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  1. #21
    SENATORE di POL
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    da www.israele.net

    " Falsa calma

    Da un articolo di Ze'ev Schiff
    25 settembre 2003

    La calma che regna da un paio di settimane e' fittizia. Solo due settimane fa si verificavano due gravi attentati, a Tzrifin e al Cafe Hillel di Gerusalemme, che causavano la morte di quindici persone.
    Come al solito dopo ogni grave attentato terroristico, adesso Yasser Arafat offre a Israele un "tregua". Lo stesso tipo di offerta che fece dopo l'attentato al Park Hotel di Netanya durante la Pasqua ebraica del 2002, e dopo il feroce attentato alla discoteca Dolphinarium di Tel Aviv dell'1 giugno 2001. E ogni volta c'e' qualcuno in Israele che si domanda come sia possibile rifiutare una proposta di cessate il fuoco. Viste dall'esterno, Hamas e Jihad Islamica sembra che si stiano frenando, e per il momento anche Israele sta esercitando autocontrollo evitando di colpire il livello della dirigenza politica di queste due organizzazioni terroristiche. E allora - si chiedono in molti - perche' non andare avanti e cercare di prolungare questo periodo di relativa calma?
    Un primo grosso problema e' dato dal fatto che per Hamas, con o senza tregua, e' ancora perfettamente possibile far esplodere autobus e passeggeri, come ha fatto per esempio il 19 agosto scorso con l'autobus della linea 2 di Gerusalemme. Quand'anche la dirigenza di Hamas a Gaza accettasse una "hudna" (tregua provvisoria) che escludesse tali attentati, i membri della stessa Hamas nella zona di Hebron si ritengono autorizzati a interpretare la "tregua" in modo assai diverso.
    Un altro problema nasce dal fatto che tendiamo a dimenticare. Un paio di settimane di relativa calma sono un'enorme lasso di tempo. Le immagini delle vittime dell'ultimo attentato terroristico si mescolano con quelle delle vittime degli attentati precedenti.La nostra memoria, colma di tragedie, tende a confondersi, e diventiamo stolidi alle sofferenze palestinesi. Allo stesso modo, la calma puo' essere ingannevole se serve come copertura, come un intervallo utilizzato dagli assassini per riprendere le forze e approntare nuovi nascondigli. In realta', dietro le quinte si registrano sviluppi inquietanti. Il numero degli allarmi attentato, compresi quelli suicidi, e' cresciuto. Attualmente si aggira su una media di quasi cinquanta al giorno. Per il 40'% si tratta di allarmi relativi a Hamas, un altro 40% riguarda la milizia Tanzim (legata al Fatah di Arafat). Secondo i servizi di intelligence militare, il problema con Tanzim e' che ha ricevuto soldi da Hezbollah (fondamentalisti libanesi) e dall'Iran.
    Mentre propone l'ennesima "hudna", Arafat sa benissimo tutto questo. Ma, come al solito, non fa nulla per fermare i preparativi di nuovi attentati. E' il solito gioco gia' noto: "Non da' inizio direttamente al terrorismo, ma non fa neanche nulla per impedirlo". In ogni caso, in quanto leader, ne porta la responsabilita'.
    La relativa calma potrebbe essere efficace solo se venisse utilizzata per realizzare le condizioni che hanno elencato gli americani a Ahmed Qureia (Abu Ala), e al suo predecessore Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Ma quelle condizioni non vengono realizzate. La proposta di Arafat di una "hudna" bis non differisce dalle offerte precedenti. Al massimo si riduce a una generica dichiarazione d'intenti, del tipo di quelle gia' piu' volte brutalmente violate in passato. Ma questi proclami non possono piu' costituire la base per un accordo, certamente non con Arafat. […] Dopo la pessima esperienza della prima "hudna", il governo palestinese deve iniziare ad agire nel concreto. I proclami potranno venire successivamente. Quando Qureia venne chiamato a sostituire Abu Mazen, gli americani elencarono con cura (meglio di quanto abbia fatto finora Israele) cosa bisogna fare. Primo, il governo palestinese deve unificare i vari servizi di sicurezza sotto un unico comando (che non sia Arafat), e questo non e' accaduto. Secondo, deve iniziare a disarmare i gruppi terroristici e a confiscare le loro armi. E anche questo non e' accaduto. Terzo, deve fermare il contrabbando di armi, altra cosa che non e' successa. Quarto, deve avviare le riforme nell'Autorita' Palestinese. E finora ben poco e' stato fatto.
    Queste sono le cose che anche Israele dovrebbe chiedere. E man mano che vengono fatte, il cessate il fuoco potrebbe protrarsi e svilupparsi fino a diventare un'intesa complessiva. Questo sviluppo permetterebbe agli Stati Uniti di esigere che Israele non si fermi alle dichiarazioni contro gli avamposti abusivi nei territori, e portare alla ripresa dei colloqui sull'applicazione della Road Map.

    (Ha'aretz, 24.09.03)
    "


    Shalom!!!

  2. #22
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    da www.israele.net

    " Attacco terroristico la vigilia di Rosh HaShana'

    27 settembre 2003

    Un israeliano di 30 anni e una neonata sono stati uccisi nella loro abitazione, altri due sono stati feriti venerdi' sera da un terrorista palestinese che ha attaccato con armi da fuoco l'abitato di Negahot, a sud-ovest di Hebron (Cisgiordania). L'attentato e' stato sferrato mentre in Israele iniziavano le celebrazioni di Rosh HaShana', il capodanno ebraico. Il terrorista e' riuscito a superare la recinzione dell'abitato, piuttosto isolato, e' penetrato in un'abitazione civile a caso e ha fatto fuoco sui presenti. Successivamente e' stato ucciso dall'intervento delle guardie e dei soldati.
    Nei giorni precedenti le festivita' ebraiche, le forze di sicurezza israeliane avevano sventato diversi attentati palestinesi grazie ad azioni anti-terrorismo condotte sia nella striscia di Gaza che nella zona di Hebron.
    "I palestinesi hanno inaugurato il nuovo anno ebraico con l'ennesimo sanguinoso attentato - ha commentato David Baker, portavoce dell'ufficio del primo ministro israeliano - Evidentemente hanno fatto voto di continuare ad allungare la loro scia di terrore contro Israele, mentre l'Autorita' Palestinese continua a rifiutarsi di fare i minimi passi necessari per mettere sotto controllo il terrorismo e cercare di impedire che questi attentati si ripetano".
    Alcune ore prima dell'attentato a Negahot, terroristi palestinesi avevano aperto il fuoco contro abitazioni israeliane a Psagot, presso Ramallah, e avevano sparato razzi anti-carro contro postazioni israeliane a Gadid, nella parte sud della striscia di Gaza.
    Dopo l'attentato, venerdi' notte, colpi di mortaio palestinesi sono stati lanciati contro abitazioni israeliane a Gush Katif e colpi d'arma da fuoco sono stati sparati contro postazioni israeliane presso Rafah Yam (striscia di Gaza).

    (Jerusalem Post, Ha'aretz, 26.09.03)
    "

    Shalom!!!

  3. #23
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    da www.israele.net

    " Strage in un ristorante di Haifa

    4 ottobre 2003

    Almeno 19 morti (tra cui 5 bambini) e più di 50 tra feriti e mutilati (di cui alcuni in condizioni disperate) per un attentato suicida palestinese nel primo pomeriggio di sabato nel ristorante Maxim su Ha'Haganah Boulevard, all'entrata sud nella citta' israeliana di Haifa.
    A Haifa convivono da sempre cittadini ebrei e arabi d'Israele. Il locale colpito dall'attentato e' di proprieta' di cittadini arabi-israeliani. Tra le persone assassinate nell'attentato, risultano anche quattro cittadini arabi israeliani.
    La terrorista avrebbe sparato alla guardia all'ingresso del ristorante prima di entrare nell'affollato locale e farsi esplodere.
    L'attentatrice (identificata come Hanadi Jaradat, 20 anni, originaria di Jenin, affiliata alla Jihad Islamica Palestinese, sorella di Salah Jaradat, un capo terrorista ucciso lo scorso giugno dalle Forze di Difesa israeliane) e' entrata in Israele passando tra la cittadina israeliana di Baka al-Garbiyeh e quella cisgiordana di Baka al-Sharkiyeh: una zona dove la barriera difensiva tra Israele e Cisgiordania non e' stata ancora costruita.
    Da giorni le forze di sicurezza israeliane erano in stato di massima allerta per le minacce di attentati in occasione della celebrazione delle festivita' ebraiche di questo periodo.
    L'attentato di sabato pone sanguinosamente fine a un periodo di relativa calma
    (si veda anche: Falsa calma) durato circa tre settimane, durante il quale tuttavia erano stati sventati diversi tentativi di attentato grazie all'incessante azione anti-terrorismo delle Forze di Difesa israeliane. I piu' recenti attentati suicidi riusciti risalgono al 10 settembre, quando due terroristi palestinesi si fecero esplodere, a poche ore di distanza l'uno dall'altro, presso una fermata di autobus a Tzrifin e all'Hillel Café di Gerusalemme, causando la morte di 15 persone.
    Il gruppo terrorismo palestinese Jihad Islamica non ha direttamente rivendicato la strage, ma un suo portavoce, Abdullah al-Shami, ha dichiarato che l'attentato costituisce la "naturale risposta palestinese ai crimini israeliani". Abdullah al-Shami ha detto ai giornalisti nella striscia di Gaza che "l'attentato dimostra il fallimento di tutte le misure di sicurezza prese dai sionisti", e ha aggiunto che la strage non ha nessuno specifico significato politico, spiegando che la mancanza di attentati anti-israeliani nelle scorse settimane non era dovuta a una decisione politica da parte dei gruppi palestinesi. "La pausa negli attentati era dovuta solo a difficolta' pratiche sul terreno", ha detto il portavoce palestinese, aggiungendo che i "militanti realizzano attentati ogni volta che trovano il modo di farlo".
    David Baker, portavoce del primo ministro israeliano , ha dichiarato che Israele esige che l'Autorita' Palestinese prenda immediate misure concrete contro i gruppi terroristici. "L'attentato a Haifa - ha detto Baker - dimostra ancora una volta che l'Autorita' Palestinese continua a rifiutarsi di prendere anche solo le minime misure contro le strutture del terrorismo".
    Il neo primo ministro palestinese Ahmed Qureia (Abu Ala) ha fatto appello "al popolo palestinese e a tutte le fazioni nazionaliste e islamiste affinche' esercitino autocontrollo, cessando di compiere azioni contro bersagli civili, che danneggiano la nostra legittima lotta nazionale". Si tratta dell'unica dichiarazione "contro il terrorismo" fatta da Abu Ala da quando e' stato nominato da Yasser Arafat a sostituire l'ex primo ministro palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Mustafa Nazel, un leader di Hamas, parlando da Beirut ha detto di non capire perche' l'Autorita' Palestinese prenda le distanza da "questo atto di coraggio".
    Sabato sera il ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom in una telefonata al segretario di stato americano Colin Powell ha spiegato che Israele e' a conoscenza del fatto che Arafat negli ultimi giorni ha continuato a stanziare fondi a favore dei gruppi terroristici.

    (Ha'aretz, 4.10.03)
    "

    Shalom!!!

  4. #24
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    Predefinito Yurj...

    Sono bastati SOLO 6 incollaggi di PFB per farti arrendere? Lui è capace di fare molto di più, se solo volesse. Conosce tutti i siti pro Israele e anti Palestinesi di Internet, e se non la smetti di contraddirlo (puerilmente) è capace di farti 100 incollaggi in 5 minuti...
    Cum Feris Ferus

  5. #25
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    Ottimo commento all'ennesimo attentato palestinese con l'assassinio di tante persone, fra cui anche alcuni cittadini israeliani arabi.............

    Shalom!!!

  6. #26
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    da www.adnkronos.com

    " ''lo stato ebraico deve evitare un'escalation della tensione''
    M.O., Bush: ''Israele non deve sentire vincoli nella difesa''
    ''Deve esistere uno Stato palestinese ma l'Anp deve agire contro il terrorismo''

    Frattini: ''Raid israeliano rende piu' difficile dialogo''
    Slitta il voto sulla risoluzione presentata all'Onu dalla Siria
    Stato di emergenza nei Territori. Arafat nomina governo di crisi

    Libano: ''Spari israeliani sul nostro territorio''


    Washington, 6 ott. (Adnkronos) - Israele ''non si deve sentire vincolato nella difesa della sua patria'', ma allo stesso tempo deve evitare ''un'escalation della tensione'' . Lo ha dichiarato il presidente americano George Bush in una conferenza stampa congiunta assieme al presidente keniota Mwai Kibaki. Bush ha esortato israeliani e palestinesi ''ad assumersi le loro responsabilita' perche' vi sia uno Stato palestinese'', ma ha anche insistito piu' volte perche' l'Autorita' Palestinese agisca decisamente contro il terrorismo.
    Bush ha detto di aver telefonato domenica al premier israeliano per esprimergli le condoglianze per l'attentato di Haifa. ''Ho detto chiaramente al primo ministro che... Israele ha il diritto di difendersi, Israele non deve sentirsi vincolato nei termini della difesa della patria'' - ha dichiarato Bush ai giornalisti, spiegando di aver anche aggiunto ''che e' importante che ogni azioni debba evitare un'escalation che porti ad una maggiore tensione'' .
    Le dichiarazioni di Bush sono giunte dopo che Israele ha effettuato un raid in Siria contro un presunto campo di addestramento della Jihad Islamica, il movimento palestinese che ha rivendicato l'attentato di Haifa, in cui sono morti sabato 19 israeliani.
    Damasco, che siede al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ha chiesto una risoluzione di condanna, ma l'esame del testo e' stato rinviato. La Siria ha esortato gli Stati Uniti a non avvalersi del diritto di veto, ma il rappresentante di Washington all'Onu ha commentato che la Siria si trova dalla parte sbagliata nella lotta al terrorismo .
    Cristina Vicario
    "

    Lo stato canaglia della Siria, vero il quale vanno le simpatie di talune nazioni dell'Unione Europea, che sta nascendo sotto i peggiori auspici, è membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Non molti mesi fa il leader siriano aveva dichiarato alla stampa araba: " nel medio-lungo periodo Israele sarà distrutto ". Particolari complimenti a Francia e .......Regno Unito.

    Shalom!!!

  7. #27
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    da www.israele.net

    " Bambini usati dai terroristi: la congiura del silenzio

    1 ottobre 2003

    Venerdi' scorso due adolescenti palestinesi di 15 e 16 anni sono stati catturati dalle Forze di Difesa israeliane alla barriere difensiva tra striscia di Gaza e Israele. I due erano stati pagati 100 shekel (circa 20 euro) ciascuno perche' rischiassero la vita nel tentativo di recuperare due borse piene di armi che i terroristi avevano abbandonato presso la barriera la notte precedente durante un fallito tentativo di penetrare in Israele. E non e' il primo caso del genere (Bambini mandati allo sbaraglio).
    Ma dov'e' l'opinione pubblica mondiale quando ragazzini e bambini palestinesi vengono "comprati" alla causa del terrorismo? L'Unicef, l'agenzia delle Nazioni Unite preposta a difendere i diritti e la vita dei bambini, denuncia il fatto che milioni di bambini vengono sfruttati, maltrattati e sono vittima di violenze. Eppure, quando descrive la condizione dei bambini palestinesi, l'Unicef non dedica nemmeno una parola al loro sistematico abuso da parte sia di Hamas che dell'Autorita' Palestinese. Forse pensano che sia accettabile istruire i bambini a farsi esplodere, pagarli perche' a rischio della vita trasportino e usino armi o vadano a scagliare pietre contro i soldati?
    Enti e organismi internazionali, sia governativi che non governativi, preposti alla protezione dell'infanzia hanno una precisa ragion d'essere e dovrebbero levare forte la loro voce per denunciare una forma cosi' spudorata di sfruttamento dei bambini, indipendentemente dalla causa in questione.
    Nel mondo di oggi forse sarebbe troppo chiedere che vengano notati, analizzati e interpretati i tragici effetti delle stragi palestinesi sui bambini israeliani. Ma ignorando persino la condizione dei bambini palestinesi, questi enti e organismi si rendono di fatto complici degli abusi, e della congiura del silenzio ai loro danni. I bambini palestinesi e quelli israeliani si meritano qualcosa di meglio.

    (Jersualem Post, 30.09.03)
    "


    Shalom!!!

  8. #28
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    Predefinito da www.israele.net

    " Quelle "ferme" condanne del terrorismo

    Da un editoriale del Jerusalem Post
    8 ottobre 2003

    Domenica scorsa, mentre gli israeliani si apprestavano a celebrare lo Yom Kippur, il giorno piu' sacro dell'anno, alla radio venivano letti i nomi dei diciannove innocenti massacrati nel ristorante Maxim di Haifa. Fra essi, due intere famiglie spazzate via, nonni, genitori e figli, nella strage perpetrata da una terrorista suicida palestinese originaria di Jenin.
    Sempre domenica, il rappresentante dell'Unione Europea, Giancarlo Chevallard, deponeva una corona di fiori sul luogo dell'attentato, mentre Yasser Arafat e uno pugno di rappresentanti palestinesi condannavano l'attentato perche', per dirla con le parole di Arafat, "danneggia gli interessi dei palestinesi".
    L'orrore espresso dai rappresentanti europei per l'attentato vale quel che vale. Ma, se l'ipocrisia, come recita il dizionario, e' "l'espressione di una adesione non sorretta da autentica convinzione", allora le reazioni di europei e palestinesi a questa ennesima atrocita' appartengono al regno dell'ipocrisia.
    Oggi e' ormai risaputo che il presidente dell'Autorita' Palestinese Yasser Arafat, insieme ai suoi accoliti delle molteplici forze armate e di sicurezza palestinesi che soffocano efficacemente ogni voce di dissenso, in realta' non muove un dito per fermare il terrorismo. Ma non e' tutto. L'Autorita' Palestinese, nel momento stesso in cui esprime in ebraico e in inglese le sue vuote condanne degli attentati, in arabo continua a spronare il terrorismo senza remora alcuna presso il pubblico palestinese.
    Il 21 settembre scorso, Al-Ayam riferiva di un torneo di calcio: un evento che in una societa' sana potrebbe costituire l'occasione per offrire una parvenza di normalita' a una popolazione che vive in condizioni molto dure. Invece non meno di tredici esponenti ufficiali dell'Autorita' Palestinese, capeggiati da Saeb Erekat, noto volto televisivo e stretto collaboratore di Arafat, hanno approfittato dell'evento per lanciare un inequivocabile messaggio politico: noi rendiamo onore ai terroristi suicidi. L'evento stesso e' stato sportivamente intitolato "Torneo 2003 dedicato agli shahid [martiri] caduti nella lotta nazionale palestinese". Ognuna delle ventiquattro squadre partecipanti era a sua volta intitolata a una delle figure del pantheon del terrorismo palestinese. Tra gli altri, Yihye Ayash detto l'Ingegnere, uno dei piu' celebri cervelli della strategia degli attentati suicidi di Hamas; Dalal Mughrabi, una terrorista che dirotto' un autobus di linea israeliano nel 1978 causando la morte di 36 passeggeri presi in ostaggio; Hassan Salame, coinvolto nella strage degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972; Raid Carmi, capo delle Brigate Al Aqsa, l'ala terroristica di Fatah (movimento presieduto da Arafat) dedita anche ad attentati suicidi, e cosi' via. La coppa, sempre stando a quanto riferisce il giornale palestinese, e' stata consegnata alla squadra vincitrice da Erekat, a nome di Arafat, dopo che gli organizzatori avevano chiesto ai presenti di alzarsi in piedi per "un momento di orgoglio in memoria dello spirito dei martiri".
    Nel frattempo, la televisione ufficiale dell'Autorita' Palestinese continua a mandare in onda il messaggio che Israele, tutto Israele, deve essere distrutto con gli attacchi terroristici, costantemente glorificati. La settimana scorsa l'Autorita' Palestinese ha ricominciato a trasmettere un videoclip prodotto un anno fa che mostra un cuore che pulsa e che sanguina, appeso a una mappa di Israele. L'edificante sequenza e' accompagnata dal refrain: "Dio e' grande. Oh giovani, scuotete la terra, levate le pietre! Sionisti, non avrete scampo dal vulcano di pietre del mio paese! Voi siete il bersaglio ai miei occhi".
    Definire ipocrita quello che sta facendo la leadership "moderata" palestinese e' davvero un eufemismo, perche' il concetto di ipocrisia implica almeno il tentativo di nascondere le proprie vere intenzioni. In questo caso le vere intenzioni vengono trasmesse e stampate alla luce del sole, malcelate soltanto dalla sottile cortina della lingua araba.
    Nel caso dell'Europa, invece, siamo di fronte a un comportamento che puo' essere spiegato semplicemente con una buona dose di voluta ignoranza o ingenuita'. I governi europei sono perfettamente consapevoli di due fatti. Primo, che Arafat e il suo governo non solo si guardano bene dal contrastare il terrorismo, ma anzi gli garantiscono copertura diplomatica e incoraggiamento propagandistico. Secondo, che l'Europa e' ormai l'ultimo e solo amico importante che Arafat ha nel mondo, e che se un po' di capitali europee che contano decidessero improvvisamente di smascherare i trucchi di Arafat e di cassare tutti i contatti con lui, l'opzione del sostegno al terrorismo riceverebbe un duro colpo. Arafat garantisce copertura al terrorismo, l'Europa garantisce copertura ad Arafat. E' tempo che entrambi questi raggiri abbiano fine.

    (Jerusalem Post, 7.10.03)
    "


    Shalom!!!

  9. #29
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    da www.israele.net

    " Sventati tre tentativi di infiltrazione palestinese

    26 ottobre 2003

    Tre tentativi di infiltrazione terroristica in Israele sono stati sventati tra sabato sera e domenica mattina dalle Forze di Difesa israeliane.
    Un terrorista palestinese armato di mitra e granate e' stato ucciso da soldati israeliani dopo un violento scontro a fuoco domenica mattina presso una postazione militare nella striscia di Gaza. Sabato notte, sempre nella striscia di Gaza, soldati israeliani di guardia hanno individuato un gruppo di quattro palestinesi che si avvicinavano strisciando a una postazione militare. I soldati hanno aperto il fuoco colpendo due palestinesi, probabilmente ferendoli e mettendo in fuga gli altri due. Sempre domenica, soldati israeliani hanno aperto il fuoco verso un gruppo di terroristi palestinesi che si stavano avvicinando alle abitazioni del villaggio di Kfar Darom (striscia di Gaza).
    Nel frattempo, le Forze di Difesa israeliane hanno dato notizia di un nuovo programma volto a rafforzare i principi etici che devono governare il comportamento dei soldati in servizio. Amos Guiora, comandante della Scuola di Diritto Militare delle forze armate israeliane, ha mostrato giovedi' un nuovo software che utilizza sia pagine di dottrina che filmati tratti da film famosi per guidare i soldati nel prendere difficili decisioni di carattere morale in situazioni di combattimento. "La pressione in termini di capacita' decisionale che esercitiamo su soldati di diciannove anni - ha spiegato Guiora - e' incredibile". Il programma si basa su un codice di comportamento che deve fare da guida ai soldati su questioni come il divieto di farsi scudo con i civili, le garanzie di sicurezza per i soccorritori, il rispetto per i valori della cultura e della tradizione palestinese.
    I comportamenti proibiti sono illustrati anche ricorrendo a scene di film, come una scena di "Platoon" in cui si vedono soldati americani che distruggono un villaggio vietnamita e ne arrestano gli abitanti, e un'altra tratta dal film "Rules of Engagement" in cui si vede un comandante che ordina ai suoi uomini di sparare sulla folla durante una manifestazione nello Yemen. Gli autori del programma sperano che le scene di fiction suscitino piu' attenzione e vengano meglio ricordate che non delle semplici prescrizioni scritte.
    Le Forze di Difesa israeliane hanno iniziato a distribuire il programma su CD-ROM la scorsa settimana agli ufficiali dell'esercito e agli agenti della guardia di frontiera. Il programma e' attualmente in corso di traduzione in inglese giacche' le forze armate americane si sono dimostrate molto interessate

    (Jerusalem Post, 26.10.03)
    "


    Shalom!!!!

  10. #30
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    " Hamas ribadisce: "Tutto Israele e' territorio occupato, gli attacchi continueranno"

    8 dicembre 2003

    Hamas e Fatah si accusano a vicenda per il fallimento, domenica, dei colloqui intra-palestinesi al Cairo su un'ipotesi di cessate il fuoco.
    Esponenti di Fatah sostengono lunedi' che la dirigenza all'estero di Hamas e' stata il principale ostacolo che ha impedito un'intesa fra le varie fazioni palestinesi su un cessate il fuoco che comprendesse anche l'impegno a fermare le aggressioni contro soldati e civili israeliani in Cisgiordania e striscia di Gaza.
    Da parte sua, Hamas sostiene che la colpa del fallimento ricade sul presidente dell'Autorita' Palestinese Yasser Arafat e sul primo ministro palestinese Ahmed Qureia (Abu Ala), per il loro rifiuto di dare ascolto a Hamas nei loro negoziati con Israele. "Non siamo disposti ad autorizzare l'Autorita' Palestinese a firmare un nuovo accordo", ha dichiarato Mohammed Nazzal, importante esponente di Hamas che ha preso parte ai colloqui. Nazzal ha anche voluto chiarire di nuovo la posizione della sua organizzazione circa l'esistenza di uno stato ebraico in Medio Oriente. "Ogni centimetro della terra di Palestina dal 1948 in poi e' terra occupata - ha dichiarato Nazzal - e noi continueremo in ogni luogo la nostra lotta contro obiettivi israeliani. La nostra posizione finale e' che Hamas non e' disposta a dichiarare un nuovo cessate il fuoco. Hamas respinge la "hudna" (tregua provvisoria) e non intende accettarla perche' la nostra valutazione dell'attuale situazione politica e' che americani e sionisti sono in crisi profonda a causa della continua resistenza in Iraq e in Palestina".
    Nel frattempo il leader spirituale di Hamas, Ahmed Yassin, ha dichiarato al periodico tedesco Der Spiegel di essere contrario alla soluzione "due stati" (uno stato palestinese a fianco di Israele). "Non funzionerebbe - ha dichiarato Yassin - Sarebbe solo una soluzione provvisoria. Gli ebrei vadano a costruirsi uno stato in Europa".
    Abdel Aziz Rantisi, uno dei capi di Hamas a Gaza, ha ribadito che "l'Autorita' Palestinese non puo' parlare a nome di tutti I palestinesi".
    Secondo un esponente della Jihad Islamica palestinese, i colloqui del Cairo sono falliti per l'impossibilita' di raggiungere un'intesa fra le fazioni palestinesi sul "livello" di cessate il fuoco: se totale o limitato al territorio israeliano all'interno della "linea verde" (ex linea armistiziale 1949-67 fra Israele e Giordania). Le fazioni palestinesi hanno chiuso i colloqui senza un comunicato congiunto sul cessate il fuoco, e hanno annunciato che proseguiranno le trattative senza tuttavia indicare una data.
    Di fronte al fallimento dei colloqui del Cairo, Israele ha reagito ribadendo la propria disponibilita' a negoziare con le legittime autorita' palestinesi. "In questo momento Hamas rappresenta un pericolo per Abu Ala tanto quanto per Israele - ha dichiarato Raanan Gissin, portavoce del primo ministro israeliano Ariel Sharon - L'unico modo per affrontare i terroristi e' metterli dietro le sbarre, smantellando e disarmando le loro organizzazioni". Israele aveva gia' messo in chiaro in precedenza che non intende accettare nulla che sia meno di un completo e definitivo cessate il fuoco, con disarmo e smantellamento delle organizzazioni terroristiche, come previsto dalla Road Map. Le azioni anti-terrorismo israeliane, aveva detto domenica pomeriggio detto Sharon, diminuiranno fino a cessare del tutto se e quando diminuiranno fino a cessare del tutto le aggressioni terroristiche. "Naturalmente - aveva aggiunto Sharon - se invece gli attentati continuano, Israele sara' responsabile della difesa dei propri cittadini e continuera' ad agire di conseguenza".

    (Jerusalem Post, 8.12.03)
    "

    Shalom!!!

 

 
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