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(di Patrizio Nissirio) (ANSA) - ATENE, 5 MAG - Il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Irineos, ha denunciato alla magistratura greca uno dei suoi vescovi, Timotheos, accusandolo di aver tramato per farlo assassinare promettendo 500.000 dollari a un palestinese attualmente in carcere. Sarebbe stato proprio quest' ultimo a raccontare del presunto complotto alle autorita' palestinesi. Secondo fonti giudiziarie greche, riprese dai media ellenici, Irineos avrebbe accusato Timotheos, metropolita di Vostros - secondo quanto si apprende un suo rivale sconfitto nella corsa alla carica di patriarca di Gerusalemme - di aver contattato il sicario, e forse anche un cittadino israeliano anch'egli in carcere, tentando di mettere a punto un piano per l'assassinio. Il caso e' finito davanti al procuratore Dimitris Asprogerakas, che ha dato il via a un'inchiesta: le accuse ipotizzate dai magistrati sono associazione per delinquere e istigazione all'omicidio. La denuncia e' stata presentata mercoledi' scorso in Grecia perche' sia Irineos, sia Timotheos sono di nazionalita' greca, secondo quanto si e' appreso. Timotheos, interrogato dalle autorita' palestinesi ed israeliane, ha negato ogni implicazione nella vicenda, che rischia di avere implicazioni politiche, visto che la giustizia greca dovrebbe indagare su un reato avvenuto altrove, in zone dai delicati ed incerti status territoriali. Commenti scarni, a questo proposito, dal governo greco, il cui portavoce Christos Protopappas si e' limitato a dire che ''di questa faccenda parleremo con il ministro degli esteri, vista la sua grande delicatezza''. La vicenda era venuta alla luce per la prima volta il mese scorso, quando il patriarcato della citta' santa aveva rivelato di essere stato contattato in febbraio dall'autorita' palestinese, la quale affermava di aver avuto informazioni su un ''contratto'' volto a eliminare l'alto prelato, organizzato da qualcuno all'interno del patriarcato stesso. Secondo una ricostruzione diffusa dai media in Grecia, sarebbero state le rivelazioni del palestinese, arrestato in circostanze non note per altri presunti reati, a far scattare l'allarme da parte del 'ministero' per i culti palestinese, che poi l'avrebbe trasmesso al patriarca. Un complice del possibile sicario sarebbe invece stato arrestato dagli israeliani durante il drammatico assedio alla Basilica della nativita', nell'aprile dello scorso anno. Sempre in relazione a questo caso, gli stessi israeliani sospetterebbero di un criminale israeliano, complice dei due, anch'egli in carcere. Il presunto piano omicida sarebbe fallito proprio a causa delle incursioni e del coprifuoco imposto dagli israeliani nei territori palestinesi negli ultimi mesi. Se l'oscura vicenda verra' confermata, si tratterebbe di un'inedita e drammatica svolta nelle tensioni e rivalita' nella lotta per il potere all'interno del patriarcato ortodosso di Gerusalemme, di cui la stessa stampa greca da' spesso notizia. (ANSA).