere come papa un proprio simpatizzante; e ora ha buoni numeri per ripetere il colpo puntando sull’arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi. Ma proprio le ambizioni troppo scoperte dell’uno e dell’altra potrebbero danneggiare entrambi. Tra i cardinali già trapelano segni di reazione contraria.

    Un passaggio importante potrebbero essere i cambi ai vertici della segreteria di Stato e del Sant’Uffizio. I due massimi titolari, i cardinali Angelo Sodano e Joseph Ratzinger, hanno passato i limiti di età e del primo si dà come successore quasi certo Giovanni Battista Re, attuale prefetto della congregazione per i vescovi. Re vanta eccellenti rapporti sia con il segretario papale Dziwisz, sia con Tettamanzi, sia con l’altro papabile e grande elettore italiano, il cardinale Camillo Ruini; è giocoforza che si muoverà assicurandosi che il futuro papa lo confermi come suo primo ministro. Sono meno solide invece le sue credenziali presso l’Opus Dei: Re è diretto erede in curia di colui che fu l’uomo forte del pontificato di Paolo VI, Giovanni Benelli, tenacissimo avversario dell’Opus.

    In segreteria di Stato, intanto, una sostituzione è già avvenuta. Il ministro degli esteri uscente, il francese Jean-Louis Tauran, è stato promosso cardinale e al suo posto è andato Giovanni Lajolo, in precedenza nunzio apostolico in Germania e uomo di fiducia di Sodano, che lo vedrebbe bene anche come proprio successore. Tauran è pronosticato al posto di Re alla testa della congregazione per i vescovi, ma sia la salute malferma, sia la prova non brillante che ha dato come ministro degli esteri potrebbero destinarlo a incarichi meno impegnativi.

    Disastroso è stato, in settembre, un suo viaggio in Georgia, per la firma di un’intesa a tutela della minoranza cattolica. Invece della firma Tauran ha rimediato un umiliante rifiuto, col contorno di cortei antipapisti. Ne soffrirà anche la carriera, fin qui folgorante, del nunzio in Georgia Claudio Gugerotti, protetto del cardinale Achille Silvestrini e sherpa della fallita operazione.

    Poi c’è la mina vagante: il cardinale Crescenzio Sepe, potente monarca della congregazione “De Propaganda Fide”. Egli non fa mistero di puntare ancora più in alto, almeno alla segreteria di Stato, se non con questo papa col futuro. “L’Osservatore Romano” diretto da Mario Agnes fa il tifo per lui. Idem una religiosa che in Vaticano conta più della leggendaria suor Pascalina Lehnert, domestica di Pio XII: suor Tekla Famiglietti, superiora generale delle Brigidine. Insieme in azione, Sepe e suor Tekla, “L’Osservatore” li ha esibiti l’ultima volta lo scorso marzo. Mentre a Cuba abbracciavano Fidel Castro.

  2. #2
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    Francamente questi articoletti che ricordano tanto la politica nostrana ce li possono risparmiare.

  3. #3
    Affus
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    Originally posted by Lepanto
    Francamente questi articoletti che ricordano tanto la politica nostrana ce li possono risparmiare.
    si fa peccato solo a pensarci .

 

 

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