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  1. #1
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    Predefinito Dittatura proletaria o Dittatura del Partito Unico?

    "La dittatura del proletariato. E' un'0altra teoria che è oggetto di divergenza con gli anarchici. Dittatura del proletariato vuol dire autorità esercitata dalla classe operaia. Noi possiamo affermare che in Catalogna questa dittatura esiste di già (Applausi...)
    "Non molti giorni fa la FAI lanciò un manifesto che diceva che si sarebbe opposta a ogni dittatura esercitata da un singolo settore del proletariato, ma da tutti, assolutamente da tutti. Nessun partito del lavoratori o sindacato ha il diritto di esercitare la dittatura. Che i presenti sappiano che se la CNT o i Partito Comunista o il Partito Socialista volessero esercitare una dittatura di un solo partito avrebbero a che fare con noi. La dittatura del peroletariato deve essere esercitata da tutti.

    "Nin"- << Opposizione di sinistra nella guerra civile Spagnola - Felix Morrow >> - La nuova sinistra - Samonà e Savelli.

    Voi che ne pensate? Uno degli errori del partiti comunisti/socialisti del Est fu proprio quello di sostituire alla dittatura dei consigli(Soviet) del proletariato, una dittatura di partito unico esercitandola sia contro le altre organizzazioni rivoluzionarie, che contro il popolo limitandonè la libertà di pensiero e partecipazione.

    La prox rivoluzione sarà quella della pluralità d'avanguardie? O sarà la solita frittata bolscevica?

  2. #2
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    Predefinito Re: Dittatura proletaria o Dittatura del Partito Unico?

    In origine postato da Spartakus2oo3
    "La dittatura del proletariato. E' un'0altra teoria che è oggetto di divergenza con gli anarchici. Dittatura del proletariato vuol dire autorità esercitata dalla classe operaia. Noi possiamo affermare che in Catalogna questa dittatura esiste di già (Applausi...)
    "Non molti giorni fa la FAI lanciò un manifesto che diceva che si sarebbe opposta a ogni dittatura esercitata da un singolo settore del proletariato, ma da tutti, assolutamente da tutti. Nessun partito del lavoratori o sindacato ha il diritto di esercitare la dittatura. Che i presenti sappiano che se la CNT o i Partito Comunista o il Partito Socialista volessero esercitare una dittatura di un solo partito avrebbero a che fare con noi. La dittatura del peroletariato deve essere esercitata da tutti.

    "Nin"- << Opposizione di sinistra nella guerra civile Spagnola - Felix Morrow >> - La nuova sinistra - Samonà e Savelli.

    Voi che ne pensate? Uno degli errori del partiti comunisti/socialisti del Est fu proprio quello di sostituire alla dittatura dei consigli(Soviet) del proletariato, una dittatura di partito unico esercitandola sia contro le altre organizzazioni rivoluzionarie, che contro il popolo limitandonè la libertà di pensiero e partecipazione.

    La prox rivoluzione sarà quella della pluralità d'avanguardie? O sarà la solita frittata bolscevica?
    La solita frittata bolscevica mi sembra francamente fouri luogo, casomai stalinista, fu lo stalinismo a svuotare di significato i soviet instaurando la dittatura della burocrazia comunista. Penso che la dittatura del proletariato si definisce tale perchè la classe maggioritaria, il proletariato, arriva al potere espropriando la classe minoritaria e dominante, la borghesia, di tutti i soui privilegi e patrimoni. Ma questo è il popolo a doverlo fare tramite i soviet e non il partito comunista burocratizzato, e non dovrà certo esserci un unico partito.
    L'unico modo per non avere cattivi padroni è non avere padroni

  3. #3
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    Ma questo è il popolo a doverlo fare tramite i soviet e non il partito comunista burocratizzato, e non dovrà certo esserci un unico partito.

    Condivido Ulianov. La centralità non deve essere del Partito che come una piovra, soffoca i consigli di gestione. La centralità è nelle mani dei lavoratori che delegano i propri rappresentanti nei vari comitati di fabbrica, scuola, quartiere etc. Questa è per me la dittatura del proletariato. Una dittatura antistatalista e antiburocratica e soprattutto decentrata.

    Bhè già nella Russia socialista di Lenin la degenerazione in senso burocratico era avviata anche se in embrione.


  4. #4
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    Predefinito

    In origine postato da Spartakus2oo3
    Ma questo è il popolo a doverlo fare tramite i soviet e non il partito comunista burocratizzato, e non dovrà certo esserci un unico partito.

    Condivido Ulianov. La centralità non deve essere del Partito che come una piovra, soffoca i consigli di gestione. La centralità è nelle mani dei lavoratori che delegano i propri rappresentanti nei vari comitati di fabbrica, scuola, quartiere etc. Questa è per me la dittatura del proletariato. Una dittatura antistatalista e antiburocratica e soprattutto decentrata.

    Bhè già nella Russia socialista di Lenin la degenerazione in senso burocratico era avviata anche se in embrione.

    Certo Lenin ne era consapevole, ma aveva chiaro anche che era solo una fase di transizione, una fase di emergenza.
    L'unico modo per non avere cattivi padroni è non avere padroni

  5. #5
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    Marx per dittatura del proletariato non indicava alcun tipo di regime politico. Era semplicemente la presa del potere da parte della maggioranza in un momento storico dove mancava perfino il suffraggio universale. Una "dittatura" della maggioranza che si contrapponeva alla dittatura della borghesia (all'epoca, una minoranza).

    La frase di Engels: "Guardare la Comune di Parigi. Era la dittatura del proletariato" deve essere presa sul serio, come base per dimostrare ciò che non è la dittatura del proletariato in quanto regime politico (le varie modalità di dittature sul proletariato, in suo nome).

    Lenin sicuramente ha travisato a suo modo questa concezione marxiana di "dittatura" caratterizzandola in modo del tutto particolare. Stalin infine l'ha fatta diventare dittatura non già più degli oppressi ma del partito.

    P.G.
    "Vogliamo distruggere tutti quei ridicoli monumenti del tipo "a coloro che hanno dato la vita per la patria" che incombono in ogni paese e, al loro posto, costruiremo dei monumenti ai disertori. I monumenti ai disertori rappresentano anche i caduti in guerra perchè ognuno di loro è morto malidicendo la guerra e invidiando la fortuna del disertore. La resistenza nasce dalla diserzione"

    Partigiano antifascista, Venezia, 1943





  6. #6
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    Ringrazio anche Paddy per essere intervenuto.
    Sostieni che allora la "dittatura del proletariato" marxiana non era un regime politico, e che in quanto maggioranza senza diritti (hai sottolineato la mancanza di suffragio universale - importante), sostituiva una minoranza rappresentata dalla classe dominante. Una definizione esauriente se non fosse per il tuono altamente ambiguo. Mi spiego. Nonostante il cambiamento della composizione di classe nel corso degli anni, e in special modo del proletariato (dall'operaio massa del modo di produzione fordista al precariato metropolitano generato dalla riforma in senso liberista del mercato del lavoro), ciò non vuol dire che esso sia svuotato di ogni suo contenuto. I proletari esistono, anche se per anni si è proceduto alla disgregazione, al tentativo di scomporre le classi subalterne (con mini-contratti che distruggono i contratti collettivi nazionali ad es.), con l'intento di dividerle e sfruttarle al meglio. Se nel periodo del capitalismo mopolistico e del keynesismo (Intervento costante dello stato nell'industria nazionale e più in generale nell'economia), i lavoratori e le masse popolari hanno conquistato importanti diritti, ora si procede (non più progressivamente, ma a "valanga") verso la liquidazione di questi, un ritorno accelerato al capitalismo pre-'29 che in vent'anni di mancato sviluppo, attraverso la globalizzazione imperialistica, trasforma la guerra in fattore strutturale per procedere alla valorizzazione del capitale e alla sua sopravvivenza. Tutto ciò costituisce un vero pericolo per le classi subalterne perchè significa: limitazione di diritti fondamentali, militarizzazione della società, rigenerezione di forme totalitariste di governo dei paesi. Veniamo alla borghesia. In Italia la borghesia delle grandi famiglie, quindi la media-alta borghesia è ancora presente - anche se in via di decomposizione per la fuga di capitali nazionali veduti a multinazionali, che rappresentano a loro volta gruppi, accorporazioni di gruppi borghesi che mirano alla disintegrazione dell'industria su base nazionale, per ricercare nuovi sbocchi di mercato all'estero (L'Argentina è il prodotto di queste manovre) - ma è ancora più forte la classe media che all'apice del suo sviluppo (La crescita delle piccole aziende e dei ceti medi) arriverà al bivio imposto dall'oligarchia dominante: proletarizzazione - quindi partecipazione alla rivoluzione - o mobilitazione reazionaria in difesa del capitalismo in crisi.
    Nella prospettiva di un aumento del conflitto di classe e di "proletarizzazione" (Vedi sempre Argentina), la dittatura dei consigli del proletariato prende fiato. I Soviet sono ancora oggi la forma di gestione della produzione e la forma di partecipazione democratica diretta, che rappresenta l'unica alternativa alla barbarie capitalista.

    Bisognerebbe fare una inchiesta sulla composizione di classe della società italiana. Voi che ne pensate?

  7. #7
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    non per apparire provocatire, ma vi volete rendere conto, che anche nascessero nuovi sistemi pseudo comunisti, sarebbero delle dittature al pari di quelle fasciste?! l'utopia è utopia
    Salerno libera nazione del Sud!

  8. #8
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    Pie illusioni, le vostre. Lenin aveva capito che socialismo significa pianificazione, e che la pianificazione prevede la necessità di concentrare il potere all'interno di una sola avanguardia che in tal modo coincide con uno Stato già a vocazione internazionalista. Stalin è semplicemente rimasto fedele al cambio di vedute del padre dell'Unione Sovietica. Se si aspira a decentramento, libertà, partecipazione e pluralismo, è necessario rinunciare all'idea di proletariato e pensare la politica a partire dal concetto a-classista di comunità come orizzonte di pensiero e d'azione. Ma parlare di comunità significa ipso-facto introdurre categorie interpretative etniche e confrontarsi con il ruolo giocato da tradizioni, appartenenze, gerarchie. Quindi mandare al macero il socialismo bolscevico.

  9. #9
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    In origine postato da Paddy Garcia
    Marx per dittatura del proletariato non indicava alcun tipo di regime politico. Era semplicemente la presa del potere da parte della maggioranza in un momento storico dove mancava perfino il suffraggio universale. Una "dittatura" della maggioranza che si contrapponeva alla dittatura della borghesia (all'epoca, una minoranza).
    Lenin sicuramente ha travisato a suo modo questa concezione marxiana di "dittatura" caratterizzandola in modo del tutto particolare. Stalin infine l'ha fatta diventare dittatura non già più degli oppressi ma del partito.

    P.G.
    esattamente, il concetto di dittatura proletaria non è così truculento im Marx, si contrapponeva semplicemente ai regimi politici dove solo i borghesi,anzi i grandi borghesi, votavano,

    significava cioè uno stato DEMOCRATICO dove votavano solo gli operai e non gli sfruttatori,

    stessa cosa per la lotta di classe,
    certamente nel marxismo esistono le classi,cioè come divesrsi strati di popolazione si rapportano ai mezzi di produzione,
    ma non è detto si debba avere per forza lotta di classe, vi possono essere anche alleanze di classe.

    Lenin usò i due concetti a favore del suo partito,
    anche Stalin e Mao lo fecero, ma con ben altri risultati,
    ebbene, i regimi di stalin e Mao non sono ,alla lettera, socialisti,
    ma rimagono largamente positivi.

  10. #10
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