Passaggio del discorso di Francesco Storace
Presidente della Regione Lazio
al Simposio Europeo Università e Chiesa in Europa
17 giugno 2003
Carissime Autorità, sign. Ministro, autorità presenti tutte, sono lieto di portare il saluto della amministrazione Regionale del Lazio ai giovani, ai migliori giovani europei. Gli argomenti che vengono affrontati oggi, quelli della Chiesa e dell'Università in Europa, sono direttamenti collegati ad un tema che il Papa Giovanni Paolo II ha affrontato spesso, anche di recente: l'identità cristiana dell'Europa. Qui siamo in una sede che ha visto protagonisti della ricerca culturale, della vita ecclesiale e testimoni della fede cristiana e che hanno studiato o insegnato, siamo insomma nell'Università Lateranense, nel luogo più indicato per sottolineare l'importanza di una formazione che non sia tesa solo all'arricchimento culturale, ma che guardi anche a precisi valori, quali la difesa della vita multirazziale, multireligiosa e multietncica e nessuno pensa di tornare indietro. Proprio per questo però abbiamo il dovere di non smarrire la nostra identità, le nostre radici che affondano nel cristianesimo. Gli appelli del Papa affinché nella carta europea figuri un riferimento al patrimonio religioso e particolare cristiano dell'Europa non devono cadere nel vuoto. Noi, per quello che ci compete, faremo fino in fondo la nostra parte, non è un caso che l'Italia, il governo italiano, sia fra quelli che hanno chiesto l'inserimento del riferimento alle radici cristiane; il primo grande successo è stato ottenuto con la scelta di Roma come sede della Conferenza intergovernativa che il prossimo ottobre approverà la costituzione europea.
LA GRANDE DEPORTAZIONI DEI SASSONI
Carlo interviene ancora una volta in Sassonia per porre fine alle sollevazioni che ogni tanto le popolazioni di questo territorio irrequieto provocavano. In quest'ultima ribellione iniziata mentre Carlo era in Italia, il Franco la conduce in un modo spietato; spento l' ultimo focolaio di resistenza, Carlo diede l'ordine che la popolazione, circa 10.000 persone, fosse deportato in massa in Francia, in modo da togliere ogni velleità di ribellione. è una delle tante doportazioni che abbiamo già ricordato, che sono già avvenute e che avverrano ancora. Quella di quest'anno è piuttosto particolare perchè in un'intero paese non fu lasciato neppure un'abitante, questi furono completamenti sradicati dal loro ambiente con donne e bambini e al loro posto insediarono contadini francesi che presero possesso dei loro terreni e delle loro case.
I locali furono inviati in Francia a piccoli gruppi in diverse località in modo tale da non potersi riunire in pericolose assemblee .
Una metodo questo già adottata dai romani e che Carlo fa suo in ogni località dove scoppiano disordini; oltre a procedere nella sua ormai caparbia missione evangelizzatrice; che avviene ovunque dove lui mette piede.
Con i Sassoni fu durissimo; li evangelizzò con metodi a dir poco disumani. La vicenda rappresenta forse la pagina più buia della storia dell’Impero di Carlo Magno. Decapitazioni e deportazioni erano all’ordine del giorno, a Werden si contarono quattromilacinquecento esecuzioni in un solo giorno. Fu instaurato lo stato di terrore dove il trasgredire anche del più piccolo precetto significava irrimediabilmente la pena di morte. Le poche teste che rimasero sui corpi alla fine, si piegarono e accettarono il battesimo; fu così che l’opera di civilizzazione/cristianizzazione carolingia si potè realizzare senza altri ostacoli.
http://www.cronologia.it/storia/anno577e.htm