repondez svp.
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eh, gli ci vorrebbe un benito mussolini.......
Meno della somma dei singoli partiti.
Padania libera fino all'indipendenza
mussolini prese più della somma....
non credo che sia possibile mettere nella stessa lista elettorale udeur e pdci, per non parlare dei verdi con la margherita ...
In Origine Postato da Pasquin0
eh, gli ci vorrebbe un benito mussolini.......
Cos'è, un velato attacco alla legge Acerbo? Rispondo come faccio sempre: la legge cd truffa, voluta dalla DC, è un cattivo copia e incolla della legge Acerbo.
Ricordiamoci che attualmente in parlamento alcuni deputati di FI, e non solo, stanno sforzandosi, così come fecero i democristani, di emulare le gesta delle Camicie Nere/Deputato.
Ciao
Io credo di si.In Origine Postato da mcandry
non credo che sia possibile mettere nella stessa lista elettorale udeur e pdci, per non parlare dei verdi con la margherita ...
Voi pollisti intanto pensate a tenere nello stesso governo Bossi, Fini e Buttiglione, se ci riuscite, invece di pensare alla linea dell''Ulivo che non sono affari vostri.
Manca l'opzione del 50%In Origine Postato da DrugoLebowsky
repondez svp.
Corriere, 21.7.2003
Agli elettori dell’Ulivo piace il simbolo unico
Quasi il venti per cento preferisce candidati unitari
Conviene ai partiti del centrosinistra presentarsi con un’unica lista alle elezioni europee dell’anno prossimo? La proposta di Prodi ha suscitato molti consensi di principio, ma anche molte obiezioni, sia di natura politica (dietro alle quali si evidenzia talvolta anche la preoccupazione di conservare i seggi del proprio partito - e, beninteso, il proprio - di fronte al minor numero assegnato all’italia dopo l’ingresso dei nuovi membri nell’Ue) sia di carattere più propriamente tecnico. Tra queste ultime, la principale è legata al fatto che le elezioni europee sono tenute con il sistema proporzionale. Che esalta le specificità dei singoli partiti e tende a penalizzare le aggregazioni tra "diversi", poiché porta talvolta all’allontanamento - principalmente verso l’astensione, ma in certi casi anche verso forze «nemiche» - di chi vuole dare il consenso al proprio partito, ma non può accettare di votare al tempo stesso per gli altri che si sono - più o meno temporaneamente - alleati ad esso. La lunga esperienza di elezioni proporzionali durante la prima repubblica ha mostrato come quasi tutti i tentativi di aggregazione tra forze differenti abbiano portato, sul piano elettorale, ad esiti deludenti, comunque inferiori alla somma teorica dei voti che ciascun partito avrebbe ottenuto da solo.
Le consultazioni tenute negli ultimi anni hanno tuttavia messo in luce l’esistenza, nell’elettorato del centrosinistra, di un fenomeno nuovo e in qualche modo di segno differente. Per molti votanti delle forze di opposizione, infatti, il favore per aggregazioni unitarie, che superino la logica dei singoli partiti, porta a superare il senso di appartenenza specifico per la «propria» forza politica. Sia alle ultime elezioni politiche, sia alle recenti amministrative, centinaia di migliaia di elettori del centrosinistra hanno votato per il candidato unico al maggioritario o per il candidato presidente di provincia, senza indicare, al tempo stesso, nessuno dei partiti componenti la coalizione che lo sosteneva. Per quanti questo rappresenta il comportamento preferito o, addirittura, una scelta consolidata? Nessun sondaggio può rispondere compiutamente a questo quesito. Ma i dati più recenti, provenienti dalle dichiarazioni degli elettori, suggeriscono che la preferenza verso liste e candidati unitari coinvolga quasi il 20% dei votanti per il centrosinistra e possa quindi, forse, in occasione delle europee, «compensare» (o, addirittura, superare) la possibile erosione di consensi dovuta al sistema proporzionale.
Ma occorre ricordare che se è vero che l’esito elettorale è legato in qualche misura alle modalità di presentazione (separate o aggregate) delle liste, è vero anche che esso dipende assai più dai contenuti proposti, dalle modalità di comunicazione degli stessi e, beninteso, dalla figura del leader. La vera sfida per le forze di opposizione è riuscire a elaborare e comunicare in modo comprensibile ed efficace le proprie proposte.
Non ho davvero idea di quanto potrebbe prendere.
E poi l'idea non mi pare praticabile alle prossime Elezioni Europee, occasione troppo ghiotta per i partiti per "pesarsi".
Quindi, mi accontenterei di un richiamo alla coalizione in tutti i simboli dei partiti del Centrosinistra. Già convincere Mastella ad inserirlo nel suo simbolo sarebbe un risultato mica male.