Con brusca frenata mi fermo al semaforo di un incrocio con svolta a destra facoltativa e svolta a sinistra obbligatoria.

La quarta uscita non c’era, o meglio c’era una volta ma ora non più giacché ostruita da alto muro di cinta di favoloso parco seminaturale.

Ma questo non c’entra con la ragione del mio brusco arresto. O meglio, c’entra ma per via indiretta.

Appeso al muro c’era, infatti, un gigantesco pannello pubblicitario contenente l’immagine di una giovane donna decapitata ma probabilmente fotografata seminuda mentre stava ancora in piedi. Una giovane dalle attraenti forme anatomiche … insomma una silhouette da far perdere la testa a qualsiasi operatore pubblicitario radiotelevisivo o parlamentare trasversale in missione segreta antigovernativa.

Posta in quella posizione, era impossibile non vedere quella stampa.

Che fosse una fotomodella immigrata clandestinamente? Difficile dirsi. In ogni modo costei, probabilmente in un ultimo, disperato tentativo di salvarsi, doveva trovarsi in una strana postura, mentre con il pollice della mano destra abbassava le sottili mutandine sino a scoprire la zona del canale inguinale, appena al disopra dell’utero, nei pressi della periferia vaginale da dove, improvvisamente, si sprigionava una fiammata di colore bianco.

Ed eccoci al dunque, al motivo del mio brusco arresto al semaforo.

Come mai, vista la provenienza e la circostanza, la fiammata era di colore bianco e non trasparente oppure rosso arlecchino o tricolore?

Di colore bianco, forse proprio per segnalare una resa totale all’osservatore persecutore?

O piuttosto per evitare d’essere accusata di tentato vilipendio al Sacro Tricolore?

O forse proprio quale testimonianza di riuscito vilipendio alla dignità delle Donne di sesso femminile?

Quesito piuttosto agoscioso, no?

Arrovellandomi nel tentativo di trovarvi risposta, noto la presenza di una scritta posta in prossimità della suddetta zona inguinale:

“Hot Couture”.

Un vocabolo inglese e uno francese, alla lettera “sartoria rovente”? Una spiritosa deformazione della nota espressione francese “haute couture”, sartoria di classe?

Sorbole!

Per la firma nientepopodimeno della famosa marca produttrice di biancheria intimissima SISLEY della marca trevigiana?

A questo punto un altro sospetto mi sorge spontaneo: vuto vedar che l’autore di questa pubblicità, oltre che essere originale, è anche poliglotta ma soprattutto deficiente?

Deficiente, non nella benevola accezione del termine, bensì nel suo vero significato di vero deficiente.

Così come altrettanto deficienti devono essere stati anche i suoi avi e soprattutto i suoi palesi e occulti committenti.

I veri deficienti non sono così rari come si vorrebbe talvolta sperare.

SISLEY: ecco un marchio della marca trevigiana su cui bisognerà al più presto avviare approfondite indagini multiculturali, industriali e finanziarie. C’è da scommettere che questi nascondono qualche traffico di schiave orientali.

Assorto in questi pensieri circa il vilipendio colorato, quasi non m’accorgo di ripartire altrettanto bruscamente, non so se in anticipo o se in ritardo rispetto ai colori del semaforo.

Troppo tardi, in ogni caso, per evitare un brutale scontro con un altro automobilista che stava svoltando verso la sinistra obbligatoria.

Entrambi scendiamo immediatamente, ciascuno dalla propria vettura, movendoci con incedere aggressivo l’uno contro l’altro.

<Lei deve essere fuori di testa>

<E lei invece deve essere alterato>

<Stavo per dirle la stessa cosa>

<Davvero? Non mi dica che anche lei sta pensando ciò che sto pensando io?>

<Ossia?>

<Secondo lei ci troviamo di fronte ad un mancato vilipendio tricolore oppure ad un riuscito vilipendio alla dignità delle donne di sesso femminile?>

<Mi pare più che evidente! Si tratta di tentato vilipendio al tricolore nazionale>

<Ah! Magari è proprio per questo che lei stava svoltando verso la sinistra obbligatoria?>

<Perché lei invece?>

<Beh, io stavo per dirigermi verso la destra facoltativa. Però ora, dopo aver visto quella fotografia, credo che cercherò di passare sopra quel muro. Al di là e al di sopra di tutti i muri:

verso la LEGA Nord.

Epilogo:
Udita quest’ultima risposta, entrambi se ne andarono senza più litigare, ognuno con le proprie opinioni e i propri dubbi circa le vere forme di vilipendio in atto in tutta la penisola.

J.B.