CORRIERE, 11.4.03
Oggi in Consiglio dei ministri l’esame per il via libera alla riforma della devolution e alle modifiche del Titolo V della Costituzione
Bossi lancia la sfida: quattro vice-capitali
«Più poteri a Roma solo se li avranno anche Milano, Firenze, Napoli e Palermo». Storace: fuori dalla realtà
ROMA - La devoluzione e la riforma del Titolo V della Costituzione approdano oggi in Consiglio dei ministri. E il governo dovrebbe approvare la bozza di riforma messa a punto sulla base dell’accordo raggiunto nel vertice di maggioranza tenuto la scorsa settimana. Dovrebbe, perché sulla decisione incombe Umberto Bossi. Il leader della Lega, che è anche ministro per le Riforme, dalle colonne della Padania annuncia che darà battaglia contro l’idea di inserire nella Costituzione norme in favore di Roma Capitale. Il progetto, all’esame di Palazzo Chigi, attribuisce a Roma «forme e condizioni particolari di autonomia anche normativa nelle materie di competenza regionale nei limiti e con le modalità stabilite dalla Regione Lazio». Questa formulazione non convince Bossi, il quale anzi teme si tratti «di un escamotage per fare in modo che Roma possa deliberare da sola delle leggi per darsi dei soldi in più». Ed ecco l’avvertimento del senatùr: «Mi sembra sia necessario rivedere l’intero impianto dell’articolo che, se va così com’è in aula, dubito possa essere attuato». Bossi però concede, anzi subordina il suo via libera a una sorta di scambio: io accetto il principio di Roma Capitale della Repubblica se vengono riconosciute delle vicecapitali (come Milano, Firenze, Napoli, Palermo) che godano delle stesse sue prerogative.