Lo sguardo appuntito di Gad Lerner sui temi del giorno per gli utenti di Virgilio News
Se uno vuole capire cos'è un quasi regime nell'informazione televisiva può prendere l'esempio dei telegiornali di ieri sera. Quelli di area governativa, cioè cinque su sei, hanno accuratamente evitato di dire che il previsto consiglio dei ministri di stamani era saltato perché Bossi e c. avevano deciso di disertarlo.
Hanno preferito accampare la scusa di impegni all'estero sopraggiunti per Fini e Tremonti, aggiungendo poi che - guarda caso - i ministri leghisti nel frattempo si sarebbero riuniti a Milano. È una vecchia tradizione televisiva italiana quella di avere paura della notizia. La cosa buffa è che ciò non vale per la carta stampata, neppure di area governativa: lì la notizia è riportata nuda e cruda, poi naturalmente commentata a seconda dei gusti.
Dietro c'è l'idea che il lettore di giornale sia persona consapevole, da trattare come tale. Il telespettatore, invece, sarebbe un bru bru da rassicurare col sorriso di Schifani, e basta.
Ho parlato di quasi regime perché sono convinto che questo schema - nonostante il preoccupante duopolio collusivo Rai-Mediaset - non può più circolare. Siamo una società ricca e complessa. Piaccia o non piaccia, le notizie circolano