L'Ordine Teutonico e le crociate del Nord
(1147-1525)

di Teutonicus

Il fenomeno delle crociate è, senz'altro, una delle manifestazioni più spettacolari della vitalità spirituale dell'Occidente latino. La crociata è una spedizione militare volta a difendere la Fede cattolica, sia riconquistando territori appartenenti di diritto alla Cristianità, come la Spagna o la Terra Santa, sia per estendere il Cristianesimo ai popoli non cristiani, come avvenne a partire dal X secolo, sulle frontiere orientali del Sacro Romano Impero.
La storia delle crociate, inoltre, è legata ad un'originale istituzione del Medioevo cristiano, la cavalleria, ed in particolare a quella sua forma, gli Ordini monastico-cavallereschi, composti cioè da monaci-soldati, che sorse e si diffuse, a partire dal secolo XI, in tutti i territori investiti dal movimento delle crociate.
Li troviamo innanzitutto in Terrasanta, dove nascono nel 1119 i Cavalieri del Tempio, nel 1130 quelli di San Giovanni detti Ospitalieri, e infine nel 1198 i Cavalieri Teutonici. In Spagna si hanno nel corso del secolo XII, gli Ordini di Alcantara (1156), Calatrava (1158) e di Santiago (1175), mentre a Nord-Est, sul fronte baltico, appaiono nei primi anni del XIII, i Portaspada e i Cavalieri di Dobrzin.
Per commemorare l'importante ricorrenza del 9° centenario della conquista di Gerusalemme da parte dei crociati guidati da Goffredo di Buglione (15 luglio 1099) si è pensato di dedicare questo breve intervento a ricordare un'altra crociata, meno conosciuta, ma che pure ha deciso il destino di una parte rilevante dell'Europa settentrionale, lungo le coste del Mar Baltico.
In particolare vogliamo seguire le vicende di chi ne fu principale protagonista, l'Ordine dei Cavalieri di Santa Maria dei Tedeschi di Gerusalemme, universalmente noto come i Cavalieri dell'Ordine Teutonico.


L'Ordine Teutonico in oriente: nascita (1099-1143)

Prima di divenire nel 1198 un Ordine monastico-cavalleresco, l'istituzione attraversò un lungo periodo di gestazione. Le sue origini risalgono, a quanto sembra, proprio al 1099, anno della presa di Gerusalemme.
Secondo una pia tradizione, in quell'anno, un cavaliere tedesco gravemente ferito durante i combattimenti e che giaceva privo di sensi in una delle vie della città vecchia, fu raccolto e curato da una coppia di pellegrini, anch'essi di origine germanica, probabilmente mercanti provenienti da Brema o da Lubecca.
I due pellegrini decisero di continuare stabilmente in quell'attività caritativa, ricevendo l'approvazione del Patriarca di Gerusalemme, Stefano. Nacque quindi un piccolo ospedale, affiancato da una foresteria, posti entrambi sotto la protezione della Vergine Maria, con lo scopo di dedicarsi in particolare, ma non solo, alla cura e al sollievo dei pellegrini tedeschi.
Alla loro morte, attorno al 1118, i due pellegrini lasciarono in eredità tutto il patrimonio a beneficio di quel piccolo ospedale, in cui nel frattempo iniziarono a prestare la loro opera dei frati. Questo prese il nome di Ospedale di Santa Maria dei Tedeschi di Gerusalemme.


L'ospedale di S. Maria dei Tedeschi e gli Ospitalieri (1143)

Il 9 dicembre 1143, Papa Celestino II avrebbe posto quest'istituzione sotto l'autorità dell'Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni, a patto che il piccolo Ospedale fosse retto da un priore che sapesse il tedesco (da un documento citato da Gregorio IX nella bolla Ex parte dilectorum del 17 agosto 1229).
Il piccolo ospedale entrò allora a far parte dell'Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni. Fondato a Gerusalemme prima del 1070 dal mercante amalfitano, Mauro di Pantaleone, anch'esso con lo scopo di sovvenire i pellegrini in difficoltà, a partire dal 1137, su imitazione dei Templari, si era riorganizzato, senza mai trascurare l'attività caritativa, su base militare.
I Templari comparvero come ordine esclusivamente militare attorno agli anni 1118-1119 con il nome di poveri cavalieri di Cristo, adottando nel 1128 una regola ispirata a quella benedettina, cui vennero aggiunti ai tre voti consueti di povertà, castità e obbedienza un quarto voto che contemplava gli obblighi militari.
Il piccolo ospedale di S. Maria dei Tedeschi di Gerusalemme era quindi aggregato agli Ospitalieri, che divisi al loro interno in 'nazioni' o 'lingue', appariva un Ordine più internazionale, che non i Templari, che attingevano quasi esclusivamente ai territori francesi.


La II crociata (1147-1148)

Se in un primo tempo la presenza tedesca in Terrasanta fu insignificante, con la II crociata del 1147-1148, numerosi pellegrini e crociati germanici giunsero in Palestina al seguito dell'imperatore Corrado III di Svevia. Tra gli altri, suo nipote Federico, il futuro Imperatore Barbarossa, il Vescovo Ottone di Frisinga, fratello dell'Imperatore, il Duca Enrico d'Austria, il margravio Herman di Baden.


La III crociata (1189-1191)

Il 30 settembre 1187, Saladino, dopo la vittoria di Hattin, riuscì a conquistare Gerusalemme. I fratelli dell'Ospedale di Santa Maria, così come gli Ospitalieri e i Templari, dovettero abbandonare la città santa, trasferendosi in uno dei centri costieri ancora sotto controllo cristiano.
Sull'onda della caduta di Gerusalemme, sotto il pontificato di Clemente III (1187-1191) fu organizzata una nuova crociata, la III, cui parteciparono i sovrani più potenti della Cristianità, come il Re di Francia Filippo Augusto, Riccardo Cuor di leone, Re d'Inghilterra, e soprattutto l'Imperatore Federico Barbarossa, allora settantenne.
Nell'autunno del 1189 l'esercito imperiale, che consisteva, stando alle cronache, di sessantamila cavalieri e 300 mila fanti, provenienti da tutti i territori dell'Impero, e quindi ove numerosissimi erano i tedeschi, si mise in marcia.
Purtroppo il 10 luglio 1190 Federico moriva poco dopo aver attraversato a nuoto un fiume della Cilicia, il Salef, in Turchia. Il figlio cadetto Federico assunse allora il comando conducendo quel che rimaneva dell'esercito imperiale sotto le mura di Acri, conquistata dal Saladino e assediata dai cristiani, ove nel frattempo era sbarcata un'altra spedizione formata da tedeschi, guidati da Adolfo di Holstein.


L'assedio di Acri e la rinascita dell'Ospedale (1189-1191)

L'assedio di Acri si protrasse dall'agosto del 1189 fino al luglio del 1191, e durante le fasi della lotta, venne costruito da alcuni mercanti di Brema e Lubecca un ospedale da campo, cui il Re di Gerusalemme, Guido di Lusignano, concesse il privilegio, in caso di riconquista della città, di poter costruirne uno in muratura al suo interno. È verosimile che in questo nuovo ospedale vi fossero dei frati dell'antico ospedale di Gerusa-emme, poiché s'intitolò con l'antico nome di Santa Maria dei tedeschi di Gerusalemme.
Federico di Svevia accordò subito la sua protezione all'ospedale, cui diede anche un cappellano di nome Conrad e un intendente chiamato Burchard.
Dopo la conquista di Acri, 11 luglio 1191, l'ospedale fu trasferito all'interno delle mura, in prossimità della torre di San Nicola, non lontano dalla residenza del Patriarca.


Emancipazione dagli Ospitalieri (1192-1198)

Da quel momento il piccolo ospedale cercò di emanciparsi dalla tutela dell'Ordine degli Ospitalieri per costituirsi come Ordine indipendente, fidando sulla protezione della casa imperiale e dei prìncipi tedeschi.
Grazie all'intervento del nuovo imperatore, Enrico VI, Papa Celestino III (1191-1198) con un documento del 2 febbraio 1192, nominò frate Gerhard 'maestro dell'ospedale dei tedeschi di Acri', il che fa pensare a un Ordine indipendente.
Nel 1193 troviamo tracce evidenti della militarizzazione dell'Ordine, poiché il Re Guido di Lusignano vende ai teutonici un quartiere della città di Acri, affidando loro il compito di difendere un barbacane. Successivamente, nel 1198, un altro barbacane, quello della porta di San Nicola, la torre della Châtre, e il barbacane detto del Re, vengono posti sotto la tutela dei monaci tedeschi.
6 febbraio 1191. Clemente III conferma la rifondazione dell'ospedale.
21 dicembre 1196. Celestino III, con una bolla, sancisce l'esistenza dell'Ordine di S. Maria dei Tedeschi, comunità religiosa sottoposta alla regola di S. Agostino e direttamente sottomessa alla S. Sede.
19 febbraio 1198. Papa Innocenzo III (1198-1216) precisa che l'Ordine sarà soggetto alla regola degli Ospitalieri per quel che concerne l'attività caritativa, mentre seguirà la regola dei Templari per quella militare, indossando un mantello bianco con una croce nera, anziché rossa, come i Templari.
A quella data i Teutonici possiedono in Terra Santa, oltre alla sede principale di Acri, altre cinque case a Gaza, Giaffa, Ascalona, Rama e Zamsi. Dal 1197 si sono stabiliti a Palermo e Barletta. Il nome rimarrà sempre quello di Ordine di Santa Maria dei Tedeschi di Gerusalemme.
Numerose commende cominciano a nascere in Europa e soprattutto nei territori imperiali di lingua tedesca. Assai antica è quella sorta a Bolzano nel 1200; nel 1206 viene fondata in Sicilia quella di Polizzi, mentre nel 1209, sull'onda della conquista di Costantinopoli a seguito della IV crociata, troviamo i Cavalieri Teutonici anche nel sud del Peloponneso.


L'Ordine Teutonico in Oriente: sviluppo (1198-1291)

Un fatto capitale nella storia dell'Ordine fu la nomina a Gran Maestro, nel 1210, del discendente di una famiglia della piccola nobiltà della Turingia, Hermann von Salza. Fino a quel momento i Teutonici, se paragonati ai due Ordini maggiori e più antichi, Templare e di San Giovanni, erano ben poca cosa.
Il nuovo Gran Maestro innanzi tutto godé della fiducia assoluta dei Papi del suo tempo, Innocenzo III, Onorio III e Gregorio III, nonché di quella dell'Imperatore Federico II, di cui, finché visse, fu ascoltato consigliere e mediò spesso tra i due supremi Poteri nella loro incessante lotta.
Federico II inoltre, avendo sposato nel 1225 l'erede del Regno di Gerusalemme Iolanda di Brienne, divenne il titolare del Regno crociato e si fece incoronare a Foggia Re di Gerusalemme, portando da quel momento il titolo di Fredericus Dei gratia Imperator romanorum semper augustus et Rex Hierosalymi.
Il rapporto fiduciario tra l'Imperatore e il Gran Maestro fece sì che con diploma imperiale datato 23 gennaio 1214, promulgato ad Hanau, Von Salza veniva nominato con i suoi successori membro di diritto della corte imperiale, con la facoltà di alloggiarvi con il seguito, privilegio che era esteso anche ai rappresentanti dell'Ordine in missione presso il Sovrano.
Papa Onorio III, nel 1216 una prima volta e poi nel 1221, aveva confermato ed esteso i privilegi dell'Ordine: esenzione totale dalle decime, facoltà di costruire chiese e oratori sui propri possedimenti, e di essere giudicato e eventualmente scomunicato solo dalla S. Sede.
Nel marzo del 1226, inoltre, con la Bolla d'oro di Rimini, l'Imperatore Federico concedeva al Gran Maestro e ai suoi successori il titolo di Principe dell'Impero, con facoltà di creare uno stato vassallo nei territori conquistati.
Grazie alla protezione di Federico II, divenuto Re di Gerusalemme, l'influenza e la potenza dell'Ordine in Palestina si accrebbe notevolmente. L'Ordine entrò così in possesso d'alcune cittadelle fortificate, come Monfort, dove il Gran Maestro trasferì la sua sede, e Toron, mentre si accrescevano ancora i possessi dei Teutonici ad Acri, la capitale del Regno.
Non seguiremo le vicende dell'Ordine fino alla caduta di Acri nel 1291, alla difesa della quale diedero un notevole contributo anche i cavalieri tedeschi. Basti dire che per molto tempo ancora la riconquista della Terra Santa restò lo scopo principale della sua attività, anche quando ormai veniva lentamente creandosi nel Nord uno stato retto dall'Ordine.
Così dopo la caduta di Acri, dal 1291 fino al 1309, la sede dell'Ordine fu trasferita a Venezia, nella speranza di poter presto ritornare in Oriente.


L'esperimento ungherese (1211-1225)

Durante il lungo magistero di Hermann von Salza, l'attenzione dei teutonici si era già spostata anche verso altre regioni.
Così nel 1211 il Re d'Ungheria Andrea II (1205-1235) che aveva partecipato alla Va Crociata e aveva avuto modo di apprezzare le capacita politico-militari dell'Ordine, decise di invitare i Teutonici a colonizzare una regione della Transilvania detta in tedesco Burzenland, territorio di confine semidisabitato e infestato dalla popolazione pagana dei Cumani, abitanti attorno al corso del basso Danubio.
In base al decreto reale l'Ordine riceveva in proprietà libera e perpetua un territorio di circa 1500 Km2, con una totale autonomia politica, giudiziaria ed economica (facoltà di aprire liberi mercati, facoltà di riscuotere tasse dai coloni, di sfruttare le eventuali miniere per una metà, di battere moneta in proprio, esenzione dalle tasse, ecc.); a ciò si aggiunga anche un'ampia autonomia in campo ecclesiastico: facoltà di riscuotere le decime sui coloni tedeschi, di scegliere i preti delle proprie chiese ecc.
I cavalieri iniziarono subito la loro attività colonizzatrice ad un tempo ed evangelizzatrice, costruendo forti, prima in legno poi in pietra, e edifici di culto.
Nel 1221 tuttavia il Re cambiò idea, ordinando all'Ordine di restituire la provincia alla Corona e di abbandonare l'Ungheria. L'anno successivo il Re si riconciliò temporaneamente con i Teutonici.
Nel 1225, infatti, Andrea, temendo che l'Ordine riuscisse a formare uno stato nello stato, iniziò una spedizione militare volta a cacciare i Cavalieri-monaci dal Burzenland.


Le crociate del Nord prima dell'arrivo dell'Ordine Teutonico (1149-1230)

Fu nel corso dell'inverno 1225-1226 che una delegazione, guidata dal Vescovo di Prussia Christian, incontrò in Italia Hermann von Salza e chiese all'Ordine, in nome del Duca polacco Corrado di Mazovia, di venirgli in soccorso contro le incursioni delle popolazioni pagane di ceppo slavo, promettendo ai Teutonici un territorio di circa 3000 km2 e la possibilità di insediarsi in quelli conquistati.
Prima tuttavia di seguire le vicende dell'Ordine nelle regioni baltiche occorre descriverne le condizioni, i popoli e i territori.
Attorno al 1100 la situazione dell'Europa settentrionale lungo le coste meridionali del Mar Baltico può essere descritta come segue:
ad est del fiume Elba si estendeva il territorio degli Abotriti, Vagri e Polabi, popolazioni slave pagane, che confinava a est, con altre popolazioni anch'esse pagane e di ceppo slavo, i Prussi o Prussiani, stanziati attorno al corso inferiore della Vistola.
Seguivano in sequenza i Lituani, i Lettoni (Semgalli, Curi e Livoni) e infine gli Estoni. Mentre questi ultimi erano imparentati linguisticamente con gli ugro-finni della Finlandia, le altre popolazioni pagane erano indoeuropee.


La religione pagana

Queste popolazioni dedite alla caccia, alla pesca e alle scorrerie, vivevano in una zona attraversata da grandi fiumi che si gettavano in un mare pescosissimo dai bassi fondali, dove si formavano coste ricche di lagune e acquitrini, con all'interno foreste impenetrabili solcate da numerosi corsi d'acqua di media e piccola grandezza.
L'inverno era rigido e tuttavia meno freddo rispetto alle zone più interne. Le estati fresche e piovose, spazzate sempre da un vento che spirava di continuo.
La religione professata da questi popoli era quasi ovunque la stessa. Si trattava di un politeismo che divinizzava le forze della natura. Tre erano le divinità principali: Perkounos, dio della terra e del tuono, Pikouzos, dio degli inferi, e Potrimpos, dio della terra, dei frutti e degli animali. Un culto speciale era inoltre tributato alla luna, alle stelle e a certi animali come la lucertola, il serpente e la rana. I loro santuari erano costituiti da querce o tigli sacri, ai piedi delle quali i sacerdoti immolavano sovente i prigionieri di guerra; praticavano infine la poligamia.
A Ovest si situava il Sacro Romano Impero, a Sud il regno cattolico di Polonia, a nord-ovest oltre il mar Baltico i Regni cattolici di Danimarca e Svezia, mentre ad Est erano i principati greco-scismatici russi di Kiev.


La prima crociata del Nord (1147)

All'inizio del 1100, quindi, subito ad oriente dell'Elba, si trovavano dei regni pagani, che tutti i tentativi d'espansione e cristianizzazione, a partire dai territori dell'Impero, non erano riusciti a sottomettere.
Una svolta si ebbe però nel 1147.
Papa Eugenio II, su consiglio di San Bernardo di Chiaravalle, che, dopo la caduta della Contea di Edessa (1146), stava predicando e organizzando una crociata per la Terrasanta, vista la situazione pericolosa in cui si trovava il confine nord-orientale dell'Impero, a causa della presenza di questi potentati pagani, decise, con la bolla Divina dispensatione, di lanciare la prima crociata del Nord, offrendo a coloro che vi avessero partecipato gli stessi privilegi spirituali di chi partiva per la Terrasanta. Alla spedizione, guidata dal Vescovo Anselmo di Havelburg, parteciparono oltre a crociati della Germania settentrionale anche danesi e polacchi.
Questa prima crociata del Nord, benché assai breve - si combatté soltanto durante l'estate di quell'anno - permise di sottomettere il Principe abotrita Nyclot e di spostare un poco più ad est i confini della Cristianità, conquistando quei territori su cui oggi sorge la città di Lubecca.


Evangelizzazione del Meclemburgo e della Pomerania occidentale (1148-1185)

Nei decenni successivi l'attenzione del papato fu rivolta esclusivamente alla Palestina e quindi non vi furono vere e proprie crociate nel Nord.
Due prìncipi, tuttavia, il Duca di Sassonia e Baviera, Enrico XII il Leone e il Re di Danimarca, Valdemaro I il Grande, intrapresero una serie di guerre, con cui assoggettarono alla Cristianità, nel giro di pochi anni, i territori dell'odierno Meclemburgo nella Germania settentrionale.
I due sovrani, alleatisi, iniziarono, a partire dal 1158, una serie di azioni militari grazie a cui, nel 1160, la conquista dell'intero principato abotrita poté dirsi completa. Nonostante alcune sollevazioni generali che sembrarono mettere in forse le recenti conquiste, attorno al 1185 tutto il territorio compreso tra il corso settentrionale dell'Elba e il fiume Oder era di fatto annesso alla Cristianità.
Alcuni prìncipi slavi si convertirono al Cristianesimo, favorendo la missione evangelizzatrice della Chiesa e mantenendo così i loro domini in quanto vassalli dell'Impero, come il prìncipe del Meclemburgo, Pribislav I, e i suoi discendenti, che, pur essendo di stirpe abotrita, parteciparono alle crociate successive.


I prussiani

Ad oriente del fiume Oder iniziavano i territori dei Prussiani. Questo popolo si dimostrò assai refrattario alla cristianizzazione.
Un tentativo condotto nel 997 dall'Arcivescovo di Praga S. Adalberto, che era sbarcato nel golfo di Danzica e aveva preso a risalire la Vistola con i suoi compagni, si concluse con il martirio, quando, fatta abbattere la quercia sacra di Romow, cadde con i compagni, trafitto dalle frecce dei Prussiani.
Analogo tentativo d'evangelizzazione fu compiuto nel 1008 dal monaco benedettino Bruno, originario di Querfurt, che cadde vittima anch'egli della violenza pagana.


La Chiesa in Livonia

La Prussia rimase quindi un'isola pagana, mentre più a Nord era iniziata l'evangelizzazione della Livonia, abitata dai Lettoni.
Nel 1184, infatti, furono costituiti i primi insediamenti cristiani grazie all'opera di Meinhard, consacrato nel 1186 primo vescovo della Livonia e morto nel 1196.
Nel 1199 venne consacrato vescovo Alberto di Buxhovden, originario di Brema, che nel 1201 fondò la città di Riga. La sua idea era quella di costituire nel Nord uno stato indipendente, sottoposto soltanto all'autorità della S. Sede.
A questo fine nel 1199 Innocenzo III aveva promulgato una bolla con cui invitava i crociati della Germania del Nord ad accorrere in aiuto della Livonia. Molti di questi si stabilirono a Riga, che divenne un importante centro commerciale e militare.


I Portaspada

Il problema della difesa era il principale della neonata comunità cristiana lettone. Per questo, Alberto chiese e ottenne il permesso pontificio per la creazione di un ordine monastico-cavalleresco deputato alla difesa del paese.
Così, nel 1204, fu ufficializzata la nascita dei Fratres militiae Christi, che si modellarono sui Templari e che furono universalmente conosciuti come i Cavalieri Portaspada (Schwertbrüder) per il loro bianco mantello ornato su di una spalla da una croce rossa e da una spada.
Alberto cercò inoltre di evangelizzare gli Estoni e a tal fine consacrò vescovo suo fratello Teodorico, che divenne ordinario di Tartu.
Egli riuscì ad ottenere anche l'alleanza di Filippo di Svevia, re di Germania, che lo nominò principe dell'Impero, e quindi lo fece vassallo della corona tedesca.


Tentativi d'evangelizzazione in Prussia all'inizio del XIII secolo

I prussiani erano impermeabili al cattolicesimo e continuavano ad infestare la Mazovia, retta dal Duca Corrado. Questi tentò la via pacifica affidandone l'evangelizzazione ad un prelato originario di Freyenwald, che oltre il tedesco parlava perfettamente il polacco e la lingua prussiana, il monaco cistercense Christian.
Nel 1214 dopo essere riuscito a convertire alcuni notabili della Pogesamia, sul corso inferiore della Vistola, presso l'odierna Elbing, venne nominato da papa Innocenzo III primo vescovo di Prussia.
La maggior parte dei prussiani, comunque, rimaneva ostile al Cristianesimo, il che spinse Christian a fondare a sua volta, d'accordo con Corrado di Mazovia, un ordine militare che difendesse la turbolenta regione e, in particolar modo, il territorio di Chelmo, che il Duca aveva donato al Vescovo.
L'Ordine dei Fratres Militiae Christi, esemplato sui Portaspada, divenne noto come Ordine dei Cavalieri di Dobrin o Dobrzin, dal castello omonimo ove risiedeva il Gran Maestro.
I Prussiani, nonostante queste misure, continuarono nelle loro scorrerie devastatrici e, nel 1225, sconfissero pesantemente i Cavalieri a Strassburg (Brodnica) sul fiume Drweca, un affluente della Vistola.


L'evangelizzazione dell'Estonia (1215-1227)

I cavalieri Portaspada, intanto, iniziavano la conquista ed evangelizzazione dell'Estonia, abitata da un popolo pagano di lingua ugro-finnica imparentato con i finlandesi.
Nel 1219, però, Alberto, vescovo di Riga, chiese aiuto al Re di Danimarca, Valdemaro II, che lo soccorse con una potente flotta, e occupò l'isola di Ösel, una delle roccaforti estoni, che controllava il golfo di Riga. Sulla terraferma i danesi costruirono un campo fortificato che fu all'origine della città di Tallin, il cui nome in estone significa appunto 'città dei danesi' e che è chiamata Reval in tedesco.
Nel 1222, tuttavia, gli estoni, ribellatisi, riuscirono a scacciare i danesi da Ösel e il 29 gennaio 1223 inflissero una grande sconfitta ai Portaspada presso la località di Fellin (Viljandi) e si allearono con i Russi.
La reazione dei crociati non tardò a farsi sentire. Mentre, infatti, i danesi respingevano i Russi da Tallin, nella primavera del 1224 i Portaspada, aiutati dai Lettoni, occuparono Tartu (Dorpat) l'ultimo caposaldo della resistenza estone, e nel 1227 anche Ösel venne riconquistata.
Grazie all'arbitrato del legato pontificio Guglielmo da Modena si arrivò alla pacifica divisione delle terre conquistate tra danesi e cavalieri Portaspada. Ai danesi rimase la parte settentrionale del paese con la città di Tallin, la parte centrale con Pärnu toccò ai cavalieri, mentre altri territori furono assegnati ai due vescovadi di Tartu e Arensburg.


L'Ordine teutonico nel Baltico

Quando nell'inverno 1225-1226 i rappresentanti del Duca di Mazovia e il vescovo Christian di Prussia incontrarono in Italia Hermann von Salza, rimanevano ostili al cristianesimo i prussiani orientali e i lituani, che occupavano la costa baltica, dalle foci della Vistola fino alla regione del Njemen, isolando così i territori di recente cristianizzazione più settentrionali della Livonia, Lettonia ed Estonia.
Il Duca prometteva ai Teutonici, qualora avessero accettato di intervenire in Prussia, un territorio di circa 3.000 km2 situato nella bassa valle della Vistola con capitale Kulm, il Kulmerland, oltre a tutti quelli eventualmente sottratti ai pagani.
Il Gran Maestro tuttavia, ancora scottato dalla brutta esperienza ungherese, non fu precipitoso, e trascorsero alcuni anni prima che l'Ordine si decidesse ad intervenire nel Baltico. Hermann ottenne assicurazioni sia da parte dell'Imperatore, che considerava quei territori come naturale appendice dell'Impero, che da Papa Onorio III, che lo spronò ad intervenire, accettando l'offerta del Duca polacco.
Il trattato definitivo tra il Gran Maestro e il Duca di Mazovia fu siglato a Kuschwitz il 30 giugno 1230, grazie a cui erano confermate le promesse precedenti.
Nel marzo 1231 inoltre con il trattato di Rubenicht si giunse ad un accordo anche con il Vescovo Christian di Prussia, che rinunciò ad ogni pretesa sui possedimenti del Kulmerland e cedette un terzo della Prussia all'Ordine.
A partire dal 1230 intanto cominciarono a giungere in Prussia i primi cavalieri, guidati da Hermann Balk, che venne nominato Landmeister di Prussia. Balk era accompagnato da 5 cavalieri e un centinaio di uomini d'arme, che furono ben presto raggiunti da altri rinforzi provenienti dalla Germania del Nord. Essi si sistemarono nel piccolo insediamento di Vogelsang, sulla riva sinistra della Vistola, in un fortino di legno. Balk fece inoltre costruire una seconda piazzaforte a Nessau, pochi chilometri a Sud.
Nella primavera del 1231 Balk con le sue truppe, un migliaio di uomini circa, passò la Vistola e cominciò ad attaccare sistematicamente i Prussiani.


La conquista della Prussia (1231-1283)

Balk, dopo i primi successi, iniziò la costruzione di un nuovo forte, sulla riva destra della Vistola, cui diede il nome di Torun, in omaggio alla fortezza palestinese di Toron posseduta dall'Ordine.
Toron divenne una città, la prima grande città fortificata costruita dall'Ordine in Prussia, cui affluirono molti coloni provenienti dalla Germania del Nord e dalla Boemia, mentre i pagani cercavano con frequenti attacchi di impedire l'insediamento stabile dell'Ordine.
A partire dal 1232 Balk cominciò il rastrellamento sistematico del Kulmerland. Fondò la città di Kulm (Chelmno) con la tipologia classica delle città-fortezze dell'Ordine: una pianta a scacchiera dominata da un terrapieno sormontato da un castello. Ai coloni che abitarono queste due città, fu imposto un servizio militare permanente.
Successivamente l'Ordine fondò il castello di Marienwerder (Kwidzyn) a nord di Kulm, che divenne a partire dal 1254 e fino al 1526 la sede dei vescovi di Pomerelia.
Una nuova crociata fu bandita nel 1233.
La campagna si tenne nell'inverno che, a quelle latitudini, gelava completamente i corsi d'acqua e gli acquitrini, e rassodava il terreno divenendo il luogo adatto per le incursioni della cavalleria dell'Ordine.
Nel 1237 fu costruito il castello di Elbing (Elblag) che distrutto nel 1239 dai pagani venne ricostruito poco più a Nord, dove l'Elbing si getta nel lago di Drausen.
Al momento della morte del Von Salza, nel 1236 i Teutonici controllavano ormai tutto il Kulmerland, la Pomesania e la Pogesania.
Il metodo, proseguito dai Gran Maestri successori di Von Salza, era sempre lo stesso. Dopo aver sconfitto i pagani, si chiedeva la loro sottomissione e la conversione, poi era subito edificata nel territorio conquistato una fortezza, attorno alla quale si sviluppava in seguito una città, ove affluivano i coloni tedeschi che si mescolavano con la popolazione locale. Nacquero così, tra gli altri, i castelli di Kreuzburg (Città della croce), Heilsberg (Monte santo).


I Portaspada si uniscono all'Ordine Teutonico (1236)

In quel medesimo 1236, esattamente il 22 settembre, i Portaspada subirono una pesante sconfitta da parte dei Lituani pagani, nelle paludi di Saule; anche il loro Gran Maestro, Volkwin, venne ucciso. I Portaspada, allora, chiesero aiuto ai Teutonici, desiderando unirsi a loro.
Papa Gregorio IX rispose al loro appello e decise ex auctoritate di incorporarli all'Ordine. I beni dei Portaspada passavano così ai Teutonici. Unica forma di particolarismo, la Livonia avrebbe mantenuto un distretto separato guidato da un maestro provinciale. Balk ottenne eccezionalmente di unire così i due titoli di Landmeister di Prussia e di Livonia, e vi inviò subito 60 cavalieri, per dar man forte ai Portaspada rimasti.
Nel 1241 (9 aprile) l'Ordine partecipò massicciamente alla sfortunata battaglia di Liegnitz (Legnice) nella Slesia, ove, assieme alle truppe del Duca di Slesia, Enrico il Pio e del Duca di Polonia, Boleslao, si tentò di contrastare il passo ai mongoli dell'Orda d'oro. Le truppe cristiane furono fatte a pezzi, ma anche i mongoli subirono gravi perdite e così decisero di interrompere la marcia verso occidente, e dopo aver devastato l'Ungheria ritornarono all'Est.
I Prussiani, intanto, approfittando dell'assenza della maggior parte dei cavalieri, impegnati contro i mongoli, si ribellarono, istigati dal Duca cattolico della Pomerelia (Pomerania Orientale) Swantopolk. Gran parte delle fortezze dell'Ordine cadde nelle mani dei ribelli. Il Papa lanciò allora la crociata, ma si continuò a combattere fino al 24 novembre 1248, quando il Duca, principale sostenitore dei rivoltosi, s'impegnò a rinunciare a qualsiasi alleanza con gli 'idolatri prussiani'.

Il Trattato di Christburg (1249)


L'anno successivo, il 7 febbraio 1249, fu stilato il trattato di Christburg, che riguardava la condizione delle popolazioni sottomesse, a patto che si fossero convertite.
L'Ordine riconosceva ai sudditi prussiani la libertà personale, il diritto di acquistare, vendere e lasciare in eredità agli eredi diretti le proprietà; il diritto di stare in giudizio, di contrarre matrimonio, di entrare a far parte del clero e dell'Ordine Teutonico, a patto d'essere d'antica nobiltà. Dovevano rinunciare tassativamente alle usanze pagane, e cioè: poligamia, cremazione dei morti, sacrifici umani, culto degli idoli, e osservare la disciplina ecclesiastica in materia di festività e di battesimo. Dovevano pagare le decime all'Ordine, e prestare determinati servizi di natura militare. In più, a loro spese, le popolazioni s'impegnavano a costruire, entro 3 anni, 13 chiese in Pomesania, 6 in Warmia e 3 in Natangia. I convertiti erano sottoposti al diritto di Magdeburgo o a quello polacco; se non erano battezzati, dovevano farlo al più presto, pena la perdita dei beni e l'espulsione.

L'Ordine e la Lituania


La Lituania era rimasta del tutto impermeabile e refrattaria al cattolicesimo e continuava a sobillare i popoli della Livonia contro l'Ordine.
I Teutonici cercarono allora di applicare anche contro i Lituani la tattica con cui avevano sottomesso gran parte della Prussia. Conquistavano un territorio e vi costruivano una fortezza facendovi affluire coloni cattolici, soprattutto tedeschi. Così nel 1242 fu costruita la fortezza di Memelburg, al punto d'incontro tra Prussia e Livonia.
Il capo supremo dei Lituani, il principe Mindaugas, temendo di dover subire una crociata, nel 1251 accettò il battesimo, e l'anno seguente fu solennemente incoronato Granduca di Lituania dal Vescovo di Kulm.
In questo modo, divenuta la Lituania, almeno formalmente, uno stato cattolico, cadeva la possibilità di indire la crociata.


Altre conquiste in Prussia (1254-1255)

Tuttavia il Gran Maestro dell'Ordine, Popone d'Ostierna, non molto convinto della mossa del lituano, decise di conquistare alla fede la parte più orientale della Prussia confinante con la Lituania, cioè le regioni della Sambia, Nardrovia e Scalovia.
A questo fine i domenicani predicarono in tutto il Sacro Romano Impero una crociata cui aderirono sessantamila armati, che vennero a dar man forte ai Teutonici. Vi presero parte tra gli altri il Re di Boemia, Ottocaro II, Ottone III del Brandeburgo, il giovane Rodolfo conte d'Asburgo, così come numerosi signori provenienti dalla Sassonia, Turingia, Renania, Boemia e Moravia.
Nella campagna del 1254-1255 si ebbero i primi importanti risultati. La Sambia venne devastata, i simboli del paganesimo distrutti. I capi della regione si sottomisero e accettarono il Cristianesimo.
Sulla collina sacra di Twangste, i crociati posero le fondamenta di una città, che fu battezzata 'Montagna del Re', Königsberg, in onore del Re Ottocaro.


Guerra contro i Lituani e rivolta generale in Prussia (1259-1274)

Nel 1259, tuttavia, l'Ordine dovette affrontare la ripresa delle ostilità da parte dei Lituani, i quali, l'anno successivo, a Durben, il 13 luglio 1260, inflissero ai crociati una pesante sconfitta. Tra i 150 cavalieri caduti in combattimento figuravano anche il Maestro di Livonia e il Maresciallo di Prussia. I Lituani braccarono i cattolici e li misero a morte, mentre le credenze pagane rifiorivano.
La rivolta, istigata segretamente da Mindaugas, si estese anche alla Prussia, ove le chiese furono distrutte e i coloni cattolici messi a morte dopo spaventose torture. Anche i nobili prussiani che l'Ordine aveva fatto istruire in Germania, diedero man forte alla ribellione, che si estese così a tutto il paese eccetto il Kulmerland e la Pomesania.
Mindaugas, gettata la maschera, si unì agl'insorti e invase la Mazovia polacca, ove nel gennaio del 1261 inflisse una dura sconfitta ai Teutonici, mentre tutte le più importanti piazzeforti della Prussia venivano assediate.
I magri contingenti che provenivano dalla Germania, permisero ai Cavalieri di ridurre le perdite e di contenere la sollevazione. Si ebbe allora una lunga e sfibrante guerra d'attrito, ove le vittorie si succedevano alle sconfitte e la riconquista del territorio avveniva lentamente e faticosamente, tramite la costruzione di numerosi forti.
Nel 1271 Ludwig von Baldersheim fu sostituito da Dietrich von Gadersleben nel magistero di Prussia, che nei due anni 1272-1273 riuscì a ristabilirvi l'autorità dell'Ordine, grazie a rinforzi provenienti dalla Germania, sottomettendo la Natangia e la Pogesania, ove i principali capi dei ribelli morirono in combattimento o furono giustiziati. Nel 1274 la Prussia era completamente pacificata.
A simboleggiare la completa pacificazione del territorio, nel 1276, su iniziativa del Landmeister, Corrado di Thierberg, si iniziò la costruzione, una ventina di chilometri a Nord di Elbing, della 'città di Maria', Marienburg, dominata dall'Hochburg, il castello Alto, di forma quadrata, cui si aggiunse il Mittelburg, il Castello Medio di forma trapeziodale. L'Hochburg dal 1309 divenne la sede del Gran Maestro. Nel Castello Medio erano la chiesa, la sala capitolare, i dormitori e i refettori. Si costruì inoltre il Vorburg ove si trovavano le scuderie, le stalle, i magazzini e l'arsenale. A fianco di questa triplice costruzione si venne creando ben presto una città, anch'essa cinta di mura.


L'Ordine nel XIV secolo

1. L'acquisto della Pomerelia

La Pomerania Orientale (Pomerelia) era costituita in un Ducato retto da un principe slavo. Poiché Mestwin non aveva eredi diretti, decise di lasciare il territorio al Duca della Grande Polonia. I principi tedeschi, margravi del Brandeburgo, però, rivendicarono per sé quella regione. I polacchi allora chiesero aiuto ai Teutonici, che nel 1307 penetrarono nella Pomerelia invasa dai Brandeburghesi e li costrinsero ad abbandonare l'assedio di Danzica, la città più importante.
Nel 1308, poiché i polacchi non avevano rispettato i patti dell'accordo, l'Ordine si stabilì a Danzica.
In seguito, i Cavalieri trovarono un accordo con il nuovo margravio del Brandeburgo, Valdemaro. Il 6 settembre 1309, a Soldin, l'Ordine acquistava per 10.000 marchi d'argento Danzica, Dirschaw e Schetz con i loro territori, cui si aggiunsero quelli acquistati nello stesso anno dal Duca di Cujavia. Così tutta la Pomerelia cadde sotto l'autorità dell'Ordine, come venne confermato nel 1311 da un editto imperiale di Enrico VII, che investiva i Teutonici della regione come vassalli dell'Impero.


2. Scontro con la Polonia (1316-1343)

I polacchi mal sopportarono la perdita di Danzica e della Pomerelia, che costituiva il loro unico accesso al Mar Baltico.
Per questo, a partire dal 1316, iniziarono delle scaramucce che sfociarono, nel 1328, in una vera e propria guerra, con l'invasione polacca dei territori dell'Ordine, finché tra alterne vicende si giunse alla pace di Kalisz del 1343, che confermava i possessi dei Cavalieri.


3. L'Ordine e i Lituani nel XIV secolo

Furono però i Lituani a dare filo da torcere all'Ordine durante il '300.
Dopo la morte di Mindaugas, nel 1262, il cattolicesimo scomparve rapidamente tra il suo popolo, e ripresero le razzie ai danni dei Cavalieri Teutonici.
Questo stato di cose si protrasse fino al 1320, quando il Granduca Gedimanas lanciò un'offensiva in grande stile contro i possedimenti dell'Ordine Teutonico. Il 27 luglio riportò così un'importante vittoria a Medenik nella Samogizia. Nel corso della battaglia il maresciallo dell'Ordine, Enrico di Plötzke trovò la morte assieme a numerosi fratelli. Nell'euforia del trionfo i Lituani si abbandonarono a crudeltà sui prigionieri; così il procuratore della Sambia, Gehrad von Ruden, fu bruciato vivo sul cavallo, in onore delle divinità pagane.
Gedimanas, temendo la crociata, si fece battezzare e diede in isposa la figlia all'erede del re di Polonia Vladislao IV.
Tuttavia, nel 1322, la guerra riesplose. I pagani riconquistarono la Samogizia, occuparono Memel, invasero la Mazovia polacca e Dobrzin, attaccarono la Livonia, arrivando fin sotto Riga, dopo aver distrutto tutte le chiese e i monasteri, e massacrato sistematicamente preti e fedeli.
Nel 1338 l'Ordine, guidato dal Gran Maestro, Dietrich von Altenburg, inflisse una pesante sconfitta ai Lituani nella piana di Dablawken (Galeluken), non lontano da Medenik.
Nel 1343, la guerra riprese, con incursioni lituane in Livonia, Sambia e Samogizia.
Disgraziatamente l'inverno 1344-1345 fu particolarmente mite, così che i corsi d'acqua e le paludi non gelarono, impedendo ai Teutonici di attuare le loro puntate offensive.
Nel 1346, il Re di Danimarca, Valdemaro IV, vendette all'Ordine per 19.000 marchi d'argento tutti i possedimenti danesi nell'Estonia, con la città di Tallin. I possessi dei Teutonici andavano ora dalle foci della Vistola fino al golfo di Finlandia, senza soluzione di continuità.
Nel 1348 il nuovo Gran Maestro, Heinrich von Arffberg, preparò una spedizione di 40.000 uomini contro la Lituania; lo scontro avvenne il 2 febbraio; le perdite furono considerevoli d'ambo le parti, ma i Cavalieri ebbero la meglio e l'estate successiva furono in grado di compiere un'ulteriore attacco, che procurò migliaia di prigionieri, che venivano subito liberati, una volta accettato il battesimo.
Nel 1349, i Lituani e i Russi fecero una nuova incursione in Prussia e Warmia, ma l'Ordine li sconfisse alla Strebe (Strebnitz). E così via in un alternarsi di vittorie e sconfitte, di puntate offensive e ritirate. Nel 1365 venne sacrificato dai Lituani agli dei pagani, in uno di questi scontri, il cavaliere Henzel Neuenstein e ancora nel 1389, Marquard von Raschau.
Particolarmente sanguinosa fu la campagna dell'inverno 1370. Durante la battaglia di Rudau, nel febbraio, l'Ordine sconfisse una massa di circa 60.000 uomini, composta da lituani, samogiti, russi e tartari. Diecimila furono i caduti degli avversari, mentre i Teutonici persero 26 commendatori, tra cui il Maresciallo di Prussia, Schindekop, 200 cavalieri e numerosi sergenti. Pochi in apparenza, ma considerando il numero sempre relativo dei membri dell'Ordine, si rivelò una perdita di non piccolo momento.
Nel 1386, il Granduca di Lituania, Jagellone, si fece battezzare per sposare la figlia del Re di Polonia, Hedwige. Il Lituano sarebbe quindi divenuto un giorno Re di quella nazione, che aveva nell'Ordine Teutonico il suo maggior avversario.
Nel 1404, a Racziansz fu conclusa una 'pace perpetua' tra i Cavalieri e lo Jagellone. In base al Trattato, era confermata la Samogizia come territorio dell'Ordine, che consentiva così di unire la Prussia alla Livonia, senza soluzione di continuità, ratificando inoltre anche il possesso, acquisito ad Ovest nel 1402, del Neumark del Brandeburgo.
L'Ordine Teutonico aveva così raggiunto l'apice della potenza.


L'Organizzazione dell'Ordine

Al momento del massimo splendore l'Ordine Teutonico era diviso in nove provincie. Due provincie erano dette 'di combattimento' ed erano quelle di Prussia e Livonia, perché il dispositivo militare vi era sempre all'erta.
Le altre sette erano 'di pace' ed erano quelle di Germania, Austria, Boemia, Ungheria, Lorena-Borgogna, Italia e Pomerania.
I monaci-cavalieri disponevano, per reggere un dominio così vasto, di un ordinamento normativo molto preciso, che si suddivideva in regole, leggi ed usanze, e che si venne completando nel corso del secolo XIII.
Alla testa dell'Ordine era il magister, ossia il magister generalis, hochmeister. Questi era eletto a vita dal capitolo elettorale (Wahlkapitel). Il Capitolo elettorale si formava per elezione e cooptazione. L'insieme dei fratelli designava, infatti, un 'commendatore del voto' (Wahlkomtur) il quale sceglieva un fratello, i quali a loro volta ne sceglievano un terzo e così via fino a formare il numero 13, che voleva ricordare il collegio apostolico presieduto da Gesù Cristo. Al momento dell'elezione il Commendatore del voto pronunciava a voce alta il nome del candidato; gli altri elettori potevano accettare quella designazione oppure opporvisi. Questa prassi rimase in vigore fino al 1500.
La tradizione voleva che dei tredici elettori, otto fossero cavalieri, quattro rappresentanti dei fratelli non-cavalieri e uno solo fosse fratello-prete.
Il Gran Maestro, che, dal 1309, risiedeva in Prussia, era coadiuvato da cinque grandi ufficiali: il Gran Commendatore (Grosskomtur), braccio destro del Gran Maestro; dal Maresciallo (Marschall) responsabile militare dell'Ordine; dall'Addetto ai Tessuti (Trapier) responsabile dell'apparato logistico dell'Ordine; dall'Ospitaliere (Spittler) cui spettava la cura del settore caritativo, e infine dal Tesoriere, (Tressler), che gestiva la parte economica.
A capo delle provincie vi è un Gran Commendatore (Grosskomtur) altrimenti detto Landmeister, mentre nella provincia tedesca il Maestro provinciale ha il titolo di Maestro tedesco, Deutchmeister o Magister Germaniae.
Le provincie sono, a loro volta, divise in baliati, formati da commende, cellula di base della suddivisione amministrativa dell'Ordine.
Tutti i Commendatori e i gran dignitari si riuniscono in un Capitolo generale, che rappresenta il supremo organo legislativo, e può anche fungere da suprema corte di giustizia. Il Capitolo può ratificare o meno le decisioni del Gran Maestro; ha un supremo potere d'ispezione ed inoltre ha facoltà, in base ad un precisa procedura, di deporre il gran Maestro.
Questo è accaduto nel 1293 quando venne deposto Gehrard von Malberg e ancora nel 1413, quando venne deposto, col consenso del Papa e dell'Imperatore, Heinrich von Plauen.


I fratelli cavalieri

I fratelli erano suddivisi in varie categorie.
Innanzi tutto vi erano i fratelli-cavalieri (Ritterbrüder) che rappresentavano l'élite militare dell'Ordine. Erano d'origine nobile, dipendevano solo dall'autorità del Gran Maestro o dei suoi rappresentanti, e dovevano essere sudditi o vassalli del Sacro Romano Impero, e quindi non necessariamente tedeschi.
La bolla di Celestino II del 1143 voleva soltanto che il priore dell'Ordine sapesse parlare la lingua germanica.
Si diveniva fratelli-cavalieri al termine di una cerimonia esemplata sul rito della cavalleria civile.
Prima però il postulante doveva rispondere a dieci domande. Se apparteneva ad un altro ordine; se era sposato; se aveva malattie nascoste; se aveva debiti; se era un servo; se era pronto a combattere in Palestina; o in qualsiasi altra parte; se era pronto a prendersi cura dei malati; a svolgere qualsiasi lavoro sapesse fare, qualora richiesto; ad obbedire alla regola.
Il novizio, dopo aver trascorso una notte di veglia ed essersi confessato, ascoltava la messa solenne, durante la quale si comunicava; il Gran Maestro o un suo rappresentante procedeva poi all'investitura, con il colpo di piatto sulla spalla. Questa solenne cerimonia avveniva di solito nelle grandi festività, a Natale, Pasqua, Pentecoste e anche nella solennità di S. Elisabetta d'Ungheria, patrona dei Teutonici.
Solo i fratelli-cavalieri, per un privilegio convalidato nel 1230 da Gregorio IX, potevano indossare il grande mantello bianco ornato sulla spalla sinistra da una croce nera.


I Fratelli-preti e i fratelli-laici

Dopo i cavalieri seguivano per importanza i fratelli-preti, cui spettava l'assolvimento del servizio religioso, il compito di evangelizzare i territori conquistati, di svolgere una missione educativa anche riguardo agli altri fratelli, e di assicurare i conforti spirituali ai malati che frequentavano i circa sessanta ospedali che l'Ordine possedeva nel 1400.
L'ultima categoria è quella dei Laienbrüder, i fratelli laici, che svolgevano le mansioni più umili (come quelle d'agricoltore, giardiniere, maniscalco, sellaio ecc.) e provenivano da famiglie non nobili. Erano anche detti 'semi-fratelli', Halfbrüder, oppure 'uomini dal mantello grigio', Graumäntler. Tuttavia erano sottoposti in tutto alle regole dell'Ordine.


La vita nell'Ordine

Si è calcolato che nelle due provincie di combattimento, Prussia e Livonia, al momento della sua massima espansione, l'Ordine disponesse di duemila-tremila cavalieri nella prima, e di cinquecento nella seconda.
I cavalieri avevano l'ordine tassativo di risiedere in una delle 60 fortezze costruite tra Prussia e Livonia.
La vita dei fratelli si conformava alle regole monastiche dell'Ordine ed era severa.
L'abbigliamento era modesto: si componeva di biancheria di lino, di una specie di tunica di lana con cappuccio, e, per i cavalieri, del celebre mantello bianco. D'inverno si era autorizzati a portare una cappa di pelle di capra o di montone oltre ai guanti.
I cavalieri erano anche monaci. Una parte considerevole della giornata era, quindi, dedicata alla preghiera, che, tra servizio diurno e notturno, occupava circa cinque ore al giorno.
I doveri religiosi erano assolti anche durante le campagne militari. Così, nel 1344, il Gran Maestro König ottenne dalla S. Sede l'autorizzazione ad iniziare la prima messa quand'era ancora buio, poiché, a quelle latitudini le giornate invernali, erano così corte che i cavalieri dovevano mettersi in marcia prima del levar del sole. Il momento della consacrazione era sempre fatto coincidere collo spuntar dell'alba.
Al campo, la tenda del maestro o del maresciallo diveniva la chiesa dell'esercito, e l'ufficio era recitato su un altare portatile messo in modo tale che le guardie potessero sentire.
I Cavalieri Teutonici si comunicavano sette volte l'anno. I giorni di digiuno erano 120, e si dividevano in digiuni detti 'della Chiesa' (vigilie delle feste principali e Quaresima) e quelli particolari dell'Ordine, che andavano dal 14 settembre all'Avvento e dall'Epifania al Mercoledì delle Ceneri. In questi giorni di digiuno si pranzava una sola volta al giorno, nel primo caso alle tredici e trenta, nel secondo alle sedici. Soltanto il Venerdì santo il digiuno era completo a pane ed acqua.
Il cibo era eguale indistintamente per tutti. Tre giorni alla settimana, la domenica, il martedì e il giovedì, si mangiava carne con legumi.
I fratelli dormivano completamente vestiti con gli stivali, ma senza mantello, in una vasta camerata non riscaldata.
Dovevano osservare il silenzio durante i pasti, nel dormitorio, in latrina e durante le marce; potevano intagliare il legno o giocare a scacchi, ma erano proibiti i giuochi che comportassero l'uso del denaro. Non potevano far mostra del proprio blasone, partecipare a tornei, o cacciare, se non il lupo, la lince e l'orso, ma senza l'aiuto di cani da caccia. Potevano coltivare la barba, ma i capelli dovevano essere corti e ordinati.
Molta parte del tempo era ovviamente dedicata agli esercizi militari, alle parate, all'addestramento, alle marce, sempre in silenzio. L'armamento era quello di un qualsiasi cavaliere dell'epoca. Le spedizioni si svolgevano di solito in inverno, quando ghiacciava; ma, in qualsiasi stagione e con qualsiasi tempo, il cavaliere era pronto alla guerra.
I monaci-soldati non dimenticarono mai che lo scopo principale della loro missione era l'evangelizzazione. Così, tra il 1280 e il 1350, in circa un'ottantina d'anni, vennero costruite nei territori della Prussia e della Livonia settecentotrentacinque chiese.


La religiosità dell'Ordine

Il culto dominante era quello riservato alla Madre di Dio, patrona speciale dei Cavalieri Teutonici, della diocesi di Riga, della Prussia e della Livonia.
La vita militare era strettamente legata alla devozione mariana; così la reysa [spedizione] invernale iniziava il 2 febbraio, giorno della Purificazione della Madonna, quella estiva il giorno dell'Assunzione, 15 agosto, o l'8 settembre, festività della Natività di Maria.
Il Gran Maestro von Kniprode era famoso per aver raddoppiato le pratiche di pietà in omaggio della Madonna, prima d'ogni campagna, e sin dal 1309, il Gran Maestro von Feuchtwangen ordinò ai frati di recitare ogni ora una Salve Regina o un'Ave Maria. Nel 1340 il Gran Maestro von Altenburg istituì la festa dell'Immacolata Concezione, e dal 1390 si festeggiava il 2 luglio la solennità della Visitazione. Anche la toponomastica reca evidenti tracce del culto mariano: Marienburg, Marienwerder, Frauenburg in Prussia, e ancora una Marienwerder sul Njemen e una Marienburg e un Marienhausen in Livonia.
Nel 1330 la Vergine apparve al re Wladislao di Polonia e gli domandò, essendo questi in guerra con l'Ordine: 'Perché distruggi il mio paese?'. A Lei furono attribuite alcune miracolose vittorie dell'Ordine come quelle di Strawe del 1348 e di Rudau nel 1370.
Tra le altre devozioni si diffuse particolarmente quella delle Cinque Piaghe e del Corpus Christi. Il Gran Maestro Luder von Brunswick era solito ascoltare ogni venerdì la messa della Passione.


L'Ordine nel XV secolo

All'inizio del '400 i Teutonici esercitavano la sovranità su una popolazione di oltre due milioni, raggruppata in 19.000 villaggi, 55 città dotate di mura e 48 fortezze.
Tuttavia l'Ordine aveva dei nemici potenti. In primo luogo i coloni tedeschi erano ormai insofferenti della sua autorità. Così finirono con l'allearsi col più pericoloso rivale esterno dei monaci-cavalieri: lo stato polacco-lituano, che non aveva mai accettato la presenza teutonica lungo le coste baltiche.
Come si è detto, nel 1386, il principe lituano Jagellone si convertì al cristianesimo per sposare l'erede del regno di Polonia, Edvige. Jagellone nutriva un odio profondo verso i cavalieri e una volta giunto al potere anche in Polonia, non mancò di sostenere tutte le rivolte che potessero metterli in difficoltà.
Nel 1407 e nel 1409 si ribellarono i samogiti. Il 22 luglio di quello stesso anno, Ladislao Jagellone in un atto ufficiale si proclamò Wladislaus, Dei gratia rex Poloniae, dux supremus Lithuaniae, haeres Pomeraniae et Russiae dominus et haeres, rivendicando quindi ufficialmente i territori appartenenti ai monaci-guerrieri.
Nel 1410 l'arbitrato offerto dal Re di Boemia Venceslao fu rifiutato dai polacchi, che ormai puntavano sullo scontro aperto.


La battaglia di Tannenberg (15 luglio 1410)

Nel giugno del 1410 le truppe polacco-lituane entrarono in Prussia, con un esercito di 100.000 uomini, mentre gli avversari riuscirono a schierarne circa 50.000, ossia appena la metà, anche se meglio armati e addestrati.
L'esercito dello Jagellone risalì verso nord, lungo la riva destra della Vistola, e il 14 luglio si schierò sulla piana che si stende tra i villaggi di Grünwald e Tannenberg.
Le truppe dei Teutonici, guidate dal Gran Maestro Ulrich von Jüngingen, giunsero affaticate di fronte al nemico, dopo una marcia difficile su un terreno fradicio.
In un primo tempo, nonostante l'inferiorità numerica, i Teutonici parvero sopravanzare il nemico, forti della loro cavalleria pesante, ma Jagellone, attendendo intelligentemente che l'impeto degli avversari si affievolisse per la stanchezza, gettò infine nella mischia un contingente di 800 cavalieri boemi hussiti, guidati da Giovanni Zizka.
Le sorti dello scontro si capovolsero. Il Gran Maestro gettò allora nella pugna anche la riserva, ma tutto fu inutile. Egli stesso cadde ferito a morte, gettando lo scompiglio tra le sue file. L'Ordine subì la prima grande sconfitta della sua plurisecolare storia. Cinquantun stendardi catturati fecero bella mostra di sé nella cappella S. Stanislao della cattedrale di Cracovis. Il bilancio dei caduti fu pesante da entrambe le parti: se i polacco-lituani avevano perduto più della metà dei loro contingenti (60.000 uomini) dei 50.000 teutonici non ne rimanevano che poche migliaia. Tra i 200 cavalieri che trovarono la morte a Tannenberg, oltre al gran maestro, figurarono tutti i grandi ufficiali dell'Ordine.
Jagellone proseguì la marcia verso nord e pose l'assedio a Marienburg, validamente difesa dal vice Gran Maestro, von Plauen, cui fu dato quel titolo in attesa che il Capitolo generale eleggesse il nuovo Hochmeister.
La Prussia fu invasa e molte città aprirono le porte ai polacchi (Thorn, Strassburg, Scwhetz) facendo atto di sottomissione. In dicembre iniziarono i negoziati che si conclusero con la Ia pace di Thorn del 1° febbraio 1411.
Il trattato prevedeva la restituzione all'Ordine di tutti i suoi antichi territori, eccetto la Samogizia, che diveniva possesso polacco-lituano vitalizio per Jagellone e suo cugino Vitold, Granduca di Lituania. Alla loro morte la regione sarebbe ritornata agli antichi proprietari, il che però non avvenne.
La pesante sconfitta ebbe gravi ripercussioni interne. Il nuovo Gran Maestro, Heinrich von Plauen, punì severamente i traditori; inoltre a causa del dissesto finanziario dovuto alla guerra, impose una tassa supplementare su tutti gli abitanti della Prussia, sollevando il malcontento dei ceti mercantile e nobiliare.


L'Ordine e l'eresia ussita

L'Ordine inoltre si trovò diviso sulla questione religiosa del giorno, che interessava l'Europa centro settentrionale: l'eresia hussita.
Von Plauen venne, infatti, accusato d'esser troppo compiacente verso gli eretici, essendosi tra l'altro dichiarato favorevole al matrimonio dei religiosi, come preconizzava Hus.
L'Ordine si spaccò in due fazioni: i basso tedeschi (Germania del Nord) erano favorevoli alle novità hussite, mentre gli Alto-tedeschi, che erano la maggioranza, volevano contrastare l'eresia.
Questi si rivolsero al Papa e all'Imperatore Sigismondo; intimarono al Gran Maestro per tre volte di comparire dinanzi al Capitolo generale, ma quello non si presentò. Allora il cavaliere più anziano, conformemente alle regole, fu incaricato di arrestarlo.
L'11 ottobre 1413 il Gran Maestro Heinrich von Plauen fu deposto, assieme a numerosi commendatori che avevano favorito l'eresia.
Un nuovo capitolo generale, il 7 gennaio 1414, volle sentire la difesa di von Paluen, che di nuovo non si presentò. Due giorni dopo, il 9, venne eletto Gran Maestro Michael Kuchmeister von Sternberg, il cui scopo principale fu quello di mantenere i Teutonici nell'ortodossia.
Malgrado ciò l'eresia faceva proseliti nei territori dell'Ordine. Il commendatore di Danzica, von Eilenstein e il borgomastro Beke favorivano apertamente l'hussitismo, permettendo al parroco Tiedman della Chiesa Frauenkirche di predicare tranquillamente la dottrina eretica, nonostante l'ostilità della maggior parte della popolazione, rimasta fedele alla tradizione.
Anche a Thorn, un prete dell'Ordine, Andreas Pfaffendorf predicava pubblicamente nella chiesa di San Giovanni le tesi di Hus, e, trasferitosi a Danzica, che era divenuto il centro più importante degli eretici, la sua predicazione provocò dei disordini.
La popolazione si divise in due partiti, quello del Vascello d'oro riuniva la nobiltà e la popolazione fedele a Roma, mentre gli hussiti si raccolsero attorno all'insegna del Toson d'oro.
Nel 1416 una riunione generale degli stati della Prussia decise la condanna ufficiale dell'eresia. Allora il Capitolo generale dei Cavalieri stabilì di prendere seri provvedimenti contro gli eretici: conformemente ai decreti del Concilio di Costanza, gli scritti empi furono bruciati, fu proibito di seppellire gli eretici nei cimiteri cristiani e assistere ai loro funerali.


Nuovi conflitti con la Polonia

La soluzione del contenzioso polacco-teutonico fu demandata alle decisioni del Concilio di Costanza. Il Concilio, il 17 giugno 1416, decise che la Samogizia divenisse terra imperiale, e i i polacco-lituani sudditi dell'Impero. L'Imperatore Sigismondo nel 1421 stabilì infine di lasciare gran parte della Samogizia ai lituani, eccetto la fascia costiera, sottraendola definitivamente all'Ordine.
Tuttavia nel 1422, sotto il magistero di Paul Bellizer von Russdorf, i polacchi ripresero la guerra, costringendo con il trattato di Melno del 27 settembre 1422, i Teutonici a cedere parte delle loro terre meridionali e a rinunciare definitivamente alla Samogizia.
Jagellone però, non contento, riprese le ostilità nel 1433.
Assoldò un contingente di 8.000 hussiti boemi, che si diedero a devastare, incendiare e massacrare sistematicamente i villaggi e le città dell'Ordine, che cadevano in loro possesso, volendo così vendicarsi delle persecuzioni che subivano in altre terre dell'Impero.
Con i due trattati di Lencici del 15 dicembre 1433 e di Brzesc del 31 dicembre 1434 la guerra si concluse con la sconfitta dell'Ordine, mentre l'eresia hussita, favorita dall'appoggio della cattolica Polonia, si diffondeva sempre più tra la popolazione.


La guerra dei Tredici anni (1454-1467)

Nel 1454 si aprì la Guerra dei Tredici anni, una vera e propria guerra civile tra la Confederazione Prussiana (Der Preussische Bund) formata dai rappresentanti delle città e della nobiltà, e i Cavalieri. La Confederazione provocò una rivolta generale e chiese aiuto al Re di Polonia, promettendo, che, se fossero stati confermati i suoi privilegi, la Prussia sarebbe divenuta vassallo della corona polacca.
Metà delle città defezionò e anche gran parte dei vescovi, coi loro capitoli, fece atto di sottomissione al sovrano polacco.
Il 18 settembre 1454, tuttavia, i Teutonici rafforzati da contingenti tedeschi sconfiggevano polacchi e confederati a Konitz in Pomerelia, mentre il Papa decideva di scomunicare i ribelli e il re di Polonia, appoggiato dall'Imperatore Federico III e dalla maggior parte dei sovrani europei.
Quel che difettava ai cavalieri, tuttavia, era il denaro per mantenere un forte esercito; così l'Ordine fu costretto, con un documento datato 16 settembre 1455, a cedere la Nuova Marca (il suo possedimento più occidentale) all'elettore del Brandeburgo, perché insolvente nei suoi confronti.
L'Ordine si trovò nell'impossibilità di pagare i mercenari, per gran parte hussiti boemi. Il re di Polonia, allora, prese con loro contatti, chiedendo, in cambio del pagamento del soldo, la cessione delle città, in cui erano di guarnigione. In particolare, Zerwonka, comandante della guarnigione di Marienburg, il 15 agosto 1456, si accordò coi polacchi per un compenso di 436.192 fiorini. I cavalieri e il Gran Maestro caddero allora suoi prigionieri, costretti a subire i soprusi dei soldati eretici, che li malmenavano e derubavano in continuazione.
L'8 giugno 1457 Casimiro, Re di Polonia, prese possesso di Marienburg e l'Ordine si trasferì a Königsberg, che da quel momento divenne la nuova residenza del Gran Maestro. La guerra continuò per quasi dieci anni, mentre i polacchi completavano l'occupazione della Prussia occidentale.
Il 19 ottobre 1466 si giunse al secondo Trattato di Thorn; i possessi dell'Ordine furono spartiti: i territori a ovest, Kulmerland, Michalow, la Pomerelia con Danzica, Marienburg, Elbing, Christburg passavano alla Polonia, mentre all'Ordine restava la Prussia orientale con Memel e Königsberg. Infine il Gran Maestro accettava di divenire vassallo della Polonia e consigliere della Corona, non potendo essere deposto senza il consenso reale; inoltre i nobili polacchi potevano accedere all'Ordine, purché il loro numero non superasse la metà.
Si venivano così a creare due Prussie: quella reale, dipendente direttamente dalla Polonia e quella ducale o teutonica, stato vassallo della corona.


L'Ordine Teutonico all'inizio del XVI secolo

Alla morte del Gran Maestro Johann von Tiefen (1497) avvenne un importante mutamento, che si rivelerà fatale, nella modalità d'elezione dell'Hochmeister.
I Cavalieri, desiderosi di controbilanciare l'autorità polacca sull'Ordine, decisero di eleggere un principe tedesco, che, pur non possedendo le caratteristiche richieste dalla regola, potesse, con il prestigio del suo rango, ridare lustro ai Teutonici e porsi quasi da pari a pari con il sovrano polacco. La scelta cadde sul principe Federico di Sassonia, il quale, forte dell'appoggio dell'Imperatore e della dieta imperiale, si rifiutò di prestare l'omaggio vassallatico alla Polonia.
Quando morì nel 1510, il Capitolo generale nominò Gran Maestro un altro principe territoriale tedesco, Alberto, margravio del Brandeburgo, appartenente ad un ramo cadetto della casata degli Hohenzollern.
Questi, come il predecessore, al momento di assumere la carica, dovette pronunciare i voti solenni. Anch'egli si rifiutò di prestare omaggio al re di Polonia, adducendo che l'Ordine era un vassallo imperiale e che quindi era da considerarsi nullo il trattato di Thorn del 1466.


L'Ordine teutonico nella bufera della Riforma

Alberto si rivolse all'Imperatore Carlo V, per riceverne appoggio, ma questi gli consigliò di cedere e prestare omaggio al Re Sigismondo. Alberto rifiutò ancora e giudicò la risposta imperiale come un tradimento.
Nel 1522 partì per la Germania, dove a Wittemberg incontrò Lutero.
Il 28 marzo 1523 inviò una lettera ai membri dell'Ordine, con cui li invitava ad infrangere i voti e prender moglie. Lutero inviò in Prussia un suo predicatore, l'ex francescano Johann Brisman.
Il 25 dicembre 1523 il vescovo di Sambia, Polentz, prese ufficialmente posizione a favore della Riforma nella Thumkirche di Königsberg. In pochi mesi l'intera Prussia fu conquistata dall'eresia.
Alberto di Brandeburgo, con il Trattato di Cracovia dell'8 aprile 1525, si dichiarava vassallo del Re di Polonia, e riceveva per sé e i suoi discendenti, sia diretti che collaterali, come feudo ereditario indivisibile, il Ducato di Prussia.
Il tradimento di Alberto di Prussia fu riprovato sia da Carlo V che da papa Clemente VII. All'interno dell'Ordine, poi, il Maestro di Germania, Dietrich von Cleen, dinanzi alla Dieta di Spira nel giugno del 1526, condannò pubblicamente l'apostasia del Gran Maestro e la secolarizzazione dei beni dell'Ordine in Prussia. In attesa dell'elezione del nuovo Magister, assunse ad interim la responsabilità dell'Ordine.
Il 16 dicembre 1526 si riunì a Mariental in Franconia il Capitolo generale che elesse Walter von Cronberg. Il Capitolo inoltre stabilì che da quel momento la carica di Gran Maestro fosse indivisibile da quella di Maestro di Germania, il che fu ratificato da Carlo V il 18 gennaio 1527.
Così, a partire dal 1529, il Gran Maestro portò ufficialmente il doppio titolo di Hoch und Deutschmeister e furono rinsaldati i legami con la casa imperiale d'Absburgo.


La Riforma in Livonia

La Livonia rimase cattolica fino al 1559, quando il maestro provinciale Kettler passò alla riforma. Nel 1561 cedette la Livonia alla Polonia e ne ricevette in cambio, come feudo ereditario, il ducato di Curlandia e Semgallia.
Il 5 marzo 1562 infine a Riga Gotthard Kettler depose solennemente il mantello bianco dell'ordine e fece omaggio al re di Polonia, sposando nel 1566 una principessa protestante tedesca.
Si creò, così, la paradossale situazione che una monarchia di antica tradizione cattolica, la Polonia, favorì la nascita di due stati-vassalli eretici alle sue dipendenze, con una politica, oltre decisamente nefasta da un punto di vista meramente religioso, anche assai poco lungimirante, come lo stato slavo dovette amaramente constatare di lì a non molto.


L'Ordine in età moderna (secc. XVI-XVIII)

L'Ordine, nonostante le gravi perdite, sopravvisse e si legò sempre più alla casa d'Absburgo.
Tra il 1590 e la caduta della monarchia, infatti, su 17 Gran Maestri 11 appartennero alla casata imperiale.
Nel 1606 il Capitolo generale approvò la riforma dell'Ordine (statuti di Massimiliano, dal nome del Gran Maestro che li promosse).
L'Ordine superò anche gli sconvolgimenti alla guerra dei Trent'anni, e, nel corso delle campagne militari contro l'Islam, della seconda metà del XVII secolo, ebbe ancora modo di distinguersi.
Nel 1664, il Gran Maestro von Ampringen fu alla testa di un reparto, che si batté valorosamente alla battaglia di San Gottardo.
Nel 1667, alcuni cavalieri combatterono a Candia, per aiutare i veneziani contro i Turchi.
Nel 1683, i Teutonici, guidati dal gran maestro von Pfalz-Neuburg, aiutante di capo di Stato Maggiore del duca di Lorena, parteciparono alla liberazione di Vienna.
Nel 1686, ancora von Pfalz-Neuburg guidò la seconda ondata d'assalto, che, il 2 settembre, portò alla conquista di Buda. Il Gran Maestro, centrato da un'archibugiata turca, riportò salva la vita, grazie alla croce che portava sul petto.
Così anche a Zenta, nel 1697, sotto la guida del principe Eugenio di Savoia, i Cavalieri Teutonici ebbero modo di dimostrare il loro valore.
L'Ordine non cessò mai di rivendicare i suoi antichi possessi baltici, e, quando, nel 1695, l'Imperatore Leopoldo I riconobbe ufficialmente a Federico III di Brandeburgo il titolo di Duca di Prussia, il Gran Maestro protestò vivacemente.
Il Gran Maestro, poiché fu concesso a Federico, addirittura, il titolo di Re di Prussia, di cui cinse la corona solennemente il 18 gennaio 1701 nel duomo di Königsberg, inviò una lettera di rimostranza alla Dieta di Ratisbona, all'Imperatore e ai Principi Elettori, firmata da tutti i membri del Capitolo, ma senza esito.
Papa Clemente XI, con lettera del 14 maggio 1701, all'Imperatore Leopoldo, condannava, a sua volta, la concessione del titolo di Re della Prussia ad un eretico che usurpava i territori dell'Ordine, e fino al 1787 i Papi lo ignorarono.


L'Ordine in età contemporanea (secc. XIX e XX)

Durante l'epoca napoleonica, l'Ordine, che nel 1809 disponeva di soli 61 cavalieri, fu sul punto di scomparire e s'indebolì notevolmente, perdendo molta parte dei suoi beni in Germania.
La pace di Presburgo del 1805, infatti, conteneva all'articolo XII una disposizione che prevedeva la secolarizzazione dei Teutonici a vantaggio di un membro di Casa d'Austria.
Grazie all'insistenza del Gran Maestro, Arciduca Antonio Vittorio, l'Imperatore Francesco II però invalidò i capitolati di Presburgo, e, in data 8 marzo 1834, restaurava l'Ordine come istituzione autonoma religioso-militare e feudo diretto dell'Impero.
Nel 1839, il nuovo Gran Maestro, Arciduca Massimiliano d'Austria-Este, fece approvare le nuove regole, che non modificavano tuttavia la natura religiosa dell'Ordine. Alla sua morte, nel 1863, contava una trentina di cavalieri, mentre erano soltanto sei, quando nel 1835, era stato insediato a guida dei Teutonici.
Nei decenni successivi fino alla caduta degli Absburgo (1918) l'Ordine Teutonico accentuò sempre più l'impegno caritativo a sollievo dei malati e sofferenti, restaurando anche il ramo femminile.
Nel 1923 l'Arciduca Eugenio diede le dimissioni e l'Ordine fu affidato ad un chierico.
Tuttavia, il sospetto che l'istituzione fosse legata alla causa monarchica absburgica non venne meno, e i fratelli subirono nel 1938 la persecuzione dei nazisti, notoriamente avversi alla Casa d'Austria, e soppressero l'Ordine nei territori austriaci e in Boemia-Moravia (1939).
Superata anche questa bufera, nel secondo dopoguerra, i Fratelli dell'Ospedale di Santa Maria di Gerusalemme risorsero, avendo però completamente abbandonato la vocazione militare e trasformati in una congregazione religiosa formata da chierici.
In quest'ultima versione, il glorioso Ordine è giunto fino a nostri giorni, nell'attesa, forse, di una nuova resurrezione, qualora lo spirito di crociata, che determinò la sua nascita, tornasse di nuovo a soffiare sulle desolate lande dell'Occidente.


BIBLIOGRAFIA:
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Eric CHRISTIANSEN, Le crociate del nord. Il Baltico e la frontiera cattolica (1100-1525), tr. it. di D. Levi, Bologna, Il Mulino, 1983.
Richard BARBER, Il mondo della cavalleria. Storia della cavalleria dalle origini al secolo XVI, tr. it. di M. Jatosti, Milano, SugarCo, 1986, pp. 265-329.
Ulrich GASSER, L'Ordine Teutonico, (opuscolo pubblicato in occasione del 8° centenario della nascita dell'Ordine) tr. it. di L. Menestrina, Bolzano, Priorato del Sudtirolo, 1991.







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