User Tag List

Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Convegno Sulla Figura Di Don Davide Albertario All' Università Cattolica Di Milano

    CARI AMICI,

    ECCOVI UNA PICCOLA SEGNALAZIONE CHE SPERO VI TORNERà GRADITA.
    UN SALUTO AFFETTUOSO

    GUELFO NERO


    MERCOLEDì 11 DICEMBRE ALLE ORE 15.30 PRESSO L' AULA PAPA LEONE XIII (G 128) DELL'UNIVERSITà CATTOLICA DEL SACRO CUORE DI GESù IN MILANO (LARGO GEMELLI 1, MM2 SANT'AMBROGIO)

    IL M.U.P. DELL'UNIVERSITà CATTOLICA DEL SACRO CUORE IN CORDIALE COLLABORAZIONE CON IL CENTRO STUDI "DAVIDE ALBERTARIO"
    PRESENTA IL CONVEGNO:

    "DON DAVIDE ALBERTARIO (1846-1902): UN SACERDOTE INTRANSIGENTE CONTRO LA "RIVOLUZIONE ITALIANA" NEL CENTENARIO DELLA SCOMPARSA"

    "L'INTRANSIGENTISMO CATTOLICO CONTRO L'UNIFICAZIONE E LA RIVOLUZIONE LIBERALE"

    PROGRAMMA

    FABRIZIO ROBBIANI, RESPONSABILE M.U.P. UNIVERSITà CATTOLICA: "SALUTO AI CONVENUTI"

    DON UGOLINO GIUGNI, SAGGISTA E SCRITTORE: "DON DAVIDE ALBERTARIO, UN PRETE IN BATTAGLIA: BREVE PROFILO BIOGRAFICO"

    DOTT. ANDREA ROGNONI, PRESIDENTE DEL "CENTRO DI CULTURA LOMBARDA" DI BUSTO ARSIZIO : "DON DAVIDE ALBERTARIO GIORNALISTA: LA PENNA COME UNA SPADA"

    DON FRANCESCO RICOSSA, SCRITTORE : "TOMISMO, INTRANSIGENZA, INTEGRISMO CATTOLICO: UNO SGUARDO D'INSIEME"


    PIERGIORGIO SEVESO, SEGRETARIO DEL CENTRO STUDI "DAVIDE ALBERTARIO": "CONCLUSIONE: DON DAVIDE ALBERTARIO OGGI"

  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 May 2009
    Messaggi
    30,192
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Thumbs up

    OTTIMA INIZIATIVA!!
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  3. #3
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 May 2009
    Messaggi
    30,192
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Mentre il popolo moriva di fame, Umberto I aumentò le spese militari.
    Poi arrivò la carestia
    Maggio 1898, la colpa fu dei Savoia
    I prefetti lanciarono l'allarme, ma Roma fece orecchie da mercante

    di Claudio Roveda
    Le terribili stragi del maggio 1898 a Milano e in tutta la Padania hanno origini lontane, nel liberismo selvaggio dello stato unificato dai Savoia, nel militarismo umbertino, nella corruzione dello stato liberale e nella commistione di massoneria, potere, centralismo. Dopo un governo disastroso culminato con la sciagurata avventura coloniale africana e la disfatta di Adua, dopo che in tutta la Padania la popolazione era spontaneamente insorta contro l'invio in Africa di altre migliaia di giovani, Francesco Crispi, il siculo massone ex garibaldino, se ne andava, compianto dall'ineffabile Carducci, altro massone, ex repubblicano convertito ai Savoia, e dal cosiddetto "re buono", Umberto I. Al suo posto veniva nominato un altro siculo, il barone Antonio Starabba di Rudinì, proprietario di enormi latifondi nel Siracusano e attentissimo a conservarseli. Questa era la classe dirigente dell'Italia postrisorgimentale! E se Crispi aveva avuto in odio ogni forma di decentramento, che per lui equivaleva alla distruzione dell'unità della patria, il suo successore pasticciò con quel problema fino a lasciarlo ammuffire o a tentarne una soluzione che portasse in realtà gli occhi dello stato centrale e i tentacoli della burocrazia romana fino agli angoli più remoti.Dal 1896, "la crisi politica è dovuta al conflitto d'interessi e di prospettiva di sviluppo fra la borghesia imprenditoriale del Nord e i ceti agrari del Centro-sud"(U. Levra, Il colpo di stato della borghesia) e lo stato liberale, incapace di risolvere le proprie contraddizioni, non trova di meglio che barcamenarsi nel piccolo cabotaggio e risolvere con la repressione militare gli enormi problemi sociali. Nel marzo del '97 le elezioni sono disastrose per il governo, la sinistra passa da 63 a 75 deputati raddoppiando i voti al Nord, mentre la pace sociale comincia a traballare anche nelle campagne, soprattutto nella pianura padana. Contro le velleità imperiali di Umberto I anche il blocco moderato lombardo vota con le sinistre contro il bilancio del ministero della guerra (Pelloux) e chiede il ritiro immediato dall'Africa, mentre i cattolici, radicati nelle campagne, boicottano in tutti i modi lo stato liberale. Nello stesso 1897, ai primi di settembre, s'era svolto a Milano il congresso dei cattolici intransigenti, che avevano in don Davide Albertario e nell'Osservatore cattolico, un efficace strumento di lotta, conclusosi con la conferma della linea di ostruzione allo stato liberale e alla sua politica antipopolare perché anticristiana: l'ostinato astensionismo cattolico teneva lontano dalla politica ampi strati della popolazione potenzialmente sostenitori di un moderatismo che avrebbe dato maggior respiro al governo, o quanto meno bilanciato il peso della sinistra radicale e di classe. La terribile crisi economica degli anni 80-90 del secolo fu aggravata dall'incapacità e dalla disonestà palesi degli uomini che si erano succeduti ai vari governi, disposti a tutto pur di difendere la rendita parassitaria, la speculazione sui terreni e perfino i malversatori e i falsari: così l'introduzione nel 1887 del dazio sull'importazione dei grani in dieci anni regala ai proprietari terrieri un miliardo e mezzo (di allora) e all'erario almeno 365 milioni e poiché i poveri sono costretti a contrarre il consumo di frumento la tariffa viene estesa a tutti i grani. Scriverà Francesco Saverio Nitti sulla Riforma sociale: "Il popolo paga di più anche per continuare a morire di pellagra". Non diversamente dalla destra, dunque, anche la sinistra nello stato unitario scarica sui ceti popolari i costi dell'industrializzazione e la difesa della rendita fondiaria.Mentre il popolo muore di fame, lo stato umbertino aumenta le spese militari di 1413 milioni in dieci anni. I risultati sono che, se nel 1884 il consumo pro capite di grano era di 123 kg, nel 1896-8 esso è sceso a 106,5 e se nell'84 occorrevano 73 ore di lavoro di un operaio per comprare un quintale di grano, nel '98 ne occorreranno 105. Un "italiano"ha un reddito medio di 223 lire, contro le 573 di un francese e le 802 di un inglese: solo spagnoli e russi stanno peggio. In compenso però battiamo il record dell'analfabetismo, il 60 per cento della popolazione non sa né leggere né scrivere. Poiché al peggio non c'è limite, il '97 è un anno nero per l'agricoltura; il raccolto è inferiore di un terzo a quello precedente, la disponibilità passa a 99,3 kg annui pro capite. Ma questo è cacio sui maccheroni per agrari, speculatori ed erario, si rimedia con le importazioni, che danno lauti guadagni a tutti, e il prezzo del grano passa dalle 23,12 lire del primo trimestre '97 alle 28,03 del secondo e alle 31 lire nel '98. Il pane costa 40 centesimi al kg. Se si tiene conto che un'operaia alla Pirelli al massimo della retribuzione arrivava a 1,40 lire per una giornata di 11 ore di lavoro possiamo farci un'idea di che paradiso fosse lo stato unitario umbertino. Ma alla Pirelli, rispetto ad altre industrie e alle campagne, si stava benone! E mentre il prezzo del grano aumentava, le retribuzioni restavano invariate o diminuivano, come accadeva per i braccianti, la cui paga calava in proporzione alle braccia disponibili e alla fame dilagante.Da Milano e da Torino, come in altri centri molte autorità locali e perfino alcuni prefetti non mancano di informare la lontanissima (in tutti i sensi) capitale del crescente malcontento, che sfocia in aperte manifestazioni di protesta, che solo una retorica bugiarda vuole pervicacemente fedele alla monarchia a dispetto di ogni nefandezza. Cominciano gli scioperi nelle campagne e il capo del governo non trova di meglio che abbassare di pochi centesimi il dazio sul grano per un paio di mesi. E' talmente evidente la distanza tra paese reale e paese legale che l'Osservatore cattolico scrive il 21 gennaio '98, mentre i politicanti romani festeggiano il cinquantenario dello statuto: i reggitori liberali, "inetti e immorali, ladri e asini, soverchiatori brutali, possono avere un momento di trionfo fra gli imbecilli e gli interessati, ma vanno già e andranno risolvendosi in putridume".Ma il barone siculo e i suoi complici, monarca in testa, non deflettono: il bilancio dello stato non può essere squilibrato per ridurre le tasse a carico dei poveri cristi e le tasche dei signori non si toccano. Eppure il mediterraneo gentiluomo trova modo di fare uno stanziamento straordinario di 4 milioni per richiamare i militari congedati allo scopo di reprimere le prevedibili proteste e manifestazioni della popolazione allo stremo. La parola d'ordine, beffarda, era: se il popolo ha fame tanto peggio per lui, lo stato non fa il fornaio.Piove sul bagnato: nel '98 la guerricciola fra Stati Uniti e Spagna per il controllo di Cuba fa salire alle stelle il nolo delle navi, mentre anche il carbone aumenta di prezzo per gli scioperi dei minatori: così il prezzo del grano in aprile tocca lo sproposito di 32,50 lire. Cresce la tensione, mentre il governo decide di acquistare 300.000 quintali di grano da vendere al Sud a prezzi leggermente calmierati e intanto richiama alle armi i carabinieri delle classi 1870-1. Le leggi del libero mercato sono sacre, quindi via libera alla speculazione. A Torino il pane costa 45 centesimi, razione pro capite giornaliera 130 grammi, idem a Milano; a Livorno il pane costa 48 centesimi e in Valdelsa una donna lavora 15 ore al giorno per 95 centesimi! A Trebaseleghe, Padova, il pane "di farinelle", non di grano, costa 80 centesimi, a Soresina, Cremona, 54; nel Ferrarese 40, ma una famiglia media di lavoratori (sei persone) ha un reddito di meno di 1 lira al giorno e gli addetti alle bonifiche percepiscono meno di 2 lire per una giornata lavorativa di 18 ore. Pellagra e tifo erano poi la corona di questa via crucis.La grande ribellione partì dal Sud: saccheggi, vendette, assalti ai comuni, incendi furono la prassi. Poi fu la volta del Ravennate, del Bolognese, del Forlivese, del Cremonese... i grandi organi di informazione, tutti nelle mani degli industriali filogovernativi e "liberali", guardarono con una paternalistica indulgenza ai disordini finché erano lontani, ma a mano a mano che si avvicinavano cominciarono a tradire tutta la preoccupazione dei loro padroni e a invocare ordine, legalità, repressione. Tra questi galantuomini c'erano gli esponenti della destra agraria come Visconti Venosta, Negri, Gabba, Prinetti, Genova di Revel e gli industriali Colombo, Ponti, Crespi, Pirelli, De Angeli... sostenitori e reggicoda del generale Fiorenzo Bava Beccaris.Tra le voci discordi, oltre a socialisti e anarchici, c'era quella tonante di
    don Davide Albertario, che urlava: "La ragione dei tumulti è nella miseria; il pane manca, manca il pane. Non riconoscono la mancanza coloro che mangiano e bevono e hanno bisogno di quiete per digerire". E ammonisce: "Dite al governo che sia onesto, che restringa le spese, che non porti via il danaro e il pane per darlo ai ladri. Ah canaglie, voi date piombo ai miseri che avete affamati!".

    L'ineffabile gentiluomo mediterraneo, il re "buono"e soci mettono il paese sotto assedio, tanto che ai primi di maggio '98 23 province sono già sotto i tacchi dell'esercito regio, mentre la stampa liberale applaude. Il 7 un decreto del re proclama lo stato d'assedio a Milano e provincia, poi a Como, Bergamo, Brescia e Sondrio. Commissario straordinario è il generalone Bava Beccaris, vergogna di Fossano. Quello che è successo in seguito è già stato ricordato in un precedente articolo. Diciamo solo che quell'infame tiro al piccione è stato la sola vittoria conquistata da quel lugubre pagliaccio, giustamente fatto senatore del regno dopo essere andato al meritato riposo. Quanto al re "buono", un testimone di quelle terribili giornate, Gaetano Bresci, prima di migrare in America, giurò che gliel'avrebbe fatta pagare, cosa puntualmente avvenuta due anni dopo a Monza e francamente questa è l'unica volta che la nostra simpatia va molto più all'uccisore che all'ucciso.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  4. #4
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 May 2009
    Messaggi
    30,192
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  5. #5
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    GRAZIE DAVVERO PER L'APPREZZAMENTO, CARO WEHRWOLF: IL M.U.P. HA MOSTRATO UNA SORPRENDENTE SENSIBILITà E LUNGIMIRANZA NELL'ORGANIZZARE E PATROCINARE QUEST'INIZIATIVA.
    NON SARà CERTAMENTE L'ULTIMA: ALTRE VE NE SONO IN PROGRAMMA PER I PROSSIMI MESI.

    UN SALUTO CORDIALE

    GUELFO NERO

  6. #6
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    QUESTO è IL MONUMENTO FUNEBRE CHE STAVA SULLA TOMBA DI DON DAVIDE ALBERTARIO ED ORA è NELLA PIAZZA PRINCIPALE DEL SUO PICCOLO COMUNE NATALE IN PROVINCIA DI PAVIA.
    VI è RAPPRESENTATO UN ALFIERE CATTOLICO CHE SPIEGA CON SICUREZZA E FORZA AL VENTO LA BANDIERA DELLA CHIESA E DEL PAPATO, DIFENSORE DELLA LIBERTà CATTOLICA DEI POPOLI.
    è UNA BELLA IMMAGINE CHE VOLEVO DONARVI.
    TI PIACE, WEHRWOLF?

    UN CARISSIMO SALUTO A TUTTI

    GUELFO NERO


  7. #7
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 May 2009
    Messaggi
    30,192
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Sì,davvero una bella immagine
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

 

 

Discussioni Simili

  1. Risposte: 16
    Ultimo Messaggio: 07-08-06, 00:08
  2. Universita' Milano : Convegno Su Junger
    Di Jenainsubrica nel forum Etnonazionalismo
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 17-11-05, 00:54
  3. Risposte: 9
    Ultimo Messaggio: 09-12-02, 23:04
  4. Nuova Conferenza Del Centro Studi "davide Albertario" a Milano
    Di Guelfo Nero nel forum Etnonazionalismo
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 15-10-02, 23:50

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito