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    Predefinito Concistoro il 21 ottobre



    Roma, 28 sett. (Adnkronos/Mak) - La Chiesa universale disporra' dal 21 ottobre di 31 nuovi cardinali, fra i quali uno ''in pectore''. Il Papa lo ha annunciato oggi, come previsto, durante l'Angelus domenicale, affacciandosi puntualmente alle 12 dal suo studio su piazza san Pietro senza ritardi o particolari disagi dopo il black-out che ha colpito l'intero Paese.
    Fra i nuovi cardinali, che portano al numero record di 195 i membri del collegio cardinalizio, dei quali 135 elettori e 50 ultraottantenni piu' uno del quale non si conosce l'identita', figurano sei italiani: essi sono gli arcivescovi di Firenze Ennio Antonelli, di Genova Tarcisio Bertone, di Venezia Angelo Scola, e i tre ''curiali'' Renato Martino, Francesco Marchisano, Attilio Nicora.
    I nuovi 'Principi della Chiesa' annoverano sette personalita' della Curia fra i quali il 'ministro degli Esteri' Jean Louis Tauran e 19 arcivescovi a capo di diocesi cardinalizie. Insieme a questi 26 nuovi membri del Collegio, tutti sotto gli 80 anni, il Papa ha voluto premiare con la berretta cardinalizia quattro teologi ultraottantenni fra i quali il popolare ''teologo'' di Casa Pontificia, il domenicano svizzero George Marie Cottier, ed altri tre teologi.
    ''Infine -ha aggiunto il Papa prima di passare alla lettura della lista- vi comunico che ho nominato cardinale un altro benemerito presule, riservandomene il nome 'in pectore'''. Lo scompiglio creato nella sala stampa vaticana dal black-out e' finito alle 12 in punto, quando il Papa, apparso in discreta forma, si e' affacciato dal suo studio.
    La sua voce chiara e abbastanza ferma, con qualche esitazione quando ha letto la data del 21 ottobre, vigilia del XXV anniversario del suo insediamento sul soglio pontificio, si e' diffusa con gli altoparlanti nell'emiciclo berniniano mentre annunciava la sua intenzione di tenere un Concistoro per la creazione di alcuni nuovi cardinali ''derogando ancora una volta al limite numerico stabilito'', ha detto mentre uno scrosciante applauso partiva da alcune centinaia di pellegrini riuniti sotto la finestra del suo studio malgrado i disagi del black-out e la giornata piovigginosa.
    Con le nomine di oggi infatti sara' il collegio cardinalizio piu' affollato della storia: non solo viene sfondato il tetto dei 120 elettori, in modo da assicurare per almeno un anno e mezzo il 'plenum' dei cardinali elettori ed eleggibili che entrerebbero in un eventuale Conclave, ma raggiunge quota 195 il numero complessivo dei membri del Collegio cardinalizio.
    Giovanni Paolo II ha letto per primi i nomi dei suoi collaboratori della Curia romana: il 'ministro degli Esteri' vaticano Jean Louis Tauran (60 anni); il presidente di 'Iustitia et Pax' Renato Raffaele Martino (71 anni); l'arciprete della basilica di san Pietro e responsabile dei ''Beni culturali'' del Vaticano Francesco Marchisano (74 anni); i presidenti del Pontificio Consiglio dei Testi legislativi Julian Herranz (il secondo cardinale dell'Opus Dei, 73 anni), per gli operatori sanitari il messicano Javier Lozano Barragan (70 anni), della pastorale per i 'Migranti' il giapponese Stephen Fumio Hamao (73 anni) ed il presidente dell'Apsa Attilio Nicora (67 anni).
    Il Papa e' poi passato alla lettura dei 19 arcivescovi residenziali promossi con la berretta: il patriarca di Venezia Angelo Scola (62 anni); l'arcivescovo di Lagos Anthony Olombuni Okogie (67 anni); di Marsiglia Bernard Panafieu (72 anni); di Khartoum Gabriel Zubeir Wako (62 anni); di Siviglia Carlos Amigo Vallejo (69 anni); di Filadelfia Justin Francis Rigali (68 anni); di Saint Andrews ed Edimburgo Keith Michael Patrick o'Brien (65 anni); di Rio de Janeiro Oscar Scheid Eusebio (71 anni); di Firenze Ennio Antonelli (67 anni) e di Genova Tarcisio Bertone (69 anni); di Cape Coast Peter Kodwo Appiah Turkson (55 anni).
    Diventeranno cardinali anche gli arcivescovi: di Ranchi, in India, Telesphore Placidus Toppo (64 anni); di Sydney George Pell (62 anni); di Zagabria Josip Bozanic (54 anni); di HochiminVille il vietnamita Jean Baptiste Pham Minh Man (69 anni); di Guatemala Rodolfo Quezada Toruno (71 anni); di Lione Philippe Barbarin (53 anni); di Ertzegom-Budapest Peter Erdo (51 anni); ed infine del Quebec Marc Oullet (59 anni).
    Come accaduto nell'ultimo concistoro, papa Wojtyla ha infine voluto premiare con il galero rosso quattro teologi, tutti oltraottantenni e che dunque non entreranno in Conclave, che si sono particolarmente distinti ''per il loro impegno a servizio della Chiesa''. Essi sono il ''teologo'' del Papa, il domenicano svizzero padre George Cottier; il belga Gustaaf Joos; il ceco gesuita Tomas Spidlik; il dehoniano polacco Stanislas Nagy.
    Un ultimo ''benemerito presule'' e' stato nominato cardinale dal Papa. E gia' si e' scatenato il toto-nomi su chi potrebbe essere. Per ''motivi di opportunita''', generalmente legati ad una difficile situazione ambientale della Chiesa interessata, il Papa non ha rivelato il suo nome. Lo tiene, per l'appunto, ''in pectore''.

    Manuela Borraccino

  2. #2
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    La forza e la determinazione che il Papa sta dimostrando, nonostante il male che lo affligge, sono un segno di più della grandezza di quest'uomo.
    "Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un'ingiustizia. Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviate la maggioranza, per falsare la giustizia. Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo" (Esodo 23: 1-3)

  3. #3
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    All'Angelus Domini in Piazza San Pietro il solenne annuncio del Santo Padre
    La cerimonia si svolgerà il 21 ottobre, vigilia dell'anniversario dell'inizio del Ministero di Pastore universale della Chiesa

    Giovanni Paolo II terrà un Concistoro
    Ordinario Pubblico
    per la nomina di trenta nuovi Cardinali


    Carissimi Fratelli e Sorelle!
    1. Èormai prossimo l'inizio del mese di ottobre, il mese del Santo Rosario. Alla Madonna affido in modo particolare il Concistoro che intendo tenere il prossimo 21 ottobre, in occasione del mio XXV di Pontificato. In esso, derogando ancora una volta al limite numerico stabilito, creerò alcuni nuovi Cardinali.
    2. Vi sono tra loro innanzitutto alcuni miei Collaboratori della Curia Romana. Eccone i nomi:
    - Mons. JEAN-LOUIS TAURAN;
    - Mons. RENATO RAFFAELE MARTINO;
    - Mons. FRANCESCO MARCHISANO;
    - Mons. JULIÁN HERRANZ;
    - Mons. JAVIER LOZANO BARRAGÁN;
    - Mons. STEPHEN FUMIO HAMAO;
    - Mons. ATTILIO NICORA.
    Vi sono poi 19 Pastori di altrettante Chiese locali. I loro nomi sono:
    - Mons. ANGELO SCOLA, Patriarca di Venezia (Italia);
    - Mons. ANTHONY OLUBUNMI OKOGIE, Arcivescovo di Lagos (Nigeria);
    - Mons. BERNARD PANAFIEU, Arcivescovo di Marsiglia (Francia);
    - Mons. GABRIEL ZUBEIR WAKO, Arcivescovo di Khartoum (Sudan);
    - Mons. CARLOS AMIGO VALLEJO, Arcivescovo di Siviglia (Spagna);
    - Mons. JUSTIN FRANCIS RIGALI, Arcivescovo di Filadelfia (Stati Uniti d'America);
    - Mons. KEITH MICHAEL PATRICK O'BRIEN, Arcivescovo di Saint Andrews and Edinburgh (Scozia);
    - Mons. EUSÉBIO OSCAR SCHEID, S.C.I., Arcivescovo di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile);
    - Mons. ENNIO ANTONELLI, Arcivescovo di Firenze (Italia);
    - Mons. TARCISIO BERTONE, Arcivescovo di Genova (Italia);
    - Mons. PETER KODWO APPIAH TURKSON, Arcivescovo di Cape Coast (Ghana);
    - Mons. TELESPHORE PLACIDUS TOPPO, Arcivescovo di Ranchi (India);
    - Mons. GEORGE PELL, Arcivescovo di Sydney (Australia);
    - Mons. JOSIP BOZANIC, Arcivescovo di Zagabria (Croazia);
    - Mons. JEAN-BAPTISTE PHAM MINH MÂN, Arcivescovo di Hôchiminh Ville (Viêt Nam);
    - Mons. RODOLFO QUEZADA TORUÑO, Arcivescovo di Guatemala (Guatemala);
    - Mons. PHILIPPE BARBARIN, Arcivescovo di Lione (Francia);
    - Mons. PÉTER ERDÖ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria);
    - Mons. MARC OUELLET, P.S.S., Arcivescovo di Québec (Canada).
    Tra i nuovi Porporati vi sono inoltre quattro ecclesiastici particolarmente meritevoli per il loro impegno al servizio della Chiesa. Essi sono:
    - P. GEORGES MARIE MARTIN COTTIER, O.P., Teologo della Casa Pontificia (Svizzera);
    - Mons. Can. GUSTAAF JOOS, della Diocesi di Gand (Belgio);
    - P. TOMÁS SPIDLÍK, S.I. (Rep. Ceca);
    - P. STANISLAS NAGY, dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (Dehoniani), (Polonia).
    Infine, vi comunico che ho nominato Cardinale un altro benemerito Presule, riservandomene il nome "in pectore".
    3. I candidati alla dignità cardinalizia provengono da varie parti del mondo e svolgono mansioni diverse a servizio del Popolo di Dio. Nella loro schiera ben si rispecchia l'universalità della Chiesa con la molteplicità dei suoi ministeri.
    Affidiamo i nuovi eletti alla Vergine Santa invocandone la materna protezione su di loro e sui rispettivi compiti nella vigna del Signore.
    (Angelus Domini, 28 settembre 2003)

    (©L'Osservatore Romano - 29-30 Settembre 2003)

  4. #4
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    MI aspettava qualcosa per il mio arcivescovo, anche se so bene che è ancora molto giovane.
    Vabbò, sarà per la prossima volta!!!!
    "

  5. #5
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    Un nuovo Concistoro per la Chiesa Cattolica
    di Gianteo Bordero - 3/10/2003

    Tutto era già fissato per il mese di febbraio del 2004, ma, con una certa sorpresa, il Concistoro che vedrà la creazione di 31 nuovi cardinali avrà luogo il prossimo 21 ottobre. Nello stesso mese di ottobre, poi, Giovanni Paolo II taglierà il traguardo dei 25 anni di pontificato, divenendo così protagonista di uno dei papati più lunghi che la storia ricordi. Più lunghi e più intensi, giacché dal 1978 (anno della sua elezione) in poi, Karol Wojtyla ha guidato la Chiesa nell'epoca che ha visto i momenti più tesi e incerti della Guerra Fredda, seguiti poi dalla caduta del Muro di Berlino, dallo sgretolarsi dei regimi dell'Est e dalla sconfitta storica del comunismo.

    Ma non solo: la Chiesa che usciva dal pontificato di Paolo VI era una Chiesa che portava su di sé tutto il travaglio e tutta l'ambiguità di certe interpretazioni del Concilio Vaticano II, tanto che lo stesso Papa Montini, nel giugno del 1972, si trovò ad affermare - in un discorso che lasciò molti sbalorditi - che "da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel Tempio di Dio...Nella Chiesa regna questo stato d'incertezza; si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. E' venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio". Giova ricordare, ancora, che fu proprio sotto Paolo VI che, nel caso dell'elaborazione dell'Enciclica "Humanae vitae" (dedicata al tema della procreazione), si verificò una rilevante protesta contro lo stesso Montini, guidata da quei vescovi e teologi progressisti che fino allora erano stati i suoi più grandi sostenitori. Questo episodio segnò il netto cambio di direzione nel papato di Paolo VI, e la "Humanae vitae" fu l'ultima Enciclica scritta da questo pontefice, il cui silenzio dottrinale dal 1968 (anno di composizione della "Humanae vitae") in poi, paradossalmente, parlò più forte delle sue precedenti parole.

    Giovanni Paolo II, dopo il pontificato di papa Albino Luciani (Giovanni Paolo I) durato appena un mese, prese dunque in mano una Chiesa che viveva al suo interno una situazione confusa e complessa: una Chiesa incerta - quando non scettica - riguardo a quei "frutti del Concilio" tanto auspicati da Paolo VI. La prima lettera Enciclica di Karol Wojtyla, la "Redemptor hominis", fu un atto di coraggio se paragonata a tanti testi della teologia di moda a quell'epoca: "Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo" divenne da subito la cifra e il motto del Papa "venuto dall'Est". E oggi possiamo leggere ancora meglio il pontificato di Giovanni Paolo II come sviluppo di questo messaggio che, quando fu pronunciato, aveva riaperto il cuore e la mente di tanti cristiani. I numerosi viaggi che Wojtyla ha fatto in questi 25 anni rappresentano - forse meglio di ogni altra cosa - la preminenza, nel suo pontificato, dell'annuncio cristiano rispetto al pensiero teologico, della fede rispetto alla teologia.

    Giovanni Paolo II ha voluto che tornasse fondamentale, attraverso la centralità del papato, la missione e dimensione universale - cioè cattolica - della Chiesa. Laddove tanta teologia, acritica nei confronti della modernità, non poteva arrivare e risultare interessante, è invece arrivata, in questi lustri, la forza di un Papa che ha saputo e sa ripresentare l'integralità del fatto cristiano come proposta universalmente valida fatta al cuore del singolo. E, paradossalmente, la forza spirituale di questo Papa è andata aumentando proporzionalmente alla diminuzione delle sue forze fisiche.

    Wojtyla, dunque, ha voluto anticipare di qualche mese il Concistoro che vedrà la creazione di 31 nuovi cardinali. E' questo un fatto nuovo, segno che il Papa - nella sua lucidità - sente di non poter più fare grande affidamento sul suo già precario stato di salute. Ma questo è anche, infine, un grande atto d'amore nei confronti della Chiesa per la quale egli ha dato e dà, evidentemente, tutto se stesso (del resto, Giovanni Paolo II ha sempre detto - soprattutto quando si facevano più insistenti le voci di una sua "rinuncia" - che sarebbe rimasto finché il Signore glielo avesse chiesto).

    Si suole dire che, nel Conclave, il Papa venga scelto dallo Spirito Santo: non vi è dubbio, ma sempre lo Spirito opera misteriosamente attraverso la libertà e l'assenso dell'uomo. Per quanto riguarda i nuovi cardinali, la scelta di parte di essi è un atto dovuto, sia in riferimento alla sede episcopale, sia perché, nel corso del 2004, molti porporati oltrepasseranno la soglia degli ottant'anni, dopo la quale non è più possibile partecipare al Conclave. Ad ogni modo, si ha l'impressione che Giovanni Paolo II abbia voluto scegliere come cardinali molti tra i suoi "uomini di fiducia", allargando così il collegio cardinalizio oltre il limite - da lui stesso fissato - di 120 unità (con le nuove nomine si sale infatti a 135, di cui 130 fatte da Wojtyla).

    Tra gli italiani, riceveranno la berretta cardinalizia l'arcivescovo di Genova, Tarcisio Bertone (già vice di Ratzinger, e in questi mesi bersaglio polemico del maggior quotidiano genovese per le sue posizioni che molto ricordano quelle del compianto cardinal Siri), il patriarca di Venezia Angelo Scola (ex rettore dell'Università Lateranense), Ennio Antonelli (attualmente vescovo di Firenze e già segretario della Conferenza Episcopale Italiana). E inoltre: Renato Martino del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, Francesco Marchisano (Arciprete di San Pietro) e Attilio Nicora. Tra gli altri, ci saranno Jean Louis Tauran (il cosiddetto "ministro degli esteri" del Papa), Julian Herranz (Opus Dei), del Consiglio per l'interpretazione dei testi legislativi; e poi il giapponese Fumio Hamao (Consiglio dei migranti) e Javier Lozano Barragan, messicano, "ministro della sanità" del Vaticano.

    A completare la lista, due vescovi francesi (Lione e Marsiglia), uno spagnolo (Siviglia), un ungherese (Budapest), un croato (Zagabria), uno scozzese (Edimburgo); vi sono poi tre africani (un vescovo del Lagos, uno di Cape Coast e uno della martoriata terra sudanese), due sudamericani (Rio de Janeiro e Città del Guatemala), uno statunitense (Philadelphia), un canadese (Quebec), un australiano (Sydney). Due sono poi i nuovi cardinali asiatici, i vescovi di Hochiminville (Vietnam) e Ranchi (India).

    Per finire, saranno creati cardinali (è un'usanza di questo Papa, che già lo fece, ad esempio, con De Lubac) quattro teologi: Stanislaw Nagy (dehoniano polacco studioso di ecumenismo), Tommas Spidlik (gesuita slovacco esperto di spiritualità ortodossa), George Cottier (teologo della Casa Pontificia) e Gustaaf Joos, belga. Il trentunesimo porporato è, come si suol dire, ancora "in pectore", e sul suo nome vige dunque il più assoluto riserbo da parte della Santa Sede.

    Dunque - già lo accennavamo - tanti uomini "di fiducia" di Giovanni Paolo II. Sarebbe ingenuo, del resto, pensare che un Papa che, tra i suoi primi atti, rimosse dall'insegnamento Hans Kung, il maggior esponente della teologia progressista, non si preoccupasse (lui che la Chiesa la conosce bene) di esprimere una preferenza - davanti al Suo Signore - sul suo successore alla cattedra di Pietro. Lasciando poi libero lo Spirito, che soffia dove vuole, di operare quel che Egli ritiene meglio per la vita della Chiesa e dell'uomo.

    Gianteo Bordero
    bordero@ragionpolitica.it
    "Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un'ingiustizia. Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviate la maggioranza, per falsare la giustizia. Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo" (Esodo 23: 1-3)

  6. #6
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    UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
    DEL SOMMO PONTEFICE


    NOTIFICAZIONE



    CONCISTORO ORDINARIO PUBBLICO
    PER LA CREAZIONE DEI NUOVI CARDINALI



    Martedì 21 ottobre 2003, alle ore 10.30 sul sagrato della Patriarcale Basilica Vaticana, il Santo Padre Giovanni Paolo II terrà Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di trenta nuovi Cardinali.

    Gli Em.mi Membri del Collegio Cardinalizio sono pregati di trovarsi per le ore 10.00 sul sagrato della Basilica, indossando la veste talare rossa, il rocchetto e la mozzetta.

    I Cardinali di nuova creazione, in abito corale, sono pregati di trovarsi per le ore 10.00 presso la Cappella di San Sebastiano nella Basilica Vaticana.

    I Patriarchi, gli Arcivescovi, i Vescovi, gli Abati ed i Prelati Superiori dei Dicasteri della Curia Romana nonché i Membri della Cappella Pontificia che intendono partecipare al Concistoro vorranno trovarsi sul sagrato della Basilica alla medesima ora, indossando l'abito corale loro proprio.

    * * *

    Le visite di cortesia ai nuovi Cardinali si svolgeranno martedì 21 ottobre, dalle ore 16.30 alle ore 18.30, nei luoghi che saranno a suo tempo indicati.

    * * *

    Mercoledì 22 ottobre alle ore 10.30 in Piazza San Pietro, avrà luogo la solenne Cappella Papale, durante la quale il Santo Padre presiederà la concelebrazione della Santa Messa con i nuovi Cardinali ai quali consegnerà l'Anello cardinalizio.

    I nuovi Cardinali, in abito corale, sono pregati di trovarsi per le ore 10.00 presso la Cappella di San Sebastiano nella Basilica Vaticana, dove indosseranno le vesti sacre.

    Alla stessa ora, i Signori Cardinali e gli altri Membri della Cappella Pontificia, ciascuno con l'abito corale suo proprio, vorranno trovarsi sul sagrato della Basilica per occupare il posto che verrà loro indicato.



    Città del Vaticano, 29 settembre 2003.

    Per mandato del Santo Padre

    + PIERO MARINI
    Arcivescovo Titolare di Martirano
    Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

  7. #7
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    Predefinito Per capire meglio...

    I cardinali tra ieri e oggi

    Uomini in rosso
    di Andrea Riccardi e Saverio Gaeta





    Il cardinalato è un’istituzione che si è sviluppata nella Chiesa romana del secondo millennio. Le sue origini risalgono a un periodo ancora anteriore: si tratta degli ecclesiastici responsabili dei tituli cardinales, le chiese romane più antiche e prestigiose. A essi si aggiungono sette diaconi cardinali, responsabili delle opere di carità e dell’amministrazione di sette regioni dell’Urbe, e i vescovi cardinali delle diocesi vicine a Roma.

    Ma è proprio nel 1059, all’inizio del secondo millennio, che papa Nicolò II promulga il decreto In nomine Domini, per cui questi autorevoli membri del clero romano sono chiamati a scegliere il successore del vescovo di Roma. In realtà all’inizio sono i cardinali vescovi a eleggere il Papa, mentre agli altri cardinali e al clero romano spetta l’approvazione della scelta. Dal 1179, con Alessandro II, tutti i cardinali sono coinvolti nell’elezione del Pontefice. Anzi tale funzione vitale nella Chiesa romana spetta esclusivamente a loro: una politica che rimane costante per tutto il millennio. Infatti, lungo il secondo millennio e anche nel XXI secolo, con alterne vicende e differenti regolamentazioni, il Collegio dei cardinali resta il depositario della responsabilità dell’elezione del nuovo Papa. Ancora oggi il Codice di diritto canonico statuisce che i cardinali sono un «collegio peculiare cui spetta di provvedere all’elezione del romano Pontefice». Dietro questa scelta, all’alba del primo millennio, c’è la volontà di sottrarre l’elezione del Papa alle pressioni politiche e nazionali. Questo tentativo, come si sa, non sempre è riuscito nella secolare storia della Chiesa.


    Il ruolo elettorale dei cardinali è sembrato, lungo i secoli, il miglior sistema per garantire la successione ai Papi che si sono avvicendati lungo il primo millennio. Si sono operati vari e importanti aggiustamenti del meccanismo elettorale per la successione del Papa, sul numero dei componenti del Collegio, sulle loro funzioni nell’amministrazione della Chiesa. Il loro numero ha variato per lungo periodo, finché Sisto V, nel 1586, lo fissò a 70, richiamando la figura biblica dei 70 anziani di Israele che assistevano Mosè nel governo del popolo. Solo Giovanni XXIII, nel 1958, decise di superare questo tetto, nominando cardinali al di sopra dei 70 prescritti.

    Dopo il Concilio Vaticano II, si è avuta una delle maggiori discussioni sul ruolo del cardinalato nella Chiesa, anche a partire dalla forte rivalutazione dell’episcopato operata dai testi conciliari. È circolata l’ipotesi di aggiornare il sistema dell’elezione del Papa alla nuova realtà della Chiesa, a cui lo stesso Paolo VI è sembrato sensibile per qualche tempo. Forse un consiglio che raccogliesse i presidenti o i rappresentanti delle Conferenze episcopali del mondo avrebbe potuto meglio rappresentare la Chiesa nella sua universalità. Questa proposta è stata scartata, perché si sarebbe fatto dell’eletto una specie di presidente o di espressione dell’episcopato mondiale. Ma il Papa è il vescovo di Roma che, proprio in quanto tale, esercita un ministero universale. Paolo VI ha preferito, alla fine, mantenere il ruolo tradizionale del Collegio cardinalizio, aprendolo sempre più a presenze internazionali. In realtà il Collegio cardinalizio è sempre più divenuto un senato attorno al Papa, in cui siedono le personalità "consolari" della Chiesa cattolica, i grandi responsabili del governo della Curia e i titolari delle maggiori diocesi del mondo. L’antico collegio del clero romano e dell’episcopato suburbicario accoglie oggi i vescovi di ogni parte del mondo che il Papa, con sua decisione personale, ha chiamato a far parte di questo gruppo.

    Sussiste ancora la tradizione che il Papa ritenga in pectore il nome di alcuni cardinali, cioè non lo annunzi nel Concistoro in cui proclama i cardinali da lui creati. Questo, in genere, è dovuto a motivi di prudenza o altro. Paolo VI, per esempio, ha ritenuto in pectore, nel 1976, il nome del cardinale Tomasek, di Praga, per la situazione politica di quel Paese sotto il regime comunista. Questo nome è stato reso pubblico solo nel 1977, anche se la nomina decorre dal giorno in cui è stata fatta in pectore. Giovanni Paolo II si è riservato, nell’ultimo concistoro, due nomi di cardinali in pectore. Soprattutto nella seconda metà del Novecento le creazioni cardinalizie hanno progressivamente privilegiato i non italiani per dare un carattere più internazionale a questo organo che, in precedenza, era composto in larga parte da romani e da italiani. Il declino della presenza italiana nel Collegio cardinalizio è inarrestabile, anche se fino all’elezione di Pio XII nel 1939, gli italiani conservavano la maggioranza.


    Chi è oggi il cardinale nella Chiesa cattolica? Il Codice di diritto canonico così recita: «Uomini che siano costituiti almeno nell’ordine del presbiterato, in modo eminente distinti per dottrina, costumi, pietà e prudenza nel disbrigo degli affari». Il cardinale riveste un abito ecclesiastico particolare, tutto rosso porpora. La porpora era il colore degli abiti dei patrizi romani, il cui uso fu poi riservato all’imperatore. Per questo il Papa e i cardinali portarono l’abito rosso, sino a Pio V che, essendo domenicano, nel 1566 decise di portare l’abito bianco anche dopo l’elezione a Papa. Questo uso fu continuato dai suoi successori, mentre i cardinali indossavano il rosso porpora. I cardinali ricevevano il cappello rosso, detto "galero", che era l’insegna della loro dignità. Oggi esso è stato sostituito dalla berretta rossa, mentre la cappa magna con la lunga coda è stata abolita. Il rosso porpora ha acquistato il valore simbolico di richiamo alla fedeltà sino al martirio. Del resto, proprio nel Novecento, vari cardinali hanno sofferto il carcere e la persecuzione nei Paesi dell’Est; alcuni porporati sono caduti martiri della violenza come il cardinale Emile Biayenda, arcivescovo di Brazzaville (nel Congo Brazzaville) ucciso nel 1977, o il cardinale Juan Jésus Posada Ocampo, arcivescovo di Guadalajara (Messico).

    Normalmente oggi i cardinali sono i vescovi delle diocesi più significative del mondo o di quelle che tradizionalmente hanno visto il loro titolare ricevere la porpora cardinalizia. Ma non solo: il Collegio cardinalizio conta al proprio interno numerosi ecclesiastici che hanno prestato servizio nelle istituzioni centrali della Chiesa (o nella diplomazia della Santa Sede) oppure che sono stati chiamati a lavorare nella Curia romana. Qualche altro ecclesiastico riceve la porpora cardinalizia perché si è distinto per meriti particolari, come ad esempio è avvenuto con i teologi de Lubac, Congar e altri.



    Oggi i cardinali essenzialmente di dividono in due categorie (anche se tale distinzione non vale da un punto di vista formale): quelli impegnati nella Curia romana e quelli alla testa delle diocesi. Tuttavia le scelte degli ultimi Papi hanno spesso chiamato al servizio della Curia romana con incarichi di governo anche vari cardinali o vescovi (poi nominati cardinali) che provenivano dal servizio pastorale. Queste scelte si inquadrano nel processo di internazionalizzazione della Curia romana. Il cardinale, oggi, rappresenta una figura autorevole nella Chiesa cattolica, anche se non ha incarichi di governo centrale. Spesso il Papa manda un cardinale come suo rappresentante, inviato o legato a latere, per manifestare la sua presenza o la sua particolare attenzione ad alcune celebrazioni o eventi di speciale rilievo nella vita della comunità ecclesiale.

    In Italia, nonostante il calo dei cardinali italiani, il "cappello cardinalizio" viene concesso tradizionalmente ai titolari di alcune diocesi italiane e al Vicario di Roma. Gli arcivescovi di Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo e il patriarca di Venezia sono – generalmente – insigniti della porpora.

    Il ruolo dei cardinali è cambiato nei secoli e non è possibile ripercorrerlo in breve. In passato i cardinali non erano tutti vescovi, come oggi è previsto dalla legge canonica. Attualmente se un prete viene elevato al cardinalato, deve ricevere la consacrazione episcopale.

    Il Codice canonico parla dei cardinali come di un collegio che può trattare le questioni di maggiore importanza nella Chiesa. Questo avviene in riunioni dette Concistori, che hanno una lunga tradizione nella Chiesa romana. Un tempo erano riunioni piuttosto scadenzate nel tempo, in cui il Papa ascoltava i padri cardinali. Questo tipo di consultazione si è andata rarefacendo negli ultimi secoli, anche per il diverso andamento del lavoro della Curia. Oggi sono previste due forme di consultazione dei cardinali, il Concistoro ordinario e quello straordinario. A quest’ultimo tipo di riunione sono convocati tutti i cardinali, per trattare temi di grande importanza per la Chiesa. Giovanni Paolo II ne ha tenuto uno, ad esempio, nella prospettiva della preparazione del Giubileo. Il Concistoro ordinario è una riunione che può anche essere aperta a non cardinali: si tratta spesso di manifestazioni ufficiali in cui sono proclamate alcune decisioni del Papa.

    Tuttavia, nella Chiesa contemporanea, l’assemblea dei cardinali ha progressivamente perso il suo ruolo centrale. Infatti la Curia romana, a partire dal Cinquecento, si è articolata in varie Congregazioni, cioè in commissioni permanenti di cardinali. Tali Congregazioni hanno assunto l’aspetto di veri dicasteri con competenze stabili e con una loro struttura, come la Congregazione per la dottrina della fede (l’ex Sant’Uffizio), la Congregazione dei vescovi, la Congregazione per il clero, e via dicendo. Alla testa di questi dicasteri c’è normalmente un cardinale, mentre nel suo consiglio direttivo i porporati sono rappresentati. Il cardinale, come singolo – stabilisce il Codice –, collabora con il Papa «nella cura soprattutto quotidiana della Chiesa universale».



    Il cardinale rinuncia agli incarichi pastorali o di governo a 75 anni. Nel 1970 Paolo VI, con un gesto che suscitò molte polemiche, stabilì la fine del diritto di eleggere il Papa al compimento degli 80 anni di età per i cardinali, che pur restano membri del Collegio. Giovanni Paolo II ha confermato la norma nella Costituzione apostolica Universi dominici gregis del 1996. Si tratta dell’ultimo testo legislativo sull’elezione del Papa. Fissa a 120 il tetto massimo dei cardinali elettori, che opereranno la scelta del Papa nel territorio della Città del Vaticano. I cardinali – ed è una novità – risiederanno nella Casa di santa Marta, in una condizione di isolamento, e voteranno nella Cappella Sistina. L’elezione continua a svolgersi nell’osservanza del segreto e nell’isolamento monastico e di preghiera.

    Per l’elezione del Papa si prevede il tetto di due terzi di suffragi dei cardinali. Se dopo tre giorni non si trova un accordo, il Collegio deve prendere una pausa di riflessione per un giorno e quindi procedere ad altri sette scrutini. In caso di ulteriore mancanza di accordo, si prevede un’altra pausa e nuovamente sette scrutini. Infine, in assenza di un esito positivo, si procederà a maggioranza. Giovanni Paolo II, in questo importante documento, si ricollega alla secolare tradizione che fa del Collegio cardinalizio l’organo elettorale della Chiesa romana, pur con alcune modifiche e aggiustamenti. Dalle sue parole si vede l’espressione della linea secolare della Santa Sede. Egli dice: «Mi sono preoccupato di non deflettere nella sostanza dalla linea della saggia e veneranda tradizione finora invalsa».

    Il cardinalato si presenta, alle soglie del terzo millennio, come una istituzione ancora di grande rilievo nella vita della Chiesa cattolica, destinata ad avere un’influenza importante nelle scelte, non solo elettorali, della più grande comunità cristiana del mondo contemporaneo.

    Andrea Riccardi

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    Predefinito Il Collegio Cardinalizio



    [Cfr Note Storiche dell'Annuario Pontificio 2000]

    I Cardinali, sorti dai presbiteri dei 25 titoli o chiese quasi parrocchiali di Roma, dai 7 (poi 14) diaconi regionali e 6 diaconi palatini e dai 7 (secolo XII: 6) Vescovi suburbicari, furono consiglieri e cooperatori del Papa.

    Dal 1150 formarono il Collegio Cardinalizio con un Decano, che è il Vescovo di Ostia, e un Camerlengo quale amministratore dei beni.

    Dall'anno 1059 sono elettori esclusivi del Papa.

    Nel secolo XII incominciarono ad essere nominati Cardinali anche prelati residenti fuori Roma.

    Precedono dal secolo XII ai Vescovi ed Arcivescovi, dal secolo XV anche ai Patriarchi (Bolla Non mediocri di Eugenio IV, anno 1439); hanno, anche se semplici sacerdoti, voto nei concili.

    Il numero dei Cardinali, nei secoli XIII-XV ordinariamente non superiore ai 30, fu fissato da Sisto V a 70: 6 Cardinali Vescovi, 50 Cardinali Preti, 14 Cardinali Diaconi (Costituzione Postquam verus, 3 dicembre 1586).

    Nel Concistoro Segreto del 15 dicembre 1958 (A.A.S., anno 1958, vol XXV, pag. 987), Giovanni XXIII derogò al numero dei Cardinali, già stabilito da Sisto V e confermato dal Codice di Diritto Canonico del 1917 (can. 231). Ancora Giovanni XXIII, col Motu Proprio Cum gravissima del 15 aprile 1962, stabilì che tutti i Cardinali fossero insigniti della dignità episcopale.

    Paolo VI, col Motu Proprio Ad Purpuratorum Patrum dell'11 febbraio 1965, determinò il posto dei Patriarchi Orientali nel Collegio Cardinalizio.

    Lo stesso Sommo Pontefice, con il Motu Proprio Ingravescentem aetatem, del 21 novembre 1970, dispose che con il compimento dell'80º anno di età i Cardinali: a) cessano di essere Membri dei Dicasteri della Curia Romana e di tutti gli Organismi Permanenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano; b) perdono il diritto di eleggere il Romano Pontefice e, quindi, anche il diritto di entrare in Conclave.

    Nel Concistoro Segreto del 5 novembre 1973 lo stesso Paolo VI stabilì che il numero massimo dei Cardinali che hanno la facoltà di eleggere il Romano Pontefice fosse fissato in 120 (A.A.S., anno 1973, vol. LXV, pag. 163).

    Giovanni Paolo II, nella Costituzione Apostolica Universi Dominici gregis del 22 febbraio 1996 ha ribadito tali disposizioni.

    I Cardinali appartengono alle varie Congregazioni romane: sono considerati Principi del sangue, col titolo di Eminenza; quelli residenti in Roma, anche fuori della Città del Vaticano, sono a tutti gli effetti cittadini della medesima (Trattato Lateranense, art. 21).

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    Predefinito Il Concistoro



    Il Concistoro per la creazione dei nuovi Cardinali, secondo il nuovo rito introdotto in occasione del Concistoro del 28 giugno 1991, prevede i seguenti momenti:

    Creazione dei Cardinali: dopo il saluto liturgico, il Santo Padre legge la formula di creazione , e proclama solennemente i nomi dei nuovi Cardinali.
    Il primo dei nuovi Cardinali, a nome di tutti, rivolge al Santo Padre un indirizzo di omaggio.
    Dopo la Liturgia della Parola, il Santo Padre tiene l'omelia.
    Segue la professione di fede e il giuramento dei nuovi Cardinali.
    Imposizione della berretta e assegnazione del Titolo o della Diaconia :
    - Ogni Cardinale, secondo l'ordine di creazione, si avvicina al Santo Padre e Gli si inginocchia davanti. Il Santo Padre gli impone la berretta cardinalizia "rossa come segno della dignità del cardinalato, a significare che dovete essere pronti a comportarvi con fortezza, fino all'effusione del sangue, per l'incremento della fede cristiana, per la pace e la tranquillità del popolo di Dio e per la libertà e la diffusione della Santa Romana Chiesa".
    - Quindi il Papa assegna al Cardinale una chiesa di Roma ( Titolo o Diaconia ) quale segno di partecipazione alla sollecitudine pastorale del Papa nell'Urbe.
    -Il Santo Padre consegna la Bolla di creazione cardinalizia e di assegnazione del Titolo o della Diaconia e scambia con il neo Cardinale l'abbraccio di pace.
    - Il nuovo cardinale scambia poi con gli altri cardinali l'abbraccio di pace.
    Il rito si conclude con la Preghiera dei fedeli, la recita del Padre Nostro e la benedizione finale.
    Nel corso di una Cappella Papale , il Santo Padre presiede poi la concelebrazione con i nuovi Cardinali e consegna loro l' anello cardinalizio "segno di dignità, di sollecitudine pastorale e di più salda comunione con la Sede di Pietro".

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    Predefinito

    ASSEGNAZIONE DEI TITOLI E DELLE DIACONIE
    AI NUOVI CARDINALI



    1. Card. JEAN-LOUIS TAURAN, Diaconia di Sant’Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine

    2. Card. RENATO RAFFAELE MARTINO, Diaconia di San Francesco di Paola ai Monti

    3. Card. FRANCESCO MARCHISANO, Diaconia di Santa Lucia del Gonfalone (nuova Diaconia)

    4. Card. JULIÁN HERRANZ, Diaconia di Sant’Eugenio

    5. Card. JAVIER LOZANO BARRAGÁN, Diaconia di San Michele Arcangelo

    6. Card. STEPHEN FUMIO HAMAO, Diaconia di San Giovanni Bosco in via Tuscolana

    7. Card. ATTILIO NICORA, Diaconia di San Filippo Neri in Eurosia

    8. Card. ANGELO SCOLA, Titolo dei Santi XII Apostoli

    9. Card. ANTHONY OLUBUNMI OKOGIE, Titolo della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo a Mostacciano

    10. Card. BERNARD PANAFIEU, Titolo di San Gregorio Barbarigo alle Tre Fontane

    11. Card. GABRIEL ZUBEIR WAKO, Titolo di Sant’Atanasio a Via Tiburtina

    12. Card. CARLOS AMIGO VALLEJO, O.F.M., Titolo di Santa Maria di Monserrato degli Spagnoli (nuovo Titolo)

    13. Card. JUSTIN FRANCIS RIGALI, Titolo di Santa Prisca

    14. Card. KEITH MICHAEL PATRICK O’BRIEN, Titolo dei Santi Gioacchino e Anna al Tuscolano

    15. Card. EUSÉBIO OSCAR SCHEID, S.C.I., Titolo dei Santi Bonifacio e Alessio

    16. Card. ENNIO ANTONELLI, Titolo di Sant’Andrea delle Fratte

    17. Card. TARCISIO BERTONE, S.D.B., Titolo di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana (Diaconia da elevare a Titolo Presbiterale "pro hac vice")

    18. Card. PETER KODWO APPIAH TURKSON, Titolo di San Liborio

    19. Card. TELESPHORE PLACIDUS TOPPO, Titolo del Sacro Cuore di Gesù agonizzante a Vitinia

    20. Card. GEORGE PELL, Titolo di Santa Maria Domenica Mazzarello

    21. Card. JOSIP BOZANIĆ, Titolo di San Girolamo dei Croati

    22. Card. JEAN-BAPTISTE PHAM MINH MÂN, Titolo di San Giustino (nuovo Titolo)

    23. Card. RODOLFO QUEZADA TORUÑO, Titolo di San Saturnino (nuovo Titolo)

    24. Card. PHILIPPE BARBARIN, Titolo della Santissima Trinità al Monte Pincio

    25. Card. PÉTER ERDÖ, Titolo di Santa Balbina

    26. Card. MARC OUELLET, P.S.S., Titolo di Santa Maria in Traspontina

    27. Card. GEORGES MARIE MARTIN COTTIER, O.P., Diaconia dei Santi Domenico e Sisto (nuovo Diaconia)

    28. Card. GUSTAAF JOOS, Diaconia di San Pier Damiani ai Monti di San Paolo

    29. Card. TOMÁŠ ŠPIDLÍK, S.I., Diaconia di Sant’Agata de’ Goti

    30. Card. STANILAS NAGY, S.C.I., Diaconia di Santa Maria della Scala



    Città del Vaticano, 7 ottobre 2003

 

 
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