I segni concreti originati dalle radici cristiane

Delle "radici cristiane" della Europa che si sta
attualmente configurando, il progetto di Carta
Costituzionale che dovrebbe reggerne l'impianto
giuridico, per come finora proposto, non fa cenno.

Tale fatto ha suscitato e seguita a suscitare scalpore,
anche perché appare rivelatore di un atteggiamento non
certo attento a considerare, fra i "diritti" da
rispettare e da promuovere, anche il "diritto di Dio",
- come lo ha chiamato Papa Giovanni Paolo II -, con
le implicazioni garantiste per tutti che ne
deriverebbero anche nell'accogliere, in detta Carta,
gli apporti validi (e quindi quelli depurati da quelli
devianti, quando del caso) sia del retaggio delle
originarie culture giudaiche, greche, e romane, sia di
quello più recente prospettato dalla "filosofia dei lumi"
apporti che invece si volevano richiamare come fonti
esclusive, e quindi in termini impropri perché
selettivamente ideologizzati, nella prima redazione
della Carta stessa.

In ogni caso, non solo i cristiani ma anche i non
cristiani e i non credenti, quando si tratta di richiamare
le proprie ascendenze come comunità politica nella quale
riprecisare il proprio patto costituzionale, debbono
sentirsi obbligati a rispettare la verità, non
selezionata, dell'interezza di tale ascendenza: liberi
poi, ciascuno, di volerne riorientare, nel confronto
democratico, gli sviluppi storici.

Qui si vuole quindi riaffermare la doverosità del richiamo
alla verità della presenza di qualificanti "radici
cristiane" fra la ascendenze fondanti dell'Europa:
suffragando tale verità (che invero, - vale la pena
sottolinearlo -, non è negata, ma anzi è decisamente
riconosciuta anche da noti esponenti "laici" non credenti
ma rispettosi dei credenti) con la evocazione dei "segni
ancora leggibili" nella territorialità europea, quali
"frutti" significativi generati da tali radici.

Il riferimento sarà, precisamente, ad una territorialità
europea che oggi dovrebbe ricomprendere l'intera gamma
delle nazioni in essa precisatesi dopo la fine
dell'impero romano proprio secondo i connotati ad esse
impressi dal cristianesimo e variamente poi mantenuti
(ci si riferisce soprattutto alla Turchia islamizzata a
partire dal XV secolo) nel corso delle vicende storiche.

Al dunque, dovremmo così delineare tale territorialità
europea come l'area che va: in senso orizzontale,
dall'ovest delle coste atlantiche della penisola iberica
e dell'Irlanda fino alle estremità opposte, all'est,
delle coste della Siberia russa; e in senso verticale,
dal nord delle coste affacciantesi sul mare artico al
sud delle coste affacciantesi sul Mediterraneo (quelle
della Turchia e della sottostante verticale litoraneità
mediterranea) proseguendone gli elementi delimitanti
con i confini meridionali della area russa.

La qualificazione propriamente culturale e politica di
tale territorialità europea avrebbe il suo fondamento
per tutti quanti vi abitano (cristiani ed anche laici
non credenti, ma di animus non laicisticamente
anticristiano), - ecco il punto essenziale da
sottolineare -, nell'insegnamento di convivenza
civico-politica-religiosa espresso dal comandamento del
cristiano (...per così dire) Gesù Cristo, che suona
"Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è
di Dio"; comandamento non riconosciuto invece, - ecco
l'altro punto essenziale da sottolineare -, dagli
abitatori di un'altra territorialità: quella dei
seguaci dell'Islam, estendentesi a sud di quella
segnalata come attribuibile all'Europa in
repricisazione.

Quanto all'animus comportamentale dei cittadini di
tale territorialità europea, esso sarebbe orientato da
un ulteriore insegnamento, quello lasciatoci da uno
dei padri dell'Unificazione europea, il cattolico
Alcide De Gasperi, quando diceva: "Forse che quando
si ama una persona e la si sposa, si firma perciò
una dichiarazione di odio a tutte le donne? La famiglia
che noi creiamo... quella delle Nazioni Europee... non
esclude nulla".


* * *

Ed ecco allora i "segni" concreti originati dalle radici
cristiane dell'Europa ed incarnati nel suo territorio
costitutivo, che intendiamo qui evocare nella loro
concretezza offerta alla visione di chi ha occhi per
vedere, e non li chiude invece per non vedere.

Detti segni sono costituiti:

a) Dalle grandi Chiese cristiane, costruite: nella
"prima Roma" (la Roma imperiale, divenuta cristiana),
nella "seconda Roma" (Costantinopoli, qualificatasi,
nella sua nuova fondazione proprio come nuova città
cristiana); nella "terza Roma" (Mosca, definitasi come
terza Roma, nelle vicende della cristianità, proprio
all'indomani della conquista islamica di
Costantinopoli).

b) Dalle Abbazie cristiane che, dopo la fine della
organizzazione animata dalla imperialità della Roma
antica, costituirono la trama portante della nuova
organizzazione antropica, - qualificata dal rilancio
di antiche città e dalla fondazione di nuove città -,
della territorialità Europea.

c) Dalle Cattedrali che, dopo il mille, costituirono
il segno distintivo dell'"essere città" tra gli
insediamenti antropici europei (secondo quanto si
segnalava dai cronisti dell'epoca quando affermavano
"essere propriamente città quella con la cattedrale
del Vescovo").

d) Dalle Università che la cristianità europea costruì
come luoghi privilegiati in quanto, - per dirla con le
parole di Papa Giovanni Paolo II -, "luoghi della
concentrazione della riflessione sulla essenza
dell'umanità".

e) Dalle Strade dei pellegrinaggi, alle quali si
riferiva Goethe quando segnalava che "L'Europa si è
fatta camminando, e la sua lingua madre è stato il
latino": camminando per andare a Santiago di
Compostella in Spagna, a Mont Saint Michel in Francia,
a Roma e a Monte San Michele in Italia, a Czestochowa
in Polonia, e ai tanti "santuari".

f) Dalle Opere d'arte e di pensiero, che hanno
vistosamente connotato l'espressività culturale,
artistica, scientifica, e tecnologica della Cristianità
occidentale e di quella orientale dai secoli
protomedievali a quelli del Rinascimento: dalla "Città
di Dio" di s. Agostino, alla "Summa theologica" di s.
Tommaso e alla "Divina Commedia" di Dante; dalle pitture
di Giotto, di Raffaello e di Leonardo da Vinci a quelle
delle "icone" di Rublev; dalle sculture romaniche a
quelle di Michelangelo; dalla musicalità del "Canto
gregoriano" a quella delle opere di Monteverdi; dalle
opere scientifiche di Galileo, Copernico, Bacone, e via
proseguendo.

g) Dalle intenzionalità, anche missionarie, che hanno
qualificato le iniziative dei cristiani Marco Polo e
Cristoforo Colombo per la Scoperta di vie e di terre
sconosciute.

* * *

Dando dei "nomi" analitici alla concretezza
storico-geografica nella quale detti segni sono stati
manifestati, si può delineare il seguente quadro che
sarà specificativo, per brevità giornalistica, delle
sole voci a), b), c), d) concernenti realtà corposamente
fisiche che non possono sfuggire al normale viaggiatore,
interessato a "vedere" e "capire" ciò che incontra.


Le Chiese simbolo della successione storico-geografica
delle asserite "Tre Rome" della Cristianità

Le grandi basiliche romane dell'epoca costantiniana del
IV-V secolo: S. Pietro, san Paolo, san Giovanni, S.
Maria dell'Ara Coeli, S. Maria Maggiore.
La grande chiesa di santa Sofia, dell'epoca giustinianea,
a Costantinopoli (532);
La chiesa di s. Ambrogio a Milano, fondata nel suo
impianto originario dal santo (386)
Le chiese della generale epoca bizantina: quella di
Efeso (la chiesa del Concilio del 431) in Turchia; quella
del monastero di san Simeone (470) in Siria ; quella di
san Demetrio (V secolo) a Salonicco, in Grecia; quelle
di san Vitale (530) a Ravenna, e di san Marco (IX secolo)
a Venezia, in Italia; la chiesa del convento di Tatev
(895) in Armenia; la cattedrale di santa Sofia (1045) a
Novgorod, e la cattedrale di s. Demetrio (1193) a
Vladimir, in Russia; Le chiese dell'area del Cremlino,
- tra cui le Cattedrali della Dormizione (1479) e
dell'Annunciazione (1484) e quella di san Basilio
(1554), nella Mosca degli zar della Russia.

Le Abbazie (e i Monasteri e i Conventi e le Case
religiose) della riorganizzazione post romana del
territorio dell'Europa in formazione

Il primo "segno" della riorganizzazione post romana
del territorio della Europa in formazione va
riconosciuto nella fondazione (526) della abbazia di
Montecassino, da parte di san Benedetto, non a caso
proclamato primo "patrono dell'Europa", anche per la
molteplicità delle abbazie che sorsero nell'intera
area europea (basta ricordare, ad esempio quella di
Subiaco in Italia, pure fondata dallo stesso san
Benedetto, e quella, pure notissima di San Gallo, del
IX secolo, in Svizzera) sulla base della regola data
dallo stesso santo ai suoi monaci, basata sulla nota
diade dell'"ora et labora".

Grandissimo fu poi il numero (circa di 1600) delle
abbazie, nuove o rinnovate, diffusesi nell'intera area
europea dell'epoca secondo la regola "cluniacense"
dettata (nella nuova abbazia di Cluny, in Francia,
fondata dal duca di Aquitania, nel 910), per un ritorno
alle origini del monachesimo benedettino, svincolate
dai poteri locali

Lo stesso va detto della successiva riforma cistercense,
avviata a Citeaux, anche questa in Francia, e divulgata
soprattutto da san Bernardo, dando luogo alla nuova
costruzione o rinnovamento di oltre 400 abbazie.

Vanno poi evocati i monasteri, i conventi e le case
religiose costruiti dai nuovi ordini (soprattutto dai
francescani, dai domenicani, dai gesuiti) in moltissimi
centri della cristianità europea occidentale.
Quanto all'area europea della ortodossia, va ricordata
soprattutto l'importanza: del complesso dei monasteri
di Monte Athos (VIII secolo) in Grecia; dei monasteri
ortodossi russi (le "stavra") della Trinità e di san
Sergio (1337) a Zagorsk presso Mosca, e di
Kiev-Pecerskaja (XI secolo) a Kiev; dei monasteri
fortificati della Bucovina rumena (XVI secolo).


Le Cattedrali della cristianità europea medievale

La realizzazione (molto partecipata) delle cattedrali,
romaniche e gotiche, nelle città della medievalità
cristiana, rivelò la sua alta e molteplice
significatività religiosa e civile all'indomani del
1000: quando, come notava il cronista dell'epoca
Raoul Glaber, "si sarebbe detto che il mondo si
scuoteva per spogliarsi delle sue vetustà, e per
rivestire in ogni dove un bianco mantello di chiese".
Se ne evocano qui alcune tra quelle di particolare
notorietà.
Precisamente, tra le cattedrali romaniche: quella
di Treviri (1039), di Magonza (1009) di s. Martino a
Colonia (1150), in Germania; quella di Canterbury
(1071) in Inghilterra; quelle di Santiago di
Compostella (1075) e di Salamanca (1200), in Spagna;
quelle di Pomposa (1063), di san Nicola a Bari (1089),
di Modena (1099), di san Miniato-Firenze (XI secolo),
di Pisa (1115), di Parma (1117), di san Zeno a Verona
(1120), di Monreale (1172) in Italia; quella di
Coimbra, (1139) in Portogallo; quella di Kalendborg
(XIII secolo) in Norvegia ; quelle di Caen (1062) e
di Vézelay (1104) in Francia. E tra le cattedrali
gotiche: quelle di saint Denis (1130), di Nôtre Dame
di Parigi (1180), di Chartres (1194), della Sainte
Chapelle (1243) di Parigi, in Francia; quella di
Salisbury (1220) in Inghilterra; quella di Sigtuna
(1230) in Svezia; quelle di Losanna (1218) e di
Ginevra (1225) in Svizzera; quelle di Burgos (1221) e
di Leon (1250) in Spagna; quella di Colonia (1248) in
Germania; quelle di Milano (1386), della Minerva a
Roma, di Fossanova (XIV secolo) in Italia.


Le Università sorte in Europa dal 1000 al 1500

Nella penisola iberica: Palencia (1208), Salamanca
(1243), Valladolid (1250), Siviglia (1254), Valenza
(1260), Lisbona (1290, poi trasferita a Coimbra nel
1537), Lerida (1300), Huesca (1359), Barcellona (1450),
Saragozza (1474), Alcalà (1499).
In Francia: Parigi (1150), Tolosa (1229), Montpellier
(1289), Avignone (1303), Orleans (1309), Cahors (1332),
Angers (1337), Grenoble (1339), Perpignano (1349), Aix
(1409), Poitiers (1431), Valenza (1454), Bourges
(1454), Besançon (1470).
In Italia: Bologna (1088), Salerno (1173), Vicenza
(1204), Arezzo (1215), Padova (1222), Vercelli (1228),
Pavia (1250), Roma (1303), Treviso (1318), Pisa
(1343), Ferrara (1391), Piacenza (1395).
Nell'area germanica e del centro Europa: Praga (1348),
Vienna (1363), Funfkirchen (1367), Erfurt (1379),
Heidelberg (1358), Colonia (1388), Wurzburg (1402),
Lipsia (1409), Rostock (1419), Dòle (1422), Lovanio
(1424), Friburgo tedesco (1455), Greifsvald (1456),
Basilea (1459), Presburgo (1467), Ingolstadt (1472),
Treviri (1473), Tubinga (1476), Magonza (1476),
Francoforte (1500), Wittenberg (1502).
Nell'area della Europa orientale: Cracovia (1364)
Nell'area della Europa baltica: Copenaghen (1478).
(N.B.: Alcune delle Università citate erano state
precedute dalle grandi Scuole ecclesiali, o degli
Ordini ecclesiali, come, ad esempio da quella dei
domenicani di Colonia, dove avevano insegnato sia
sant'Alberto Magno che san Tommaso. Nella Europa
della ortodossia, erano state attivate, in varie
epoche, le grandi scuole dei grandi monasteri,
quali quelli, già citati, del Monte Athos in Grecia).


* * *

Una considerazione ora, per concludere, che può dare
una finalizzazione concreta al discorso documentale
fin qui svolto.
Concerne il dovere che i cristiani hanno oggi
davanti, in campo europeo, non solo di richiamare la
verità delle "radici cristiane" dell'Europa, ma anche
e soprattutto di non lasciarne cancellare, o
stravolgere i frutti di tali radici, di cui si è
fatta evocazione.
Come avverrebbe, ad esempio, se andasse avanti la
proposta (letta in una pubblicazione che era
presentata dall'allora Sindaco di Roma, Argan) di
trasformare la Basilica di San Pietro, la sua piazza,
ed il colonnato che la delimita, in un attuale grande
impianto termale, più imponente di quelli espressivi
della cultura della Roma imperiale, ma da quella
cultura unicamente ispirati.

MARIO D'ERME
(©L'Osservatore Romano - 10 Settembre 2003)