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Discussione: tempi cupi per i rossi

  1. #1
    Affus
    Ospite

    Predefinito tempi cupi per i rossi

    MANIFESTO 13-5
    Modesta proposta

    RICCARDO BARENGHI

    Ci stiamo rassegnando, siamo in ginocchio, non sappiamo più reagire, dormiamo in piedi? Cosa sta accadendo a noi, noi della sinistra italiana che solo pochi mesi fa occupavamo le piazze contro l'imminente guerra e solo un anno fa passavamo da uno sciopero a una manifestazione e di nuovo a uno sciopero? Dove siamo finiti? Eppure oggi è peggio di prima, oggi che Berlusconi compie due anni dalla sua micidiale vittoria elettorale stiamo tutti peggio. Sul piano sociale, su quello dei diritti, sul fronte dell'informazione, su quello della giustizia, su quello dell'economia, del lavoro. Della democrazia, insomma. E della libertà.

    In due anni la nostra dose quotidiana di libertà è diminuita drasticamente, e lo diciamo noi che non abbiamo mai strillato a un nuovo fascismo e neanche sbandierato ai quattro venti un regime che non c'era. Non c'era ma oggi rischia di esserci. Anzi c'è. Certo, possiamo ancora votare e voteremo, possiamo decidere se dire sì o no al referendum o anche non dire nulla, i giornali sono ancora aperti. Capita persino di vedere qualcosa di decente in televisione, raramente ma capita. Il parlamento è aperto, i deputati dell'opposizione possono parlare, il presidente della repubblica non è stato arrestato, la Corte costituzionale funziona come sempre, la burocrazia statale non è stata smantellata. Dunque non preoccupiamoci, il regime non c'è.

    Invece c'è. Si sente nell'aria ancor prima di vederlo accendendo la tv, quando la faccia di Berlusconi occupa tutto lo schermo e per ore e ore ti getta in faccia il suo progetto. Nel quale non c'è posto per te, uomo o donna che non la pensi come lui. Perché sei un comunista, e se non lo sei lo sei lo stesso se pensi che anche i comunisti hanno diritto di esistere; per te che sei un magistrato, e anche se non lo sei lo sei lo stesso se pensi che i magistrati non hanno tutti i torti a processare i corrotti, anche se sono uomini importanti; per te che sei un giornalista, e anche se non lo sei lo sei lo stesso se pensi che ha ancora un senso parlare di libertà di pensiero; per te che sei un lavoratore dipendente, e anche se non lo sei pensi, guarda un po', che non è giusto licenziare la gente su due piedi senza motivo (si chiama giusta causa) solo perché così fan tutti; per te che sei un lavoratore non dipendente e vorresti diventarlo, o almeno vorresti avere gli stessi diritti degli altri ma non ce li hai e i pochi che hai li perderai. E se sei un semplice cittadino che credi nella partecipazione come forma fondamentale della democrazia, pensi magari che l'equilibrio tra poteri dello stato sia una garanzia per tutti, che se qualcuno ha vinto le elezioni questo non significhi che possa fare quel che vuole, che dovrebbero esistere dei limiti al potere, qualunque potere, anche per te non c'è posto.

    Viene voglia di dire svegliamoci se non suonasse un patetico appello al dover essere. Ma la situazione è arrivata a un tale punto di gravità che non si può più assistere allo spettacolo e neanche sperare che qualcun altro risolva il problema al posto nostro. La sinistra attuale, lo abbiamo detto ridetto e ripetuto, se non è morta è moribonda quantomeno nella sua faccia pubblica, la faccia dei suoi dirigenti. La sinistra quell'altra, quella che esiste nel paese, si è come rintanata. Sarebbe il caso che uscisse fuori, ma non con una manifestazione, un girotondo, uno sciopero. Bensì con cento manifestazioni, duecento girotondi, e almeno uno sciopero generale che blocchi l'Italia. Non per le pensioni, l'art. 18, lo stato sociale, il lavoro. Anche ovviamente. Non per la giustizia, l'informazione, la democrazia, la pace. Anche ovviamente. Ma per la libertà, uno sciopero generale per la libertà.

    Diranno che sarebbe uno sciopero politico, e infatti lo sarebbe. Uno sciopero contro Berlusconi, e infatti lo sarebbe. E se la sinistra istituzionale, anzi tutto il centrosinistra raccogliesse questa sfida si potrebbero persino lasciare da parte per un po' le nostre divisioni su questioni fondamentali sulle quali si misura la sinistra dei nostri tempi (il lavoro e i suoi derivati, quali diritti e perché, quali interessi sociali vanno sostenuti e quali attaccati, chi deve pagare più tasse e chi meno, quali scuole e ospedali, quanti immigrati e via dicendo), a condizione che si faccia una lunga battaglia comune con un unico obiettivo. La caduta di Berlusconi entro un anno con conseguenti elezioni politiche anticipate. Sembra un sogno, potrebbe non esserlo.

  2. #2
    Affus
    Ospite

    Predefinito Re: tempi cupi per i rossi

    Originally posted by Affus
    MANIFESTO 13-5
    Modesta proposta

    RICCARDO BARENGHI

    Ci stiamo rassegnando, siamo in ginocchio, non sappiamo più reagire, dormiamo in piedi? Cosa sta accadendo a noi, noi della sinistra italiana che solo pochi mesi fa occupavamo le piazze contro l'imminente guerra e solo un anno fa passavamo da uno sciopero a una manifestazione e di nuovo a uno sciopero? Dove siamo finiti? Eppure oggi è peggio di prima, oggi che Berlusconi compie due anni dalla sua micidiale vittoria elettorale stiamo tutti peggio. Sul piano sociale, su quello dei diritti, sul fronte dell'informazione, su quello della giustizia, su quello dell'economia, del lavoro. Della democrazia, insomma. E della libertà.

    In due anni la nostra dose quotidiana di libertà è diminuita drasticamente, e lo diciamo noi che non abbiamo mai strillato a un nuovo fascismo e neanche sbandierato ai quattro venti un regime che non c'era. Non c'era ma oggi rischia di esserci. Anzi c'è. Certo, possiamo ancora votare e voteremo, possiamo decidere se dire sì o no al referendum o anche non dire nulla, i giornali sono ancora aperti. Capita persino di vedere qualcosa di decente in televisione, raramente ma capita. Il parlamento è aperto, i deputati dell'opposizione possono parlare, il presidente della repubblica non è stato arrestato, la Corte costituzionale funziona come sempre, la burocrazia statale non è stata smantellata. Dunque non preoccupiamoci, il regime non c'è.

    Invece c'è. Si sente nell'aria ancor prima di vederlo accendendo la tv, quando la faccia di Berlusconi occupa tutto lo schermo e per ore e ore ti getta in faccia il suo progetto. Nel quale non c'è posto per te, uomo o donna che non la pensi come lui. Perché sei un comunista, e se non lo sei lo sei lo stesso se pensi che anche i comunisti hanno diritto di esistere; per te che sei un magistrato, e anche se non lo sei lo sei lo stesso se pensi che i magistrati non hanno tutti i torti a processare i corrotti, anche se sono uomini importanti; per te che sei un giornalista, e anche se non lo sei lo sei lo stesso se pensi che ha ancora un senso parlare di libertà di pensiero; per te che sei un lavoratore dipendente, e anche se non lo sei pensi, guarda un po', che non è giusto licenziare la gente su due piedi senza motivo (si chiama giusta causa) solo perché così fan tutti; per te che sei un lavoratore non dipendente e vorresti diventarlo, o almeno vorresti avere gli stessi diritti degli altri ma non ce li hai e i pochi che hai li perderai. E se sei un semplice cittadino che credi nella partecipazione come forma fondamentale della democrazia, pensi magari che l'equilibrio tra poteri dello stato sia una garanzia per tutti, che se qualcuno ha vinto le elezioni questo non significhi che possa fare quel che vuole, che dovrebbero esistere dei limiti al potere, qualunque potere, anche per te non c'è posto.

    Viene voglia di dire svegliamoci se non suonasse un patetico appello al dover essere. Ma la situazione è arrivata a un tale punto di gravità che non si può più assistere allo spettacolo e neanche sperare che qualcun altro risolva il problema al posto nostro. La sinistra attuale, lo abbiamo detto ridetto e ripetuto, se non è morta è moribonda quantomeno nella sua faccia pubblica, la faccia dei suoi dirigenti. La sinistra quell'altra, quella che esiste nel paese, si è come rintanata. Sarebbe il caso che uscisse fuori, ma non con una manifestazione, un girotondo, uno sciopero. Bensì con cento manifestazioni, duecento girotondi, e almeno uno sciopero generale che blocchi l'Italia. Non per le pensioni, l'art. 18, lo stato sociale, il lavoro. Anche ovviamente. Non per la giustizia, l'informazione, la democrazia, la pace. Anche ovviamente. Ma per la libertà, uno sciopero generale per la libertà.

    Diranno che sarebbe uno sciopero politico, e infatti lo sarebbe. Uno sciopero contro Berlusconi, e infatti lo sarebbe. E se la sinistra istituzionale, anzi tutto il centrosinistra raccogliesse questa sfida si potrebbero persino lasciare da parte per un po' le nostre divisioni su questioni fondamentali sulle quali si misura la sinistra dei nostri tempi (il lavoro e i suoi derivati, quali diritti e perché, quali interessi sociali vanno sostenuti e quali attaccati, chi deve pagare più tasse e chi meno, quali scuole e ospedali, quanti immigrati e via dicendo), a condizione che si faccia una lunga battaglia comune con un unico obiettivo. La caduta di Berlusconi entro un anno con conseguenti elezioni politiche anticipate. Sembra un sogno, potrebbe non esserlo.


    se la loro credibilta è diminuita , quella della destra è sottozero .

 

 

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