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    Predefinito Contro l'infallibilità della Chiesa cattolica: le prove della fallibilità dei papi

    Prima di tutto è giusto ricordare che del dogma dell'infallibilità papale non vi è alcuna traccia nelle Scritture, come pure non vi è in esse il benchè minimo riferimento ai papi, e non è affatto scritto che Cristo affidò la sua Chiesa a Pietro o lo costituì "primo papa" (il titolo di papa fu rifiutato da molti santi vescovi agli albori del cristianesimo; fu poi accettato dal vescovo di Roma, che lo ricevette dall'imperatore Foca - un omicida - per ragioni politiche, nell'anno 607). Ancora una volta, si tratta di false dottrine introdotte dagli uomini. L'infallibilità papale fu introdotta a distanza di quasi due millenni dalla venuta di Cristo, dal papa Pio IX (1870).

    Nel corso dei secoli si sono succeduti centinaia di papi nella chiesa cattolica romana. Ora, mediante i seguenti esempi di papi che hanno sottoscritto eresie, si sono contraddetti e sono stati dichiarati eretici, dimostreremo la fallibilità dei papi anche nelle loro dichiarazioni ufficiali:

    * Liberio (352-366) aderì formalmente all'eresia ariana (che negava la divinità di Gesù Cristo), sottoscrivendo la professione di fede eretica del concilio di Sermio e giungendo perfino a scomunicare Atanasio che difendeva la divinità di Cristo. Sia i suoi predecessori che lui stesso avevano di già condannato l'eresia di Ario; in seguito, i suoi successori condannarono l'eresia ariana.

    * Innocenzo I (401-417) scrisse al concilio di Milevis che i neonati erano obbligati a ricevere la comunione e che se fossero morti battezzati ma non comunicati, sarebbero ugualmente andati all'inferno. In seguito, questa dottrina è stata annullata dal concilio di Trento nel 1562 con la seguente dichiarazione: 'Finalmente lo stesso santo sinodo insegna che i bambini che non hanno l'uso della ragione, non sono obbligati da alcuna necessità alla comunione sacramentale dell'eucarestia. Rigenerati, infatti, dal lavacro del battesimo e incorporati a Cristo, non possono, a quell'età, perdere la grazia di figli di Dio, che hanno acquistato' (Concilio di Trento, Sess. XXI, cap. IV), e sempre il concilio tridentino ha anatemizzato chi la sosterrà con la seguente dichiarazione: 'Se qualcuno dirà che la comunione eucaristica è necessaria ai bambini anche prima che abbiano raggiunto l'età di ragione, sia anatema' (Concilio di Trento, Sess. XXI, can. 4).

    * Ormisda (514-523) nel 514 dichiarò eretici certi monaci della Scizia, perché sostenevano che uno della Trinità aveva sofferto la morte della croce; ma Giovanni II nel 532 dichiarò quei monaci ortodossi (cioè persone che sostenevano una dottrina retta).

    * Vigilio (537-555) nel 553 con una dichiarazione ufficiale definì conformi alla dottrina cattolica alcuni scritti denominati 'Tre capitoli' (che lui stesso aveva condannato nel 548). Ma il quinto concilio ecumenico (Costantinopolitano II) tenutosi a Costantinopoli dal 5 maggio al 2 Giugno 553 dichiarò solennemente che quegli stessi scritti dovevano essere considerati eretici. Ma Vigilio si risolse ad accettare il concilio e le sue conclusioni solo l'8 dicembre. Egli ritrattò le sue recenti posizioni contrarie alla condanna dei 'Tre capitoli' infatti scrisse al patriarca di Costantinopoli riconoscendo il proprio errore e concludeva dicendogli: 'Pertanto ciò che ho fatto in difesa dei 'Tre capitoli' viene annullato con la definizione del presente nostro scritto' (Epistola ad Eutichio, Patriarca di Costantinopoli, dell'8 Dicembre 553).

    * Gregorio I detto Magno (590-604) disse che i bambini non battezzati vanno diritti all'inferno e laggiù soffrono per l'eternità. Ora, questa dottrina è condannata dalla chiesa romana perché essa dice che i bambini se muoiono non battezzati vanno in un luogo detto limbo (dove secondo loro non c'é alcuna pena) e non più all'inferno come invece affermò Gregorio I. Sempre Gregorio affermò che chi si prendeva il titolo di vescovo universale era precursore dell'anticristo; mentre Gregorio VII (1073-1085) affermò che il vescovo di Roma è e deve essere chiamato vescovo universale; ecco le sue parole: 'Solo il pontefice romano ha il diritto di essere chiamato universale' (Dictatus papae, punto 2).

    * Onorio I (625-638) approvò ed insegnò la eresia dei monoteliti (i monoteliti affermavano che in Cristo c'erano due nature, ma una sola volontà e una sola azione, quella divina). Ecco le sue parole: 'Noi confessiamo una volontà unica del Nostro Signore Gesù Cristo, perché in lui non era volontà alcuna della carne, né ripugnante al volere divino'. Per questa sua presa di posizione fu condannato come eretico dal sesto concilio ecumenico nel 681. I papi successivi, confermarono la condanna: tra questi Leone II che nel 682 scrisse all'imperatore Costantino dicendo 'di scomunicare tutti gli eretici, tra cui Onorio che non fece risplendere la dottrina apostolica in questa chiesa di Roma, ma che per un tradimento profano tentò di sovvertire la fede immacolata e tutti coloro che morirono nel suo errore'.

    * Adriano II (867-872) dichiarò valido il matrimonio civile, mentre Pio VII (1800-1823) lo condannò.

    * Pasquale II (1099-1118) ed Eugenio III (1145-1153) autorizzarono il duello, mentre Giulio II (1503-1513) e Pio IV (1559-1565) lo proibirono.

    * Giovanni XXII (1316-1334) nel 1331 insegnò che le anime dei santi non avevano la vista di Dio prima della risurrezione della carne. Questa eresia fu condannata dal suo successore Benedetto XII (1334-1342). E sempre Giovanni XXII nella Bolla Cum inter nonnullos del 1323 affermò: 'Dire che Cristo e gli apostoli non possedevano nulla significa travisare le Scritture' (citato da Peter de Rosa in Vicari di Cristo, Milano 1989, pag. 226); secondo lui quindi Cristo e gli apostoli non erano vissuti poveri. Questo innanzi tutto contrasta la Parola di Dio, e in secondo luogo è in piena contraddizione con quello che avevano affermato i suoi predecessori Onorio III, Innocenzo IV, Alessandro IV, Bonifacio VIII.

    * Sisto V (1585-1590) nel 1590 fece pubblicare una edizione della Vulgata (che lui personalmente aveva riscritto per correggerne gli errori che esistevano nelle edizioni pubblicate fino a quel tempo) e con una bolla dichiarò: 'Nella pienezza del potere apostolico, decretiamo e dichiariamo che questa edizione... approvata per l'autorità concessaCi dal Signore, dev'essere accolta e considerata come vera, legittima, autentica e incontestata in tutte le discussioni pubbliche e private, nelle letture, nelle prediche e nelle spiegazioni'. Poco tempo dopo la pubblicazione della 'sua' Vulgata Sisto V morì. Ma la Vulgata da lui pubblicata fu trovata piena di errori. Il cardinale Bellarmino allora per salvare l'onore di Sisto V suggerì al suo successore Gregorio XIV (1590-1591) di correggerla e di presentarla al pubblico con il nome di Sisto adducendo delle scuse. Ecco cosa ebbe a dichiarare nella sua autobiografia il Bellarmino: 'Alcune, persone, la cui opinione aveva grande peso, ritenevano che dovesse essere proibita pubblicamente; io non ero dello stesso avviso e dimostrai al Santo Padre che, invece di proibire la versione della Bibbia in questione, sarebbe stato meglio correggerla in modo tale da poterla pubblicare senza danni all'onore di papa Sisto. Ciò si poteva fare eliminando il più presto possibile le modifiche sconsigliabili e pubblicando poi il volume con il nome di Sisto e una prefazione in cui si spiegava che nella prima edizione si erano verificati alcuni errori dovuti alla fretta dei tipografi e di altre persone' (in sostanza il cardinale gli suggerì di mentire). La Vulgata di Sisto dopo essere stata corretta fu pubblicata nel 1592 da Clemente VIII (1592-1605) che fu costretto a ritirare le copie della precedente Vulgata che erano state messe in commercio.

    * Paolo V (1605-1621) nel 1616 fece ammonire Galileo Galilei il quale sosteneva che la terra oltre a muoversi su se stessa gira attorno al sole. In un documento del Santo Uffizio datato 25 Febbraio 1616 si legge: 'L'Illustrissimo S(ignor) Cardinal Millino notificò all'Assessore e al Commissario del Santo Officio, che riferita la censura dei Padri Teologi sulla proposizione del matematico Galileo, che il sole sia il centro del mondo e immobile di moto locale, e che la terra si muove anche di moto diurno, il Santissimo (Paolo V) ha ordinato all'Ill.mo S(ignor) Cardinal Bellarmino, di chiamare dinanzi a sé il predetto Galilei, e di ammonirlo ad abbandonare la detta opinione; e se rifiuterà di obbedire, il P(adre) Commissario, di fronte ad un notaio e ai testimoni, lo precetti perché si astenga totalmente dall'insegnare, difendere o comunque trattare quella dottrina od opinione; se non acconsentirà sia carcerato'. E così fece il Bellarmino, e il Galileo diede le garanzie richieste. Ma nel 1632 (sotto Urbano VIII) il Galileo fece stampare il libro Dialogo di Galileo Galilei delli due Massimi Sistemi del Mondo, Tolemaico e Copernicano in cui sotto la forma di un dialogo sosteneva quelle convinzioni che non avrebbe dovuto diffondere. E così l'Inquisizione lo chiamò a Roma e lo processò condannandolo di eresia. Nel verdetto emanato contro di lui nel 1633 si legge: '... Diciamo, pronuntiamo, sententiamo e dichiariamo che tu, Galileo suddetto, per le cose dedotte in processo e da te confessate come sopra, ti sei reso a questo S Off.o vehementemente sospetto d'heresia, cioè d'haver tenuto e creduto dottrina falsa e contraria alle Sacre e divine Scritture, ch'il sole sia centro della terra e che non si muova da oriente ad occidente, e che la terra si muova e non sia centro del mondo, e che si possa tenere e difendere per probabile un'opinione dopo essere stata dichiarata e diffinita per contraria alla Sacra Scrittura...'. E Galileo fu costretto ad abiurare le sue convinzioni e difatti affermò giurando sul Vangelo: '... abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie, e generalmente ogni et qualunque altro errore, heresia e setta contraria alla S.ta Chiesa...'. Nel 1822 Pio VII ratificò un decreto dell'Inquisizione autorizzando tutti i trattati copernicani sull'astronomia, mentre nel 1835 le opere di Copernico, Keplero e Galileo furono tolti dall'Indice dei libri proibiti. Questo equivalse a dire che Paolo V e Urbano VIII, nell'insegnare che la terra era immobile e che il sole gli girava attorno e nel condannare come eretica la tesi di Galileo secondo la quale la terra ruota attorno a se stessa e attorno al sole, errarono.

    * Pio IX (1846-1878) nel 1854 decretò l'immacolata concezione di Maria, dottrina questa che va apertamente contro la Scrittura che insegna che solo Gesù è stato concepito senza peccato. Ma quello che vogliamo fare notare è che essa fu condannata da diversi predecessori di Pio IX (come Gelasio I, Gregorio detto Magno, Innocenzo III e Leone Magno) ed è contraria all'unanime consenso dei cosiddetti padri.

    Questi non sono che alcuni degli esempi di eresie e di contraddizioni papali che annullano la dottrina dell'infallibilità del papa. Come può quindi affermare Giuseppe Perardi nel suo Manuale che 'non ci fu mai Papa che abbia insegnato una dottrina la quale abbia meritato censura; il Papa insegnò sempre la verità, riprovò l'errore negli altri richiamandoli alla verità' (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 209) e che egli non può errare quando definisce dottrine circa la fede? Come ha potuto questo teologo fare tali affermazioni quando Adriano VI (papa della chiesa romana) nel 1523 disse: 'Se per Chiesa romana si intende il suo capo o pontefice, è indiscutibile che egli possa errare anche su argomenti concernenti la fede. Lo fa quando predica l'eresia nei propri giudizi o nelle proprie decretali. In verità molti pontefici romani furono eretici, e l'ultimo di essi fu papa Giovanni XXII (1316-1334)' (citato da Peter de Rosa in op. cit., pag. 217)?

    Ed ancora diciamo: 'Ma come ha fatto Pio IX, davanti a tanti esempi di papi che hanno insegnato cose false, dichiarare errata la seguente affermazione: 'I Romani Pontefici (...) in definire cose di fede e di costumi errarono' (Sillabo degli Errori, XXIII)? Ci vuole veramente o tanta ignoranza o tanta malafede per fare simile affermazioni.

    E poi, non è finita, i teologi romani dicono anche che le decisioni dei papi sono parte della tradizione che deve essere venerata al pari della Scrittura! Ma come fanno a dire ciò quando gli stessi papi si sono contraddetti tra di loro e scomunicati? Come fanno a fidarsi di questa loro tradizione che si contraddice da sé e si annulla da sé e contraddice ed annulla la Parola di Dio?
    2010:

  2. #2
    suum cuique
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    chi è il padre del raggiro e della menzogna?

  3. #3
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    I cattolici sono degli eretici che accusano altri di eresia, ma direi piuttosto che sono dei mentitori e mistificatori esperti
    2010:

  4. #4
    suum cuique
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    Predefinito sentite questa

    La Chiesa non si accontentava di far sentire la sua potenza ai vivi. La sua mano non risparmiava neppure i morti. Il papa Stefano VII (1) aveva dato l' esempio, nell' anno 897, condannando gli eretici dopo la loro morte. Questo vicario di Dio aveva fatto esumare il corpo del suo predecessore, papa Formoso, per fargli tagliare due dita della mano sinistra (perchè lo condannava come eretico) e farlo poi gettare nel Tevere. Ma alcune persone, impietosite, riuscirono a ripescare il corpo del papa eretico e a restituirlo alla terra. L' anno seguente il papa Giovanni IX dichiarò il processo nullo e non avvenuto, e fece proclamare da un sinodo che nessuno avrebbe potuto essere condannato una volta morto, ogni accusato dovendo avere la facoltà di difendersi. Questo non impedisce al papa Sergio III (2), nel 905, di riesumare il cadavere di papa Formoso, di rivestirlo dei paramenti pontificali, di farlo sedere su un trono, di condannarlo solennemente, di decapitarlo, di togliergli altre tre dita e di farlo gettare nel Tevere.
    Quando i restidello sfortunato defunto, ritrovati nel fiume da alcuni pescatori, furono portati nella chiesa di San Pietro, le statue dei santi, si racconta, si inchinarono davanti a lui e lo salutarono con venerazione. (3)
    Fra le decretali della Curia, d' altronde contraddittorie, gli Inquisitori avevano scelto quella che prescriveva di esumare i morti la cui eresia era stata scoperta soltanto dopo il trapasso, e di trattarli come se fossero stati in vita. Di conseguenza, il loro cadavere veniva bruciato e le loro ceneri sparse ai quattro venti. Per poco che le autorità laiche mostrassero un mediocre impegno a dissotterrare un eretico, le si minacciava di escluderle dalla Chiesa, di privarle dei sacramenti e di metterle a loro volta sotto accusa per eresia.

    NOTE

    1) Papa dall' 896 all' 897 (presso altre fonti, Stefano VI: infatti Stefano II (pontefice dal 752 al 757) venne nominato papa subito dopo un suo omonimo, morto dopo soli tre giorni e considerato da alcuni il vero Stefano II). Vescovo di Anagni, legato al partito di Lamberto di Spoleto, che il defunto papa Formoso aveva prima incoronato imperatore e poi disconosciuto a favore del rivale Arnolfo di Carinzia, si inserì nella lotta tra i pretendenti allo scettro facendosi strumento della rivincita di Lamberto. Istituì allo scopo un processo per invalidae l' operato del defunto pontefice ("concilio cadaverico") ma fu travolto da questi maneggi, finendo rovesciato dalla carica e infine strangolato in prigione.

    2) Papa dal 904 al 911, acceso oppositore di papa Formoso e sostenitore di Stefano VI (VII: v. nota precedente), fece invalidare tutte le ordinazioni disposte da papa Formoso e avviò una politica di intimidazione del clero romano destinata ad avere un certo successo, almeno nell' immediato; secondo alcune fonti, ebbe da Marozia (potene e corrotta nobildonna romana figlia dell' imperatrice Teodora e del senatore Teofilatto), un figlio salito poi al soglio pontificio col nome di Giovanni XI.

    3) Vale la pena di segnalare che anche uno storico cattolico come Gustav Schnürer (Kirche und Kultur, II 116) considera "spaventoso" questo giudizio postumo e definisce questo periodo " il più triste del papato".


    [tratto da "Crociata contro il Graal" di Otto Rahn. Società Editrice Barbarossa]










  5. #5
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    Che faccia tosta che hanno! Ci vuole coraggio a chiamari cialtroni simili "Santi padri"!
    2010:

  6. #6
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    Via, non siamo così ipercritici!
    L'infallibilismo è, come dire... charmant.
    Affascinante, e molto politico. Non faccio parte della categoria di quelli che da bambino hanno desiderato fare il papa, nè ho mai amato il clericalismo, ma nondimeno l'infallibilità del papa, che pur essendo divenuta dogma alla fine dell'ottocento covava da secoli sotto le braci, ha una sua qualità estetica oltre, come dicevo, ad essere motivata da precise istanze politiche.
    Intendo dire che non è un caso che un simile dogma si sia coagulato intorno al sillabo e alla prima codificazione del diritto canonico; l'infallibilità costituisce un pò la sintesi dell'antimodernismo della Chiesa. Del resto l'anti-infallibilismo è stato soprattutto sostenuto dai gallicani e dai giurisdizionalisti, cioè da quelle correnti che miravano a sottomettere e a segmentare la chiesa entro i confini nazionali, così da farne niente più di un'associazione di diritto privato sotto l'imperio del potere laico.
    Diciamo che al di fuori di queste coordinate la questione mi sembra un pò decontestualizzata; ciò sia da parte di chi vuol fare dell'infallibilità un principio teologico asoluto, sia da parte di chi contrasta l'idea sullo stesso campo. Invece il campo della contesa mi sembra questo: da un lato un concetto anti-modernista (anche se essenzialmente moderno nelle forme) dell'autorità, dall'altro un'idea razionalista, democratica e laica.
    Saluti

  7. #7
    suum cuique
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    Caro Senatore difficile non trovare ora e in futuro aspre critiche nei confronti della chiesa cattolica in questo locus amenus.
    Quanto da te scritto è senza dubbio corretto e riporta nettamente i termini della discussione nell' ambito che gli appartiene. Colgo però l' occasione per dire come la pensiamo noi al riguardo.

    Del resto l'anti-infallibilismo è stato soprattutto sostenuto dai gallicani e dai giurisdizionalisti, cioè da quelle correnti che miravano a sottomettere e a segmentare la chiesa entro i confini nazionali, così da farne niente più di un'associazione di diritto privato sotto l'imperio del potere laico.
    Questo storicamente è vero e non siamo di certo degli ammiratori del gallicanesimo o dei moti protestanti ma, a pensarci bene, non si può dire che sia stata la preponderanza nella chiesa cattolica dell' aspetto amministrativo e politico con tutte le sue leggi secolari che ha permesso quando non favorito questo processo di laicizzazione e modernizzazione?

    Non è forse stato il suo essere più un' istituzione temporale che spirituale quello che l' ha portata a decadere senza sosta, dando vita a un' atomizzazione sempre più spinta che si è esplicata anche per l' appunto nel fenomeno dell' eresia?

    Invece il campo della contesa mi sembra questo: da un lato un concetto anti-modernista (anche se essenzialmente moderno nelle forme) dell'autorità, dall'altro un'idea razionalista, democratica e laica.
    E' giusto mettere le cose in chiaro.
    Il nostro attacco all' infallibilità papale si iscrive all' interno di una critica di portata ben più ampia che vede nel clero la vera nemesi storica dell' Evangelo di Cristo.

    L' intento delle nostre critiche è totalmente differente da quello dei razionalisti e dei modernisti che vogliono sradicare la spiritualità nell' uomo e adoperano una misera storiografia e una ancor più misera logica materialistica a sostegno delle loro tesi per sbriciolare la Verità cristiana.

    Sperando di aver chiarito adeguatamente le motivazioni di alcuni nostri interventi,
    ti saluto con stima e ti ringrazio per esser intevenuto da subito in questo neonato forum.

  8. #8
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    In Originale postato da Otto Rahn
    Caro Senatore difficile non trovare ora e in futuro aspre critiche nei confronti della chiesa cattolica in questo locus amenus.
    Quanto da te scritto è senza dubbio corretto e riporta nettamente i termini della discussione nell' ambito che gli appartiene. Colgo però l' occasione per dire come la pensiamo noi al riguardo.



    E' chiaro, volevo solo animare la discussione, altrimenti temevo che languisse



    Questo storicamente è vero e non siamo di certo degli ammiratori del gallicanesimo o dei moti protestanti ma, a pensarci bene, non si può dire che sia stata la preponderanza nella chiesa cattolica dell' aspetto amministrativo e politico con tutte le sue leggi secolari che ha permesso quando non favorito questo processo di laicizzazione e modernizzazione?

    Non è forse stato il suo essere più un' istituzione temporale che spirituale quello che l' ha portata a decadere senza sosta, dando vita a un' atomizzazione sempre più spinta che si è esplicata anche per l' appunto nel fenomeno dell' eresia?



    Sì, anche questo è vero. Alcuni canonisti considerano la riforma gregoriana (ca 1000) come un prodromo dello stato moderno burocratizzato. Però la Chiesa irrigidita su posizioni dottrinali e politica, la Chiesa che desta un sano terrore e sconsiglia l'apostasia ai meno audaci non è più un'incarnazione del "leviatano", ma una risposta agli attacchi subiti a più riprese.
    Due autori sono importanti al riguardo: de Maistre e Carl Schmitt, entrambi attenti osservatori e acuti studiosi di politica. Proprio il "totalitarismo" papale pareva a loro la miglior forma politica; quasi un ideal-tipo dello stato. Nè ciò significa che la Chiesa avesse oramai imboccato la strada della secolarizzazione, visto che le simpatie di ambo gli autori erano per uno stato in qualche modo "anagogico", cioè uno stato che riportasse i conflitti ad unità ed avesse un carattere organico e senza scissioni. Ad esempio per Schmitt, nemico poteva essere solo un altro stato, l'inimicizia interna era da abolire e comunque testimoniava di un processo non concluso nella formazione dello stato.



    E' giusto mettere le cose in chiaro.
    Il nostro attacco all' infallibilità papale si iscrive all' interno di una critica di portata ben più ampia che vede nel clero la vero nemesi storica dell' Evangelo di Cristo.

    L' intento delle nostre critiche è totalmente differente da quello dei razionalisti e dei modernisti che vogliono sradicare la spiritualità nell' uomo e adoperano una misera storiografia e una ancor più misera logica materialistica a sostegno delle loro tesi per sbriciolare la Verità cristiana.

    Sperando di aver chiarito adeguatamente le motivazioni di alcuni nostri interventi,
    ti saluto con stima e ti ringrazio per esser intevenuto da subito in questo neonato forum.


    Ricambio i saluti e la stima, e nel merito non posso che prendere atto di una posizione che rispetto ma su cui dissento toto corde


  9. #9
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    Guarda caso gli illuminati esponenti di Tradizione cattolica non si degnano mai di venire a proporre il loro pensiero fuori dal seminato censorio del loro piccolo bunker.
    Ah la dialettica...
    Grazie per le interessanti conclusioni riportate.
    Spira il vento.

  10. #10
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    In Originale postato da Creso
    Guarda caso gli illuminati esponenti di Tradizione cattolica non si degnano mai di venire a proporre il loro pensiero fuori dal seminato censorio del loro piccolo bunker.
    Ah la dialettica...
    Grazie per le interessanti conclusioni riportate.
    Per me sono dei folli e se guardi il mio nick vedrai che non intendo il termine in senso spregiativo (infatti, chccè se ne dica, non si può disprezzare il coraggio di alcuni membri di quel forum), ma in senso "rassegnato". E' imposibile penetrare il pensiero di chi alla base ha un impulso non razionale.

    Grazie a te (a lei... mi viene il dubbio che lei sia un vero "senatore")per l'intervento

 

 
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