Dal "Commento sui salmi" di Sant'Agostino, vescovo
(Sal 31,29; CCL 38,272-273)


Coloro che si trovano al di fuori, lo vogliano o no, sono nostri
fratelli


Fratelli, vi esortiamo ardentemente a questa carità, non soltanto
verso i vostri compagni di fede, ma anche verso quelli che si trovano
al di fuori, siano essi pagani che ancora non credono in Cristo,
oppure siano divisi da noi, perché, mentre riconoscono con noi lo
stesso capo, sono però separati dal corpo. Fratelli, proviamo dolore
per essi, come per nostri fratelli. Cesseranno di essere nostri
fratelli, quando non diranno più "Padre nostro" (Mt 6,9).
Il Profeta ha detto ad alcuni: "A coloro che vi dicono: Non siete
nostri fratelli, rispondete: Siete nostri fratelli" (Is 66,5 sec.
LXX). Riflettete di chi abbia potuto usare questa espressione: forse
dei pagani? No, perché secondo il linguaggio scritturistico ed
ecclesiastico non li chiamiamo fratelli. Forse dei giudei che non
hanno creduto in Cristo?
Leggete l'Apostolo e noterete che quando egli dice "fratelli" senza
alcuna aggiunta, vuoi intendere i cristiani: "Ma tu, perché giudichi
il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello?" (Rm
14,10). E in un altro passo scrive: "Siete voi che commettete
ingiustizia e rubate, e questo ai fratelli!" (1Cor 6,8).Perciò
costoro che dicono: "Non siete nostri fratelli", ci chiamano pagani.
Ecco perché ci vogliono ribattezzare, affermando che noi non
possediamo ciò che essi danno. Ne viene di conseguenza il loro
errore, di negare cioè che noi siamo loro fratelli. Ma per qual
motivo il profeta ci ha detto: "Voi dite loro: siete nostri
fratelli", se non perché riconosciamo in essi ciò che da loro non
viene riconosciuto in noi? Essi quindi, non riconoscendo il nostro
battesimo, dicono che noi non siamo loro fratelli; noi invece, non
esigendo di nuovo in loro il battesimo, ma riconoscendolo nostro,
diciamo loro: "Siete nostri fratelli". Dicano pure essi: "Perché ci
cercate, perché ci volete? Noi risponderemo: "Siete nostri fratelli".
Ci dicano: "Andatevene da noi, non abbiamo niente a che fare con
voi". Ebbene, noi invece abbiamo assolutamente parte con voi:
confessiamo l'unico Cristo, dobbiamo essere in un solo corpo, sotto
un unico Capo.
Perciò vi scongiuriamo, fratelli, per le stesse viscere della carità,
dal cui latte siamo nutriti, dal cui pane ci fortifichiamo, per
Cristo nostro Signore, per la sua mansuetudine vi scongiuriamo. È
tempo che usiamo una grande carità verso di loro, una infinita
misericordia nel supplicare Dio per loro perché conceda finalmente ad
essi idee e sentimenti di saggezza per ravvedersi e capire che non
hanno assolutamente nessun argomento da opporre alla verità. Ad essi
è rimasta solo la debolezza dell'animosità, la quale tanto più è
inferma quanto più crede di abbondare in forze. Vi scongiuriamo,
dicevo, per i deboli, per i sapienti secondo la carne, per gli uomini
rozzi e materiali, per i nostri fratelli che celebrano gli stessi
sacramenti, anche se non con noi, ma tuttavia gli stessi, per i
nostri fratelli che rispondono un unico Amen che noi, anche se non
con noi. Esprimete a Dio la vostra profonda carità per loro.